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SIAMO ALL’EDITTO FACEBOOK

 Censura di StatoCensura di Stato  Quello che è accaduto al presidente del Consiglio è un fatto orribile e non mi stancherò mai di ripeterlo. Al premier va tutta la nostra solidarietà e gli auguri di pronta guarigione. Ma il giro di vite per controllare la rete che il Governo e la maggioranza stanno minacciando in queste ore è intollerabile ed inaccettabile perché nulla ha a che fare con quanto accaduto, con il gesto di una povera mente instabile. E’ solo il pretesto, il tentativo di soffocare ogni forma di protesta civile e democratica che nasce dalla rete, come il 5 dicembre, il no B-day, che ha cambiato la storia di questo paese. Per la prima volta, piazza San Giovanni si è riempita di persone grazie al tam tam di Facebook, straordinario social network. Io c’ero ed è stata una giornata magnifica, una manifestazione di civile e democratica protesta, senza bandiere, né vessilli, solo il colore viola, simbolo di libertà, di libera circolazione di idee, di dissenso forte ma civile.Per questo, oggi, la maggioranza dice che  la rete è il male e con la scusa dell’ordine pubblico, vuole limitare libertà e diritti. Oggi il presidente del Senato, Renato Schifani, ha detto che Facebook è più pericoloso dei gruppi degli anni ’70, confondendo leggermente i piani della storia. Facebook è uno straordinario spazio di libertà e, come tale, subisce anche intrusioni da parte di idioti o persone pericolose che, come tali, vanno isolate. Ma non c’è alcun bisogno di misure aggiuntive, di giri di vite per controllare eventuali derive pericolose. Le norme per isolare e controllare eventuali menti impazzite ci sono già, basta metterle in pratica.La verità è che il governo e la maggioranza voglio dare lo scacco matto alla rete, dopo aver messo nel sacco l’informazione televisiva nazionale. I giri di vite annunciati su Facebook sono il tentativo sinistro di mettere la rete sotto il controllo dell’Esecutivo e per questo puzzano di editto bulgaro e di olio di ricino. Mettere il bavaglio a 10 milioni di persone che quotidianamente dialogano su questo social network è un’idea folle.In America sono decine e decine i gruppi su Facebook contro il presidente Obama. Ce ne è per tutti i gusti. A sfondo politico, razziale, etnico, veri e propri deliri spaventosi. I servizi segreti vigilano, ovviamente. Ma mai e poi mai al presidente Obama, o al presidente del Congresso degli Stati Uniti d’America, gli verrebbe in mente di metter il bavaglio a 10 milioni di persone. E’ per questo che l’America è tanto lontana dall’Italia... e non solo geograficamente.   

IL GRANDE SONNO DEL PD

 Umberto Bossi, Silvio Berluconi, Gianfranco FiniUmberto Bossi, Silvio Berluconi, Gianfranco Fini La compattezza del centrodestra si sta sciogliendo come neve al sole. Non c’è conflittualità e contrasto sui temi, come accadeva al governo Prodi,  ma reciproca disistima e disprezzo totale. Berlusconi, Fini e Bossi sono un patetico menage a trois, tre separati in casa che si odiano ma continuano a stare insieme solo per necessità. Da questo matrimonio andato in pezzi ciascuno vuole trarne il massimo profitto, chissenefrega del prezzo che il Paese paga. Fini, che ormai non ha più nulla a che spartire con questa maggioranza, ha intrapreso la sua strada ed il suo percorso individuale, Bossi, che ricatta apertamente il premier, insegue il suo sogno secessionista, Berlusconi che, come Hitler negli ultimi giorni è asserragliato nel bunker a difendersi da tutto e da tutti, insegue l’unico obiettivo di salvarsi dai processi e conservare il suo impero economico.C’è ne è abbastanza per mettere la parola fine a questo patetico matrimonio, a questa ormai ridicola parvenza di Governo. Ce ne sarebbe abbastanza se di mezzo non ci fosse il solito Pd. Di fronte a questo scenario, il maggior partito di opposizione, invece di cogliere l’attimo e dare una zampata che lasci il segno, come un’opposizione seria e decisa dovrebbe fare, mette sotto l’albero di Natale un doppio regalo a Berlusconi. I Dalemoni di turno, il segretario Bersani, Livia Turco, Nicola La Torre, criticano apertamente la piazza del No B-day, definendola addirittura pro-Berlusconi. I Letta di turno aprono al presidente del Consiglio sulla giustizia e propongono l’ennesimo patto della crostata. Se qualcuno nutrisse ancora qualche dubbio, è servito: il Pd, qualunque sia la faccia della medaglia, se deve scegliere a chi fare un favore, non sceglie gli italiani ed il Paese ma Berlusconi. Un po’ quello che accadde durante la trasmissione di Omnibus di qualche tempo fa, quando il senatore La Torre del Pd, invece di giocare di sponda con il sottoscritto e mettere in difficoltà l’esponente di turno della maggioranza, decise di andare in soccorso dell’onorevole Bocchino, passandogli l’ormai celebre pizzino.Io credo che questa maggioranza sia giunta al capolinea e che sia finito il tempo dei distinguo, dei se e dei ma, dei ma anche, dei distinguo, tutti sintomi evidenti della sindrome da primi della classe di cui la classe dirigente del Pd è afflitta da sempre. E’ tempo che il maggior partito di opposizione si dia la sveglia. Il 5 dicembre venga in piazza con noi, è l’occasione giusta. Questo Governo è in piedi per miracolo, va avanti per forza di inerzia, si regge sui personalismi e gli egoismi dei suoi protagonisti in cerca d’autore. Si odiano, non sono d’accordo su niente, non presentano un provvedimento legislativo ormai da tempo. Non governano più, anzi, non hanno mai governato. Che aspettiamo?