LA RUSSA, IL MINISTRO DEL VAFFA: VAI A CASA!

Insulta, sbraita, pesta piedi, alza le mani, spezza matite in diretta, si prende la testa tra le mani, sbarra gli occhi, grida rauco. Nelle ultime 48 ore ha dato il meglio di sé. Mercoledì ha sfidato i manifestanti, ridendo in senso beffardo, cercando e trovando lo scontro. Rientrato in Aula ha gridato “vaffanculo” all’indirizzo di Gianfranco Fini, presidente della Camera e terza carica dello Stato. La galleria degli orrori del ministro della Difesa Ignazio La Russa è degna del miglior fascista che la storia ricordi. Scorriamo velocemente il suo personale palma res. A Concita de Gregorio, direttore de l’Unità: “si tappi la bocca con un turacciolo, vergogna Concitina!”. A Corrado Formigli è andata peggio. Il ministro della Difesa lo ha colpito scalciando all’indietro, come fanno i muli, e poi ha fatto il furbo: “si levi da dietro…che fa, mi dà pedate da dietro?”. Al matematico e scrittore Piergiorgio Oddifreddi: “lei fa schifo, si vergogni!”. A un contestatore: “sei un pedofilo, mi ricordo di cosa facevi alle bambine, vergognati!”. A Luca Cafagna, studente: “questo vigliacco non deve parlare, sei un fifone, sei un vigliacco, stai zitto!”. Per non parlare di quando fece il dito medio agli studenti che manifestavano davanti a Montecitorio, insieme a Daniela Santanché, di quando urlò contro un giornalista de il Fatto e, infine, quando se la prese con i generali in Afghanistan quando morì uno degli alpini. Ora spunta pure l’assunzione al ministero della vincitrice di Ballando sotto le stelle, Miss Malizia, al secolo Hoara Borselli, entrata a far parte degli uffici di diretta collaborazione del ministro con uno stipendio di 800 euro al mese.  Ad oggi, miss Malizia ha presentato il concerto della fanfara dell’esercito in piazza di Spagna e nulla più. Ora, se c’è qualcuno che dovrebbe stare zitto e vergognarsi è proprio lui, Ignazio La Russa, attaccabrighe di professione, inesistente ed evanescente ministro della Difesa che, nei giorni di crisi per i fatti sconvolgenti che stanno accadendo in Libia, se ne sta in Aula a votare per il processo breve e non trova nulla di meglio da fare che uscire in piazza e provocare i manifestanti. Noi riteniamo che il ministro La Russa debba subire una sanzione adeguata. Le sue offese alla presidenza della Camera sono inaccettabili. Ad Italia dei Valori è stato affidato il compito di studiare l’inserimento di una norma che consenta la sanzione immediata vista l’assenza di una regolamentazione specifica.  La Costituzione ed il regolamento parlamentare danno già all'ufficio di presidenza gli strumenti per sanzionare subito, già martedì, un comportamento così offensivo nei confronti della terza carica dello Stato. Ignazio La Russa ha passato il segno e non si è neanche scusato con il presidente, l'assemblea ed i cittadini. Un comportamento vergognoso che dimostra scarsa sensibilità democratica. Siccome non siamo nel ventennio stavolta, il ministro La Russa non la passerà liscia.

‘HANDICAPPATA DEL CAZZO’, L’UTIMA ‘PERLA’ LEGHISTA

L’Aula di Montecitorio è diventata un ring. Scontri, aggressioni, lanci di oggetti, insulti. Voglio partire dall’inconcepibile offesa alla collega deputata del Pd Ileana Argentin. “Fate tacere quell’handicappata del cazzo” ha gridato qualcuno dai banchi della Lega. Siamo alla degenerazione politica, culturale e addirittura umana di Montecitorio. La situazione politica è sotto gli occhi di tutti. Berlusconi gioca allo sfascio. “Dopo di me il diluvio” sembra la sua tattica. Intanto pensa agli affari suoi, a come sfuggire ai processi. E l’Italia affonda, va sempre più giù, si impoverisce e conta sempre di meno sullo scacchiere internazionale. Il presidente della Repubblica è preoccupato. Questa mattina sono stato ricevuto al Quirinale con il mio collega capogruppo al Senato Felice Belisario. Giorgio Napolitano ci ha espresso la sua preoccupazione per quanto sta avvenendo. La condividiamo, ma non basta. Si deve agire. Presto e bene. Il governo è sfilacciato, immobile. La maggioranza non esiste più nel paese reale. E neanche in Aula, visto che sono costretti a precettare i ministri ad ogni voto per non andare sotto. Berlusconi, solito impareggiabile comico, dice che la maggioranza è solida e compatta. Sì’, e gli asini volano… Serve da subito un coordinamento delle opposizioni, per concordare strategie comuni in Aula e dimostrare concretamente che Berlusconi, al di là delle chiacchiere, non ha i numeri. Per il momento attendiamo l’arrivo della prossima settimana con una certezza: sarà una settimana di fuoco. Cercheremo di rendere l’iter di approvazione del processo breve una strada minata per la maggioranza. Impediremo lo scempio

GUERRIGLIA IN AULA: IL GOVERNO PERDE LA TESTA

video: 

Ieri hanno toccato il fondo ed oggi è anche peggio. Questa mattina, all’apertura dei lavori di Montecitorio, come se non fosse bastata la vergognosa pagina di ieri, il caos. Alla ripresa dell’esame sul processo breve, moltissime le assenze tra i banchi della maggioranza. Arriva il soccorso dei ministri costretti ad abbandonare in fretta e furia il Consiglio dei ministri. In nessuna democrazia occidentale i ministri di un governo riunito lasciano precipitosamente la riunione per votare il processo verbale della Camera dei Deputati in soccorso della maggioranza. Così come, in nessuna democrazia occidentale, il ministro degli Esteri Franco Frattini si trattiene l’intera giornata a votare a Montecitorio mentre l’Europa è sconvolta dalla crisi libica. I ministri giungono di corsa, trafelati. Il ministro Brambilla vacilla sui suoi tacchi 14 mentre la Carfagna gingilla sulle sue ballerine con calma partenopea, giungendo per ultima. Dopo sei minuti d’attesa, il presidente Fini chiude la votazione ed è rissa di nuovo. Il governo va sotto sull’approvazione del processo verbale che registrava il vaffa del ministro La Russa all’indirizzo di Fini, la terza carica dello Stato. Il governo è in preda ad una crisi isterica. Il ministro Alfano, in spregio del parlamento, getta verso i banchi la sua tessera: si deve dimettere. Un comportamento inqualificabile per il quale questa mattina, alla ripresa dei lavori, ho chiesto al ministro in Aula di chiedere scusa, ricevendo, per tutta risposta, una risata beffarda. Ho consegnato il tesserino di Alfano ai commessi chiedendo che l'Ufficio di presidenza di Montecitorio prenda provvedimenti contro le intemperanze del ministro della Giustizia. Dai banchi della maggioranza vola un giornale verso il banco della presidenza della Camera e colpisce Gianfranco Fini su un braccio. Niente di tutto questo è mai accaduto nell’Aula di Montecitorio e ve lo raccontiamo in presa diretta visto che i mezzi di informazione asserviti al padrone non vi racconteranno quello che è accaduto oggi. Sono due giorni di ordinaria follia. Ieri, il presidente del Consiglio, a Lampedusa, ha messo in scena la più grande boutade clownesca della storia, mentre tutti i suoi ministri erano in Aula per garantirgli l’approvazione del processo breve. Il ministro La Russa, in cerca di visibilità, gli ha rovinato la festa, dando vita ad una delle pagine più vergognose del Parlamento: un bel vaffa alla terza carica dello Stato. Il premier “la qualunque” è andato a Lampedusa, ha promesso ricchi premi e cotillon, ha comprato una villa da 4 milioni di euro, ha promesso meno tasse, alberi e un casinò. Così, il capo del governo nasconde lo scandalo degli immigrati con le false promesse, confermandosi straordinarie capacità di piazzista. Noi continueremo la nostra battaglia per impedire il colpo mortale alla giustizia.

GOLPE IN AULA: ORA E’ GUERRA!

Berlusconi davanti al tribunale di MilanoBerlusconi davanti al tribunale di MilanoGuerra in Libia, sbarchi a Lampedusa, crisi economica, disoccupazione giovanile, aumento dei prezzi, carenze infrastrutturali, piano energetico nazionale? Sciocchezze. Non sono priorità per Berlusconi e la sua corte dei miracoli. Ciò che conta davvero è fermare i processi di Berlusconi. In qualsiasi modo. Oggi Pdl e Lega (complice di Berlusconi nello sfascio delle istituzioni) hanno violato il Parlamento con l’ennesimo vergognoso colpo di mano. Ricorrendo ad un’astuzia regolamentare, hanno chiesto l’inversione dell’ordine del giorno dell’assemblea per procedere a tappe forzatissime verso l’approvazione del processo breve. Se ne fregano dei problemi degli italiani, pensano solo a difendersi tra di loro, a difendere il sultano, a creare ‘cricche’ e farle prosperare. Processo breve e responsabilità civile dei magistrati. Un’accoppiata deleteria per la giustizia italiana. La prima dimezza i tempi di prescrizione per gli incensurati (traduzione dal ‘berlusconese’: colpo di spugna per un paio di processi del premier), la seconda riduce la libertà dei giudici (traduzione: una intimidazione nei confronti della magistratura). Non ci piegheremo a questo ennesimo colpo di mano e daremo battaglia in Aula. Non gli permetteremo di averla vinta e faremo ostruzionismo. Il processo breve ucciderebbe migliaia di processi e avrebbe come effetto la sostanziale impunità per gli incensurati. Una vergogna. Tutto ciò mentre il 6 aprile inizierà il processo Ruby, che vede coinvolto il Satrapo di Arcore, accusato di corruzione e sfruttamento della prostituzione minorile. Una sfilata di ministri, star, calciatori, uomini e donne di potere. Sfileranno, chiamati a testimoniare dalla difesa, George Cloneey, Elisabetta Canalis, Aida Yespica, Cristiano Ronaldo. Un gran galà di celebrità. L’attore, interpellato dai giornalisti, ha detto: ‘stranissimo, ho incontrato Berlusconi solo una volta per avere aiuti per il Darfur”. Il tentativo è chiaro: allungare i tempi del processo chiamando testimoni importanti che non risiedono i  Italia, spettacolarizzare le udienze in modo che il contenuto passi in secondo piano, buttarla in caciara…Copione già visto diverse volte. Ma le proiezioni sono quasi finite. Questo film ha ormai stancato gli italiani, che non hanno più fiducia in Berlusconi e nel governo. Le opposizioni sono maggioranza nel Paese, e Berlusconi lo sa.

BISCIONE TV, LA FABBRICA DELLE BUGIE

Ieri Berlusconi si è presentato in Tribunale al processo Mediatrade dove è accusato di frode fiscale e appropriazione indebita. Mossa astuta e furba. L’obiettivo era quello di inviare il seguente messaggio subliminale: non è vero che sfuggo alle aule di giustizia. Peccato che, il furbo e scaltro presidente del Consiglio, sapesse benissimo che, trattandosi di un’udienza preliminare davanti al Gup, non era previsto che parlasse. La sua presenza, dunque, in questa prima fase, era del tutto inutile ma dal forte valore simbolico e con uno scopo ben preciso. Ha usato la sua ipocrita presenza in un’aula di giustizia per ribaltare la verità. Alle prossime udienze non ci sarà: mettiamo sin da ora la mano sul fuoco. Ha parlato, eccome invece, dagli schermi del biscione: sono l’uomo più imputato dell’universo e della storia. Il comunismo in Italia non si è mai concluso, cerca di usare qualsiasi mezzo per annientare l’avversario. Il solito armamentario linguistico per spostare la verità su un altro piano, quello a lui favorevole. Nel frattempo, sempre sugli schermi del biscione è andata in scena una delle pagine più vergognose della televisione italiana. A Forum su Canale 5, una casalinga abruzzese, pagata con 300 euro per mettere in scena la finta separazione da suo marito, si è sperticata in lodi per il presidente del Consiglio per come ha egregiamente ricostruito l’Aquila, negli stessi minuti in cui il premier saliva per la quarta volta sul predellino. La signora, che in realtà non ha perso nessuna attività commerciale a causa del terremoto, ma aiuta il vero marito in un’impresa di pompe funebri, si è prodigata anche nell’insultare i suoi conterranei che si lamentano: lo fanno solo per mangiare e dormire gratis. L’azienda del biscione, ma guarda un po’ il caso, ha difeso la conduttrice di Forum: lo scontro politico per quanto aspro non può arrivare a spargere veleni su una conduttrice e un programma che ogni giorno, in diretta, danno spazio alle ragioni, alle amarezze e alle speranze della gente comune. Terzo e ultimo atto di questa giornata di ordinaria follia mediatica, dove l’informazione gestita a tavolino da palazzo Chigi ha raggiunto il suo apice, con un piano di attacco architettato a tavolino che ha raggiunto il suo scopo: distrarre i telespettatori dalla verità e consegnarne loro un’altra, reinventata e ricostruita. Come ha suggerito una brillante giornalista su Facebook sarebbe giusto fare un bel "forum" pubblico.... in piazza, tra i terremotati veri.... e vedere, democraticamente, "l'effetto che fa”.

IL PERSEGUITATO CHE OSCURA ANNOZERO E BALLARO'

“Sono il più perseguitato della storia”. Una frase così fa venire in mente personaggi del calibro di Nelson Mandela, Aung San Su KI, per non parlare di chi, come Anna Politkovskaja, ha pagato con la vita il dissenso. Capirete che se a pronunciare questa frase è il capo del governo italiano, Silvio Berlusconi, essa diventa improvvisamente ridicola. Come chi l’ha detta. Berlusconi si è presentato poco fa nell’aula del palazzo di giustizia dove si celebra il processo Mediatrade, ad accoglierlo una claque convocata dal senatore Mario Mantovano, coordinatore del Pdl lombardo. C’è stato qualche attimo di tensione con chi, invece, contestava il premier. Piccolo inciso: le contestazioni si fanno sempre più numerose e insistenti, qualcosa vorrà dire… Prima di presentarsi in tribunale, Berlusconi è passato in televisione. Caffè e telefonata all’amico direttore Belpietro in diretta sulla sua ammiraglia, Canale 5, per dire che è l’uomo più imputato dell’universo e della storia, che sono i comunisti a manovrare i giudici, che si tratta di accuse ridicole. Soporifero, a quell’ora poi…Aria fritta, le solite cose trite e ritrite che ormai ripete come un disco rotto. Berlusconi è l’unico politico al mondo capace di evocare il pericolo comunista a più di vent’anni dalla caduta del Muro, in un paese in cui i partiti comunisti raccolgono alle elezioni cifre da prefisso telefonico. Siamo veramente al ridicolo. Questa però, è solo una delle sue facce. Berlusconi non è uno sciocco, sa benissimo che evocare il pericolo comunista fa presa su un certo tipo del suo elettorato, in particolare su quello di età avanzata, a basso livello di scolarizzazione che si espone solo all’informazione della tv generalista. Ha parlato a loro. Lui che può parlare a tutti come meglio crede. Controlla l’informazione pubblica e privata, ha tv e giornali ed è capace di condizionare l’opinione pubblica. Come se non bastasse, ora vuole chiudere, come fece lo scorso anno, i programma di approfondimento, Annozero, Ballarò. Con la scusa delle prossime amministrative, i suoi sgherri in Vigilanza stanno preparando una direttiva per chiudere i programmi sgraditi. I talk show proprio non gli piacciono. Si corre sempre il rischio di non poterli controllare, che si parli di cose sgradite, che qualcuno preparato metta sotto uno dei suoi figuranti. L’uomo più perseguitato del mondo, insomma, innesca la tagliola della censura per imbavagliare l’informazione. L’uomo più perseguitato della storia, però, non s’illuda. Oltre alle amministrative ci sono i referendum e non gli permetteremo di oscurare l’informazione su temi strategici per il futuro del Paese.

AUMENTANO LA BENZINA. E PURE LE POLTRONE…

Alemanno - MorattiAlemanno - MorattiIl governo aumenta la benzina. E già questa è una cattiva notizia. Ma c’è di più: la presa in giro. Come spesso fanno, infatti, questi signori hanno inserito una norma nel decreto che aumenta le poltrone di consiglieri e assessori per i comuni di Roma e Milano. Già, perché il limite di 48 consiglieri e 12 assessori gli stava stretto. Troppo pochi, aumentiamoli và, tanto paga Pantalone. Il taglio del 20% di consiglieri comunali entrato in vigore dal primo gennaio 2011 ha resistito poco. Non si applica più alle città con un numero di abitanti superiore al milione. Città in mano al centrodestra, chiaramente, con due sindaci, Alemanno e Moratti, molto influenti nel governo. Ora saranno contenti, Ma gli altri? Facile prevedere che anche gli altri comuni più piccoli avanzeranno pretese e si chiederanno ‘perché loro sì e noi no?’. Non c’è ritegno in quest’Italia, non c’è il senso del limite. Certe volte sembra inutile fare la lotta agli sprechi e battersi per la riduzione dei costi della politica quando hai a che fare con questo governo. E invece no, bisogna continuare con determinazione ancora maggiore. Innanzitutto sbugiardandoli, perché hanno coperto questa ennesima porcata con la scusa di dare i soldi al Fus, al fondo unico per lo spettacolo, quindi alla cultura. E c’è da dire che non è la prima volta che ci provano. Già avevano tentato un’analoga operazione qualche tempo fa, quando avevano messo questa vergognosa norma aumenta-poltrone nel decreto Milleproroghe. Poi il Colle disse no. Stavolta ha ceduto, anche se resta da capire quali siano i criteri di necessità ed urgenza tali da giustificare l’inserimento di questo aumento delle poltrone (e delle spese) in un decreto legge.  Inutile dire che in Parlamento faremo di tutto per abrogare questo spreco e proseguire la nostra battaglia sull’abbattimento dei costi della politica e l’abolizione delle province. La politica è un servizio, non un pozzo di spesa senza fondo.

SONO SERPENTI A SONAGLI

Cambiano gli anni, cambiano le legislature ma quello che non cambia mai è il disegno perverso con il quale questo governo e questa maggioranza intendono cambiare il volto alla giustizia in Italia in nome e per conto degli interessi di Silvio Berlusconi. Ieri, dopo un’aspra battaglia che ha visto Italia dei Valori protagonista in commissione Giustizia, con un golpe senza precedenti, la maggioranza ha approvato una norma che aggrava la responsabilità civile dei giudici, infilandola nella legge comunitaria, uno di quei contenitori legislativi dove mani furbi e scaltre infilano di tutto. E’ chiaro che questa norma è solo l’anticipo della purga mascherata da riforma che il ministro dell’ingiustizia Alfano infliggerà al Paese e non farà affatto bene al nostro sistema di amministrazione della giustizia che già naviga in cattive acque e favorirà quel senso di illegalità che si sta sempre più diffondendo nel paese. Si perché, da domani, in virtù del fatto che questa norma Pini – dal nome del leghista che l’ha presentata - così come scritta non definisce un preciso ambito di responsabilità, i magistrati vivranno sotto il costante ricatto di risarcimenti milionari che, in qualità di semplici funzionari di stato, non potranno certo sostenere. In pratica, ogni volta che c’è un errore, anche di interpretazione, e non più solo per dolo o colpa grave, i magistrati dovranno pagare. Una porcheria colossale, una norma che altro non è che una perenne spada di Damocle sulla testa della magistratura, dalla forte potenza intimidatoria e ricattatoria. E’ inutile che il centrodestra tenti di difenderla e di farla passare per atto di giustizia: è una norma che intende senza se e senza ma ridurre al silenzio i magistrati in Italia, unito alla prescrizione breve che sfoltirà e di brutto il numero dei processi a carico del presidente del Consiglio, due su quattro. C’è un altro effetto estremamente preoccupante che deriverà dall’approvazione di questa norma cui daremo battaglia. Questo emendamento, infatti, impedirà che in futuro si perseguano i reati dei cosiddetti colletti bianchi, per lo più incensurati, ovvero, reati quali frodi finanziarie e fiscali, per i quali la prescrizione era già breve e da domani diventerà brevissima. In Italia, processi per reati come questi, che causano ingenti danni alle casse pubbliche, non si faranno più.  Serpenti a sonagli che spuntano dalla macerie. E a proposito di serpenti, un’altra mano scaltra e furba ha inserito nella comunitaria un altro emendamento che cancellerà le multe per danno erariale a Rai e Finmeccanica. Sarà battaglia.

TENGONO BERLUSCONI PER LE PALLE

Saverio Romano, indagato per mafia, è il nuovo ministro dell’Agricoltura. Premetto subito una cosa: un indagato per mafia non può fare il ministro. Punto. Non voglio passare per forcaiolo, una persona è innocente fino che non viene condannata dopo regolare processo, ma certo è che nominare ministro un politico ‘chiacchierato’ e per il quale il Gip ha respinto la richiesta di archiviazione della procura è un atto grave, una scelta sbagliata ed inopportuna. Per non dire di peggio. Se si nomina un indagato per mafia ministro, non ci si deve poi stupire se i cittadini nutrono sempre meno fiducia nelle istituzioni. In un paese civile, Saverio Romano non sarebbe ministro. Purtroppo siamo nell’Italia che sconta la deriva finale del berlusconismo. Tra un po’ dovremo spazzare via le macerie politiche di questo periodo infelice. Ci sono alcune considerazioni che mi vengono spontanee. La prima è che avere qualche ‘problemino’ con la giustizia è un vantaggio nel Pdl, un ottimo viatico per arrivare al governo, una nota di merito agli occhi di Berlusconi, che forse così si sente meno solo. La seconda riguarda la tenuta di questo governo. Basta qualche cosiddetto ‘responsabile’ per tenere Berlusconi per le palle. Un capo di governo che si trova ormai senza una vera maggioranza politica, ma con un’accozzaglia di deputati che di volta in volta contrattano il prezzo della loro fedeltà. Romano ministro è una cambiale pagata a costoro. Non è la prima e non sarà l’ultima. Ieri, intanto, è nato un nuovo istituto giuridico: il ministro con riserva (copyright Pasquale Laurito, Velina Rossa). Il presidente della Repubblica, subito dopo il giuramento di Romano, ha inviato una nota in cui esprimeva ‘riserve sull’ipotesi di nomina dal punto di vista dell’opportunità politico-istituzionali’. Siamo perplessi da questa posizione del Colle, perché avrebbe potuto, in base alla Costituzione, rifiutare di nominare un indagato per mafia. Non basta l’auspicio che il ‘procedimento chiarisca al più presto l’effettiva posizione del ministro’. Siamo perplessi, caro Presidente. Romano non doveva essere nominato ministro. Non ora.

FANNO SCHIFO!

La giustizia ai tempi di BerlusconiLa giustizia ai tempi di BerlusconiCome serpi che strisciano, mentre il mondo e gli italiani guardano con preoccupazione a quanto accade in Libia (guarda il video) e ne sono giustamente monopolizzati, la maggioranza su ordine del presidente del Consiglio marcia a tappe forzate verso l’assoluzione del premier. Facce di bronzo, spudorati senza vergogna, un Parlamento che lavora sodo solo per bloccare i processi del presidente del Consiglio. E’ quanto accaduto ieri in commissione giustizia della Camera che ha espresso il primo si al processo breve, dimezzando i tempi per la prescrizione per corruzione.  L’inventore del trucchetto contabile pro Berlusconi, l’avvocato di famiglia Mauro Paniz, ha anche la faccia tosta di dire che questa non è una legge ad uso e consumo del premier e Ruby è la nipote di Mubarak, vero quanto il fatto che io sia il discendente diretto del faraone d’Egitto Ramses II. Sarà una pura coincidenza, allora, che il processo Mills, che doveva morire di prescrizione a febbraio del prossimo anno, morirà a giugno di quest’anno e che quello Mediaset, finirà su un binario morto con sei mesi di anticipo, ovvero a dicembre 2013. Ci vuole davvero una gran bella faccia tosta a dire che i processi di Berlusconi non c’entrano niente e che la priorità del governo è accelerare i tempi della giustizia per il bene dei cittadini. Con questo trucchetto, un mezzo per impedire che la giustizia faccia il suo corso nei confronti del presidente del Consiglio, cadranno il 90 per cento dei processi per corruzione. Già oggi in Cassazione ne cade l’80 per cento. Se ne fregano anche dell’ultima convenzione Onu, sottoscritta tra l’altro dal nostro paese, che si è impegnata ad allungare i tempi per la prescrizione per corruzione. Andiamo come i salmoni, controcorrente, e avremo una giustizia sempre meno giusta e sempre più benevola con corrotti e corruttori, tutto per salvare la bella faccia di Berlusconi. Ecco come il governo che, solo un mese fa, per bocca di Alfano annunciava di voler dialogare con tutti in materia di riforme, la traduce nei fatti: leggi ad personam che, come clave impietose, faranno la giustizia a pezzi, elevando l’illegalità e l’impunità a sistema. Oggi, in giunta, andrà in scena un altro vergognoso tentativo di sputtanare questa povera Italia. La maggioranza, su ordine del presidente del Consiglio, tenterà di far passare la telefonata di Ruby come un semplice reato ministeriale. Ecco la democrazia ai tempi di Berlusconi: un Parlamento usato come uno smacchiatore per cancellare i peccati di lussuria e di avidità del premier.