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400 MILA FIRME PER ABOLIRE LE PROVINCE

400 mila firme, all’incirca otto volte quelle che servivano per la presentazione di una legge di iniziativa popolare sull’abolizione delle province. Questo è il primo, grande, risultato che abbiamo raggiungo oggi. In Parlamento, ci abbiamo provato in tutti i modi ma gli altri partiti si sono opposti puntualmente ogni volta, con motivazioni più o meno consistenti. Noi non ci siamo arresi perché crediamo fortemente in questa iniziativa e nei tagli ai costi della politica, e l’appoggio di tanti cittadini, più di quanti fossero necessari, è la conferma che stiamo facendo la cosa giusta. La provincia è ente inutile. Ha solo due funzioni, scuole e strade, per di più solo quelle di competenza provinciale. Per il resto, si occupano di materie che sono già di competenza di comuni e regioni. Dunque, la domanda è: a fronte dei costi, 16 miliardi di euro l’anno perché è questo che le province costano allo Stato, ha un senso mantenere in piedi un apparato burocratico inutile che costa e non dà nessun servizio ai cittadini? Ha un senso mantenere in piedi le province solo per soddisfare l’esigenza di “poltronificio” dei partiti, perché è questo quello che le province sono oggi? Per noi no, non ha alcun senso, perché nella battaglia ai costi della politica ci crediamo davvero. Oggi, consegneremo alla Camera dei Deputati le nostre firme ma non staremo a guardare, mani in mano. Non lasceremo che le nostre 400 mila firme vengano coperte dalla polvere dei partiti, quella che rinviano e nascondono sotto al tappeto la questione di oggi: diamo un taglio alle province! E’ ora. Lo chiedono i cittadini.

*** Subito alle urne. Governo di transizione? Al massimo per due mesi e mezzo.

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IL PEPERONCINO INDIGESTO DI RENATA

 “Sono il presidente della Regione e se ritengo di utilizzare un mezzo che velocemente mi consente di essere in due situazioni importanti per la mia Regione, e non gravo sul denaro pubblico, allora non devo spiegare nulla a nessuno. Non capisco perché debba spiegare: devo farlo solo se gravo sul denaro pubblico, e siccome non e' così, lo prenderò ancora. Se volete vi farò vedere tutti gli elicotteri che i presidenti di questa Regione hanno preso, con le spese, e anche altre voci''. Dunque ricapitoliamo. La signora che così parla è Renata Polverini, presidente della Regione Lazio, che, due giorni, è volata con un elicottero grigio, con una banda rossa nel mezzo, a Rieti. Quale era la situazione importante cui non poteva mancare la presidente Polverini? La fiera del peperoncino. Era un elicottero privato? Lo ha pagato lei di tasca sua? Su questo la presidente non risponde. Preferisce sottolineare che così hanno fatto tutti i suoi predecessori, anzi minaccia addirittura di svelare il peggio del peggio compiuto da chi è venuto prima di lei alla guida della regione Lazio. Certo, un elicottero grigio, con una banda rossa nel mezzo, fa tanto pensare ad un mezzo delle forze armate, della protezione civile, o ad uno di quelli destinati alla pubblica sicurezza e alla salute dei cittadini. Il Capogruppo IDV alla regione Lazio, Vincenzo Maruccio, ha chiesto alla presidente di svelare il mistero. Chi ha pagato l’utilizzo dell’elicottero che ha portato la Polverini alla festa del peperoncino? La regione Lazio? I contribuenti italiani, in questo caso, laziali? O i contribuenti italiani tutti, trattandosi di mezzo delle forze armate? Attendiamo la verità, pronti a porgere mille scuse alla presidente Polverini, nel caso in cui dovesse dimostrare, carte alla mano, che davvero quell’elicottero per andare alla fiera dei peperoncino non è costato un euro alle casse dello Stato. Lasciando stare, per carità di patria, le minacce di schiaffoni al giornalista, cui forse qualcuno dovrebbe chiedere scusa e togliamo pure il forse, per andare alla fiera del peperoncino a Rieti, che dista da Roma all’incirca un’ora, era proprio necessario utilizzare un elicottero? Il fatto che la presidente Polverini abbia preso quell’elicottero dopo aver partecipato ad un vertice di maggioranza sui costi della politica è quella che qualcuno ha definito ironia della sorte.

GOVERNO, TUTTO CHIACCHIERE, AUTO E AEREI BLU

Il consiglio dei ministri si spacca e si divide. Non solo sui rifiuti, ma anche sui tagli ai costi della politica. Ma non parliamo di tagli mancati, noo, per carità. C’è stato solo un rinvio. Fanno sapere da palazzo Gigi, Chigi, pardon, che sara' istituita “una Commissione, guidata dal Presidente dell'Istat” per definire gli interventi. Il riferimento e' “alle prassi europee”. Lo ha riferito personalmente il Ministro dell'economia, Giulio Tremonti. Nel frattempo, però, Berlusconi è riuscito in una sorta di miracolo: in periodo di crisi economica e di vacche magre per tutti, lui è riuscito nella moltiplicazione degli sprechi, dei voli di Stato, delle auto blu. Leggere per credere. In tempo di vacche magre e di crisi, di tagli, per gli altri ovviamente, e del rigore, il presidente del Consiglio si è fatto acquistare dagli italiani due super-elicotteri blu scelti dal premier in persona. Il primo è uno sfavillante Agusta – Westland Aw139, come riporta l’Espresso, con interni in pelle e optional hitech. Potente, silenzioso, che offre ai cinque passeggeri il top dell’accoglienza e del confort, dall’aria condizionata alle tv con gli schermi al plasma. Il secondo, è un vero e proprio fuoriserie dei cieli, con qualche poltrona in più per ospitare premier, staff e consiglieri. E ci fermiamo qui sugli ospiti per carità di Patria. Quanto costa lo scherzetto? 50 milioni di euro e per il conto passare nelle tasche degli italiani. Così come per i voli di Stato, gli aerei blu, che hanno comportato fino ad oggi una spesa di 100 milioni di euro, al netto delle spese per i carburanti, ricambi, manutenzione per un totale che supera i 60 milioni. Trasferte governative per un totale di quasi 8.500 ore di volo, come se ci fosse stato un aereo blu in volo notte e giorno, per un intero anno. Ma allora di quali tagli ai privilegi e costi della politica vanno parlando? Al netto delle belle parole, rimangono un mare di sprechi, i loro, e un mare di tagli, quelli ai cittadini. Italia dei Valori è pronta con le sue proposte. Dalla prossima settimana, quando la Camera discuterà il suo bilancio, presenteremo 4 ordini del giorno: abolizione dei vitalizi degli ex deputati; rilevazione delle presenze dei deputati in commissione ai fini del calcolo della diaria; abolizione di tutte le auto blu della Camera dei Deputati, con l'esclusione di quella in dotazione al presidente della Camera, Gianfranco Fini; pubblicazione da parte dei gruppi parlamentari dei rendiconti relativi ai contributi ottenuti dalla Camera.  Sui costi della politica questo governo ha mostrato ampliamente di non fare del serio. Nella manovra, infatti, sono sparite tutte le buone intenzioni. E ora hanno rimandato sine die. Per questo, cogliamo l'occasione per lanciare il guanto di sfida al ministro Tremonti, alla maggioranza e a tutto il Parlamento: vedremo sui costi della politica chi fa sul serio e chi no. 

LA CORTE DEI MIRACOLI

 Le folli spese di Palazzo ChigiLe folli spese di Palazzo Chigi  Sono anni che ci fa credere che con lui a palazzo Chigi si spende meno. Più di una volta, il presidente del Consiglio, il miliardario Silvio Berlusconi, ha detto che quando vola, anche per ragioni di stato, usa i suoi jet privati, spendendo di tasca sua, che le guardie del corpo se li paga da solo, con i soldi suoi. Poi, si scopre la verità, ovvero, che il presidente del Consiglio avrà pure usato qualche volta i suoi aerei privati per ragioni di Stato ma gli è anche capitato, e non proprio raramente, di usare gli aerei dell’aeronautica militare, personale e carburante pagati con i soldi pubblici, per trasportare i suoi amici alle sue feste private in Costa Smeralda. Per non parlare delle sue guardie del corpo private, ex addetti alla sicurezza Fininvest, fatti assumere in blocco dai nostri servizi segreti per garantire loro stipendi alti a carico di Pantalone.  Insomma, il mito del miliardario generoso che fa risparmiare i soldi al suo paese e ce ne mette di suoi più passa il tempo e più si sta rivelando per quello che è, ovvero, una bufala.A completare il quadro, arriva oggi un’inchiesta de L’Espresso che, rivela fatti, circostanze, comportamenti ma soprattutto spese, imbarazzanti. Palazzo Chigi, da quando siede alla tolda di comando Silvio, è diventata la corte dei miracoli, dove si moltiplicano dipendenti (1.600 persone in più del previsto) e sprechi (5 milioni di euro solo per allestire i set televisivi del premier). Non colpiscono solo le cifre folli spese (un miliardo di euro l’anno a quanto rivela l’inchiesta de L’Espresso) ma soprattutto l’arroganza ai limiti del lecito con la quale segretarie e addetti all’Ufficio del Presidente vengono promossi generali con tanto di galloni e stipendi favolosi. La segretaria del presidente del Consiglio, ad esempio, è stata assunta con la qualifica di direttore generale. Stessa sorte è toccata alle segretarie particolari dei sottosegretari alla presidenza del Consiglio, alla famiglia e allo sport. Gli addetti all’immagine del presidente, addetti alla preparazione dei set televisivi, fatti assumere come direttori generali. E molto di più.Quando i soldi sono pubblici il presidente del consiglio non bada a spese. Quando i soldi sono i suoi la musica cambia. E mi vengono in mente, tanto per fare un esempio fulgido di questa doppia morale, le truccatrici Mediaset, in sciopero qualche giorno fa davanti agli studi del Biscione, che rischiano il posto di lavoro perché le aziende di Silvio devono risparmiare. Le aziende di Silvio, appunto. L’azienda Italia può sprecare. Tanto paga Pantalone, cioè i cittadini.