PAOLA HA DETTO SI. E IO LE DICO GRAZIE!

Oggi, sfioro un argomento diverso. Volutamente. Qualche giorno fa, Paola Concia ha sposato nel municipio di Francoforte, in Germania, Ricarda, la sua fidanzata. Le avrei fatto gli auguri in privato, così come merita un'occasione del genere. Invece, ieri, il quotidiano cattolico Avvenire, in un editoriale, ha bollato le nozze come un caso politico, più che un matrimonio. Una scelta, secondo Avvenire, fatta più per scatenare l'ennesimo sterile scontro. Pur rispettando il privato dell'onorevole Concia e i sentimenti in gioco, secondo il quotidiano dei Vescovi italiani, bisogna chiedersi per quale motivo debbano farsi pretesto per il solito polverone propagandistico e il solito caso ad orologeria. Paola e Ricarda hanno deciso di amarsi e di vivere insieme? In Italia non c'e' una legge che lo impedisce. Anzi, ci sono norme del diritto civile che tutelano e regolano i diritti dei singoli e i loro rapporti. E' davvero cosi' stravagante la nostra Costituzione che riconosce e regola la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna?. L'intromissione di Avvenire, secondo quanto è scritto nell'editoriale, è giustificata dal fatto che se l'onorevole Concia non avesse deciso di dare al suo gesto massima e ostentata visibilità. Addirittura attraverso la vendita dei diritti della cerimonia tedesca ad una rivista. Una scelta "aderente ai peggiori modelli mediatici e commerciali che, da parte di una donna di sinistra, alternativa e controccorente, francamente delude un po'. Ebbene, chi delude in questo caso non è l'onorevole Concia che, per quanto ne sappiamo e ne sa Avvenire, potrebbe aver devoluto i diritti di quelle immagini in beneficienza senza volerne dare di contro pubblicità. Detto questo, chi deve uscire dal ghetto, chi deve affermare un diritto ha bisogno di gesti eclatanti, ha bisogno di colpire l'opinione pubblica. Quelle foto del matrimonio, dunque, di Paola Concia e di Ricarda sono un segnale di libertà, un incitamento al coraggio per chi non ha la loro fortuna e ancora combatte tra mille pregiudizi e subisce atti di omofobia. Io non so a quale norme del diritto civile che tutelano e regolano i diritti dei singoli e i loro rapporti diritto si riferisca Avvenire. Il punto non è la spiegazione un po' ipocrita che a Paola e Ricarda non si impedisce in Italia di amarsi e di vivere insieme. Ci mancherebbe altro. Il punto è che in Italia si impedisce a Paola e Ricarda di potersi sposare, di estendere l'una all'altra i diritti di una coppia sposata, reversibilità della pensione e assistenza. Questo si impedisce in Italia. Per questo, dico grazie a Paola e Ricarda. Auguri di un sereno e felice matrimonio, con l'augurio che prima o poi anche in Italia sia possibile celebrare matrimoni come il vostro.

Commenti

Stavolta caro Massimo dissento, anzi concordo ma col quotidiano dei Vescovi. Non tanto per la cosa in se perchè su questo da sempre ritengo che in uno Stato laico si possa scegliere la forma di unione civile che si preferisce. Il problema sta piuttosto nel messaggio e nella strumentalizzazione mediatica che l'onorevole Concia ha messo in atto. Esistono migliaia di parole nella lingua italiana, e servono proprio per chiamare ogni cosa con il suo nome, Il matrimonio e la famiglia sono una cosa che tutti conosciamo da sempre, un luogo dove mamma e papà crescono i loro figli. Nulla di personale contro i gay, anzi, nessun pregiudizio, anzi ... però la loro LEGITTIMA unione non è matrimonio, sono una coppia ma non sono una famiglia ... è un'altra cosa, bellissima, al pari dignità civile della famiglia ... ma un'altra cosa ... Stessa dignità civile, diversa "istituzione morale"!
Non sono una famiglia? E perchè mai? Una famiglia è un nucleo di persone legato da legami affettivi, non dal sesso dei componenti.Il matrimonio uomo e donna è solo una convenzione cattolica non una legge.  L'articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, afferma:
  1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.
  2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
  3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.  
 L'articolo 1 parla di uomini e donne ma non dice che debbano sposarsi tra di loro o che la famiglia debba essere formata da una coppia.Dobbiamo piantarla di classificare le cose in base a quello che dice una religione. Una famiglia è un gruppo di persone che si ama. Punto!
da lei stesso la risposta: "...senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione..." non dice "senza alcuna limitazione di sesso, razza...etc".      Il punto però non è legale ma etico.   E quando si parla di etica si entra necessariamente nella sensibilità e nell'intimo delle persone.Rispetto è anche capire ed accogliere chi ha una visione diversa senza necessariamente etichettarla come "bachettone" ...           ... il fatto che lei non veda differenza tra le due unioni non significa necessariamente che non vi sia... è una questione di punti di vista... 

Auguri alla coppia di sposi e spero che anche altri italiani e italiane facciano lo stesso passo.

Riguardo alle dichiarazioni apparse su "Avvenire"... boh... io non so neanche cos'è 'sto "Avvenire".