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AGGUATO AD OBAMA: LO PSICONANO CI SPUTTANA
Sapete perché ieri il presidente del Consiglio ci ha sputtanati in mondovisione? Perché sta soffrendo, tanto, tantissimo. Lo ha rivelato oggi alla stampa uno dei suoi fidi scudieri, alias, il ministro degli Esteri, Franco Frattini. Il povero Berlusconi, rivela il ministro, sta soffrendo enormemente, una sofferenza umana indicibile perché da 17 anni a questa parte è stato colpito da 200 processi penali. In realtà, come ha detto ieri Berlusconi ad Obama, i processi sono 31 ma l’eccesso di zelo del ministro Frattini ha evidentemente avuto la meglio. E poi esagerare non guasta mai, quando si deve cercare di giustificare l’ingiustificabile. Saltare su come un picchio, puntare il presidente degli Stati Uniti d’America, tendergli un vero e proprio agguato, chiamare un interprete che traduca l’intraducibile, in un consesso internazionale come il G8, dove i capi di Stato, gli altri ovviamente, si confrontano sull’economia e sui temi più importanti per le economie mondiali, è stato dettato dal dolore profondo del presidente del Consiglio che dobbiamo, secondo il fino improvvisato ministro psicanalista Frattini, profondamente comprendere. Ministro Frattini, come diceva Totò, ma ci faccia il piacere! Ma quante altre corbellerie e stupidaggini di tal fatta le nostre orecchie martoriate devono ancora ascoltare? Il gesto di ieri, comico nella forma, tragico nella sostanza, è la dimostrazione palese che a Silvio Berlusconi del paese, dei suoi problemi, della drammatica crisi economica che sta vivendo, non gliene frega proprio niente. Ha un solo chiodo fisso, un nucleo paranoico, difendersi dal processo e non nel processo. Non oso immaginare cosa sia passato nella mente di Obama. Forse avrà pensato: questo è il presidente del Consiglio che ha detto che gli elettori di sinistra sono senza cervello? Oh my God, oh my God! Andiamo a votare, gente, e mandiamolo a casa: è alla frutta, al delirio!



ALEMANNO RIMPASTA E FA SPAZIO ALLA CRICCA
Alemanno di nome, Retromanno di fatto. Ai romani il patto della pajata proprio non è andato giù. Il sindaco di Roma crolla a picco nei sondaggi e, nella classifica dei sindaci più amati d’Italia, sfiora l’ultimo posto, mentre svettano in cima Chiamparino e Renzi. Lo spettro del buco in bilancio, gli scandali di Parentopoli, le assunzioni facili alle municipalizzate Atac ed Ama, pesano come un macigno sulla già pallida gestione del sindaco di Roma. Come se non bastasse, la Capitale è diventata un suk per colpa di una giunta che non decide più nulla, paralizzata come è dalle lotte intestine tra gli ex forzisti e il sindaco, accusato di favorire i colonnelli azzurri a scapito della corrente azzurra. Il riflesso evidente e condizionato di quello che sta avvenendo a livello nazionale. Insomma, ce ne è quanto basta per andare a casa. Non solo una gestione a dir poco trasparente, ma una situazione di preoccupante stallo per via di una maggioranza che oggettivamente non c’è più. Un sindaco serio, che ha a cuore gli interessi della città che amministra, di fronte a questo quadro, avrebbe dovuto fare l’unico passo conseguente, ovvero, dimettersi. Invece no, Ieri, Alemanno ha messo in atto la vecchia pratica del rimpasto: dura lex sed lex, ovvero, si risciacquano in panni nel Tevere e via, verso nuovi meravigliosi fallimenti. La mission del sindaco è duplice: rimanere in sella alla poltrona di primo cittadino ma soprattutto rimuovere dalla memoria dei romani lo scandalo di parentopoli che lo ha travolto insieme alla sua giunta. Alemanno ha commesso due peccati capitali. In un batter d’ali, ha riportato Roma indietro nel tempo, ai tempi della prima Repubblica, non quella di Pompeo e Silla, ma quella ben più miserevole di Sbardella, lo squalo capo corrente della dc andreottiana. Per farlo, si è persino consultato con l’oracolo delle Sibille Cumane del Pdl, i capigruppo Gasparri e Cicchitto. Il secondo peccato, ben più grave del primo: accettare di nominare come vicesindaco Guido Bertolaso, l’integerrimo servitore dello Stato, l’uomo della Protezione civile, con il vizietto degli appalti d’oro da distribuire equamente tra parenti ed amici ed i massaggini rilassanti della brasiliana in topless Monica. Dicono che in cambio di un Bertolaso vicesindaco oggi, ad Alemanno sia stata promessa la poltrona da vicepremier accanto a Silvio domani. Dicono. Per ora sono solo chiacchiere. Bertolaso mio vice? E' pura fantasy, dice oggi il sindaco. Staremo a vedere. Una cosa è certa: con Bertolaso, a Roma di Capitale rimarrà solo il vizio.



SERVITORI DI SE STESSI NON DELLO STATO



QUELLE RISATE FANNO SCHIFO



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