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LA LISTA DELLA VERGOGNA DI CASINI

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Oggi nell’aula di Montecitorio è accaduto un fatto di una gravità inaudita. Si votavano le pregiudiziali di costituzionalità delle opposizioni, Italia dei Valori in testa, presentate contro il decreto salva liste, cioè contro quell’abominio costituzionale, votato nottetempo da un consiglio dei ministri riunito in stile carbonaro e con il quale, per la prima volta nella storia della repubblica, si sono cambiate le regole del voto a campagna elettorale già aperta, al solo scopo di riammettere alcune liste del centrodestra legittimamente escluse. Fino ad oggi, questo decreto legge antidemocratico ha avuto una sola paternità politica, quella di Silvio Berlusconi e della sua maggioranza sorda e asservita. Fino ad oggi… per l’appunto! Perché oggi le opposizioni, se tali si fossero dimostrate compattamente di fatto e non solo di nome, avrebbero avuto la possibilità di cancellare definitivamente questa norma incivile e antidemocratica, ripristinando un minimo di legalità nel paese, sfruttando le molte assenza nei banchi della maggioranza. Ma, al momento del voto, mentre tutti i deputati di Italia dei Valori erano presenti, ed anche tra le fila del Pd si registravano soltanto 3 assenti su più di 200 deputati, ben metà dei deputati dell’Udc non era presente in Aula. Per l’esattezza hanno votato soltanto in 22 su 39. Per cui, da oggi, il decreto legge salva liste ha un secondo padre politico, quell’Udc che, dopo aver ispirato, vantandosene, la norma sul legittimo impedimento, potrà aggiungere al suo medagliere politico anche questa ultima preziosa chicca. La verità è che l’Udc, già normalmente è poco presente in aula durante le normali votazioni, quando si tratta di votare le leggi salva Berlusconi, si squaglia come neve al sole e a votare, in quei momenti decisivi, rimane soltanto uno sparuto gruppo di parlamentari. Oggi, questo comportamento ha segnato una pagina gravissima di storia parlamentare, della quale l’Udc si dovrà assumere la responsabilità politica non meno del centrodestra. Per questa ragione, pubblico qui di seguito l’elenco della vergogna: nome e cognome di tutti i deputati dell’Udc che erano assenti. A Pierferdinando Casini, uno dei 19 assenti, fermo detrattore dell’opposizione di piazza, vorrei chiedere, visto che l’opposizione non la fa neanche in Parlamento, se pensa di contrastare il regime di Berlusconi, da casa in pantofole guardando la politica in tv.

QUESTO L'ELENCO DELLA VERGOGNA:

- PIER FERDINANDO CASINI

- MICHELE GIUSEPPE VIETTI

- ROCCO BUTTIGLIONE

- PAOLA BINETTI

- LORENZO CESA

- FRANCESCO BOSI

- ANGELO CERA

- LUCIANO CIOCCHETTI

- TERESIO DELFINO

- ANTONIO DE POLI

-  GIAN LUCA GALLETTI

-  MAURO LIBE'

- GABRIELLA MONDELLO

- SAVINO PEZZOTTA

- MICHELE PISACANE

- LORENZO POLI NEDO

- DOMENICO ZINZI

 

GOVERNO EVERSIVO OPPOSIZIONE RESTI UNITA

 

Di questa squallida vicenda delle liste del Pdl e dell’ancor più squallido epilogo rappresentato dal decreto salva liste del governo, ho già avuto modo di dire, su questo blog, tutto quello che penso, incluse le responsabilità del Presidente della Repubblica, sulle quali la mia opinione non è mutata di un millimetro. A questo punto, tuttavia, la vicenda diventa tutta politica. Vi è un governo e una maggioranza che, per colpa della propria incompetenza, di un diffuso senso di impunità, di una logica più di potere che di governo, non è stato nemmeno capace di presentare le proprie liste elettorali e che per rimediare a questo disastro, ha dovuto togliere un altro pezzo di libertà in questo paese, un altro pezzo di democrazia, mostrando, attraverso il decreto salva-liste tutto il proprio arrogante autoritarismo. Ma quanto più in un paese si stringe il giogo di un potere ormai allo sbando, tanto più cresce la reazione e l’insofferenza dei cittadini. Non servono sondaggi, oggi, per capire che milioni d’italiani stanno prendendo le distanze da un governo che ha voluto una campagna elettorale surreale: una campagna con liste taroccate, con la politica censurata in televisione e con l’intera informazione televisiva affidata a quelli che ormai sono soltanto telegiornali di regime. L’insofferenza che monta nel paese è un’occasione che questa volta l’opposizione non può lasciarsi sfuggire, come accadrebbe se ci facessimo trovare divisi, in polemica tra di noi e non uniti, nelle parole, negli slogan, in Parlamento e nelle piazze, per chiamare all’appello gli italiani che ancora non vogliono chinare la testa.

Per questo credo sia giunto il momento di mettere da parte le polemiche su Napolitano. Tanto ormai in Italia tutti, politici e cittadini, se hanno voluto, hanno capito e si sono fatti un’idea sui ruoli e sulle responsabilità. Ma non c’è dubbio che la responsabilità è prima di tutto del governo, di questa sua matrice eversiva che sempre lo accompagna e che, come un fiume carsico, ogni tanto affiora. Questo è l’avversario di oggi e, se saremo uniti, sono certo che gli italiani già alle urne il prossimo 28 e 29 Marzo alle urne, questa volta daranno un segnale forte. Il berlusconismo è finito e quelli che abbiamo davanti sono solo i suoi ultimi, ma non per questo meno importanti, colpi di coda.

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