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2 GIUGNO:D-DAY,FESTA DELLA DEMOCRAZIA

E' nata la Repubblica ItalianaE' nata la Repubblica Italiana

2 giugno, festa della Repubblica. C’è chi, come il leghista Matteo Salvini, non festeggia, e chi, come i rappresentanti dell’Italia dei Valori, festeggiano raccogliendo firme e ricordando il sommo valore della Costituzione. Noi celebreremo questa giornata così carica di significati raccogliendo le firme per i tre referendum contro la privatizzazione dell'acqua, il nucleare ed il legittimo impedimento. Sarà il giorno della democrazia. Oggi non è un giorno qualunque, ma una ricorrenza importante e un punto di riferimento degli italiani di qualunque colore e parte politica ed e', al tempo stesso, il richiamo alla legalità costituzionale. Il 2 giugno, giorno della Repubblica, quest’anno sarà anche il giorno della Democrazia, il D-Day. D Day è anche e soprattutto il nome in codice di una data storica fondamentale per la nostra libertà: lo sbarco in Normandia delle truppe alleate contro le dittature nazifasciste.  L’Italia dei Valori ha convocato un giorno di mobilitazione e partecipazione perché sui temi fondamentali della società devono essere i cittadini a decidere. Un giorno speciale, all’interno della campagna dei tre referendum di Idv: 1.000 banchetti, gazebo e punti di raccolta firme saranno organizzati in tutta Italia. E con un obiettivo ambizioso ma alla portata: 100 mila firme in un solo giorno! Anche la vostra.

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I MAESTRI D'ODIO IN CAMICIA VERDE

video: 

Si parla molto in questi giorni di clima d’odio e della necessità di riportare la politica sui binari della ragionevolezza e della pacatezza. A furia di occuparci di Berlusconi, indubbiamente un serio problema per la democrazia, abbiamo tutti dimenticato le gravi responsabilità della Lega che, negli ultimi quindici anni, ha avvelenato i pozzi, ha seminato odio e razzismo nel terreno fertile della paura.Dalle famigerate cacce al terrone dei primi anni novanta, all’indipendenza della padania, fino ad arrivare all’odierna rimozione del prefetto di Venezia ad opera del ministro Maroni, macchiatosi del grave delitto di non essersi opposto all’insediamento di 38 famiglie rom, quello della Lega è un excursus bestiale.Prima erano solo parole feroci. Ora sono fatti, azioni bestiali. Oggi è razzismo e xenofobia. Nel 1994, Bossi diceva che la vita di un magistrato non valeva 300 lire, ovvero, il costo di una pallottola. Nel 1997,  spiegava agli italiani cosa amasse farne del tricolore. Contro Roma ladrona invocava i fucili. Sugli immigrati, dicevano che dovevano andare a pisciare nelle loro moschee.  La Lega ha seminato in quindici lunghi e pazienti anni. E dopo la semina sono arrivati i frutti, mostruosi però. Come quello del consigliere comunale Bettio che, contro i negri, ha invocato il metodo delle Ss, ovvero, punirne dieci per ogni torno fatto ad un italiano. Come quello dell’europarlamentare Salvini che ha proposto le carrozze della metropolitana per soli milanesi. Come quello dei deputati  della Lega che hanno proposto di togliere la cassa integrazione agli immigrati, a dispetto del fatto che sono cittadini italiani e che pagano le tasse. Come quello del White Cristhmas dell’assessore leghista Abiendi di Coccaglio, in provincia di Brescia, l’invito ai cittadini a denunciare tutti gli extracomunitari presenti al fine di scovare eventuali clandestini e dar vita ad una maxi retata natalizia. Come i continui richiami ai valori del cattolicesimo, in maniera strumentale e becera, come facevano i nazisti al grido “Dio è con noi”. Per arrivare a quanto sta succedendo a Cologne, paesino della bassa bresciana, raccontato ieri ad Annozero, dove si è vietato alla comunità musulmana di pregare nella moschea. Non importa che siano cittadini italiani da decenni, onesti e lavoratori e che pagano le tasse. Siamo all’odio razziale.Di fronte a tutto questo, ognuno deve fare la sua parte di autocritica. Noi dell’opposizione che, troppo tolleranti, abbiamo occhieggiato più volte alla Lega. Ma soprattutto la maggioranza che, totalmente presa ed assorbita dai problemi giudiziari del premier, ha delegato ad essa la politica sulla sicurezza e sull’immigrazione. Ma la Lega non è la risposta a tali questioni, è semmai il sintomo grave della tensione sociale provocata da un problema epocale e mondiale come quello dell’immigrazione. La Lega sa declinare la sicurezza e l’immigrazione solo in termini di xenofobia. Finché non si capirà questo non si farà un passo in avanti. Solo drammatici passi indietro.