Taggati con: poltrone

MALSANI APPETITI DA “POLTRONA”

E’ nato tecnico e tecnico deve rimanere. Le quote spartitorie tra i partiti e le terne di nomi di cui si parla in queste ore, per i ruoli di viceministri e sottosegretari nel governo Monti, è avvilente e deprimente. Non solo perché certe lotte intestine e logiche spartitorie per un posticino al sole non sono all’altezza della sfida importante che il governo Monti si accinge ad intraprendere e per la quale è nato, ma perché in un certo senso ne indebolisce la scelta iniziale.

Queste operazioni di bassa cucina politica non ci appartengono e mai ci apparterranno. Noi continueremo a restarne fuori e invitiamo tutti gli altri partiti a fare altrettanto. Un passo indietro, per far fare tutti un passo in avanti: è questo quello che dobbiamo fare ora. Un anno di astinenza dai palazzi non può che fare bene alla politica. Chi è in preda a malsani appetiti, rifletta sul valore aggiunto di una sorta di fase ascetica, durante la quale meditare ed operare, sulla strada del buon senso e non su quella consumata di antichi riti di passate repubbliche.

Italia dei Valori non farà nessun nome al presidente del Consiglio Monti, non perché non ne abbia. Ma perché siamo fermamente convinti che in questo momento, per il bene del Paese, il profilo del governo Monti deve rimanere espressamente tecnico. Ma possibile che in questo Paese, con 60 milioni di abitanti, non vi siano 40 persone di competenza, autorevolezza, serietà e capacità per ricoprire quei ruoli? Difficile, anzi, impossibile da credere. Una poltrona in più non ci salverà. Ma tutti con una poltrona in meno forse sì.

IL RIMPASTINO DI SILVIO DA’ LA NAUSEA

  Nove sottosegretari nuovi di zecca. Et voilà, il prezzo per la presunta ritrovata unità della maggioranza e del governo è servita. I responsabili e i disponibili passano all’incasso e Silvio il magnanimo, nel consiglio dei ministri di oggi, distribuisce i ricchi premi e i cotillon. Una roba da basso impero, siamo al mercato delle vacche, alla compravendita parlamentare. Mai caduti così in basso, un rimpastino di governo che dà la nausea. L’economia affonda, l’unica cosa che cresce, con questo governo e questa maggioranza, sono le poltrone ministeriali. Le famiglie sono sempre più alla canna del gas mentre le piccole e medie imprese pagano il prezzo di una politica economica governativa evanescente. Aumenta la disoccupazione, in particolare quella dei giovani e delle donne. Cresce la precarietà da Nord a Sud, mentre i soli posti di lavoro che aumentano sono quelli dei sottosegretari di Silvio, premiati  per il coraggioso salto della quaglia a favore del Re.  Ecco i nomi: Roberto Rosso, Luca Bellotti, Daniela Melchiorre, Catia Polidori, Bruno Cesario, Aurelio Misiti, Riccardo Villari, Antonio Gentile e Giampiero Catone: sono i nuovi sottosegretari di Stato del governo Berlusconi. A cosa e a chi servono? A nessuno, non certo al Paese, solo a Berlusconi per andare avanti e garantirsi l’impunità a vita. Il presidente del Consiglio oggi ha compiuto un nuovo miracolo, quello della moltiplicazione dei pani e dei posti. Quanto ci costerà tutto questo? Molto, moltissimo. Nuove poltrone, nuovi staff, nuove auto blu, nuove consulenze, nuove spese di segreteria. Un aumento dei costi spaventoso. Questa è la ricetta del governo per andare avanti: poltrone al posto di proposte concrete per rilanciare lo sviluppo economico, per sostenere le imprese e le famiglie, per rilanciare l’economia. Andrà avanti così, altre nomine verranno, altri cavalli, altro giro, altra corsa: l’importante è galleggiare, mentre il Paese affoga.

I COLLEZIONISTI DI POLTRONE

I collezionistiI collezionistiDice il proverbio che “tropa carna ar fogu, la brusa”. Vuol dire che a far troppe cose contemporaneamente si corre il rischio di farle male. Gli antichi adagi non sbagliano mai e sarebbe buona regola attenersi ai saggi consigli dei padri, a maggior ragione se si svolgono funzioni pubbliche importanti su mandato dei cittadini e per le quali si viene pagati tanto e bene.In Parlamento, invece, sono in molti a fare l’esatto contrario e, in barba alle regole del Comitato parlamentare che stabilisce le incompatibilità tra mandato parlamentare e incarichi in società pubbliche e private, fanno mambassa di incarichi. Il primo è Lucio Stanca che fa il deputato della Repubblica per il Pdl e contemporaneamente l’amministratore delegato dell’Expo 2015. Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera dei Deputati per il Pdl e amministratore delegato di Fiera Milano congressi. Vincenzo Galioto, senatore del Pdl e amministratore dell’Amia, l’azienda municipalizzata dei rifiuti di Palermo, in dissesto finanziario e chissà perché. Claudio Fazzone, senatore del Pdl e presidente di Acqualatina, la società che gestisce il servizio idrico, che ha aumentato la bolletta dell’acqua del 500% ai cittadini di Latina e che fa parte di quella stessa maggioranza che, qualche giorno fa, ha approvato la legge sulla privatizzazione dell’acqua.Poi c’è chi riveste più incarichi istituzionali, cioè fa il parlamentare e il sindaco o il vicesindaco contemporaneamente (Mauro Cutrufo, Riccardo De Corato, Raffaele Stancanelli, Adriano Paroli, Vicenzo Nespoli); il parlamentare e il presidente della provincia (Maria Teresa Armosino, Antonio Pepe, Luigi Cesaro). C’è chi addirittura fa il ministro e il sindaco contemporaneamente (Altero Matteoli), il sottosegretario e il presidente della provincia contemporaneamente (Daniele Folgora), il viceministro e l’assessore contemporaneamente (Paolo Romani). I collezionisti di poltrone sono in tutto 100. C’è una norma che vieta il doppio incarico fra il parlamento e i comuni oltre 20 mila abitanti e le province ma non viene rispettata. Siamo al paradosso: il legislatore fa le leggi ma poi non le rispetta.Come fanno questi signori a fare tutto e bene? Sono tutti Superman, Nembo Kid, Speedy Gonzales? Che fine ha fatto il rispetto delle norme? La risposta la lascio a voi. Noi chiediamo una cosa semplice e chiara: il rispetto delle regole. Non si possono rivestire doppi incarichi. E siamo convinti che, in paese civile, le norme, al di là che esistano o meno, non possano sostituirsi al senso civico e morale.E del resto, dietro a ogni malefatta italiana, fa capolino il presidente del Consiglio SilvioBerlusconi che, invece di strigliare i suoi per le vistose assenze a causa dei doppi incarichi, li ha giustificati abbondantemente sostenendo che hanno tutti un altro lavoro. Come se accumulare poltrone, pagati profumatamente con i soldi dei cittadini, fosse un titolo di cui andare fieri.