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IL BOTTO DI MENTANA E LA SETE D'INFORMAZIONE

Siamo un popolo assetato. Assetato d’informazione libera e indipendente. L’esordio col botto di Mentana, share del 7,31% un milione e mezzo di persone a guardarlo, che ha rubato spettatori a tg1 e tg5 lo dimostra. Su La7 si è illuminata una piccola luce nell’informazione televisiva. Una luca che brilla per assenza di competitor liberi. In effetti anche La7, di proprietà Telecom, è tutt’altro che un gruppo editoriale puro e libero, senza interessi al di fuori dell’informazione. Anzi, si può tranquillamente affermare il contrario, con tutto ciò che ne consegue. I gruppi editoriali spuri, infatti, non hanno interesse ad attaccare il governo ed a criticarlo troppo. Rischiano di perdere affari e commesse. Questo è valido non solo per le televisioni, ma per qualsiasi media. Giornali, internet, radio. C’è una rete di relazioni e di interessi che comprime gli spazi di libertà. Gli editori puri in Italia, a parte la straordinaria esperienza del Fatto Quotidiano, non esistono. Non c’è nessuno che investa nell’informazione per ricavarne profitto, come avviene nelle democrazie mature. Tv e giornali sono usati talvolta come clave, altre volte come strumenti di pressione o anche megafoni di persone, partiti, lobby.Quasi mai si pensa ai media come ad imprese in grado di generare profitti. Eppure in tutti gli altri paesi europei e negli Usa si fanno affari enormi con l’informazione. La buona e libera informazione genera profitti. L’incremento degli ascolti de la7 lo dimostra. Un bravo e libero giornalista porta ascolti, quindi più pubblicità e più ricavi. Purtroppo, più che alla qualità, in Italiasu punta all’asservimento, per trasformare i media in strumenti di controllo dell’opinione pubblica. In democrazia i media sono i cani da guardia dei cittadini nei confronti del potere. In Italia, al contrario, sono i cani da compagnia della politica. C’è un caso di scuola. All’inizio del secolo scorso negli Usa c’era una corruzione diffusa e dilagante. Fu combattuta e vinta con la diffusione delle notizie quando una legge impedì a chi aveva altri interessi di possedere giornali. Nacque così la figura del moderno editore puro. In Italia non si è ancora fatta una legge sul conflitto d’interessi. La libertà d’informazione è alla base di un sistema davvero democratico, per questo non cesseremo mai di difenderla. Non solo in parlamento, ma anche attraverso la diffusione di notizie in rete

SIAMO ALL’EDITTO FACEBOOK

 Censura di StatoCensura di Stato  Quello che è accaduto al presidente del Consiglio è un fatto orribile e non mi stancherò mai di ripeterlo. Al premier va tutta la nostra solidarietà e gli auguri di pronta guarigione. Ma il giro di vite per controllare la rete che il Governo e la maggioranza stanno minacciando in queste ore è intollerabile ed inaccettabile perché nulla ha a che fare con quanto accaduto, con il gesto di una povera mente instabile. E’ solo il pretesto, il tentativo di soffocare ogni forma di protesta civile e democratica che nasce dalla rete, come il 5 dicembre, il no B-day, che ha cambiato la storia di questo paese. Per la prima volta, piazza San Giovanni si è riempita di persone grazie al tam tam di Facebook, straordinario social network. Io c’ero ed è stata una giornata magnifica, una manifestazione di civile e democratica protesta, senza bandiere, né vessilli, solo il colore viola, simbolo di libertà, di libera circolazione di idee, di dissenso forte ma civile.Per questo, oggi, la maggioranza dice che  la rete è il male e con la scusa dell’ordine pubblico, vuole limitare libertà e diritti. Oggi il presidente del Senato, Renato Schifani, ha detto che Facebook è più pericoloso dei gruppi degli anni ’70, confondendo leggermente i piani della storia. Facebook è uno straordinario spazio di libertà e, come tale, subisce anche intrusioni da parte di idioti o persone pericolose che, come tali, vanno isolate. Ma non c’è alcun bisogno di misure aggiuntive, di giri di vite per controllare eventuali derive pericolose. Le norme per isolare e controllare eventuali menti impazzite ci sono già, basta metterle in pratica.La verità è che il governo e la maggioranza voglio dare lo scacco matto alla rete, dopo aver messo nel sacco l’informazione televisiva nazionale. I giri di vite annunciati su Facebook sono il tentativo sinistro di mettere la rete sotto il controllo dell’Esecutivo e per questo puzzano di editto bulgaro e di olio di ricino. Mettere il bavaglio a 10 milioni di persone che quotidianamente dialogano su questo social network è un’idea folle.In America sono decine e decine i gruppi su Facebook contro il presidente Obama. Ce ne è per tutti i gusti. A sfondo politico, razziale, etnico, veri e propri deliri spaventosi. I servizi segreti vigilano, ovviamente. Ma mai e poi mai al presidente Obama, o al presidente del Congresso degli Stati Uniti d’America, gli verrebbe in mente di metter il bavaglio a 10 milioni di persone. E’ per questo che l’America è tanto lontana dall’Italia... e non solo geograficamente.