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L'ITALIA NON E' SPRINGFIELD

nuclearenucleareSapete chi è il signor Burns? E’ quel vecchietto rachitico, cinico e cattivo che possiede la cadente e pericolosissima centrale nucleare di Springfield, quella dove lavora Homer Simpson. Esatto, proprio quello che al posto del cuore ha una barretta d’uranio. Mi viene in mente lui e la geniale saga di Matt  Groening perché la foga con cui si sta spingendo il Paese all’atomo è sospetta e sembra che al governo ci siano tanti piccoli Mr Burns. L’Italia, però, non è la città dei Simpson e siamo ancora in tempo per impedire che tanti mr Burns si impadroniscano del territorio. Infatti ogni tanto arriva anche qualche buona notizia. Il nucleare, ad esempio, diventa off-limits in Campania. Dopo la Puglia, un’altra regione stabilisce che sul proprio territorio non potranno essere costruite nuove centrali, né impianti per lo stoccaggio e lo smaltimento delle scorie. Una decisione che ha scatenato la reazione del centrodestra, secondo cui le regioni in materia non hanno competenza. Così l’atomo diventa, giustamente, argomento centrale di dibattito nella campagna elettorale per le prossime regionali. E svela la schizofrenia di questo centrodestra: a Roma spinge per costruire centrali atomiche, nei territori, spesso, dice no. O ‘nì’, cercando di mediare tra la politica energetica nazionale e l’esigenza di non perdere voti. I cittadini, però, hanno il diritto di sapere se a qualche chilometro dalla loro casa sorgerà un sito nucleare. Non è questione da poco. Noi stiamo già lavorando al referendum, ma non solo. Assicuriamo che in tutte le regioni dove l’Italia dei Valori sarà al governo, ci batteremo per evitare la costruzione di centrali e di impianti atomici. Intanto invitiamo tutte le regioni amministratedal centrosinistra a seguire subito l’esempio di Puglia e Campania. Il governo ancora non ha reso noto dove sorgeranno le centrali ed è probabile che non lo farà sino alle elezioni, dimostrando, anche in questo caso, scarso rispetto per i cittadini. Greenpeace ha pubblicato un elenco di possibili aree, ma non una parola è giunta da governo ed Enel. Avanti nel buio dunque, anzi, indietro, visto che il referendum dell’87 è stato chiaro: gli italiani non vogliono il nucleare. Al di là delle chiacchiere, delle promesse e delle facili illusioni, c’è un fatto: torniamo all’atomo mentre tutti gli altri stati industrializzati dismettono le centrali ed investono sulle fonti rinnovabili. Complimenti al governo per la lungimiranza, ma i cittadini non consegneranno l’Italia ai signor Burns.