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EUROPA E GIUSTIZIA, PROPOSTE IDV ALLA LUCE DEL SOLE

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Una risoluzione sulla giustizia e una mozione sull’Europa che affrontiamo, come sempre, con responsabilità e presentando le nostre proposte concrete. Oggi in Aula abbiamo ascoltato la relazione del ministro della Giustizia Paola Severino e nel pomeriggio esprimeremo parere favorevole alla sua relazione. Perché, per la prima volta, abbiamo avvertito forte e chiaro quel tratto di discontinuità rispetto al passato. Oggi, si è respirato, in materia di giustizia, un’aria nuova nelle aule del Parlamento. Si è messo sul piatto i veri problemi della giustizia: lentezza dei processi civili e penali, condizioni inaccettabili delle carceri italiane, nove milioni i processi arretrati, 84 milioni nel 2011 per processi lenti, un’inefficienza della giustizia civile pari all’1 per cento del Pil.

Sono due le cose che, nella risoluzione che presenteremo nel pomeriggio, chiediamo al governo perché prioritarie. La prima, dotare di mezzi e strumenti la giustizia civile, per dare il via ad una vera informatizzazione e digitalizzazione degli uffici, affinché possano lavorare con efficienza. La seconda, sul fronte della giustizia penale. Chiediamo al governo forte determinazione nella lotta alla corruzione, una terribile zavorra che il nostro Stato si porta dietro e che costa 60 milioni di euro l’anno, due manovre economiche. Italia dei Valori ha depositato da tempo un pacchetto di proposte anticorruzione: reintroduzione del falso in bilancio e delitti in materia societaria, introduzione di nuove figure di delitto indispensabili per contrastare il fenomeno, quali l’auto-riciclaggio. Il Governo le valuti nel merito.

Per quanto riguarda, invece, la mozione sull’Europa, Italia dei Valori ne presenterà una propria e distinta, per coerenza. Noi non facciamo parte della maggioranza che sostiene questo governo e per questo non sottoscriveremo la mozione Pdl-Pd-Terzo Polo. Siamo fuori dalla coalizione di governo ma dentro ai problemi e, come abbiamo sempre fatto, continueremo a presentare le nostre proposte per il rilancio dell'economia e la modernizzazione del Paese. Tutto alla luce del sole, in Parlamento, per il bene dell’Italia e dei cittadini.

 

GLI EUROPEI CI SONO, FACCIAMO L’EUROPA

Da soli, arrivati a questo punto, non ci salviamo. La vera chiave di volta per uscire dalla crisi è politica ed europea, non solo economica ed italiana, perché la risposta alla speculazione internazionale può essere efficace solo se supportata dall’Unione Europea e dalla Banca Centrale Europea.

Quando dico che arrivati a questo punto non ci salviamo intendo che è tardi, molto tardi. Dovevamo intervenire almeno un anno e mezzo fa. Allora avremmo innescato un meccanismo virtuoso che forse, e dico forse, ci avrebbe salvati. Ma quando potevamo, un governo indecente non ha fatto quello che doveva fare.

Ora i ‘compitini a casa’ dell’Italia, come li definisce la Merkel, non garantiscono la salvezza economica del nostro sistema nazionale. La manovra del governo, infatti, per quanto iniqua e criticabile, dal punto di vista contabile centra l’obiettivo prefissato, ma non basta a garantire all’Italia di uscire dalla crisi. 

Non basta perché dobbiamo prendere atto che la speculazione sull'Italia è troppo forte, pressante e a un livello tale che i mercati hanno iniziato a speculare sul nostro Paese non più come anello debole dell'Europa ma come grimaldello per scardinare definitivamente l'euro.

Per fronteggiare questa speculazione servirebbe un accordo politico, ma i presupposti non sono certo incoraggianti. Il vertice Ue di questo fine settimana è stato una delusione e non è riuscito a dare risposte certe. Soprattutto non le ha date ai mercati. Serviva un salto di qualità che non c'è stato. 

L’ Europa esiste solo come insieme di stati che hanno una moneta in comune ed un'area di libero scambio, ma ancora non è un’entità politica riconosciuta e forte. Una precondizione per dare un indirizzo politico anche alla Bce, che, come fanno le banche centrali dei grandi paesi, potrebbe intervenire per contrastare la speculazione. Come? Comprando per esempio il debito pubblico dei paesi sotto attacco degli speculatori. Nessuno speculatore, per quanto grande e potente, potrebbe competere con la potenza monetaria della Bce e gli assalti degli ‘squali’ della finanza sarebbero respinti senza eccessive difficoltà, garantendo la stabilità dell’area Euro. 

Invece scontiamo gli errori di un’Europa costruita solo dal punto di vista burocratico e tecnocratico, priva di un indirizzo politico omogeneo. E scontiamo anche la politica della Germania, che confonde i suoi interessi con quelli dell’Europa tutta.

So che definire l’ Europa un’istituzione ‘burocratica’ e ‘tecnocratica’ ricorda un po’ il linguaggio leghista, ma è solo un caso perché le nostre conclusioni sono diametralmente opposte: serve più Europa, non meno. La crisi non si affronta con risposte localistiche, che hanno un certo appeal populista, ma nella realtà sono pericolose. Se realizzate, infatti, getterebbero sul lastrico le aree in questione. Nel 1861, agli albori dell’Unità d’Italia Massimo D’Azeglio disse: "L’ Italia è fatta ora facciamo gli italiani". Oggi è il contrario: "Gli europei sono fatti, facciamo l’Europa".

SIAMO ALLA "CANNES DEL GAS"

 

'Mi sembra che in Italia non ci sia una forte crisi. La vita in Italia e' la vita di un Paese benestante, i consumi non sono diminuiti, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto, i ristoranti sono pieni''. Chi l’ha detto? Re Silvio, ieri, in conferenza stampa durante il G20 di Cannes. Chissà perché, allora, ci ritroviamo commissariati, come la Grecia. Né più né meno. Il commissariamento è un altro schiaffo all’Italia. La ragione? Per l’Europa il nostro paese ha un governo fantoccio. Se la sorveglianza speciale nei confronti dell'Italia fosse una decisione europea saremmo in presenza di un fatto molto grave, che dimostrerebbe la totale mancanza di credibilità del governo sulla scena internazionale e l'assenza di fiducia nei suoi confronti. Se, al contrario, fosse stata una richiesta italiana, il fatto sarebbe ancora più grave, perché certificherebbe l'ammissione di Berlusconi, ad un vertice importantissimo, di non essere in grado di governare e portare l'Italia fuori dalla crisi. In ogni caso e' un fallimento, la cui responsabilità e' interamente di questo governo, incapace e poco credibile.

E come se tutto questo non fosse già abbastanza, ieri mattina in conferenza stampa il presidente del Consiglio è tornato al suo sport abituale, ovvero, mentire. Ieri, infatti, durante il G20 a Cannes, ha detto che il governo ha portato a conoscenza delle opposizioni il documento consegnato all’Unione europea. Probabilmente si riferiva alle opposizioni interne alla coalizione di governo perché Italia dei Valori, pur essendo parte integrante e forte dell’opposizione, non ha mai ricevuto nessuna lettera. Siamo alla Cannes del gas: la magistrale sintesi di Vauro che per un giorno prendo in prestito.

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GENOVA, 4 novembre 2011, ore 14.45 . Morti incomprensibili, morti ingiusficabili, morti atroci. Capire le ragioni e rimuovere le cause per le quali in questo Paese si muore ancora, dopo quarant'anni, per piogge eccezionali è dovere delle istituzioni e della politica. Da domani, ci interrogheremo e chiederemo i tanti perchè che assillano le nostri menti e soffocano i nostri cuori straziati. Janissa, Shpresa, Gioia, Angela, Serena, Evelina: oggi, è il giorno del lutto, del silenzio, del rispetto Oggi, è il giorno in cui un intero Paese si stringe intorno ad una intera città e ai suoi abitanti.

All'Italia non si parla dal Corsera

Berlusconi e Bossi, che coppia formidabile! Di comici, però. Hanno inviato all’Unione Europea una letterina di 16 pagine piena di nulla. Incredibile. Incredibile che ci siano cascati, intendo. Ma forse questo è solo quello che i due vecchi marpioni della politica italiana vogliono farci credere.  La lettera inviata all’Unione Europea, infatti, è solo fumo negli occhi per tirare a campare ancora un po’. Da un certo punto di vista è un testo vuoto, illusorio, pieno di nulla. Ma è anche molto preoccupante, perché nell’elenco delle dichiarazioni d’intenti, come sempre, attacca i diritti dei cittadini più deboli e chiede solo a loro di pagare il conto della crisi. Una lettera che sembra scritta da Totò e Peppino, quella famosissima del film ‘Totò Peppino e la Malafemmina’. O da Benigni e Trosi, nel film ‘Non ci resta che piangere’, quando scrivono a Savonarola. Però all’Unione Europea non sono stolti, ed infatti i resoconti giornalistici (quelli non di regime chiaramente) sono impietosi e raccontano di un premier messo sotto torchio e di un commissariamento in atto per l’Italia. Un’altra figuraccia per il nostro Paese, un’altra chiarissima dimostrazione d’incapacità. Questo governo non ha la forza, i numeri e la capacità di governare l’Italia. Le leggi, fino a prova contraria, non le scrive il Corriere della Sera ma le decide questo Parlamento. Le parole del governo sono parole vuote per tirare a campare fino a Natale. Il presidente del Consiglio accompagnato dal ministro dell'Economia venga dunque immediatamente in aula.

MANIFESTO DELLE OPPOSIZIONI PER SALVARE L'ITALIA

Questa mattina Silvio Berlusconi è salito al Quirinale per illustrare al presidente della Repubblica le misure indicate dalle Ue per salvare l’Italia dal default. E’ stupefacente quello che è successo nelle ultime due settimane. Siamo passati dal “va tutto bene madama la marchesa” di Berlusconi all’ultimatum di 48 ore per evitare il rischio Grecia. Non credo serva altro per capire quanto questa maggioranza di governo sia assolutamente inetta, inerme ed incapace a gestire la drammatica situazione che stiamo vivendo. Se da una parte è vero che le indicazioni della Ue sono importanti e non possono essere ignorate è arrivato il momento che la politica ed il popolo italiano abbiano uno scatto di orgoglio, si riapproprino del loro diritto di scegliere il proprio futuro, del loro dovere di assumere responsabilmente scelte autonome, tornando a decidere per sé. E’ per questa ragione che,  poche ore fa, ho rivolto a tutti i partiti di opposizione l’invito ad uscire da eccessivi soliloqui, tatticismi e politicismi per lanciare un’iniziativa comune, una sorta di manifesto delle opposizioni, che indichino in 4 - 5 punti le iniziative necessarie per far uscire il Paese dal disastro Berlusconi  e per salvare l’Italia dal rischio default. Chiedo molto di più di un atto politico. Quello che ho in mente va oltre l’idea di un manifesto da campagna elettorale. E’ un manifesto per salvare l’Italia, per dimostrare alla Ue che c’è chi ha in mente una via, sa indicare un percorso ed una direzione da seguire. Spero di ricevere risposte al più presto: di certo non possiamo permetterci, di fronte al precipitare della situazione, di stare a guardare, di rimanere inermi e inerti come questa maggiorana di governo. Opposizione, se ci sei batti un colpo ora!