Mar, 03/04/2012 - 17:08

Non c’è dubbio che il principale strumento di crescita culturale e sociale di un Paese, di formazione di un sistema di valori che metta al centro il bene comune e di predisposizione di anticorpi sociali rispetto alla pervasività dell’informazione televisiva sia la cultura, intesa nel suo senso umanisticamente più vasto e nella capacità di analisi e di critica che ne sono il frutto.

 

Mar, 28/02/2012 - 13:29

Il tema di una nuova politica, di un nuovo sistema di valori, dell’affermarsi di una forte etica pubblica, si saldano direttamente con quello dell’informazione e con il tema ulteriore della libertà e delpluralismo dell’informazione, a partire da quella televisiva, che è quella di gran lunga più incisiva e pervasiva. Nelle democrazie odierne esiste, tra libertà e informazione, tra democrazia e opportunità di accedere alla piena conoscenza dei fatti, un nesso assolutamente vitale. Non vi può essere vera libertà e pienezza di vita democratica se non all’interno di un sistema dove l’informazione sia realmente libera e plurale.

 

 

Mer, 22/02/2012 - 18:14

Il nuovo sistema di valori, di cui abbiamo già parlato, va imposto anche alla politica che, solo rinnovandosi e ritrovando autorevolezza e capacità di innovazione, può essere una forza utile al rilancio del Paese. Immagino due grandi linee di intervento...

 

Mar, 14/02/2012 - 13:50

Abbiamo l’obbligo di affermare con forza che il denaro pubblico è quanto di più sacro un paese ha. In Italia ce n’è davvero molto poco e non possiamo permetterci il lusso di sprecarne nemmeno un centesimo. Solo attraverso il più virtuoso utilizzo delle risorse pubbliche possiamo riprendere il cammino della crescita e dello sviluppo e dare un futuro ai nostri giovani.

 

 

Lun, 06/02/2012 - 17:04

Tengo molto a sottolineare la nostra mozione contenente delle proposte concrete per contrastare evasione ed elusione fiscale (trovate il testo completo in fondo al pezzo). Lo abbiamo detto nei giorni scorsi in conferenza stampa (trovate qui il video), si tratta di una "rivoluzione copernicana" che si può realizzare incrociando i dati che emergono da tre voci: dichiarazioni di reddito, spese effettuate e informazioni fornite dallo spesometro. Chiediamo di passare dal metodo attuale delle dichiarazioni dei redditi, che rappresenta ormai la preistoria della lotta all’evasione, ad un sistema che, ogni anno e per tutti gli anni, incroci i codici fiscali di ogni famiglia, con i redditi totali, le spese sostenute e i dati dello spesometro.

 

Lun, 06/02/2012 - 14:00

Per invertire il corso della storia è necessario intervenire, prima di tutto, sul piano culturale, affermando un nuovo sistema di valori. Perché molte delle facce del male oscuro che affligge l’Italia, hanno una matrice culturale. E’ anche su questo piano, pertanto, che, pur con tempi ed obiettivi di lungo periodo, bisogna iniziare a lavorare.

L’obiettivo è dare il via ad un grande cantiere cui lavorare tutti insieme, ciascuno per quanto di propria competenza: la politica, le forze sociali, i giovani, i mezzi d’informazione, la scuola, per affermare un nuovo sistema di valori civici.

Dobbiamo affermare un modello sociale basato sulla legalità, sul rispetto delle regole, sull’etica pubblica, intesa anche quale sistema spontaneo di controllo sociale, sull’orgoglio civico, sull’identità nazionale, sull’onestà che deve diventare comportamento premiante e premiato, per primo dallo Stato.

Bisogna cominciare a lavorare perché il bene pubblico torni al centro dell’azione della politica, completando la rivoluzione liberale che ha portato, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, a trasformare il Paese da un’economia rurale ad una grande economia industriale.

Quel processo è rimasto monco del secondo grande pilastro sul quale si costruisce ogni democrazia liberale che, assieme alla libertà economica e di mercato, si basa sull’esistenza di un sistema di regole, sul loro rispetto generalizzato e sulla loro condivisione sociale.

 

Gio, 02/02/2012 - 11:44

Non si può avviare una stagione di riforme se prima non si dà il via ad una rivoluzione culturale: inculcare nel nostro Dna il primato dell’etica pubblica, il trionfo del bene generale su quello particolare.
L’Italia è nata, e con il tempo è diventata sempre più, non una collettività di singoli individui, ma la sommatoria di una miriade di aggregati sociali minori che non si sono sciolti nell’idea di nazione.
In questo modo, l’aspirazione collettiva al bene comune, che di solito appartiene a ogni popolo, e che ne rafforza l’identità, lo spirito di patria, l’orgoglio nazionale, è da noi flebile al punto di apparire evanescente. Sempre soppiantata dal primato degli interessi parziali.

 

Gio, 02/02/2012 - 11:44

Tra gli italiani si fa strada, sempre più spesso, la sensazione che questo paese sia affetto da una sorta di “male oscuro” che ci rende sempre più deboli ed insicuri.
Difficoltà che appaiono insormontabili, classi dirigenti che non sembrano all’altezza delle sfide del futuro, tutto appare immutabile e, nell’immutabilità, anche i nostri problemi non trovano mai né soluzione, né risposta.

 

Gio, 02/02/2012 - 11:44

L’Italia, per dirla con una metafora, soffre di una malattia genetica. E’ nata con un gene sbagliato, ci è convissuta ed è anche riuscita, nonostante questo, a crescere per molti decenni, portandolo dentro di sé. Con gli anni, tuttavia, le distorsioni sono diventate sempre più gravi ed evidenti; tanto che oggi - complice la crisi economica – la malattia è esplosa in tutta la sua drammaticità.
Mi riferisco al fatto che l’Italia non è nata e non si è definita, al pari degli altri grandi Stati nazionali, come una collettività di individui che, condividendo storia, territorio, cultura, lingua ed aspirazioni, si erge a comunità statuale.