SUA MAESTA’ MARINA NEL REGNO DI BUNGA BUNGA

Marina BerlusconiMarina BerlusconiIn questa povera Italia scossa da venti di crisi c’è una notizia che fa davvero accapponare la pelle: la discesa in campo di Marina Berlusconi. E’ un ipotesi tra le tante, per carità. Fininvest ha già prontamente smentito la notizia – una smentita è una notizia data due volte -  ma, come si dice, a pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca. Nel regno di Bunga bunga, dunque, la successione al trono sembra diventare dinastica, proiettando l’Italia… nel medioevo. Nel dibattito su chi sarà il successore di Silvio, con Angelino Alfano in pole position - altro brivido di terrore lungo la schiena - prende corpo l’idea di Marina, ovvero, il familismo al potere, nella più logica delle mentalità italiota del “tengo famiglia”, che in politica è da sempre di gran moda. Dai discendenti di Bettino Craxi, Bobo e Stefania che, nel pieno rispetto della par condicio, stanno uno a destra e uno a sinistra, a Renzo Bossi, il trota che a furia di cercarsi una strada nella vita l’ha trovata ricalcando le orme di babbo Umberto, l’Italia, non solo quella parlamentare, pullulla di “figli di”. Ma questa è un’altra storia, vecchia quanto il mondo. Tornando a Marina, finché papà Silvio la mette a capo della Mondadori o piuttosto dello shuttle di famiglia, fatti loro. Ma ritrovarsela presidente del Consiglio per successione dinastica, sono fatti anzi fattacci amarissimi per il Paese e per la democrazia. Si badi bene che nulla ho contro le donne, anzi se ce ne fossero di più al potere forse le cose non andrebbero così male. Nulla contro neanche l’inesperienza, anzi in qualche caso può avere un senso. Ma nel caso di Marina, la sua eventuale successione per via dinastica ed incoronazione mi ricorderebbe tanto quella di Carlo Magno che, il 25 dicembre dell’anno del signore 800 d.c., fu incoronato da Papa Leone III imperatore, titolo mai più usato in Occidente dall’abdicazione di Romolo Augustolo nel 476 dc. E pure lì, le analogie tra il padre di Carlo Magno, Pipino il breve, per ovvie ragioni metriche, ed il padre di Marina, Silvio Berlusconi, sono lapalissiane ed inquietanti. Ma allora, se successione dinastica ha da essere, mi domando perché Marina e non Piersilvio, oppure, Eleonora, Barbara e Luigi?  Forse perché figli di un dio minore, della reietta Veronica? Perché Marina ha l’immagine giusta e vincente e l’immagine, si sa, per Silvio è tutto. Ma siamo seri, per favore. Se di successioni al trono si deve parlare, riguardino gli affari loro e non quelli del Paese. Di beghe, a quanto si legge, non ne mancano a Silvio nelle divisioni dell’impero di famiglia. I figli di Veronica già scalpitano e bramano. Ci mancherebbe solo che Silvio, fatta fuori  Marina per ragioni dinastico-aziendali dalla Mondadori, ce la appioppi in politica. L’Italia ha già dato.

Commenti

 
  • Dragomiro Bondev 
  • da Il Fatto Quotidiano, 25 novembre 2010  (Marco Travaglio)
  • Noi l’avevamo detto in tempi non sospetti: lo stiamo perdendo. Troppo gracili le spalle implumi di James Bondi per sopportare, da sole, il peso schiacciante del Cainano. Se a ciò aggiungiamo due o tre famiglie da sistemare, per citare solo le sue e non parlare di quelle del capo, che sono legione, dimenticando pure la Casa dei Gladiatori comunisti che decide proditoriamente di franargli in testa proprio adesso, il quadro è (quasi) completo.   Immaginiamo la scena. È una torrida giornata di fine agosto e lui, il Pallore Gonfiato, boccheggia esausto nel suo ufficetto interno alla villa di Arcore con vista sul mausoleo e sulle scuderie di Mangano senza cavalli. Suda copiosamente, al solo pensiero della fatica che ha fatto a sistemare l’ex marito e il figlio della fidanzata, Manuela Repetti da Novi Ligure, che lo segue come un’ombra in ogni dove e non si contenta mai. Per l’ex marito Fabrizio Indacos’è inventato una consulenza al ministero da 25 mila euro l’anno, nel misterioso ma affascinante ramo “Teatro e moda” (come dire “Trigonometria e turaccioli” o “Filosofia e branzini”). Per il pargolo acquisito, laureando in Architettura, ha racimolato un posto al Centro sperimentale di cinematografia con distacco alla Direzione generale cinema. Restava il restauro del teatrino di Novi Ligure, difficile da finanziare visti i tagli feroci ai bilanci: ma alla fine 2 milioncini saltano fuori anche per quello.
  • Il ministro della Cultura a sua insaputa si congratula con se stesso e sta quasi per emettere il primo respiro dopo mesi di apnea, quand’ecco materializzarsi una nuova emergenza:Dragomira Bonev detta Michelle, una virago bulgara alta un metro e ottanta. L’amico Silvio, noto talent scout (ha scoperto persino Ruby Rubacuori), le ha promesso il Leone d’oro al Festival di Venezia e lei, produttrice dell’imperdibile film Goodbye Mama in simbiosi con Raicinema (e con chi se no?), ci ha creduto. Del resto nel 2003 lui le promise il ruolo di opinionista al Dopofestival di Sanremo e, fra lo stupore generale, lei l’ottenne. Idem per il libro pubblicato da Mondadori (opera prima e, si spera, unica) e per la fiction La bambina dalle mani sporche. Ora però l’affare s’ingrossa. Quando James chiama il direttore generale Borrelli per il nuovo editto bulgaro, questi se lo fa ripetere due o tre volte. Mission impossible. Escluso a priori che la giuria presieduta da Quentin Tarantino possa premiare Dragomira, non sapendo proprio chi sia, si tenta con il “lei non sa chi è lei”: “La ragazza è molto cara al premier bulgaro”, antipasto di “la ragazza è la nipote di Mubarak”. Ma non attacca. Allora si passa al piano B: inventare un premio inesistente, come le patacche napoletane. Un incaricato, distolto magari dalle crepe di Pompei, si fionda in una bottega romana di coppe e medaglie e, raccomandando il più assoluto riserbo, commissiona in tutta fretta la targa farlocca con logo dell’Ue (ovviamente ignara di tutto) e del ministero dei Beni culturali.  Epigrafe altisonante, una supercazzola improvvisata lì su due piedi: “Premio speciale della Biennale nel 60° anniversario della Convenzione europea sui diritti umani” ecc. Resta da allestire la finta premiazione, dinanzi a un folto e finto pubblico e alla finta stampa con finti flash e finte telecamere. 
  • Roba da “Totòtruffa”. Un gioco da ragazzi, anche perché a far numero viene paracadutato un cargo di ministri (Galan e Carfagna) ed europarlamentari last minute. Per il resto comparse, tra cui 32 bulgari Doc aviotrasportati e alloggiati al Cipriani. La Bonev è soddisfatta: crede davvero di aver vinto a Venezia, l’amico Silvio si congratula al telefono. Tutto è bene quel che finisce bene. Almeno fino a ieri, quando il governo di Sofia smentisce ogni coinvolgimento e assicura che ha fatto tutto Bondi. Anche i bulgari hanno una dignità e non vogliono aver nulla a che spartire con l’Italia. Si sfiora la crisi diplomatica con uno dei pochissimi paesi che ancora mancavano alla collezione. E lui, Dragomiro Bondev, solo ed esausto, a spalare. Altro che sfiducia: il premio “Diritti umani” dovrebbero darlo a lui. 
  
Sì e magari pure Benigni alla (D)istruzione) e Travaglio agli Interni ( dei condomini) ahahahahahahah
E' ovvio che qualora ci fosse la sua candidatura e' perche' qualcuno dovrebbe comunque mantenere gli interessi di famiglia. Tutto il patrimonio accumulato in questi anni dovra' essere difeso :)Mica scemi in famiglia
Ad osservare la foto, ben azzeccata...Apparentemente la progenitura é stata a buona scuola.A dire il vero, tutto questo fa un po paura, per il semplice motivo, che hanno le possibilità di permettersi tutto, ed anche di più. Se i 500.000 euro per comprare un consenso d'un deputato, é veridico, é che non hanno affatto bisogno di contare gli spiccioli. 
Ad osservare la foto, ben azzeccata...Apparentemente la progenitura é stata a buona scuola.A dire il vero, tutto questo fa un po paura, per il semplice motivo, che hanno le possibilità di permettersi tutto, ed anche di più. Se i 500.000 euro per comprare un consenso d'un deputato, é veridico, é che non hanno affatto bisogno di contare gli spiccioli. 
Quello che non emerge abbastanza è che nel nuovo Parlamento vi  sono ancora una volta tanti «figli di». E mogli, mariti, nipoti, portaborse, segretari, delfini Un caso bipartisan.             Sono loro il nuovo che avanza nell'Italia del terzo Berlusconi Il forzista Mauro Pili è il delfino dell'ex presidente della Sardegna, così come il ras della Dc pugliese Totò Fitto era genitore di Raffaele (Fi) e Paolo Tancredi è l'erede dell'ex deputato Dc teramano Antonio.     Figli (f):    Tinni Andreatta, responsabile fiction di Raiuno, (f) dell’ex ministro dc Beniamino. Natalia Augias, Gr, (f) del giornalista e scrittore Corrado. Gianfranco Agus, inviato, (f) dell’attore Gianni. Roberto Averardi, Gr, (f) di Giuseppe, ex deputato Psdi. Francesca Barzini, Tg3, (f) dello scrittore e giornalista Luigi junior. Bianca Berlinguer, conduttrice del Tg3, (f) di Enrico, segretario del Pci. Barbara Boncompagni, autrice, (f) di Gianni. Claudio Cappon, direttore generale, (f) di Giorgio, ex direttore generale dell’Imi. Antonio De Martino, Gr, (f) dell’ex ministro socialista Francesco. Antonio Di Bella, direttore Tg3, (f) di Franco, ex direttore del “Corriere della Sera”. Claudio Donat-Cattin, capostruttura Raiuno, (f) dell’ex ministro democristiano Carlo. Jessica Japino, programmista regista delle edizioni di “Carramba”, (f) di Sergio. Giancarlo Leone, amministratore delegato di Rai Cinema e responsabile della Divisione Uno, (f) dell’ex presidente della Repubblica Giovanni. Marina Letta, contrattista a tempo determinato, (f) di Gianni, sottosegretario alla Presidenza a Palazzo Chigi. Pietro Mancini, Gr, (f) del socialista Giacomo. Maurizio Martinelli,Tg2, (f) del giornalista Roberto. Stefania Pennacchini, Relazioni istituzionali Rai, (f) di Erminio, ex sottosegretario Dc. Claudia Piga, Tg1, (f) dell’ex ministro dc, Franco. Francesco Pionati, notista politico del Tg1, (f) dell’ex sindaco di Avellino. Alessandra Rauti, redattore del Gr, (f) di Pino, segretario del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore. Silvia Ronchey, autrice e conduttrice di programmi, (f) di Alberto, ex ministro dell’Ulivo ed ex presidente di Rcs. Paolo Ruffini, direttore Gr, nipote del cardinale e (f) di Attilio, ex deputato e ministro dc. Sara Scalia, capostruttura di Raidue, (f) della giornalista Miriam Mafai. Maurizio Scelba, Tg1, (f) di Tanino, ex portavoce del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Mariano Squillante, ex corrispondente da Londra, poi a RaiNews 24, (f) dell’ex giudice Renato. Giovanna Tatò, Raitre, (f) di Tonino, consigliere di Enrico Berlinguer. Carlotta Tedeschi, Gr, (f) di Mario, senatore Msi. Daniel Toaff, capostruttura e autore della ‘Vita in diretta’, (f) dell ‘ex rabbino di Roma, Elio. Stefano Vicario, regista di Giorgio Panariello, (f) del regista cinematografico Marco. Stefano Ziantoni Tg1 (f) dell’ ex presidente dc della Provincia di Roma Violenzio. Rossella Alimenti, Tg1, (f) di Dante, ex vaticanista Rai. Paola Bernabei, Ufficio stampa, (f) dell’ex direttore generale della Rai, Ettore, proprietario della società di produzione Lux. Giovanna Botteri, Tg3, (f) di Guido, ex direttore sede Trieste Rai. Manuela De Luca, conduttrice Tg1, (f) di Willy, ex direttore generale Rai. Giampiero Di Schiena, Tg1, (f) di Luca, ex direttore dc del Tg3. Annalisa Guglielmi, sede Rai di Milano, (f) di Angelo Guglielmi, ex direttore di Raitre. Piero Marrazzo, conduttore di ‘Mi manda Raitre’, (f) dello scomparso giornalista Giò. Simonetta Martellini, Raiuno, (f) di Nando, radiocronista sportivo. Luca Milano, dell’ ufficio contratti, (f) di Emanuele, ex direttore Tg1 ed ex vice direttore generale. Barbara Modesti, Tg1, (f) dell’annunciatrice Gabriella Farinon e del regista Rai Dore. Monica Petacco,Tg2, (f) di Arrigo, storico e consulente di programmi Rai. Andrea Rispoli, Raidue, (f) del conduttore Luciano, ex Rai. Fiammetta Rossi, Tg3, (f) di Nerino, ex direttore del Gr2, e moglie del ex segretario dell’Usigrai, Giorgio Balzoni, caporedattore al politico del Tg1. Cecilia Valmarana, (f) di Paolo, uno dei padri del cinema coprodotto dalla Rai, nella struttura di RaiCinema. Paolo Zefferi, (f) di Ezio, giornalista, è a Rainews 24.  Fratelli (fr) e sorelle (s):  Angela Buttiglione, direttore dei Servizi Parlamentari, (s) di Rocco, segretario del Cdu. Nicola Cariglia, sede Rai di Firenze, (fr) di Antonio, ex segretario del Psdi. Silvio Giulietti, telecineoperatore nella sede Rai di Venezia, (fr) di Giuseppe, uomo Rai e Usigrai, ex responsabile dell’informazione dei Ds. Max Gusberti, vice di Stefano Munafò a Raifiction, (fr) di Simona, capostruttura di Raidue. Sandro Marini, Tg3, (fr) di Franco, ex segretario del Ppi. Giampiero Raveggi, capostruttura di Raiuno, (fr) dell’ideatore del programma “Odeon” Emilio Ravel (nome d’arte). Antonio Sottile, programmista regista di “Linea Verde”, (fr) di Salvo, portavoce di Gianfranco Fini. Maria Zanda, capo della segreteria di Roberto Zaccaria, (s) di Luigi, ex responsabile dell’Agenzia del Giubileo.    «Non possiamo avere un Paese che, quando andiamo a vedere le liste elettorali, sono tutti figli di». Luca Cordero di Montezemolo era ancora presidente di Confindustria quando, da buon manager legato alle famiglie più influenti del capitalismo italiano, prima del voto ha voluto ribadire l'importanza della meritocrazia e della concorrenza in tutti i campi, anche nella politica. «Sin dalla prima elementare - ha spiegato - chiunque deve poter andare avanti se è capace, indipendentemente da come si chiama». Gli si potrebbe replicare che dipende anche da dove uno frequenta le elementari. E se ci va accompagnato dall'autista di papà o a piedi con la mamma disoccupata assieme agli altri tre fratelli. Insomma, accanto alla questione del merito c'è quella delle opportunità. Che non sono proprio uguali per tutti nel nostro Paese. Neppure in politica. Così, per fare qualche esempio, vengono proprio da Confindustria e dal mondo imprenditoriale, figli di personaggi illustri. Come il 38enne manager Matteo Colaninno, vero fiore all'occhiello del Pd. Matteo è il numero due dell'impresa guidata da papà Roberto, il gruppo Piaggio: 7.200 dipendenti, 7 stabilimenti e attività commerciali in oltre 50 paesi. Forse è per questo che dice che «bisogna capire che azienda e lavoratori devono fare parte dello stesso progetto perché il mercato non è più l'orto di casa o il confine domestico ma il mondo». Da un imprenditore a un altro. Il Pd porta in parlamento anche Maria Paola Merloni, imprenditrice 45enne del Pd, già presidente di Confindustria nelle Marche e figlia di Vittorio, fabrianese patron della Indesit elettrodomestici e presidente di Confindustria dal 1980 al 1984.    Non è solo un problema di imprenditori, naturalmente. Anche i politici fanno da soli la propria parte. A Montecitorio anche stavolta ci sarà Giuseppe Cossiga, figlio del presidente emerito Francesco. Con il Pdl ci sarà anche Enrico Costa, figlio dell'ex ministro liberale Raffaele, che oggi presiede la provincia di Cuneo. Meno noto, ma altrettanto «figlio» il teramano Paolo Tancredi, 42 anni: suo padre è l'ex parlamentare della Dc Antonio Tancredi. Anche i vecchi golden boy (e governatori) azzurri Mauro Pili e Raffaele Fitto sono figli di politici illustri. Il padre dell'ex presidente della Sardegna, Domenico, era un socialista vecchio stampo e abbandonò la politica dopo una condanna per tangenti, Totò Fitto invece era un democristiano di razza ed era stato anche lui presidente della Regione Puglia. Figlie di personaggi illustri anche Stefania Craxi e Chiara Moroni, anime socialiste del Pdl. Sempre nel Popolo delle libertà trova posto Maria Eugenia Roccella. Roba da non credere, le sue origini familiari: la cattolicissima Maria Eugenia, portavoce con Savino Pezzotta del Family day, è figlia di Franco, uno dei fondatori del Partito radicale e anima dell'Ugi, Unione goliardica italiana. Naturalmente la medaglia d'oro tra i figli di va a Daniela Cardinale, giovane figlia dell'ex ministro delle Poste e telecomunicazioni Salvatore. Che ha raccontato così la genesi della sua candidatura: «Il ministro Fioroni mi ha onorato della proposta. Ma ha deciso Marini». «E come mai ha scelto lei?». «Mi conosce. È venuto da noi in campagna, due anni fa». La più famosa è invece sicuramente Marianna Madia, giovane di «straordinaria inesperienza». La neo parlamentare romana, classe 1980, «secchionissima» laureata con il massimo dei voti, deve dire grazie al «maestro di vita» Giovanni Minoli e ad Enrico Letta, che l'ha voluta non ancora laureata nel suo centro studi Arel. Marianna dice grazie anche, ovviamente, a Walter Veltroni, amico di suo padre Stefano, giornalista, attore e già consigliere comunale a Roma e scomparso alcuni anni fa. Tra i figli di personaggi illustri anche Franca Chiaromonte, figlia di Gerardo Chiaromonte, parlamentare e dirigente comunista, numero due del partito ai tempi di Berlinguer. Hanno il destino in comune, quello di avere perso il padre, Sabina Rossa, 45 anni, insegnante e sindacalista, figlia di Guido assassinato nel '79 dalle Br e Giovanni Bachelet, figlio di Vittorio, il professore vittima anche lui del terrorismo. Ci sono poi Francantonio Genovese, messinese avvocato figlio del senatore Luigi e nipote del pluriministro Nino Gullotti, entrambi dello scudo crociato. Non ci sono solo i figli.     Mogli e mariti (m):    Milva Andriolli, sede Rai di Venezia, è l’ex (m) di Silvio Giulietti, fratello di Giuseppe. Anna Maria Callini, dirigente alla segreteria di Raidue, (m) di Gianfranco Comanducci, vice direttore della Divisione Uno. Roberta Carlotto, direttore Radiotre, (m) dell’ex esponente Pci Alfredo Reichlin. Sandra Cimarelli, Palinsesto Raidue, (m) di Franco Modugno, direttore dei Servizi immobiliari Rai. Antonella Del Prino, collaboratrice a “La vita in diretta”, (m) del giornalista Oscar Orefice. Simona Ercolani, autrice di programmi Rai, (m) del giornalista Fabrizio Rondolino, ex portavoce di Massimo D’Alema. Paola Ferrari, conduttrice, (m) di Marco De Benedetti. Anna Fraschetti, vice del capo ufficio stampa Bepi Nava, (m) di Mario Colangeli, vice direttore Tg3 e sorella di Luciano, quirinalista Tg3. Giovanna Genovese, compagna di Sergio Silva, padre della ‘Piovra’ è delegata alla produzione. Ginevra Giannetti, consulente Rai International, (m) di Altero Matteoli, ministro dell’Ambiente, An. Giuseppe Grandinetti, Gr, (m) della senatrice verde Loredana De Petris. Francesca Manuti, produttrice di “Sereno variabile” di Raidue, (m) di Paolo Carmignani, vicedirettore Raidue. Lucia Restivo, capo struttura Raidue, (m) di Sergio Valzania, direttore Radiodue. Anna Scalfati, Tg1, conduttrice di programmi, (m) di Giuseppe Sangiorgi, membro dell’Authority ed ex portavoce di De Mita. Cristina Tarantelli, Servizi Parlamentari, (m) di Carlo Brienza, RaiSport. Daniela Vergara, anchorwoman del Tg2, (m) del conduttore Luca Giurato.   Nel nuovo parlamento trovano posto anche alcune vedove di personaggi illustri che hanno raccolto l'eredità politica o ideale dei mariti. Come Olga D'Antona, vedova di Massimo, il giusvalorista assassinato dalle Br nel 1999, o come Rosa Villecco, madre di due figli e vedova di Nicola Calipari, il funzionario dei servizi segreti assassinato in Iraq mentre riportava a casa la giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena. O ancora come Maria Grazia Laganà, vedova di Franco Fortugno, il vicepresidente del consiglio regionale della Calabria assassinato a Locri il 16 ottobre del 2005 nel seggio delle primarie dell'Unione. I radicali hanno voluto a tutti i costi l'elezione di Maria Antonietta Farina, vedova di Luca Coscioni, co-presidente dell'associazione che porta il nome del marito, impegnata per la libertà scientifica. Tra i radicali ecco in parlamento anche Elisabetta Zamparutti, compagna di Sergio D'Elia, uno dei leader di Prima linea, presente nello scorso parlamento ed escluso dalle liste per volere di Walter Veltroni.   Dal nuovo parlamento anche la formulazione della domanda di sempre: è Anna Serafini la moglie di Piero Fassino o è l'ultimo segretario dei Ds il marito della senatrice del Pd? Domanda senza risposta. Comunque sia, Anna Serafini spiega di «avere avuto solo svantaggi dal fatto di essere la moglie di Fassino. Sono regredita nella carriera, ho pagato un prezzo alto». E forse ha ragione. Moglie di un personaggio illustre anche l'ex ministro Barbara Pollastrini, un passato da femminista e maoista e un'intera carriera dal Pci al Pd: è infatti la compagna di Pietro Modiano, direttore generale di banca Intesa San Paolo. Anche un altro ex ministro è moglie di un personaggio di primo piano. Linda Lanzillotta è infatti la moglie di Franco Bassanini, ex ministro a sua volta. Linda e Franco sono i precursori in salsa romantica del Partito democratico. Entrambi in politica, infatti, militavano in due partiti diversi, lui nei Ds, lei nella Margherita. Poi finalmente l'unificazione politica. Moglie di un marito illustre, e nell'occhio del ciclone, è invece Anna Maria Carloni, compagna di vita del presidente della regione Campania Antonio Bassolino.       Nel lungo campionario delle mogli anche qualche caso nel centrodestra. Come Melania Di Nichilo, moglie dell'editore Angelo Rizzoli. O come Mariella Bocciardo, ex moglie di Paolo Berlusconi e la cognata di Silvio, già eletta alle elezioni 2006. Se non fosse «parente di» diremmo che ne ha fatta di strada da quando gestiva centri benessere, poi (senza molto successo) un ristorante, fino al lavoro in Fininvest. Nel Pdl l'elezione anche della giornalista del Tg1 Diana De Feo, che tutti ingiustamente riconoscono soprattutto come la moglie del direttore del Tg4 e ultrà berlusconiano Emilio Fede. Diana invece ha un curriculum di tutto rispetto: è inviata speciale del Tg1 per cultura e arte, è tra i fondatori del gruppo Italia 1 di Amnesty nel lontano 1977, ha vinto una valanga di premi. Ma soprattutto non ha certo avuto bisogno di Fede per conoscere il Cavaliere: «Per conto del giovane industriale milanese - riporta la biografia sul suo sito - ha infatti tradotto in italiano un volume tratto dalla rivista della dissidenza russa Kontinent, stampata a Berlino e diretta da Maxinov». Erano gli anni Settanta. E poi ci sono tutti i delfini del Pd, c'è la corte di Re Silvio, ci sono portavoce e portaborse. Un campionario che sembra non finire mai. Certo, essere figli, parenti, collaboratori non è reato né sinonimo di incapacità e privilegio: per fortuna c'è anche chi eredita passione e competenza        Nipoti (n) e vari:   Ferdinando Andreatta, dirigente di Rai- Way, (n) di Nino. Guido Barendson, conduttore Tg2, (n) di Maurizio. Aldo Mancino, dirigente RaiWay (n) dell’ex presidente del Senato, Nicola. Giuseppe Saccà, (n) di Agostino, direttore di Raiuno, nell’orchestra del programma di Raiuno ‘Torno sabato-La lotteria’. Adriana Giannuzzi, ufficio Diritti d’autore, (c) dell’ex senatore ed ex membro del Csm Ernesto Stajano e moglie del vicedirettore della Divisione Due Luigi Ferrari. Alfonso Marrazzo, Tg2, cugino di Piero. Marco Ravaglioli, Tg1, marito di Serena Andreotti, figlia di Giulio. Tommaso Ricci, Tg2, (c) di Angela e Rocco Buttiglione. Carlotta Riccio, regista, (c) di Claudio Cappon direttore generale Rai. Luigi Rocchi, dirigente area Business&development, genero di Biagio Agnes. Laura Terzani,Tg3, nuora di Antonio Ghirelli.   Anche il «nonno ritrovato» Romano Prodi prima di uscire dal Palazzo ha voluto lasciare un posto in Parlamento a un manipolo di donne e uomini di strettissima osservanza: portavoce, consulenti, collaboratori. Da Silvio Sircana, portavoce senza voce ufficiale, all'esperto di editoria (già sottosegretario di Prodi) Ricky Levi, fino alla capoufficio stampa di Palazzo Chigi, la bolognese (ex giornalista della Dire) amica della consorte Flavia, Sandra Zampa. In Parlamento tornano anche Sandro Gozi, che era nel gabinetto di Prodi presidente della Commissione europea, e il saggio Mario Barbi. Un altro prodiano di ferro, il ministro della Difesa uscente Arturo Parisi, ormai promosso, ha avuto anche lui diritto a piazzare il suo braccio destro Pierfausto Recchia, eletto alla Camera nella circoscrizione Lazio 1.     Erano portaborse, sono onorevoli    Tutti i ripescati e il «delfinarium» del nuovo Parlamento. Dall'ex portavoce di Casini Roberto Rao all'ex capo della segreteria di Veltroni Vinicio Peluffo, tutti i big hanno sistemato i loro fedelissimi. Premiati dopo anni di precariato.   Prima del voto c'erano i «derogati», quelli che avevano superato il tetto delle tre legislature e hanno presentato il curriculum per fare un'eccezione. Ora che le Camere si nono riunite è la vota degli «optati», i primi non eletti che entrano in Parlamento grazie alle scelte dei capolista presenti in più circoscrizioni. Al Senato in Piemonte la già senatrice leghista Rossana Livia Boldi ha preso il posto di Roberto Calderoli: il dentista lascia il posto a una specialista in ortodonzia. In Friuli Calderoli passa la mano a Mario Pittoni, giornalista, responsabile del foglio d'informazione Lega Nord Flash. Mentre optando per la Liguria Roberto Castelli consente l'ingresso in Parlamento a Irene Aderenti, candidata in Lombardia. L'insegnante di Castiglione delle Stiviere (Mantova) è da poco impegnata in politica con l'associazione delle donne padane. Castelli ha lasciato il posto in Emilia Romagna ad Angela Maraventano, la leghista lampedusana che tanto ha fatto parlare di sé, festeggiatissima nella piccola isola. Per Italia dei valori invece, Giampiero De Toni prende il posto di Giuseppe Astore che ha optato per il Molise. Già sindaco di Edolo per due legislature e presidente della comunità montana di Valle Camonica, dopo la mancata elezione di due anni fa al Senato, De Toni era entrato nello staff di Antonio di Pietro. In Puglia, ancora lista Idv, l'ortopedico brindisino Giuseppe Caforio prende il posto di Felice Belisario che ha scelto la Basilicata. Nella stessa regione, sempre al Senato, la presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Maria Antezza in Papapietro, è eletta con il Pd grazie a Nicola Latorre che ha preferito la Puglia. Nel Lazio, torna nelle aule parlamentari Vincenzo Vita al quale Franco Marini consegna il posto scegliendo l'Abruzzo. Sempre per il Pd, arrivano a Palazzo Madama Maria Francesca Marinaro (grazie ad Anna Finocchiaro che ha optato per l'Emilia Romagna) e Roberto Di Giovampaolo (per l'ex vicesindaco di Veltroni Maria Pia Garavaglia che ha scelto il Veneto). In Veneto, Giancarlo Galan del Pdl (che rimane presidente della Regione) cede il posto a Piero Longo.     Da delfini a onorevoli    Ma tra i 100 i senatori al primo incarico parlamentare e le oltre 300 matricole di Montecitorio ci sono anche tanti uomini e donne già abituati ad orientarsi nel dedalo di stanze e corridoi delle Aule parlamentari. Sono quelli che il libro «Onorevoli figli di» definisce il delfinarium dei partiti: colonnelli, portavoce, portaborse, segretari e affini. Professionisti o primi della classe nelle scuole di partito, dopo anni di precariato (ma ben pagato) e dedizione al parlamentare di turno ora coronano il sogno di occupare un osto nell'emicilo. È il caso, fra gli altri di Roberto Rao, che ha seguito Pierferdinando Casini come portavoce dal Ccd all'Udc, dalla presidenza della Camera fino all'ultima candidatura a presidente del consiglio. Per lui l'onore è doppio perché e stato braccio destro del portavoce che più di tutti ha fatto carriera: Casini è stato assistente di Arnaldo Forlani, il cui figlio peraltro è stato candidato senza successo proprio dall'Udc. Le candidature degli assistenti hanno fatto andare su tutte le furie il popolo dei blog e buona parte degli attacchi è rivolto al ticket democratico Veltroni-Franceschini. Il leader del Pd s'è portato dietro Vinicio Peluffo, suo capo segreteria, ed ex leader nazionale della Sinistra giovanile, e Walter Verini, suo capo di gabinetto al Campidoglio eletto in Umbria. Ci aveva provato, in un primo momento, il leader del Pd a tenere fuori dal Parlamento il costituzionalista (e suo ghost writer) Stefano Ceccanti. Acuto commentatore delle riforme costituzionali, Ceccanti è allievo di Augusto Barbera e docente alla Sapienza. Anche a lui, e all'altro neo-deputato Salvatore Vassallo, si deve il primo progetto di riforma elettorale del Pd. C'era rimasto molto male per la discriminazione, Ceccanti. Per lui, cattolico e tra i fondatori degli ormai disciolti Cristiano-sociali, le porte di Palazzo Madama si sono schiuse solo dopo l'abbandono di Pietro Larizza. È il moderato numero due del Pd Dario Franceschini che ha però la performance migliore. «Su tre dei suoi portaborse, Franceschini ne ha piazzati tre», lo ha attaccato Peppino Caldarola dalle pagine del Giornale. Il 100 per cento del risultato. E così a dare una mano al numero due del Pd, promossi al grado di parlamentari della Repubblica, ci sono l'attuale direttore della struttura nazionale del Pd Alberto Losacco, caposegreteria di Franceschini quanto era presidente dei deputati dell'Ulivo, l'attuale capo della segreteria Antonello Giacomelli, eletto in un posto blindato come la Toscana e Piero Martino, ex giornalista de Il Popolo eletto in Sicilia e portavoce del numero 2 del Pd. Cooptazione? Il vice di Veltroni ha prontamente rintuzzato gli attacchi. «Sono critiche ingenerose - ha spiegato - perché nella vita politica le via d'accesso partono o dal territorio o da impegni nazionali. Dagli staff provengono Casini o Bonaiuti, o anche Andreotti, che era un collaboratore di De Gasperi, persone che hanno scritto la storia dei loro partiti o dell'Italia».          Certo, essere figli, parenti, collaboratori non è reato né sinonimo di incapacità e privilegio: per fortuna c'è anche chi eredita passione e competenza, ma come può pensare un cittadino qualunque, laureato, competente, con principi e valori radicati e con il senso dello Stato, poter pensare di entrare un giorno in Parlamento per fare l'interesse della collettività se si entra solo per diritto di sangue e di parentela? Quante di queste persone elencate possiamo veramente credere che stiano li per l'interesse dei cittadini? E quante di queste sono li per merito? Bisogna cambiare subito questa legge elettorale e ritornare alle preferenze.   I cittadini hanno il diritto di scegliersi il proprio candidato in Parlamento, come prevede la nostra Costituzione e non questi , che non li ha votati nessuno.   
BRAVO E COMPLIMENTI!PURTROPPO, NELLA TUA INTERMINABILE LISTA, MANCANO ANCORA LE PERSONE CHE NON HANNOO LEGAMI DI PARENTELA E CIOE' AMANTI, UOMINI E DONNE, E GLI AMICI!!!!
Guarda che stai scrivendo su un blog non su un enciclopedia, ma chi se li legge mattoni come questi???????
BISOGNA SOLO IGNORARE CERTI BUZZURRI E SAPERE ASPETTAREMa non lo sapete che a lavare la testa agli asini si perde tempo e denaro?Cercate di ignorare certi deficienti che non hanno ancora capito cosa significhi identità nazionale.L'avevano capita gli Svevi nel 1200, popolazione estranea all'Italia anche se l'avevano invasa, e non riescono a capirla questi quattro buzzurri semianalfabeti, ed a a parole anche mangiaostie e baciapile?Ma lasciateli cucinare nel loro brodo e prima o poi capiranno in quale abisso li sta facendo precipitare la politica della cosiddetta "Lega" tesa al rilancio solo dell'egoismo e del razzismo più becero ed incivile peggo dei nazisti visto che non ne hanno assimilato la lezione storica).Aspettate ancora qualche anno quando L'EGOISMO DEL PADRONATO PADANO avrà trasferito tutte le loro industrie in Cina o India e poi rideremo.Quando i "padani" riprenderanno le valigie, come all'inizio degli anni '60, per  cercare lavoro altrove comprenderanno sulla loro pelle cosa significhi IDENTITA' E SOLIDARIETA' NAZIONALE.C'é nulla da fare la  barbarie non avrà mai fine finchè l'egoismo umano avrà la prevalenza sulla ragione.Ma quello che sta avvenendo insegna solo una cosa: che Pitagora, più di 2500 anni or sono,. aveva ragione.LUI DICEVA CHE BISOGNAVA ISTRUIRE I POPOLI PERCHE' UN POPOLO IGNORANTE E' COME UN VENTO BRUTALE CHE INCENERISCE OGNI COSA!Ma un popolo istruito e cosciente fa paura a certi rozzi governanti che oggi sono padroni della Lega. Ma il risveglio avverrà e questi personaggi andranno a spazzare foglie in una giornata ventosa, altro che a pontificare odio e razzismo e veleno contro "Roma Ladrona" e poi non rinunciano alle prebende ed agli agi che "Roma ladrona" concede anche a loro! Ma che faccie da tole!!!!!Credetemi sarà così. Bisogna solo avere pazienza!Salvatore Armando Santoro -  Boccheggiano (GR)www.circoloculturaleluzi.net  
UNO CHE SI CHIAMA SANTORO CHE POTEVA SCRIVERE, MA POTETE DARE LEZIONI VOI, CHE FINO A UN PO' DI TEMPO FA O FORSE ANCHE ADESSO ERAVATE AMMIRATORI INVASATI DEI REGIMI COMUNISTI CINESE, SOVIETICO, CUBANO...MEGLIO LEGHISTI IGNORANTI CHE COMUNISTI APOLOGETI DEI CRIMINI ROSSI.
fabry caro, tu stai a perdere tempo co sti comunisti, e gugly deve fare tutto il lavoro da solo.lascia stare il blog, e vai a controllare se i preservativi sono stati lavati bene da gugly.brunello freme, c'è una porcacciona prepagata, ma manca il tuo tocco di lingua per consegnare i profilattici al nano gigante. fabry, non perdere tempo, metti al servizio dello stato le tue capacità linguistiche, poi dritto al trenino.
GUGLIELMO GIUSTI, MA PERCHè NON VAI A QUEL PAESE??? 
E' vero che  si perde solo tempo a cercare di  lavar la testa  agli asini,  ma se ci si fosse accorti prima  di avere a che fare con questi buzzurri, ci saremmo risparmiati 15/16 anni di " non governo", con tutti i danni correlati. E non parlo solo della lega.Ma adesso  si sono superati tutti i limiti ed è bene che se ne prenda coscienza. Ho qualche perplessità, perchè c'è troppa ignoranza e soprattutto troppa disinformazione da parte di gente menefreghista, indolente e magari benestante.Chi è intelligente lo trova il modo di informarsi correttamente. E soprattutto chi è saggio sa discernere tra il bene e il male e non si fa abbindolare dai due b&b, che sono l'emblema dell'infimo.
  
  • Gentile “maria b,” la sua chiara analisi sulla “dynasty” che pretende instaurare, a mancanza d’altro, il nostro ex aspirante a dittatore vitalizio, merita di essere diffusa e ritrasmessa, come scrive anche “paolo”,
  • per aiutare a che aumentino coloro che riescano a prendere coscienza dell’imbroglio, sfuggendo alla malia del capo sorridente. 
  • Anche “stefy” (Stefania ?) da i suoi buoni consigli, e 
  • “perplessa” fa un bell’elenco di ministri berlusconiani inetti autori di solenni cafonate ma giammai dimittenti.
  • Non conosco le tendenze di Riccardo Romandini, ma è molto interessante la sua interminabile lista di «figli di» (e nipoti, mogli, mariti, fratelli e sorelle). 
  • Cordiali saluti.
  
Ma sta zitto, Saviano può fare al massimo il conduttore televisivo in coppia con Fazio, il migliore Ministro degli Interni è stato finora Maroni, con lui Legge e Ordine!
 MA SE SAVIANO E' COSI' INNOCUO, PERCHE' MAI QUELL'EROE DEL TUO MINISTRO SE LA PRENDE TANTO???   IN FONDO LO SA CHE I SUOI ELETTORI, IDIOTI COME TE, LO VOTANO LO STESSO!!!
Mi hai stancato con i tuoi insulti da pezzente sottosviluppato, chiudi quella fogna della tua bocca e parla con i minorati tuoi simili.
e il bello e' che lo stesso saviano ha + volte elogiato l'operato di maroni (strano, visto che la lotta alla mafia la farebbero SOLO i magistrati)
Ciao Oreste, ma Saviano l'hanno messo lì in coppia con Fazio per fare politica, i leaders della sinistra sono comici, scrittori, filosofi, cantanti, conduttori televisivi...tutti tranne che i politici...
gugly, finalmente s'è liberato un posto per te, al convento dei frati del cordone nodato, è morto un giovane di 98 anni, quindi la branda è libera. sarai trattato con tutti i riguardi, suor abbondanza  ti allatterà direttamente alla fonte; frate frocione provvederà quotidianamente a liberarti del problema stitichezza; ogni sera, potrai raggiungere gli amici del trenino in via gradoli;   frate tapino, ti insegnerà i rudimenti di economia domestica; la sera, poi, frate serafino, prima di farti baciare il cordone d'oro, ti leggerà la bellissima storia del somaro che vola, così potrai sognare ad occhi aperti.gugly, approfitta dell'occasione, ci sono tanti romani in coda per quel posto, una buona parola la fai mettere da quel prete pedofilo di tuo padre, e sarai sistemato per tutta la vita.un paio di domandine prima di salutarti: - came va la diarrea di don paolino buon aiuto e di zu giuvanni letta?   - quanti preservativi hai contato e riciclato dall'ultima volta che ci siamo letti? 
Noto un certo livore nel tuo esprimerti che credo dettato dallo sfioramento di nervi scoperti oltre che ad una certa illiberale imposizione ("ma sta zitto"): io non ti chiedo di stare zitto, Anzi! Ritengo che il tuo "parlare" sia emblematico e spieghi a sufficienza perché la Lega e Maroni sono al potere.Legge e Ordine, giusto! Mi sento di vivere nella legalità, sicuro e protetto da Maroni,  ma soprattutto dalle ronde padane e dal Lodo Alfano.Con tenerezza e compatimento, Valerio
Io compatisco te, perchè sei il solito ometto privo di argomenti, vorresti essere ironico ma sei solo un qualunquista da 4 soldi, Maroni fa i fatti, sono stati arrestati 28 dei 30 latitanti più pericolosi e sequestrati beni per milioni di euro, quindi chiudi il becco e parla di altro...
bravo gugly, a volte sembri un padano vero, vicino a renza saresti una bella sagoma, fagliela vedere a sti zotici come sei duro, soprattutto di comprendonio.a presto.......... potresti portare dei profilattici rilavati in via gradoli? ieri sera la farmacia era chiusa, ma tu ne hai sempre in abbondanza.
Bravo Valerio, condivido parola per parola, era ora che qualcuno rinfacciasse a questi presunti moralizzatori le loro responsabilità e i loro impicci con chi malgoverna il nostro paese.
qui ci vorrebbe la famosa pernacchia di Totò: PPPPPPPPPPPPPPPRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR
 A SORETA E MAMMETA...
Pensate quale grande ringraziamento dobbiamo dare a chi, sottovalutando il conflitto di interessi, ha permesso l'ascesa di questa famiglia. Al posto loro camminerei rasentando i muri, con cappello e occhialoni per non farmi riconoscere. Ci sarà pur un libro di storia con i loro nomi a caratteri in grassetto!
Sai chi sono quelli di cui parli, i nostri cari alleati del PD!
Il 4 novembre 1993 il 41 bis non fu rinnovato per 140 detenuti del carcere palermitano dell’Ucciardone. A rivelarlo, dinanzi alla commissione Antimafia, è stato l'ex Ministro di Grazia e Giustizia Giovanni Conso, il quale rivestì la carica tra il 1993 e il 1994 nei governi Amato e Ciampi. Conso ha spiegato di avere preso quella decisione "per fermare la minaccia di nuove stragi". L'ex guardasigilli ha continuato dicendo -" C’era già stato l’arresto di Riina, e si parlava di un cambio di passo della mafia con il nuovo capo, Provenzano.Il vice di Riina aveva un’altra visione: puntare sull’aspetto economico ed abbandonare le stragi. Ecco perché decisi di lasciar stare un atto che non era obbligatorio”. E' questo un passaggio che merita attenzione e neccessità di chiarimenti a parere dei parlamentari Luigi Li Gotti e Giuseppe Lumia, i quali si chiedono come potesse Conso conoscere "la linea adottata da Provenzano all’interno di Cosa Nostra se alla fine del ’93 Provenzano era ancora uno sconosciuto per gli investigatori". Numerose sono state le reazioni di stupore e indignazione dei parenti delle vittime delle stragi di mafia degli anni 1992 e 1993, mentre i giudici palermitani che indagano sui quei fatti hanno dichiarato che le rivelazioni di Conso rappresentano, per loro, delle autentiche novità. Solo per la cronaca è importante ricordare che il regime del carcere duro era uno degli argomenti cui faceva riferimento il cosiddetto "papello", il famigerato documento, che rappresenterebbe la prova della scellerata trattaiva tra Cosa Nostra e pezzi dello Stato, di cui ha parlato in modo particolareggiato Massimo Ciancimino.
 ma chi ti ha detto che CONSO era di sinistra????  Vero è che, per voi, chiunque non sia dichiaratamente berlusconiano è comunista, ma dire che CONSO era di sinistra significa essere ottusi!!! __________________________________________________   Attività politica Candidato ufficiale della Democrazia Cristiana al quattordicesimo scrutinio delle elezioni per il presidente della Repubblica del 1992. È ministro di Grazia e Giustizia dal 12 febbraio 1993 al 9 maggio 1994, come espressione dell'area cattolica ma senza appartenere ad alcun partito politico. È nominato nel Governo Amato I al posto di Claudio Martelli, dimissionario, e riconfermato nel successivo Governo Ciampi.  ________________________________________ad ogni modo, si sprecano le inchieste giudiziarie in cui il tuo ducetto risulta impelagato mani e piedi.....chissà.......forse tra una ventina d'anni sarà fatta luce!!!!   
Lascia stare Conso, Mancino, all'epoca Ministro dell'Interno e Ciampi, allora Presidente del Consiglio, non militano forse nel PD? Non hanno forse condiviso la scelta criminale di Conso? La prossima volta prima di scrivere rifletti e documentati, così al solito eviti di rispondere fischi per fiaschi.
infatti, macroscopico ignorante: Mancino era (ed è) un democristiano!!!!   Ma perchè prima di dare fiato alle trombe non studi?????  VAI A SCUOLA!!!!!!  Inoltre, ricorda che io NON sono mai stato democristiano!!!!! E nemmeno piddino!!!!!!  Ora hai capito bene????  IGNORANTE!!!  
  • Esponente della Democrazia Cristiana, di cui divenne segretario dapprima della provincia di Avellino e poi della regione Campania (di cui fu due volte presidente della giunta regionale), fu eletto per la prima volta senatore nel 1976 e da allora è stato sempre riconfermato.È stato Ministro dell'Interno dal 1992 al 1994: in questa veste firmò il decreto che istituiva il reato all'istigazione razziale, che ebbe come conseguenza la chiusura di numerose associazione neofasciste come Meridiano Zero. Durante il suo mandato fu modificato l'Articolo 41 bis, che stabilì condizioni di carcere duro per i boss mafiosi, furono sciolte decine di consigli comunali per infiltrazione mafiose e le forze dell'ordine assicurarono alla giustizia alcuni tra i più pericolosi capi di Cosa Nostra, tra cui Totò Riina e Nitto Santapaola. Nel 1994 dopo lo scioglimento della DC aderisce al Partito Popolare Italiano ed è tra i più stretti collaboratori di Mino Martinazzoli. Nel luglio 1994 partecipa al congresso del PPI ed è tra i principali esponenti contrari ad alleanze col centrodestra di Silvio Berlusconi e all'elezione diRocco Buttiglione alla segreteria del partito. Nell'ultimo giorno del congresso viene scelto dall'ala sinistra del PPI come candidato alla segreteria da contrapporre a Buttiglione. Tuttavia non riesce a coagulare attorno a sé la maggioranza del partito.Dopo la vittoria elettorale di Romano Prodi e dell'Ulivo, è stato Presidente del Senato della Repubblica dal 9 maggio 1996 al 29 maggio 2001, durante la XIII Legislatura.È stato rieletto senatore con le elezioni politiche del 2006, sempre per la Margherita. Il 24 luglio 2006 lascia il Senato dopo 30 anni di attività parlamentare perché eletto dal Parlamento in seduta comune come componente del Consiglio Superiore della Magistratura, in seno al quale ricopre l'ufficio di vicepresidente dal 1º agosto2006.
 
quello che non emerge abbastanza è che nel nuovo Parlamento ci sono ancora una volta tanti «figli di». E mogli, mariti, nipoti, portaborse, segretari, delfini. Un caso bipartisan. Figli (f):Tinni Andreatta, responsabile fiction di Raiuno, (f) dell’ex ministro dc Beniamino. Natalia Augias, Gr, (f) del giornalista e scrittore Corrado. Gianfranco Agus, inviato, (f) dell’attore Gianni. Roberto Averardi, Gr, (f) di Giuseppe, ex deputato Psdi. Francesca Barzini, Tg3, (f) dello scrittore e giornalista Luigi junior. Bianca Berlinguer, conduttrice del Tg3, (f) di Enrico, segretario del Pci. Barbara Boncompagni, autrice, (f) di Gianni. Claudio Cappon, direttore generale, (f) di Giorgio, ex direttore generale dell’Imi. Antonio De Martino, Gr, (f) dell’ex ministro socialista Francesco. Antonio Di Bella, direttore Tg3, (f) di Franco, ex direttore del “Corriere della Sera”. Claudio Donat-Cattin, capostruttura Raiuno, (f) dell’ex ministro democristiano Carlo. Jessica Japino, programmista regista delle edizioni di “Carramba”, (f) di Sergio. Giancarlo Leone, amministratore delegato di Rai Cinema e responsabile della Divisione Uno, (f) dell’ex presidente della Repubblica Giovanni. Marina Letta, contrattista a tempo determinato, (f) di Gianni, sottosegretario alla Presidenza a Palazzo Chigi. Pietro Mancini, Gr, (f) del socialista Giacomo. Maurizio Martinelli,Tg2, (f) del giornalista Roberto. Stefania Pennacchini, Relazioni istituzionali Rai, (f) di Erminio, ex sottosegretario Dc. Claudia Piga, Tg1, (f) dell’ex ministro dc, Franco. Francesco Pionati, notista politico del Tg1, (f) dell’ex sindaco di Avellino. Alessandra Rauti, redattore del Gr, (f) di Pino, segretario del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore. Silvia Ronchey, autrice e conduttrice di programmi, (f) di Alberto, ex ministro dell’Ulivo ed ex presidente di Rcs. Paolo Ruffini, direttore Gr, nipote del cardinale e (f) di Attilio, ex deputato e ministro dc. Sara Scalia, capostruttura di Raidue, (f) della giornalista Miriam Mafai. Maurizio Scelba, Tg1, (f) di Tanino, ex portavoce del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Mariano Squillante, ex corrispondente da Londra, poi a RaiNews 24, (f) dell’ex giudice Renato. Giovanna Tatò, Raitre, (f) di Tonino, consigliere di Enrico Berlinguer. Carlotta Tedeschi, Gr, (f) di Mario, senatore Msi. Daniel Toaff, capostruttura e autore della ‘Vita in diretta’, (f) dell ‘ex rabbino di Roma, Elio. Stefano Vicario, regista di Giorgio Panariello, (f) del regista cinematografico Marco. Stefano Ziantoni Tg1 (f) dell’ ex presidente dc della Provincia di Roma Violenzio. Rossella Alimenti, Tg1, (f) di Dante, ex vaticanista Rai. Paola Bernabei, Ufficio stampa, (f) dell’ex direttore generale della Rai, Ettore, proprietario della società di produzione Lux. Giovanna Botteri, Tg3, (f) di Guido, ex direttore sede Trieste Rai. Manuela De Luca, conduttrice Tg1, (f) di Willy, ex direttore generale Rai. Giampiero Di Schiena, Tg1, (f) di Luca, ex direttore dc del Tg3. Annalisa Guglielmi, sede Rai di Milano, (f) di Angelo Guglielmi, ex direttore di Raitre. Piero Marrazzo, conduttore di ‘Mi manda Raitre’, (f) dello scomparso giornalista Giò. Simonetta Martellini, Raiuno, (f) di Nando, radiocronista sportivo. Luca Milano, dell’ ufficio contratti, (f) di Emanuele, ex direttore Tg1 ed ex vice direttore generale. Barbara Modesti, Tg1, (f) dell’annunciatrice Gabriella Farinon e del regista Rai Dore. Monica Petacco,Tg2, (f) di Arrigo, storico e consulente di programmi Rai. Andrea Rispoli, Raidue, (f) del conduttore Luciano, ex Rai. Fiammetta Rossi, Tg3, (f) di Nerino, ex direttore del Gr2, e moglie del ex segretario dell’Usigrai, Giorgio Balzoni, caporedattore al politico del Tg1. Cecilia Valmarana, (f) di Paolo, uno dei padri del cinema coprodotto dalla Rai, nella struttura di RaiCinema. Paolo Zefferi, (f) di Ezio, giornalista, è a Rainews 24.Fratelli (fr) e sorelle (s):Angela Buttiglione, direttore dei Servizi Parlamentari, (s) di Rocco, segretario del Cdu. Nicola Cariglia, sede Rai di Firenze, (fr) di Antonio, ex segretario del Psdi. Silvio Giulietti, telecineoperatore nella sede Rai di Venezia, (fr) di Giuseppe, uomo Rai e Usigrai, ex responsabile dell’informazione dei Ds. Max Gusberti, vice di Stefano Munafò a Raifiction, (fr) di Simona, capostruttura di Raidue. Sandro Marini, Tg3, (fr) di Franco, ex segretario del Ppi. Giampiero Raveggi, capostruttura di Raiuno, (fr) dell’ideatore del programma “Odeon” Emilio Ravel (nome d’arte). Antonio Sottile, programmista regista di “Linea Verde”, (fr) di Salvo, portavoce di Gianfranco Fini. Maria Zanda, capo della segreteria di Roberto Zaccaria, (s) di Luigi, ex responsabile dell’Agenzia del Giubileo.«Non possiamo avere un Paese che, quando andiamo a vedere le liste elettorali, sono tutti figli di». Luca Cordero di Montezemolo era ancora presidente di Confindustria quando, da buon manager legato alle famiglie più influenti del capitalismo italiano, prima del voto ha voluto ribadire l'importanza della meritocrazia e della concorrenza in tutti i campi, anche nella politica. «Sin dalla prima elementare - ha spiegato - chiunque deve poter andare avanti se è capace, indipendentemente da come si chiama». Gli si potrebbe replicare che dipende anche da dove uno frequenta le elementari. E se ci va accompagnato dall'autista di papà o a piedi con la mamma disoccupata assieme agli altri tre fratelli. Insomma, accanto alla questione del merito c'è quella delle opportunità. Che non sono proprio uguali per tutti nel nostro Paese. Neppure in politica. Così, per fare qualche esempio, vengono proprio da Confindustria e dal mondo imprenditoriale, figli di personaggi illustri. Come il 38enne manager Matteo Colaninno, vero fiore all'occhiello del Pd. Matteo è il numero due dell'impresa guidata da papà Roberto, il gruppo Piaggio: 7.200 dipendenti, 7 stabilimenti e attività commerciali in oltre 50 paesi. Forse è per questo che dice che «bisogna capire che azienda e lavoratori devono fare parte dello stesso progetto perché il mercato non è più l'orto di casa o il confine domestico ma il mondo». Da un imprenditore a un altro. Il Pd porta in parlamento anche Maria Paola Merloni, imprenditrice 45enne del Pd, già presidente di Confindustria nelle Marche e figlia di Vittorio, fabrianese patron della Indesit elettrodomestici e presidente di Confindustria dal 1980 al 1984.Non è solo un problema di imprenditori, naturalmente. Anche i politici fanno da soli la propria parte. A Montecitorio anche stavolta ci sarà Giuseppe Cossiga, figlio del presidente emerito Francesco. Con il Pdl ci sarà anche Enrico Costa, figlio dell'ex ministro liberale Raffaele, che oggi presiede la provincia di Cuneo. Meno noto, ma altrettanto «figlio» il teramano Paolo Tancredi, 42 anni: suo padre è l'ex parlamentare della Dc Antonio Tancredi. Anche i vecchi golden boy (e governatori) azzurri Mauro Pili e Raffaele Fitto sono figli di politici illustri. Il padre dell'ex presidente della Sardegna, Domenico, era un socialista vecchio stampo e abbandonò la politica dopo una condanna per tangenti, Totò Fitto invece era un democristiano di razza ed era stato anche lui presidente della Regione Puglia. Figlie di personaggi illustri anche Stefania Craxi e Chiara Moroni, anime socialiste del Pdl. Sempre nel Popolo delle libertà trova posto Maria Eugenia Roccella. Roba da non credere, le sue origini familiari: la cattolicissima Maria Eugenia, portavoce con Savino Pezzotta del Family day, è figlia di Franco, uno dei fondatori del Partito radicale e anima dell'Ugi, Unione goliardica italiana. Naturalmente la medaglia d'oro tra i figli di va a Daniela Cardinale, giovane figlia dell'ex ministro delle Poste e telecomunicazioni Salvatore. Che ha raccontato così la genesi della sua candidatura: «Il ministro Fioroni mi ha onorato della proposta. Ma ha deciso Marini». «E come mai ha scelto lei?». «Mi conosce. È venuto da noi in campagna, due anni fa». La più famosa è invece sicuramente Marianna Madia, giovane di «straordinaria inesperienza». La neo parlamentare romana, classe 1980, «secchionissima» laureata con il massimo dei voti, deve dire grazie al «maestro di vita» Giovanni Minoli e ad Enrico Letta, che l'ha voluta non ancora laureata nel suo centro studi Arel. Marianna dice grazie anche, ovviamente, a Walter Veltroni, amico di suo padre Stefano, giornalista, attore e già consigliere comunale a Roma e scomparso alcuni anni fa. Tra i figli di personaggi illustri anche Franca Chiaromonte, figlia di Gerardo Chiaromonte, parlamentare e dirigente comunista, numero due del partito ai tempi di Berlinguer. Hanno il destino in comune, quello di avere perso il padre, Sabina Rossa, 45 anni, insegnante e sindacalista, figlia di Guido assassinato nel '79 dalle Br e Giovanni Bachelet, figlio di Vittorio, il professore vittima anche lui del terrorismo. Ci sono poi Francantonio Genovese, messinese avvocato figlio del senatore Luigi e nipote del pluriministro Nino Gullotti, entrambi dello scudo crociato.Non ci sono solo i figli.  Mogli e mariti (m):Milva Andriolli, sede Rai di Venezia, è l’ex (m) di Silvio Giulietti, fratello di Giuseppe. Anna Maria Callini, dirigente alla segreteria di Raidue, (m) di Gianfranco Comanducci, vice direttore della Divisione Uno. Roberta Carlotto, direttore Radiotre, (m) dell’ex esponente Pci Alfredo Reichlin. Sandra Cimarelli, Palinsesto Raidue, (m) di Franco Modugno, direttore dei Servizi immobiliari Rai. Antonella Del Prino, collaboratrice a “La vita in diretta”, (m) del giornalista Oscar Orefice. Simona Ercolani, autrice di programmi Rai, (m) del giornalista Fabrizio Rondolino, ex portavoce di Massimo D’Alema. Paola Ferrari, conduttrice, (m) di Marco De Benedetti. Anna Fraschetti, vice del capo ufficio stampa Bepi Nava, (m) di Mario Colangeli, vice direttore Tg3 e sorella di Luciano, quirinalista Tg3. Giovanna Genovese, compagna di Sergio Silva, padre della ‘Piovra’ è delegata alla produzione. Ginevra Giannetti, consulente Rai International, (m) di Altero Matteoli, ministro dell’Ambiente, An. Giuseppe Grandinetti, Gr, (m) della senatrice verde Loredana De Petris. Francesca Manuti, produttrice di “Sereno variabile” di Raidue, (m) di Paolo Carmignani, vicedirettore Raidue. Lucia Restivo, capo struttura Raidue, (m) di Sergio Valzania, direttore Radiodue. Anna Scalfati, Tg1, conduttrice di programmi, (m) di Giuseppe Sangiorgi, membro dell’Authority ed ex portavoce di De Mita. Cristina Tarantelli, Servizi Parlamentari, (m) di Carlo Brienza, RaiSport. Daniela Vergara, anchorwoman del Tg2, (m) del conduttore Luca Giurato.Nel nuovo parlamento trovano posto anche alcune vedove di personaggi illustri che hanno raccolto l'eredità politica o ideale dei mariti. Come Olga D'Antona, vedova di Massimo, il giusvalorista assassinato dalle Br nel 1999, o come Rosa Villecco, madre di due figli e vedova di Nicola Calipari, il funzionario dei servizi segreti assassinato in Iraq mentre riportava a casa la giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena. O ancora come Maria Grazia Laganà, vedova di Franco Fortugno, il vicepresidente del consiglio regionale della Calabria assassinato a Locri il 16 ottobre del 2005 nel seggio delle primarie dell'Unione. I radicali hanno voluto a tutti i costi l'elezione di Maria Antonietta Farina, vedova di Luca Coscioni, co-presidente dell'associazione che porta il nome del marito, impegnata per la libertà scientifica. Tra i radicali ecco in parlamento anche Elisabetta Zamparutti, compagna di Sergio D'Elia, uno dei leader di Prima linea, presente nello scorso parlamento ed escluso dalle liste per volere di Walter Veltroni. Dal nuovo parlamento anche la formulazione della domanda di sempre: è Anna Serafini la moglie di Piero Fassino o è l'ultimo segretario dei Ds il marito della senatrice del Pd? Domanda senza risposta. Comunque sia, Anna Serafini spiega di «avere avuto solo svantaggi dal fatto di essere la moglie di Fassino. Sono regredita nella carriera, ho pagato un prezzo alto». E forse ha ragione. Moglie di un personaggio illustre anche l'ex ministro Barbara Pollastrini, un passato da femminista e maoista e un'intera carriera dal Pci al Pd: è infatti la compagna di Pietro Modiano, direttore generale di banca Intesa San Paolo. Anche un altro ex ministro è moglie di un personaggio di primo piano. Linda Lanzillotta è infatti la moglie di Franco Bassanini, ex ministro a sua volta. Linda e Franco sono i precursori in salsa romantica del Partito democratico. Entrambi in politica, infatti, militavano in due partiti diversi, lui nei Ds, lei nella Margherita. Poi finalmente l'unificazione politica. Moglie di un marito illustre, e nell'occhio del ciclone, è invece Anna Maria Carloni, compagna di vita del presidente della regione Campania Antonio Bassolino.  Nel lungo campionario delle mogli anche qualche caso nel centrodestra. Come Melania Di Nichilo, moglie dell'editore Angelo Rizzoli. O come Mariella Bocciardo, ex moglie di Paolo Berlusconi e la cognata di Silvio, già eletta alle elezioni 2006. Se non fosse «parente di» diremmo che ne ha fatta di strada da quando gestiva centri benessere, poi (senza molto successo) un ristorante, fino al lavoro in Fininvest. Nel Pdl l'elezione anche della giornalista del Tg1 Diana De Feo, che tutti ingiustamente riconoscono soprattutto come la moglie del direttore del Tg4 e ultrà berlusconiano Emilio Fede. Diana invece ha un curriculum di tutto rispetto: è inviata speciale del Tg1 per cultura e arte, è tra i fondatori del gruppo Italia 1 di Amnesty nel lontano 1977, ha vinto una valanga di premi. Ma soprattutto non ha certo avuto bisogno di Fede per conoscere il Cavaliere: «Per conto del giovane industriale milanese - riporta la biografia sul suo sito - ha infatti tradotto in italiano un volume tratto dalla rivista della dissidenza russa Kontinent, stampata a Berlino e diretta da Maxinov». Erano gli anni Settanta. E poi ci sono tutti i delfini del Pd, c'è la corte di Re Silvio, ci sono portavoce e portaborse. Un campionario che sembra non finire mai. Certo, essere figli, parenti, collaboratori non è reato né sinonimo di incapacità e privilegio: per fortuna c'è anche chi eredita passione e competenza.
 Sembra di vivere l'ennesima puntata di una soap opera. Solo che si tratta del nostro paese, e di noi, non di una telenovela di quart'ordine! Il “familismo” in politica non è una novità. Ci sono diversi esempi, in tutti i partiti, con figli, nipoti, mogli....solo che, magari, quest'ultimi sono stati a loro volta eletti, e non “nominati” dal capo. Ma anche qui, bisognerebbe parlare di degenerazione, di svilimento, di imbarbarimento culturale. Quando il Cavaliere è “sceso in campo” (che espressione odiosa!!!!), l'ha fatto proponendo (come vincente) il modello dell'azienda. La nazione gestita come un'azienda. Ha lanciato la propria come l'immagine dell'imprenditore di successo, colui che avrebbe fatto la fortuna dell'Italia-azienda, al pari delle Berlusconi-aziende. Si tratta di un modello che è distante anni-luce dalla politica, specialmente da una politica “di sinistra”. Il “padrone” (o l'amministratore unico, o l'amministratore delegato, etc) persegue i “propri” interessi, se ne frega di chi ci lavora. Il “padrone” secondo l'immagine vincente proposta dal capo, è capace di gestire anche i momenti critici, “bonificando”, “risanando”, tagliando rami secchi....insomma, tutte quelle operazioni necessarie a produrre “profitto” per sè. Applicando tale modello alla gestione di una nazione come la nostra, bonificare, risanare, etc si può tradurre con “secessione”, liquidazione di “rami” considerati improduttivi (dal punto di vista del capo, s'intende) quali ad esempio la cultura o il mezzogiorno....L'intero paese è visto come una “proprietà”, a sostegno di ciò, si sbandiera continuamente il proprio potere in termini di “azioni” (=voti). Se nel consiglio d'amministrazione il cavaliere possiede la maggioranza delle azioni, reputa inutile persino la discussione dell'ordine del giorno, se non possiede tale maggioranza cerca di procurarsela, comprando azioni e/o azionisti. Anche questo modello è stato riproposto tal quale al governo del paese. Se il summenzionato cavaliere dovesse essere costretto a lasciare il timone, come in una grande azienda che si rispetti, nomina il “figlio prediletto” alla successione. Laddove il figlio prediletto è colui (o colei) che ha preso il “meglio” (questione di punti di vista, naturalmente) dal padre. Nessuno può, nè deve ostacolare tale operazione, visto che si tratta sempre del “maggior azionista”. Al Cavaliere e al figlio/figlia successore, si accompagnano personaggi assolutamente subalterni (=i portavoce). Individui che non abbiano capacità di brillare di luce propria, in modo da non correre il rischio di “fare ombra” al capo, ma che si presentino con “le phisique du role” del perfetto “maggiordomo”, come ad esempio un Bonaiuti prima, o un Capezzone dopo. Ora, spero che i “capricci” del premier durino ancora poco e che poi, volente o nolente, si arrenda all'idea che deve andarsene. Poi mi auguro che gli italiani si siano stufati e che abbiano imparato la lezione: essere gestiti come “strumento” per aumentare i profitti di UNO SOLO, non è degno di una moderna democrazia, l'Italia è una nazione, non una multinazionale!!!! Sicuramente ci saranno ancora persone che voteranno per lui o per sua figlia (il masochismo è una strana patologia), ma spero siano sempre meno, mentre mi auguro che il numero di coloro che hanno “preso coscienza” dell'IMBROGLIO sia in costante aumento! 
CARO ONOREVOLE, CON UN POPOLO DI SERVI (FRASE VECCHIA DI QUASI UN SECOLO), NON PUO' ESSERE ALTRIMENTI.SE L'ITALIA LI SCEGLIE, VUOL DIRE CHE IL POPOLO HA CIO' CHE SI MERITA.  D'ALTRONDE, NOI ITALIANI, GLI ATTRIBUTI LI ABBIAMO SOLO PER ANDARE A PUTTANE, PER IMITARE IL NOSTRO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.   TRA L'ALTRO ALL'ESTERO HANNO DI NOI LA CONSIDERAZIONE CHE MERITIAMO, CIOE', QUELLA DI UN POPOLO CHE NON FINISCE MAI UNA GUERRA DALLA PARTE DOVE LA INIZIA. BASTA UN PIATTO DI LENTICCHIE EWD IL GIOCO E' FATTO.ESEMPIO EMBLEMATICO DI QUESTO DETTO, E' IL VOSTRO ERPE GIANFRANCO FINI, CHE 30 ANNI FA' URLAVA CONTRO LA CORRUZIONE, IN PARTICOLAR MODO CONTRO "IL GATTO E LA VOLPE" BERLUSCONE E CRAXI (POCHI SE NE RICORDANO, SMEMORATEZZA CONVENIENTE DEGLI ITALIANI) OSANNANDO ADDIRITTURA IL PPOL MANI PULITE. POI PASSO' ARMI E BAGAGLI CON LA CRICCA CAPEGGIATA, GUARDA CASO DA BERLUSCONE, DOPO UNA VENTINA DI ANNI, PER MIRACOLO ITALIANO, ARMI E BAGAGLI, DI NUOVO CONTRO BERLUSCONE.SE LA SITUAZIONE E' QUESTA, BISOGNA RINGRAZIARE ANCHE IL CENTROSINISTRA. A PARTE QUALCHE SPORADICA INIZIATIVA DI IDV, MI SAPREBBE DIRE QUANTE VOLTE IL PD HA FATTO MAI OPPOSIZIONE? QUANTE DELLE MOZIONI DI IDV SONO STATE APPOGGIATE DAL PD? A MIA MEMORIA, NESSUNA.QUANTE VOLTE IL PD HA PARTECIPATO A RACCOLTE DI FIRME PROMOSSE DA IDV CONTRO LE LEGGI PROPOSTE DA QUESTA BANDA BASSOTTI?  CHE IO MI RICORDI MAI, ANZI IL PIU' DELLE VOLTE VI HANNO INSULTATO.L'UNICA VOLTA CHE IL PD HA EVOCATO UNA RACCOLTA DI FIRME PER UN REFERENDUM, E' STATO IN OCCASIONE DELLA RIFORMA GELMINI, ALLA QUALE VELTRONI L'AFRICANO (PURTROPPO, PER NOI, E PER FORTUNA DEGLI AFRCANI, MANCATO) AVEVA MINACCIATO QUESTA SOLUZIONE, MA STIAMO ANCORA ASPETTANDO L'ORGANIZZAZIONE DEI TAVOLINI.PER ROMPERE QUESTO MURO, CI VORRFEBBE UN'AZIONE DIROMPENTE, NEI CONFRONTI DUI TUTTA LA CASTA POLITICA ATTUALMENTE AL POTERE, SIA COME GOVERNO CHE COME OPPOSIZIONE, E CIO NON E' POSSIBILE SE SI CONTINANO A CERCARE DIALOGHI CON CHI E' SFIDUCIATO CONTINUAMENTE DAL PROPRIO ELETTORATO, NE SONO ESEMPI LA PUGLIA E LA CITTA' DI MILANO, DOVE IL POPOLO DI CENTRO-SINISTRA HA VOTATO CONTRO LA PROPRIA CLASSE DIRIGENTE, QUESTO DOVREBBE FAR RIFLETTERE CHE CERCA ALLENZE NEL PALAZZO E NON NELLA SOCIETA' CIVILE. SE SI PENSA CHE IDOLO DEL POPOLO DI CENTROSINISTRA SIA OSANNATO UN BALORDO CME FINI LE CUI GESTA SONO A TUTTI NOTE, SI PUO' CAPIRE LO STATO DI SBANDAMENTO DI QUESTA FASCIA DI ELETTORI.  SE IDV CREDE NEL CAMBIAMENTO, DEVE CERCARE I PRPRI ALLEATI, NEGLI ELETTORI, NON NEI CORRIDOI MALEODORANTI DELLA CASTA. C'E' UN POPOLO CHE NON E' NE DI SINISTRA, NE DI DESTRA, MA SEMPLICEMENTE ITALIANO, CHE CERCA UNA DEGNA RAPPRESENTANZA CHE OGGI E' DIFFICILE  INDIVIDUARE NEI CANCEROSI PARTITI, IMPEGNATI PIU' NELLA SPARTIZIONE DI POLTRONE CHE    AI DIRITTI DEL POPOLO INTERO. CARA IDV IL PD, CON I SUOI D'ALEMA, LATORRE, GIACCHETTA, BERSANI......... IL PIU' DELLE VOLTE VI HA INDICATO COME POPULISTI NOCIVI ALLA DEMOCRAZIA, TRANNE BATTEZZARE LE STESSE COSE PER LEGALITA' QUANDO VENGONO DETTE DAL CIALTRONCELLO BOLOGNESE, QUINDI SAREBBE ORA CHE NE TRAESTE LE CONCLUSIONI. ALTRIMENTI NON CI SI MERAVIGLI, SE MARINA, STIPENDIATARIA DI D'ALEMA, SAVIANO, SCALFARI....... ATTRAVERSO MONDADORI, DIVENTI UNA REGINETTA PER DIRITTO EREDITARIO, CON LA BENEDIZIONE DEI SUOI STIPENDIATI.  
...concordo con te al  Caligola di oggi manca solo di nominare il suo cavallo!!!
On. Donadi, ho avuto modo di apprezzare molto le sue posizioni sull'uscita dal berlusconismo: Ho scritto all'on.Di Pietro intendendomi rivolgere al Segretario del mio partito, l'IDV."On.Di Pietro, sono iscritto IDV, ma non capisco la Sua attuale posizione: pensa che si possa uscire dal berlusconismo tramite elezioni con 3 poli? Abbiamo già perso nel 1994 con 3 poli, il paese è diviso in un 60% di cittadini in crescita che non sopporta più Berlusconi, siano essi di destra o di sinistra, che non ne può più del quasi ventennio ormai passato e per questo è disposto a qualsiasi alleanza per difendere la Costituzione, la democrazia, la legalità, l'unità nazionale, che sappiamo sarebbero massacrate se assistessimo ad un'altra vittoria elettorale di Berlusconi alleato alla Lega Nord.  On. Di Pietro è necessario fare alcune riforme che per essere fatte hanno bisogno di essere condivise almeno dalla maggioranza del Paese, come quella sul conflitto di interessi, la prima da fare per evitare un ritorno di Berlusconi o l'apparire di altri come lui nel futuro, poi c'è la situazione economica che come l'Europa ci dimostra è gravissima, c'è una nuova legge elettorale per il futuro da fare, ci sono dei provvedimenti contro la corruzione dilagante da prendere, una riforma della Rai che la renda autonoma dai partiti...Per fare queste cose che non sono da poco, soprattutto il conflitto di interessi è centrale: non è una leggina qualunque che si può fare con maggioranze striminzite, si tratta di toccare con mano coacervi di interessi e solo un'alleanza che arrivi fino a FLI può vincere e realizzare: IDV-PD-UDC-FLI (e SEL) in un'alleanza per una legislatura Costituzionale."Vogliamo uscire dal berlusconismo, il fatto che Marina Berlusconi possa candidarsi è tipico di un paese dove NON c'è alcuna legge sul conflitto di interessi che proibisca il monopolio televisivo, senza il quale Berlusconi sarebbe già uscito di scena da tempo. Serve l'atteggiamento e la dirittura morale dei padri fondatori, il momento non è molto differente. Sappiamo che cosa accadrebbe se Berlusconi vincesse, lo ha già detto, se lo spiegate bene gli italiani vi capiranno, certo che Berlusconi griderebbe all'ammucchiata, ma voi dovete spiegarlo che è una forma di enorme responsabilità verso il Paese: tutte le culture politiche democratiche unite per ripristinare la democrazia. 
L'italia ha già dato!!!....come darle torto, caro donadi?? sappiamo bene che l'unico motivo per cui la suddetta "scenderà" in politica (sono tra quelli che ritengono che la cosa sia stata decisa da tempo) è lo stesso motivo per cui "discese in campo" il despota nel 1994 ovvero la continuazione della politica della difesa degli affari di famiglia, lo scardinamento della democazia, ecc.ecc.....insomma, nulla di nuovo, se non cose di cui siamo stra-saturi!!  il berlusconismo è una PIAGA socio-economico-politico-mediatico-culturale...liberarcene sarà una conquista come quando si conquistano le libertà elementari, come quando si guarisce da una brutta malattia....quindi, ipotizzare la candidatura della figlia del manovratore è come dimostrare che la ns democrazia è davvero morta e sepolta.....è come confermare che la ns repubblica è diventata di fatto una monarchia padronale ed ereditaria, è come confermare che in 16 anni non si è capito un tubo dello sfacelo compiuto dal berlusconismo....no, per favore!!!...un po' di pietà per questo paese, ridotto alla rovina per colpa della megalomania e prevaricazione di questo ceffo...la figlia farebbe bene a pensare a far curare il suo vecchio, malato di sesso, di escort, di bunga-bunga e via dicendo...
insomma qui in italia e' una vera catastrofe.  dimmi una cosa: in che modo la tua vita e' cambiata da quando B. ha iniziato a smantellare la democrazia e a distruggere il paese? ci saranno stati dei cambiamenti radicali,no?
tu che difendi tanto il tuo b., perchè non inizi a dire come è cambiata la tua vita da quando c'è LUI????.
sara' anche un'ottima osservazione,ma credo che prima dovresti rispondere tu invece di svicolare con un'altra domanda.poi se vuoi rispondo anche io, non c'e' problema.......pensi di farcela?
bene, ovviamente non e' cambiato un cazzo, chissà magari e' pure migliorata.
 bisognerebbe chiarire una cosa che è la base di tutte le altre considerazioni: noialtri, spregevoli comunisti bolscevichi, consideriamo il "bene collettivo" primario rispetto a quello individuale. Da ciò deriva che se la "comunità" nel suo complesso sta peggio, la cosa ci colpisce in prima persona. Voialtri "liberali moderni" anteponete il vostro individuale benessere a quello collettivo. Ecco perchè se la collettività sta peggio, a voi non interessa. L'unica cosa che vi interessa, è il benessere individuale. Ecco perchè, ad esempio, un problema come l'evasione fiscale non vi interessa nella misura in cui non impone ad ognuno di voi un maggior carico per sopperire ciò che altri non versano. Il decadimento dell'apparato scuola-università non vi interessa se non siete più studenti, o se non avete familiari che studiano. Il malessere operaio o precario non vi interessa, se non siete precari o operai.....E potrei continuare all'infinito. Il "distinguo" è sempre lo stesso: il bene collettivo o il bene individuale??   E spesso (per fortuna non sempre) l'uomo di destra non riesce a capire che il bene collettivo porta anche al bene individuale. La strada è più lunga, ma più giusta e soddisfacente per tutti. Che la mia minuscola condizione personale sia migliorata o peggiorata con il governo (I governi) berlusconi è ininfluente: è peggiorato, e molto, tutto il resto. Non conosco personalmente Stefy, ma al posto suo ti avrei risposto così. Anche la domanda sul ministro Frattini è stupida. Ovvio che IO non ho avuto bisogno personalmente del ministro Frattini......cosa vuoi che ti dica? Non mi piace perchè non condivido la sua cultura di base, nè le sue convinzioni. Non posso certo venirti a dire che non mi piace perchè porta i calzini turchesi!!!! Capito la differenza???  E ora, su.....raccontaci, invece, da bravo uomo liberale “di destra”, com'è migliorata la tua vita con Berlusconi, e come invece era peggiorata nei due anni di governo Prodi..... 
ops
Caro Jacovacci è mio.....a volte non prende il nome in automatico.....
non capisco perchè per poter dire che il tuo leader ha fallito miseramente, devo raccontare a te la mia vita personale!!  ...non c'è mica bisogno che racconti i fatti miei??.....la realtà del paese (quella che il tuo capo si affanna a nascondere) è abbastanza  chiara: il tuo amato non ha fatto una cippa lippa, ma ha solo pensato a sè, ai suoi affari, ai suoi problemi giudiziari, e a godersi la vita con le escort!!....quindi, piantala con questi giochini  del cavolo.....se poi, per te, va tutto meravigliosamente bene, che vuoi che ti dica???.....vuol dire che vivi nel paese delle meraviglie!!...ma su questo non avevo dubbi!!
boh, io mica vi capisco,rispondete come se avessi detto altre cose.chissa' cosa hanno messo nell'acqua dalle vostre parti. i "giochini" me li tiri fuori, come si puo' sentire un giorno si e l'altro anche incredibili esagerazioni sulla "democrazia a rischio", smantellata,ecc...? sono stupidaggini,esagerazioni, quindi come pretendere poi che io sia perfettamente serio ? se sei cosi' convinta di vivere sotto regime qualche cambiamento nella tua vita e in quella di tutti ci deve pur esser stato,no? no,infatti ti inalberi ma non rispondi perche'  in realta' non e' altro che una chiacchiera. il discorso di maria sul bene individuale - collettivo poi chissa' da dove esce fuori. ma chi ti ha detto che io (parlo per me) non ho a cuore il bene collettivo ma solo il mio personale? mah! lo evinci dal fatto che vado dietro a b.? poi,mica voglio sapere i fatti di stefy, chiedo solo quali effetti ha avuto lo smantellamento della democrazia da parte di b. una cosa cosi' grossa avrebbe stravolto la vita di tutti e quindi anche la sua, non faccio un discorso individuale chiedo solo a chi dice di non vivere + in democrazia di dimostrarmelo con i fatti,suoi o no. non pensavo fosse possibile travisare una cosi' semplice. e poi calmatevi che tra un po' B. sparisce. passo e chiudo, non dico altro, chissa' quali fiaschi intendereste da altri fischi.
ma insomma cosa vorresti sentirti dire?? che poichè non sono stata perseguitata, arrestata per le mie critiche, o poichè non ho avuto dosi di olio di ricino o manganellate, non posso affermare che la democrazia è stata scardinata?? e questo che intendi?? credo di sì....bè, mio caro, ci sono strumenti "moderni", piu' subdoli, formalmente meno invasivi,  per poter scardinare una democrazia!!! ed è quello che fa il tuo premier!!! se non lo hai capito finora, che ti devo dire??
Gesu'GiuseppeSant'AnnaeMaria!, volevo solo sapere in che modo la tua, la nostra liberta' e' stata limitata, chiaro cosi? mi fate venire voglia di darvelo sul serio un po' di olio di ricino,cosi' almeno non ne parlate a vanvera.
e tu continui a non capire!! o meglio, fai finta di non capire!!! ah, lo so che vorresti darmelo l'olio di ricino!!
Oreste, vedo che sei ostinato. Sono sicura che hai capito fin troppo bene, ma (come fanno i tuoi politici e giornalisti di riferimento) svicoli. TUTTO ciò che ha fatto Berlusconi è stato "perseguire il proprio interesse", anche a scapito di quello dei cittadini TUTTI. Basterebbe la lunga lista di leggi ad personam, quelle approvate e quelle tentate, per averne già abbastanza. Ma anche i provvedimenti che stanno a metà strada tra l'economia e la giustizia (come tutti gli scudi, e i condoni)......ma anche il conflitto d'interessi che lo porta ad essere mostruosamente invadente ed invasivo nelle case di tutti noi!!! E non parlo solo della TV!!!! Ma come fai a sostenere che tutto questo (e tanto altro, la lista sarebbe troppo lunga!!!) NON ha influito sulla vita di TUTTI? Sicuramente NON ha influito negativamente nella vita di chi di ciò s'è avvantaggiato, o di chi gira la lesta dall'altra parte e, da perfetto qualunquista, continua a belare dietro al capo-generoso-benefattore. Ma ti assicuro che, per me, la sola violazione dell'art. 3 della Costituzione, è più che abbastanza. Passo e chiudo anch'io. Cordialità!!   maria b.