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UNA (RISATA) RETATA LI SEPPELLIRA’

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IN OMAGGIO A MANLIO, IL TITOLO DEL POST DI OGGI E': UNA RETATA LI SEPPELLIRA'!

Urla ai piani alti di viale Mazzini. “Non posso nemmeno guardare una roba del genere!”. La “roba del genere” è il nuovo spot promozionale di Parla con me, la trasmissione di Serena Dandini, censurato perché irriverente contro il direttore Augusto Minzolini, nella strepitosa imitazione del comico Paiella. Chi ha visto il video riferisce: la Dandini chiede di essere intervistata sul nuovo ciclo di Parla con me. Lui, il direttorissimo, la tratta da velina e lei si arrabbia. “Allora vado da Mentana”. Trenta secondi di sferzante satira censurati da Masi che ha inaugurato il nuovo corso di Mamma Rai: niente applausi, spot censurati e contratti ancora in sospeso. “Non deve essere prevista in alcun modo – scrive Masi nella sua direttiva che trasuda libertà d’informazione da ogni artiglio – la presenza in studio del pubblico come ‘parte attiva’, in linea di principio neppure con applausi”. Questo accade nella Rai berlusconizzata. Quello di Parla con me è il secondo spot censurato. Stesso destino è toccato a quello promozionale del nuovo corso di AnnoZero che Michele Santoro ha mandato in rete. Così si lavora in Rai oggi, trasformata in una sorta di patetico Minculpop berlusconiano. Artisti, giornalisti, conduttori, autori, professionisti senza contratto, ad un giorno dalla partenza delle trasmissioni, colpevoli di essere scomode agli occhi del padrone, il presidente del Consiglio. Spot bruciati perché “come al solito, una trasmissione pagata con i soldi dei contribuenti, si diletta nell’avere come unico bersaglio il governo e si diverte ad aggredirlo” (Silvio Berlusconi, maggio 2010, ndr). Faccio mie le parole di un grande giornalista, Marco Travaglio. “Le vittime della censura non sono soltanto i personaggi imbavagliati per evitare che parlino. Sono anche, e soprattutto, milioni di cittadini che non possono più sentire la loro voce per evitare che sappiano”. Ma quando la censura colpisce la satira è come essere costretti a bere un bicchiere di olio di ricino. La satira è un’espressione artistica e vive di libertà di espressione, distanza dal potere, capacità di affrontare temi significativi in maniera ironica. La satira non ha mai risparmiato il potere da che il mondo è mondo che mai e poi mai deve rispondere con atteggiamenti censori. Perché la censura fa rima con intolleranza e soprattutto dilettantismo politico.

NESSUNO TOCCHI LA DANDINI E LA BIGNARDI!

 

Daria Bignardi e Serena Dandini, entrambe donne, ovvio, entrambe conduttrici. Entrambe signore della tv, con ottimi ascolti, diverse ma ugualmente brave. La prima, Daria, è stata cancellata da Rai2, dove conduceva l’Era glaciale con eccellenti ascolti. Se ne è andata senza rumore, con stile, qualche mese fa per colpa di Paperino. Si perché, il 4 dicembre del 2009, la Rai ha deciso di non mandare in onda la puntata registrata de “L’Era glaciale” ed i telespettatori, per motivi tecnici, gli stessi motivi tecnici che hanno costretto Elio Germano a fare la spigola nell’acquario al tg1, si sono ritrovati le avventure di Paperino al posto della Bignardi. Di quale delitto si era macchiata la signora Bignardi? Durante la registrazione dell’intervista a Morgan, che avrebbe dovuto andare in onda proprio quel 4 dicembre, il cantante aveva detto che il problema della Rai dipendeva da Berlusconi che aveva vinto e piazzato i suoi. La verità, né più né meno. Lei non ci ha pensato su. Due minuti dopo Paperino, ha chiamato i suoi avvocati e ha chiesto loro di adoperarsi per rescindere il contratto con la Rai. Detto fatto. Nessuno si è stracciato le vesti, nessuno ha chiesto perché la Bignardi non andasse più in onda, nonostante gli ottimi ascolti e i rientri in termini economici per l’azienda di Stato. Dopo mesi di assenza, la Bignardi torna su La7. Meno male. Era ora. Serena Dandini, invece, sta per sparire. Le bravi conduttrici, evidentemente, sono una razza in via d’estinzione in Rai, o meglio in via di epurazione se il Re lo ordina. Silvio Berlusconi era stato chiaro nelle intercettazioni di Trani. Lo ha ribadito anche in un recente consiglio dei ministri “quel programma pagato con i soldi pubblici si diletta ad avere come unico bersaglio il governo”. Deve sparire, la conduttrice va allontanata. Visto col senno di poi, avrebbe fatto meglio a dedicarsi ai conti pubblici, invece che alla Dandini. Ma le ossessioni del premier, ormai, le conosciamo bene. Sembra che “Parla con me”, la trasmissione condotta da Serena insieme al comico Dario Vergassola, sarà ridotta ad una sola puntata a settimana, a dispetto delle quattro uscite attuali. Nonostante gli ottimi ascolti ed il ritorno in termini economici per la tv pubblica. Lei, per ora, con lo stesso stile della Bignardi, tace. Una prudenza giusta e sacrosanta, tipicamente femminile. Parliamo noi per lei. Il governo tenga giù le mani dalla Dandini. E non solo perché conduce uno dei pochi spazi rimasti di satira intelligente, garantisce ascolti e soldi alla tv pubblica, ma perché contribuisce a qualificare il pluralismo e la stessa offerta editoriale della Rai. Come li garantiva la Bignardi che ora è andata a lavorare per la concorrenza.