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DALLE PAROLE AI FATTI: ECCO LA MOZIONE

Avevo promesso risposte sul tema del dibattito interno al partito ed ecco qui la mia prima risposta insieme ad una prima proposta. Ve ne saranno altre, nelle prossime settimane.
Partiamo dalla risposta alla prima delle 5 domande poste dagli amici che si sono riuniti a Bologna. Una risposta schietta, diretta, senza peli sulla lingua, non fatta per compiacere qualcuno ma per avere un confronto serio.
Analisi delle cause del disagio degli iscritti. A mio avviso le cause vere e serie del disagio sono due. Una causa  è legata al grande numero di arrivi di personale politico da altri partiti, che vi è stata negli ultimi due anni. Sia chiaro, il nostro partito, in molte realtà, aveva un bisogno disperato di innestare classe dirigente sul territorio, perché in molte aree del paese la nostra era rimasta, pur a distanza di anni, una presenza territoriale poco più che virtuale. La scelta di aprire il partito era inevitabile ed indispensabile per consolidare la contemporanea crescita di consenso. Poi, come sempre accade, pur in un  contesto che ritengo complessivamente molto positivo, qualche volta non si è scelto bene o non si è gestito al meglio l’inserimento, creando amarezze, tensioni, conflitti. Anche questi, talora causati dalla supponenza dei nuovi arrivati, talora dalle esasperate chiusure di chi pensava di controllare una provincia o una regione con una manciata di iscritti e di vivere di rendita del consenso nazionale del partito. Una cosa è certa: non esiste una divisione manichea tra “personale politico” per definizione “cattivo” e società civile per definizione “buona”. In questi anni abbiamo trovato grande passione e grandi qualità piuttosto che grande opportunismo e grandi meschinità in modo perfettamente identico sia tra gli uni che tra gli altri. L’altra causa seria del disagio, soprattutto tra i giovani, è che molto spesso chi arriva pieno di passione e di buona volontà si trova davanti un partito chiuso da un muro, per niente accogliente, per niente ospitale. Dove chi arriva viene guardato con sospetto, quasi venisse a disturbare. Anche questo atteggiamento, laddove esiste, non conosce distinzioni. Lo praticano in perfetta “par condicio” alcuni nostri dirigenti territoriali sia vecchi che nuovi, sia “provenienti dalla società civile” che dalla ”prima repubblica”.
Tutto quanto ho fin qui detto riguarda, in larga parte, anche chi oggi esprime dissenso nel partito. C’è di tutto, giovani che si sono sentiti respinti dal partito. Alcuni vecchi iscritti che si sono sentiti ingiustamente scavalcati o messi in disparte. Talora avendo ragione talora no. C’è anche chi nel partito non ci sta più, a volte anche da tempo, o chi è deluso soltanto per il mancato raggiungimento di obiettivi personali. Insomma ci sono ragioni, mezze ragioni e torti pieni.
Per questo credo che quello che conta, e che posso cercare di fare in prima persona, sia di individuare alcuni strumenti generali per migliorare sempre più il nostro partito.
Ed ecco la mia prima proposta. Dovevamo irrobustirci e lo abbiamo fatto, ma oggi deve finire la fase in cui questo partito corre anche solo il rischio di essere usato come un autobus sul quale salire, prendere quello che c’è da prendere, e poi scendere alla prima fermata. Deve anche finire la fase in cui basta avere un pacchetto di tessere, vecchio stile, per cercare di scalare il partito, con persone che vengono il giorno del congresso e poi non si fanno più vedere, magari reclutate per telefono.
Per questo vi comunico che, al prossimo congresso nazionale, presenterò la mozione che potete scaricare qui in allegato che ha lo scopo di trasformare il partito da partito dei tesserati in partito dei militanti. Fatemi sapere cosa ne pensate. Per parte mia, se la condividerete, ho intenzione di fare il possibile per ottenere l’approvazione di questa mozione.

Ecco il testo della Mozione:

1) Le adesioni al partito Italia dei Valori possono avvenire a titolo di “iscritto” oppure di “attivista”.

a) Iscritto è colui che intende aderire al partito per condividerne finalità, idealità e per sostenerne l’iniziativa. L’iscritto ha la facoltà di partecipare a tutte le iniziative del partito e a tutte le attività promosse dallo stesso senza aver tuttavia alcun obbligo in tal senso.

La qualifica di iscritto si acquista presentando richiesta nelle modalità previste dal presente statuto e versando, annualmente, la quota associativa.

L’iscritto può essere candidato a pubbliche elezioni di qualsiasi livello, nel rispetto dei tempi e alle condizioni stabiliti al punto 3). L’iscritto non ha invece diritto di elettorato, né attivo né passivo, ai congressi del partito.

b) Attivista è l’iscritto che sceglie di partecipare attivamente alla vita politica e organizzativa del partito. Ha tutte le facoltà riconosciute all’iscritto. L’attivista, inoltre, ha diritto di elettorato attivo e passivo nelle assise congressuali

2) La qualifica di attivista si ottiene presentando specifica richiesta all’atto dell’iscrizione o in uno dei successivi rinnovi annuali. A seguito della richiesta, l’iscritto dovrà partecipare per un anno, in modo sufficientemente continuativo, alla vita politica ed organizzativa del partito. Al termine dell’anno il Coordinamento provinciale, nel quale risulti effettuata l’iscrizione, deciderà sull’ammissione della stessa. Il mantenimento della qualità di attivista per i successivi anni di rinnovo dell’iscrizione è subordinato al permanere della condizione di partecipazione alle attività politico organizzative del partito con sufficiente continuatività.

3) L’iscritto può essere  candidato a qualsiasi carica elettiva solo  una volta trascorsi dodici mesi dalla data della prima iscrizione. Gli stessi termini valgono anche per i rispettivi ruoli di governo. Tale termine minimo può essere derogato soltanto in caso di riconosciuta particolare meritevolezza, secondo decisione  di competenza esclusiva dell’Ufficio di Presidenza ed avente carattere di eccezionalità. Per le elezioni circoscrizionali, comunali e provinciali, il requisito dell’avvenuta iscrizione da almeno dodici mesi, si applica a partire dal momento in cui, in quella realtà territoriale, il numero degli iscritti nella circoscrizione, nel comune o nella provincia è almeno 5 volte superiore al numero massimo di candidati da inserire in lista per l’elezione del rispettivo consiglio. (puoi scaricare la  versione pdf della mozione negli allegati)

 

Fatemi sapere cosa ne pensate. Per parte mia, se la condividerete, ho intenzione di fare il possibile per ottenere l’approvazione di questa mozione