novembre 2008

"Una parte del Pd lavora per Berlusconi e ci vede come il male assoluto"

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"Sicuramente c'è una parte del Partito Democratico che è contro di noi".

Lo denuncia in un'intervista ad Affaritaliani.it il capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera, Massimo Donadi.

"I fatti accaduti in questi ultimi giorni, penso in particolare all'elezione di Villari ma se andiamo più indietro nel tempo non solo..., fanno capire che c'è davvero una parte del Pd che lavora per il Re di Prussia". Ovvero per Berlusconi...

"Sì, lavora ovviamente non in senso proprio. Due fatti si sommano in questo momento. C'è da un lato il partito trasversale Raiset (cioè Rai-Mediaset) che nel Centrodestra si impersona nello stesso blocco di comando, è Berlusconi, sono i suoi interessi e il gran ciambellano Romani. E più la situazione è difficile a causa della crisi e più si stringe il giogo sull'informazione che deve servire per mantenere il consenso.

Dall'altro lato però c'è quella parte di politica nel Centrosinistra che nel corso degli anni ha pensato di contrastare Berlusconi non opponendo un modello diverso ma cercando di copiare il suo stesso modello. Cercando quindi di creare una rete di potere economica-finanziaria-mediatica che si potesse contrapporre a quella del Cavaliere, a partire dal controllo totale di quella parte della Rai su cui riuscivano a mettere le mani.

E' quella parte che ha denunciato tre anni fa Arturo Parisi durante l'estate dei furbetti del quartierino, quando denunciò che c'era una questione morale non risolta in una parte dell'allora Ds".

Si riferisce a D'Alema e alla sua corrente?

"A un'area del Partito Democratico, della quale non penso proprio faccia parte Massimo D'Alema, ma persone che in questi giorni si sono spese per sostenere prima le ragioni di Villari, poi, quando noi ci siamo tirati fuori dalla partita della Vigilanza Rai, si sono scoperte tutte le frottole che sono state raccontate. Questa parte del Pd cerca di mantenere in piedi solo macerie. D'Alema è una persona intelligente e penso che abbia capito che quella battaglia è persa per sempre, nel senso che oggi di quella lotta il Pd ha ereditato solo macerie: contrapporre a Berlusconi un'armata di potere economico e mediatico è impossibile. Tutti quelli che erano stati messi insieme nel campo economico sono passati armi e bagagli con il premier, e lo si vede nell'operazione Cai e nel fatto che Berlusconi si ritrova un Corriere della Sera offerto dal suo direttore su un vassoio d'argento. Poi sul piano dell'informazione D'Alema si è fatto la sua tv".

Quindi contro chi punta il dito Donadi?

"Parlo di Latorre, Follini, Velardi e altri del Pd che, in virtù di una politica che ritengono solo come gestione di un potere, pensano sia più utile dialogare con chi il potere ce l'ha, anche se di una coalizione contrapposta, e contrattare briciole di potere piuttosto che contrapporsi con una forza politica come la nostra che poggia le ragioni etiche sul modo di fare politica. Chi ricerca la mediazione di interessi particolari vede l'alleanza con l'Italia dei Valori come il male assoluto perché toglie ogni speranza per quel tipo di governo nel quale credono".

 Da Affari Italiani.it

Chopin ed i suoi cattivi eredi

pianisti1.jpg Astuzia, rapidità, velocità d’esecuzione. Le caratteristiche del ‘pianista’, di quel parlamentare che vota per chi è assente. Con aria ingenua, facendo finta di guardare altrove, zacchete…malandrino, con la manina vota per i colleghi che non ci sono. Non è una cosa da poco, perché è un malcostume che incide sulla vita di tutti i cittadini: quei voti truffaldini, che modificano le maggioranze parlamentari, vengono conteggiati regolarmente. Per anni abbiamo denunciato questa grave irregolarità ed ora finalmente la Camera sta provvedendo, con l’ausilio della tecnologia. L’Aula, infatti, sarà dotata di un sistema di voto elettronico capace di riconoscere le impronte digitali, ma non è certo che potrà assolvere al suo compito, perché una fronda di parlamentari è contraria al suo utilizzo e per la sua piena funzionalità è necessario che ogni deputato dia il consenso al prelievo delle impronte. Gli stessi parlamentari che a proposito delle impronte digitali ai Rom, per esempio, dicevano che non si trattava assolutamente di una misura offensiva e lesiva della dignità umana, oggi invece si trincerano dietro il diritto alla privacy. E si dicono scandalizzati dall’idea di prendere impronte digitali ad un ‘Onorevole’. Beh, non so voi, ma io proprio non capisco come possa essere considerato offensivo un sistema di voto personalizzato. E poi, se prendere le impronte non è offensivo per un qualsiasi cittadino perché dovrebbe esserlo per un parlamentare? Io non voto per altri, rispetto il parlamento, la democrazia ed i cittadini e per questo sarò il primo a farmi prendere le impronte. Sia chiaro a tutti che daremo battaglia dentro e fuori il parlamento per evitare lo spreco di soldi pubblici, mezzo milione di euro, e per impedire che i pianisti continuino impunemente ad alterare le votazioni. Chopin, il ‘poeta del pianoforte’, non merita questi ‘eredi’.