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A.A.A. ALLEANZA CERCASI

 Casini - MastellaCasini - Mastella Pensavo non mi sarebbe mai accaduto. Eppure, al punto in cui siamo arrivati vi devo confessare che rimpiango i bei tempi andati, quando nell’alleanza di centrosinistra ci stavano Mastella e Dini.Mi direte voi, ma sei impazzito? Quelle banderuole che ogni cinque anni cambiavano maggioranza? Ebbene si, proprio loro. Perché almeno uno poteva confidare che in quei cinque anni non cambiavano idea e che, per lo meno un giro di valzer, europee, regionali o amministrative che fosse, si riusciva a fare con gli stessi alleati.Mi rendo conto non è un granché ma vi confesso che, in queste ultimi tempi, il rimpianto è forte. Ormai, siamo alle alleanze last-minute, agli accordi dell’ultima ora. Siamo all’alleanze a geometria impazzita, più che variabile. Come avrete capito, ogni riferimento all’Udc è puramente intenzionale. Siamo arrivati ormai al ridicolo e forse lo abbiamo superato da un pezzo. Esponenti dell’Udc che si svegliano alla mattina e sono candidati con il centrosinistra e vanno a dormire la sera che sono candidati alla stessa carica ma con il centrodestra. L’unica cosa sicura è la poltrona. Purtroppo, non sto scherzando. E’ accaduto ieri a Bologna. Ieri mattina, dopo le dimissioni di Del Bono, l’alleanza di centrosinistra, d’intesa con l’Udc, ipotizzava di candidare l’on. Galletti, del partito di Casini, alla carica di sindaco, in rappresentanza dell’intero centrosinistra. La notizia sembrava così probabile che qualche giornale, anche autorevole, sottovalutando lo spirito di intraprendenza dei prodi centristi, ne dava oggi addirittura notizia, ignaro che, passando da una riunione di coalizione all’altra, con disinvoltura e freschezza, verso sera aveva preso consistenza l’ipotesi che lo stesso Galletti, fosse si candidato sindaco ma per il centrodestra. Non molto diversamente, è andata in Puglia dove in soli quattro giorni l’Udc ha cambiato indicazione di voto per ben quattro volte: col centrosinistra, da soli, con il centrodestra, da soli. Siamo convinti che non sia finita qui. Peccato che di coalizioni ve ne siano solo due. Chissà, altrimenti, quante di più ne avremmo viste.In poche occasioni, come in questa, i fatti si commentano da soli. A questo punto, riconosciamo senza ombra di dubbio a Mastella e Dini di essere alfieri di una coerenza senza pari, che purtroppo la politica ai nostri giorni ha smarrito.

LA QUESTIONE MORALE

Enrico BerlinguerEnrico BerlinguerL’indice 2008 di Trasparenza pone l’Italia al 55° posto nella lotta contro la corruzione nel mondo  e al 26° posto in Europa. L’organismo d’Europa che monitora il livello di corruzione ha detto che in Italia “la corruzione è un fenomeno diffuso, dall’urbanistica, allo smaltimento dei rifiuti, agli appalti fino al settore della sanità”. Nel suo rapporto sottolinea che in Italia esiste “la volontà della magistratura di combattere la corruzione ma che nonostante questo il fenomeno è generalizzato”.E’ tutto terribilmente vero. Negli ultimi due anni, si è aperta nel Paese una nuova stagione di inchieste giudiziarie che da Firenze a Napoli, da Pescara a Catanzaro, passando per Potenza e Milano, ha coinvolto e coinvolge amministratori locali e politici nazionali.E’ stata definita la nuova Tangentopoli ma rispetto a 15 anni fa, oggi, non tremano solo i palazzi romani e non trema solo una parte politica. Tangentopoli ha traslocato, da Roma si è trasferita in periferia, nei comuni, nelle province e nelle regioni italiane, anche in quelle amministrazioni guidate dal centrosinistra che fino a qualche anno fa erano sinonimo di buona amministrazione. I politici locali, con spirito bipartisan, hanno attinto alle casseforti locali, ambiente e sanità in testa, spartendosi la fetta dei soldi pubblici. La corruzione, dunque, non è più solo a Roma e non è più appalto di una sola parte politica. Tangentopoli è diventata periferica e trasversale.Di fronte a tutto questo, occorrono due cose urgenti. La prima: più controlli e poteri alla magistratura. Serve fermare, subito, la scellerata legge sulle intercettazioni che ha in mente il centrodestra. E’ grazie a questo indispensabile strumento di indagine se i magistrati hanno scoperto spaventose sacche di malaffare. Privare la magistratura di tale strumento equivale alla resa dello Stato di fronte alla corruzione.La seconda: il rinnovo della classe dirigente. E’ impensabile che, da una parte, alla guida della regione Campania ci sia ancora quel Bassolino, travolto da spaventose inchieste, così come dall’altra è impensabile che la risposta sia la candidatura di quel Cosentino che i suoi stessi compagni di partito definiscono impresentabile.E’ triste e avvilente constatare che, in questi ultimi 15 anni il degrado morale non abbia risparmiato il centrosinistra. Quella diversità morale che da Berlinguer in poi ha caratterizzato il centrosinistra, è stata persa, anzi, tradita. Indigna constatare che quel concetto di buongoverno e di sana amministrazione che un tempo aveva caratterizzato le amministrazioni di centrosinistra abbia lasciato il posto al degrado morale, al consenso creato attraverso il sistema clientelare. Non pretendiamo di avere rispetto agli altri una sorta di superiorità morale. Mele marce ce ne sono state e ce ne saranno anche in Idv. Ma la differenza è che Italia dei Valori le mele marce vengono allontanate, negli altri partiti fanno carriera o vengono candidate.Italia dei Valori non ci sta e, se necessario, scenderà in piazza insieme ai cittadini per urlare il suo sdegno. Dobbiamo e vogliamo riportare il centrosinistra a quel senso etico smarrito. Non si può continuare a parlare di questione morale e lasciare che un cumulo di amministratori disonesti che ha tradito Berlinguer affoghi e sparisca sotto un mare di inchieste giudiziarie. La posta in gioco è il futuro del Paese, una posta troppo alta. Io non intendo lasciare la parte sana di questo Paese in mano a corrotti e delinquenti. Io non ci sto.