BERLUSCONI SI DIMETTA. SUA AGONIA NON DIVENTI AGONIA PAESE
Onorevoli colleghi,
Il punto oggi non è solo o tanto la notizia del rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi per reati gravissimi e infamanti come la concussione o la prostituzione minorile.
Il punto è un paese che non ne può più di un governo e di un presidente del Consiglio irresponsabili che stanno trascinando tutto e tutti in un clima insostenibile da guerra civile e da conflitto permanente tra le istituzioni dello Stato.
Quei sondaggi che il nostro premier ama tanto oggi dicono che gli italiani hanno ben chiaro di chi sia la colpa di questo conflitto tutto giocato sulla pelle del paese, se è vero che due italiani su tre non hanno più alcuna fiducia in Berlusconi.
E che nelle intenzioni di voto il governo e le forze che lo sostengono, sono ormai netta minoranza nel paese, raccogliendo meno del 40% nelle intenzioni di voto. Ormai voi siete maggioranza soltanto all’interno di quest’aula in quest’Aula ma anche questa è una maggioranza solo virtuale. Questo è diventato un Parlamento sordo e cieco alle richieste che vengono dal Paese, reso inutile da un governo e da una maggioranza che lo fanno lavorare un solo giorno alla settimana. Siamo alla paralisi legislativa ed i numeri sono inoppugnabili. La scorsa settimana la Camera dei Deputati ha lavorato tre ore e venticinque minuti. In un mese abbiamo approvato una sola legge. Dal 30 luglio 2010 ad oggi, ribadisco, dal 30 luglio 2010, non si approva un provvedimento in materia economica, per favorire il rilancio del sistema Paese.
In questo spaccato pesa ora come un macigno la vicenda giudiziaria del presidente del consiglio. Una vicenda che non si può ridurre alla vecchia favola della persecuzione giudiziaria, né declassare a fatto privato, perché quando si è chiamati a rispondere di reati come concussione e sfruttamento della prostituzione minorile, la vita privata di un uomo pubblico è pubblica a sua volta e chiama in causa il modello di vita e di contegno al quale non si può sottrarre chi ricopre i più alti incarichi istituzionali.
Ma ancora più grave è il crollo della credibilità internazionale del nostro Paese. L’immagine dell’Italia è stata distrutta, umiliata infangata. Il vero problema dell’Italia oggi è di essere diventato un Paese isolato perché il nostro presidente del Consiglio è un premier solo ed isolato. Dai grandi leader internazionali arrivano segnali pessimi, fatti solo di distacco e freddezza. Gli unici che riservano al nostro premier abbracci e ammiccamenti sono dittatori e leader discutibili, certamente lontani dall’immagine democratica di grandi uomini di stato. In un periodo di recessione e di crisi economica, l’isolamento, interno ed internazionale, è quanto di peggio possa capitare. Dopo tre anni di governo Berlusconi, l’Italia è più povera, ha più problemi, non è stata realizzata nessuna delle riforme e delle opere pubbliche tante volte annunciate in pompa magna. C’è un governo che è minoritario nel Paese. Una maggioranza che non esiste più. Un paese solo ed isolato nello scenario internazionale. Un Parlamento bloccato da una paralisi legislativa che non conosce precedenti. Noi riteniamo, e con noi lo ritengono la maggior parte degli italiani, che L’Italia meriti molto di più.
L’agonia di Berlusconi non può essere e non deve diventare quella di un intero Paese. Per questo chiediamo un atto di responsabilità al presidente del Consiglio: le immediate dimissioni, di farsi da parte, per dare a questo paese la possibilità di scrivere una pagina nuova.
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