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LA STRATEGIA DELL’IMPUNITA’

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 Oggi vi svelo un vero scoop. Niente a che fare con la bufala delle foto Di Pietro immortalato insieme a Contrada, sparate oggi sulla prima pagina del Corriere della Sera. Quella è spazzatura montata ad arte perché Italia dei Valori è un partito che dà sempre più fastidio.Il vero scoop di oggi è che il ddl sul processo breve non si farà. L’avvocato Taormina, quello che un tempo scriveva le leggi ad personam per il premier e che oggi è stato sostituito dalla coppia del goal Ghedini - Pecorella, ha spiegato in un’intervista sul blog dell’Espresso quella che noi conosciamo da tempo e che chiamiamo strategia dell’impunità. E se lo dice Taormina, che di fini strategie se ne intende, c’è da credergli. La tattica consiste in questo. Minacciare il parlamento con una legge che è una bomba atomica, come il ddl sul processo breve, per portare a casa quello che gli serve davvero, ovvero, il legittimo impedimento. Il retropensiero è più o meno questo: o mi approvate il legittimo impedimento o io vi faccio scoppiare la bomba atomica del processo breve. E per farvi capire che faccio sul serio, intanto lo faccio approvare in uno dei due rami del parlamento. Armo la spoletta, dunque, e resto a guardare. Un vero e proprio ricatto che l’ex avvocato del premier conferma in pieno, una vera e propria strategia dell’impunità che si ripete sistematicamente. L’obiettivo di Berlusconi è far approvare una legge palesemente incostituzionale, come il legittimo impedimento, che resterà in vigore il tempo che gli serve, circa un anno e mezzo, fino alla bocciatura della Corte Costituzionale, per arrivare al vero obiettivo, il lodo Alfano bis per via costituzionale, quindi intoccabile.Ma la strategia dell’impunità non si ferma qui. Sarà un caso fortuito ma proprio nei giorni in cui Massimo Ciancimino, rivela i legami tra il padre Vito, Mangano, Dell’Utri  e Berlusconi, rapporti di cui aveva già parlato  il giudice Borsellino nella sua ultima intervista alla tv francese, una testa di legno nella maggioranza di centrodestra presenta la solita anonima leggina che stravolge il ruolo processuale dei pentiti, quegli stessi pentiti su cui Falcone e Borsellino hanno costruito il successo della lotta a Cosa Nostra. Non male davvero per un premier che ha detto di voler sconfiggere la mafia entro la fine della legislatura.

DIRITTO UCCISO, CALPESTATO E UMILIATO

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 I senatori di Italia dei Valori hanno occupato ieri l’Aula di Palazzo Madama. Hanno trascorso la notte lì, a presidio della democrazia, mentre il governo e la maggioranza stanno facendo scempio della legalità. Ai colleghi senatori va tutta la mia solidarietà e stima. Quando la legge sul processo breve, approvata oggi al Senato, l’ennesima vergognosa legge ad libertatem suam, ovvero del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, arriverà alla Camera metteremo in atto altrettante coraggiose forme di resistenza democratica. La nostra è un’azione di resistenza istituzionale nei confronti di una legge eversiva con la quale l’attuale maggioranza vuole infliggere, per gli interessi esclusivi del presidente del Consiglio, il colpo mortale alla giustizia, alla cultura della legalità e allo stato di diritto.Siamo di fronte a uno dei peggiori provvedimenti della Repubblica italiana, la diciannovesima legge ad personam in sedici anni. Se questo ddl diventerà legge la maggioranza ed il Governo, per sistemare i processi del re, farà un favore a tutti quei criminali, mafiosi in testa, che attendono con trepidazione. E’ una legge profondamente incostituzionale, tutta concepita nelle segrete stanze di Arcore, dall’avvocato del premier Ghedini.Il Governo e la maggioranza mentono spudoratamente quando, per lavarsi le coscienze, spacciano questo scempio del diritto per riforma della giustizia e affermano che finalmente verrà fissata la ragionevole durata dei processi. Sono ben altre le leggi da fare ed approvare per far ripartire la macchina della giustizia, a cominciare da fondi e risorse adeguate. La verità è che, nascondendosi dietro l’Europa e le direttive internazionali, il governo antepone agli interessi di un paese intero quelli di un uomo solo. La norma sul processo breve cancellerà, con un colpo solo, il processo Mills, che vede Berlusconi accusato di corruzione, e il processo Mediaset, che lo vede accusato di frode fiscale e metterà la parola fine a 100 mila processi, e farà tornare tranquillamente all’opera migliaia di criminali, delinquenti e mafiosi, aiutando di fatto coloro che hanno commesso reati, mentre decine di migliaia di vittime subiranno l’onta di uno stato che le umilierà per la seconda volta.Siamo di fronte a qualcosa di ben peggiore dell’indulto approvato nella scorsa legislatura, nonostante il voto contrario di Italia dei Valori. Il ddl sul processo breve è un’amnistia mascherata, un condono tombale sui processi del premier e su quelli di migliaia di criminali che torneranno a delinquere, celebrando la morte del diritto. Chi, come il senatore Maurizio Gasparri, oggi nell’Aula di Palazzo Madama, rivendica con orgoglio l’approvazione di questa norma, definendola un voto per la verità e la giustizia, ha ucciso, calpestato e umiliato il diritto. Alla Camera, metteremo in atto ogni forma di resistenza possibile, augurandoci che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, estremo garante della Costituzione, non firmi mai questo scempio.  

POLITICI VERI E IPOCRITI DI PALAZZO

Manifestazione del PdlManifestazione del Pdl   Il volto insanguinato e ferito del premier colpisce come un pugno allo stomaco. E’ il viso di un uomo spaventato, fragile, tremante che, all’improvviso, mostra tutti gli anni che ha. Guardo quel volto e vedo l’uomo, non l’avversario politico, per questo il mio sentimento è di umana pietà. Non ci possono essere ambiguità al riguardo. Episodi di tale violenza devono essere condannati senza se e senza ma. Provo orrore e vergogna per i gruppi di facebook che stanno nascendo in queste ore e che inneggiano all’autore di questo atto violento, un uomo con gravi problemi mentali.Sono attimi convulsi quelli che hanno seguito il ferimento del premier, minuti concitati durante i quali si è temuto il peggio, un attentato dalle proporzioni ben più drammatiche. Poi, a tragedia evitata, inizia il balletto assurdo e ipocrita della politica.Non sono passati neanche venti minuti dall’aggressione al premier che il solito Capezzone detta alle agenzie le sue perle di saggezza: “I seminatori d’odio fanno scuola”. Sappiamo chi sono i seminatori d’odio per Capezzone: Repubblica, Di Pietro ed il Tg3. Sette minuti prima di Capezzone, Di Pietro, intervistato dall’Adnkronos, dice “Io non voglio che ci sia mai violenza ma Berlusconi con i suoi comportamenti e il suo menefreghismo istiga alla violenza”. Tecnicamente, l’agenzia di Capezzone e l’intervista di Di Pietro sono coeve, avvengono in contemporanea, anche se quella di Di Pietro appare nelle agenzie qualche minuto prima. Ma è l’unica voce fuori dal coro dell’ipocrisia, quella di Di Pietro, che scatena il solito inferno. Non quelle di Capezzone che ha già individuato prima della polizia i colpevoli.Quando accadono fatti di tale gravità, si devono necessariamente contestualizzare politicamente e socialmente i fatti, perché solo così facendo si può forse arrivare a capire la verità che si nasconde dietro un gesto sconsiderato. E’ questo quello che, Di Pietro a caldo e Rosy Bindi a freddo, hanno fatto ieri. Hanno espresso umana solidarietà e vicinanza al premier, senza se e senza ma, poi, con l’onestà intellettuale e politica che li caratterizza entrambi, hanno cercato di capire e di comprendere il folle gesto, senza ipocrisia.E la realtà di questo Paese, se si è politici veri e non ipocriti di palazzo, abituati ad andare in piazza e nelle fabbrica, ad ascoltare i problemi delle famiglie e dei lavoratori, è di tensione, allarme e, in molti casi, di disperazione sociale. D’altronde, è da giorni che Di Pietro lo va ripetendo. E si doveva essere ciechi e sordi per non capire. E cosa ha fatto il governo sino ad oggi per contrastare la crisi economica? E’ rimasto a guardare. Chi mentre il Paese va alla deriva, travolto dalla più grave crisi economica di tutti i tempi, ha messo al centro dell’azione di governo, non il lavoro, la scuola, i precari, ma i guai giudiziari del premier?In questo clima difficile e teso la mente di una persona disturbata può trovare conforto ai suoi pensieri più esecrabili e folli. Su questo dovrebbero riflettere i tanti soloni del centrodestra, invece di fare a gara a chi pronuncia la fatwa più dura nei confronti di Di Pietro. E su questo dovrebbe riflette anche Casini che, fino a due giorni fa, invocava “uno schieramento repubblicano a presidio della democrazia”. E Franceschini che, solo due giorni fa, parlava di mettere in piedi una specie di nuovo Comitato di Liberazione nazionale, lasciando entrambi chiaramente intendere che in Italia la democrazia è in pericolo.Cosa è cambiato da due giorni a questa parte? Erano ipocriti allora o sono ipocriti oggi che, per partecipare alla grande gara della solidarietà, fingono di non ricordarsi più quello che hanno detto due giorni fa? Noi siamo coerenti e diciamo, senza mezzi termini, che fino a quando l’agenda del Governo sarà quella di smantellare la giustizia e delegittimare sistematicamente la Corte costituzionale e la presidenza della Repubblica, noi non volteremo la testa dall’altra parte e continueremo a contrastare l’azione di questo Governo con tutte le nostre forze. Ribadiamo, quindi, che la solidarietà verso l’uomo Berlusconi è piena e convinta ma i toni del confronto politico, per quanto ci riguarda, potranno cambiare soltanto quando dall’agenda del Governo spariranno le leggi ad personam e tutte le altre nefandezze che, da un anno, tengono il Paese inchiodato e ci si occuperà, finalmente, dei temi del lavoro, della solidarietà e del rilancio complessivo di un paese sfibrato da 15 anni di berlusconismo.    

GRAZIE

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