Taggati con: Rosy Bindi

SI ALLA COMMISSIONE D’INCHIESTA SULLA P3

 

Dalla P2 alla P3Dalla P2 alla P3

Oggi il presidente del Pd, Rosy Bindi, durante una conferenza stampa, ha presentato la proposta di legge per l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla nuova P3, mantenendo fede a quanto annunciato la settimana scorsa. Ebbene, lo voglio dire con chiarezza, io sono d’accordo con l’iniziativa di Rosy, pur sapendo che non tutti nel mio partito, a partire dal presidente Di Pietro, sono pienamente convinti della bontà dell’iniziativa. Io sono convinto, invece, che sia una strada opportuna e percorribile per una serie di ragioni sulle quali, però, vorrei il conforto della vostra opinione. Innanzitutto, già il fatto di proporla è una vittoria perché se la maggioranza non dovesse autorizzarla, sarebbe un’ammissione palese di colpa, la dimostrazione che vogliono insabbiare la verità. Ma se riuscissimo a portarla a casa, con una presidenza affidata a persona autorevole e di assoluta garanzia, e non certo a Niccolò Ghedini, sarebbe un vero colpaccio per l’opposizione. Non solo perché si rivelerebbe uno straordinario mezzo per raccontare il marcio che c’è in quel partito, dalle sue origini fino ai giorni nostri, ma perché sarebbe una spina nel fianco affilata dell’opposizione che tormenterebbe Berlusconi per i prossimi due anni e mezzo. Ricordo, qui, che grazie all’inchiesta della Commissione Anselmi, si arrivò ad una legge di scioglimento della P2 e alla previsione come reato della creazione di società segrete con finalità analoghe alla P2. E’ chiaro che tale commissione non dovrà e non potrà sostituirsi all’inchiesta della magistratura, cui spetta l’accertamento delle responsabilità penali ma emerge sempre più con forza la necessità di far luce sulle responsabilità politiche e morali nel Pdl, che ormai ha al suo interno una questione morale grande come una casa e che, con molta probabilità, sarà la causa della sua implosione. I politici del centrodestra coinvolti in questa nuova società segreta, una sorta di cupola affaristica che perseguiva finalità private manipolando la cosa pubblica, non sono poche mele marce nate lontano dall’albero maestro. Hanno ruoli di primissimo piano, siedono alla destra del padre padrone, sono coordinatori nazionali, sottosegretari, rappresentano il cuore e l’anima di questo partito corrotto e sgangherato. Dunque, perché no? Perché, almeno, non provarci, non provare a metterli con le spalle al muro? Voi cosa ne pensate?

POLITICI VERI E IPOCRITI DI PALAZZO

Manifestazione del PdlManifestazione del Pdl   Il volto insanguinato e ferito del premier colpisce come un pugno allo stomaco. E’ il viso di un uomo spaventato, fragile, tremante che, all’improvviso, mostra tutti gli anni che ha. Guardo quel volto e vedo l’uomo, non l’avversario politico, per questo il mio sentimento è di umana pietà. Non ci possono essere ambiguità al riguardo. Episodi di tale violenza devono essere condannati senza se e senza ma. Provo orrore e vergogna per i gruppi di facebook che stanno nascendo in queste ore e che inneggiano all’autore di questo atto violento, un uomo con gravi problemi mentali.Sono attimi convulsi quelli che hanno seguito il ferimento del premier, minuti concitati durante i quali si è temuto il peggio, un attentato dalle proporzioni ben più drammatiche. Poi, a tragedia evitata, inizia il balletto assurdo e ipocrita della politica.Non sono passati neanche venti minuti dall’aggressione al premier che il solito Capezzone detta alle agenzie le sue perle di saggezza: “I seminatori d’odio fanno scuola”. Sappiamo chi sono i seminatori d’odio per Capezzone: Repubblica, Di Pietro ed il Tg3. Sette minuti prima di Capezzone, Di Pietro, intervistato dall’Adnkronos, dice “Io non voglio che ci sia mai violenza ma Berlusconi con i suoi comportamenti e il suo menefreghismo istiga alla violenza”. Tecnicamente, l’agenzia di Capezzone e l’intervista di Di Pietro sono coeve, avvengono in contemporanea, anche se quella di Di Pietro appare nelle agenzie qualche minuto prima. Ma è l’unica voce fuori dal coro dell’ipocrisia, quella di Di Pietro, che scatena il solito inferno. Non quelle di Capezzone che ha già individuato prima della polizia i colpevoli.Quando accadono fatti di tale gravità, si devono necessariamente contestualizzare politicamente e socialmente i fatti, perché solo così facendo si può forse arrivare a capire la verità che si nasconde dietro un gesto sconsiderato. E’ questo quello che, Di Pietro a caldo e Rosy Bindi a freddo, hanno fatto ieri. Hanno espresso umana solidarietà e vicinanza al premier, senza se e senza ma, poi, con l’onestà intellettuale e politica che li caratterizza entrambi, hanno cercato di capire e di comprendere il folle gesto, senza ipocrisia.E la realtà di questo Paese, se si è politici veri e non ipocriti di palazzo, abituati ad andare in piazza e nelle fabbrica, ad ascoltare i problemi delle famiglie e dei lavoratori, è di tensione, allarme e, in molti casi, di disperazione sociale. D’altronde, è da giorni che Di Pietro lo va ripetendo. E si doveva essere ciechi e sordi per non capire. E cosa ha fatto il governo sino ad oggi per contrastare la crisi economica? E’ rimasto a guardare. Chi mentre il Paese va alla deriva, travolto dalla più grave crisi economica di tutti i tempi, ha messo al centro dell’azione di governo, non il lavoro, la scuola, i precari, ma i guai giudiziari del premier?In questo clima difficile e teso la mente di una persona disturbata può trovare conforto ai suoi pensieri più esecrabili e folli. Su questo dovrebbero riflettere i tanti soloni del centrodestra, invece di fare a gara a chi pronuncia la fatwa più dura nei confronti di Di Pietro. E su questo dovrebbe riflette anche Casini che, fino a due giorni fa, invocava “uno schieramento repubblicano a presidio della democrazia”. E Franceschini che, solo due giorni fa, parlava di mettere in piedi una specie di nuovo Comitato di Liberazione nazionale, lasciando entrambi chiaramente intendere che in Italia la democrazia è in pericolo.Cosa è cambiato da due giorni a questa parte? Erano ipocriti allora o sono ipocriti oggi che, per partecipare alla grande gara della solidarietà, fingono di non ricordarsi più quello che hanno detto due giorni fa? Noi siamo coerenti e diciamo, senza mezzi termini, che fino a quando l’agenda del Governo sarà quella di smantellare la giustizia e delegittimare sistematicamente la Corte costituzionale e la presidenza della Repubblica, noi non volteremo la testa dall’altra parte e continueremo a contrastare l’azione di questo Governo con tutte le nostre forze. Ribadiamo, quindi, che la solidarietà verso l’uomo Berlusconi è piena e convinta ma i toni del confronto politico, per quanto ci riguarda, potranno cambiare soltanto quando dall’agenda del Governo spariranno le leggi ad personam e tutte le altre nefandezze che, da un anno, tengono il Paese inchiodato e ci si occuperà, finalmente, dei temi del lavoro, della solidarietà e del rilancio complessivo di un paese sfibrato da 15 anni di berlusconismo.