novembre 2011

PER IL BENE DELL'ITALIA, E' TEMPO DI AGIRE

Siamo sul ciglio di un burrone, di fronte a noi si sta aprendo una drammatica voragine. Via via che le ore passano la situazione rischia di diventare sempre più drammatica per il Paese. In questo momento, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, in primis il governo che, in qualunque modo e ad ogni costo "democratico", deve sloggiare. La proverbiale tolleranza e pazienza dei cittadini è arrivata al capolinea. Il presidente del Consiglio è un uomo fuori di testa che deve essere fermato, con tutti gli strumenti che la politica e la democrazia ha a sua disposizione. Anche gli elettori di centrodestra devono sentire forte l’esigenza di un cambiamento perché, in questo momento, salvare l’Italia è più importante degli schieramenti politici. Serve mettere in sicurezza il paese, salvarlo da questa follia berlusconiana durata troppo a lungo. Tutte le forze politiche che non si sono compromesse con 5 anni di vergogna berlusconiana si devono mettere insieme e portare il paese in sicurezza verso nuove elezioni. Tutti siamo chiamati ad uno straordinario sforzo di responsabilità, anche ripensando alle proprie priorità. Chi nel centrodestra conserva ancora un minimo di buon senso e soprattutto di senso dello Stato e amore per il Paese abbia il coraggio di staccarsi per fermare Berlusconi, per dar vita ad un governo di transizione  che faccia le due e tre cose non più rinviabili per calmare e ridare fiducia ai mercati, e poi condurre rapidamente il paese alle urne. E poi si dia vita ad un’alleanza eccezionale, di stampo costituente, di larghissima base maggioritaria, che dovrà fare politiche non tanto di destra né di sinistra ma tutto ciò che  è necessario per salvare il paese, rimetterlo sui binari della crescita e guardare al futuro con rinnovata fiducia.

Clima da ora X...

Tra un po’ (alle 13) inizierà l’ufficio di presidenza dell’Italia dei Valori per fare il punto sulla situazione politica e sulla crisi economica che sta investendo l’Italia. Valuteremo la situazione e presenteremo le nostre proposte. Come abbiamo sempre fatto, responsabilmente. Mai ascoltati, naturalmente, da un governo che ha fatto della delegittimazione dell’avversario politico una regola di vita.

Per anni abbiamo denunciato (inascoltati) la gravità della situazione, abbiamo chiesto spiegazioni ed abbiamo lanciato proposte. E questo lo sapete. Ciò che cambia in questi giorni, anzi, in queste ore, è il precipitare degli eventi. In queste ore ognuno di noi si assume una responsabilità che non è solo politica, ma storica, perché ne va del futuro dello Stato e delle politiche economiche e sociali dei prossimi anni. Per questi motivi siamo disposti a fare la nostra parte e anche a sostenere un governo di transizione. Non a tutti i costi, naturalmente. Non potremmo mai sostenere un governo che facesse della macelleria sociale o che facesse pagare alle solite categorie o ai più deboli i costi economici e sociali della crisi. A queste condizioni non ci staremmo.

Pubblico l’intervista rilasciata oggi ad Affaritaliani.it "Il governo tecnico è l'unica strada. In questo momento i partiti devono rivedere le loro priorità: la prima è quella di salvare il Paese". Massimo Donadi, capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera, con un'intervista ad Affaritaliani.it, stoppa Nichi Vendola che ha bocciato un esecutivo di larghe intese per affrontare la crisi. Monti premier? "E' una delle figure che può rassicurare l'Europa". Il governo tecnico sarebbe una buona soluzione per affrontare la crisi? "In questo momento è l'unica strada: questo governo non ha più i numeri, le idee e la credibilità per affrontare la situazione. Un governo con un'ampia maggioranza parlamentare può da un lato rassicurare i mercati e dall'altro fare le cose che servono per mettere il Paese sulla dritta via e poi ritornare alle urne". Vendola è contrario a un governo tecnico... "Rispetto le posizioni di tutti. Vendola, non essendo in Parlamento, sente come assolutamente prioritario il fatto di andare al voto per avere un governo legittimato dal popolo dove anche Sel possa fare la sua parte. Ma in questo momento i partiti devono rivedere le loro priorità: la prima è quella di salvare il Paese". Potrebbe essere Monti a guidare un governissimo? "Monti è una delle figure che potrebbero rassicurare l'Europa. Non è l'unica ma non credo sia un buon regalo né per monti e né a qualcun altro, prima che maturino le condizioni, eccedere nelle indicazioni dei nomi".

IL CAVALIERE DIMEZZATO E LA MANOVRA INESISTENTE

Il Cavaliere dimezzato vara la manovra inesistente. Sembra un titolo di Calvino, è invece la fredda cronaca di quanto avviene a Palazzo Chigi. Dopo giorni di consultazioni e di riunioni questo governo sgangherato ha approvato un maxiemendamento pieno di nulla. Non ci sono misure in grado di incidere positivamente sul bilancio dello Stato e di rilanciare l’economia. Berlusconi e Tremonti (ormai ai ferri corti da mesi) si presenteranno al G20 con una cartellina piena di fumo. Della già fumosa lettera all’Europa, più simile alla letterina di un bambino a Babbo Natale che a un documento economico, resta poco, solo tre punti marginali. Ancora una volta questo governo sceglie di non scegliere e di lasciar andare allegramente il Paese alla deriva, mercé della grande speculazione finanziaria internazionale. Un governo inetto sostenuto da una maggioranza lacerata, incapace di affrontare l’emergenza. La barca Italia è nella tempesta, ma il comandante e gli alti ufficiali son chiusi nella cabina di pilotaggio un po’ a brindare un po’ a litigare. Troppo abusata l’immagine del Titanic per essere originale, ma comunque efficace. Qui bisogna agire subito, perché l’iceberg si profila all’orizzonte. Serve una manovra immediata per evitare l’impatto, o sarà naufragio. E non può essere Berlusconi a farla, non ne è capace. La lenta agonia di questo esecutivo rasenta lo strazio e non può durare perché rischia di trasformarsi nell’agonia dell’Italia. E Berlusconi non è l’Italia. Il cambiamento in tempi brevissimi è necessario e inevitabile. Nel giro di pochi giorni l’Italia dovrà essere in grado di trovare l’ alternativa di governo. Intanto si profila un appuntamento importante: martedì 8 novembre può essere lo snodo della legislatura. Si vota alla Camera il rendiconto generale dello Stato, quello su cui il governo è già andato sotto e che mise a rischio la permanenza di Berlusconi a Palazzo Chigi. E’ un voto importante, quasi una fiducia. Lì Berlusconi dimostrerà se può contare su una maggioranza solida come dice (ma che non c’è), se può contare su una maggioranza anche di un voto o se non ha proprio i numeri. In quest’ultimo caso le conseguenze politiche sarebbero evidenti. Ma già circola la voce che il coordinatore del Pdl Denis Verdini stia tentando di avvicinare e ‘acquistare’ deputati. O di recuperare i ‘dissidenti’ del centrodestra. Un film già visto, e molto brutto. Repubblica scrive che all’ufficio di presidenza del Pdl di ieri, Verdini ha detto ‘ce ne freghiamo di quelli, abbiamo già dieci pronti a venire con noi’. Quelli di cui se ne frega Verdini sono i 6 deputati pidiellini che hanno firmato la lettera contro il premier chiedendo un nuovo governo. I dieci? Mistero. Abbiamo già presentato esposti sulla compravendita di deputati e anche stavolta lanciamo un allarme. Questi signori hanno già insultato le istituzioni trasformando Montecitorio in un mercato delle vacche e hanno trasformato la politica in mercimonio. Terremo la guardia alta, vigileremo, ma abbiamo anche la sensazione che stavolta non riusciranno a comprare i voti. Anzi, sarà dura arrestare la fuga dal Pdl e da questa maggioranza ormai alla fine della sua esperienza di governo. Le suadenti offerte di Verdini, che hanno tenuto in piedi Berlusconi sin dal 14 dicembre scorso, non basteranno. Siamo alla fine della fiera.

NEANCHE LE FUCILATE ARRESTANO LA FUGA

Onore e gloria, ricompense e prebende a chi passa in maggioranza. Fucilate alla schiena invece per chi, compiendo un gesto di vera responsabilità, passa all’opposizione perché conscio che la salvezza dell’Italia passa per la caduta di questo sciagurato esecutivo. A invocare la fucilazione alla schiena è stato ieri Storace, un residuato storico che solo Berlusconi avrebbe potuto recuperare nella sua maggioranza sgangherata. Il nostalgico del fascismo Francesco Storace si dovrebbe vergognare di quelle parole. E anche rasserenare, non ci sarà un 8 settembre o una guerra civile. Nessuna Salò. Ci sarà un voto parlamentare a certificare la fine di questo governo. Non un fucile, ma un pulsante in Aula per mandare a casa Berlusconi e restituire all’Italia un governo degno di questo nome.

L’ex governatore del Lazio si sarà reso conto dell’emorragia di deputati che sta colpendo il Pdl. Ricordate i bei tempi (per Berlusconi) di Capezzone che passò al centrodestra? Quella bellissima satira di Marcorè in cui l’ex radicale diceva ‘dai salta anche tu, si sta bene al governo’? Ora a zompare sono quelli della ormai ex maggioranza. Ex perché i numeri sono impietosi e certificano la fine di un ciclo. Politicamente la maggioranza non esisteva più da molto tempo, ma i numeri in Parlamento fino a qualche giorno fa, c’erano ancora. Grazie anche ad un vergognoso mercimonio. E quei numeri risicati hanno consentito a Berlusconi di sopravvivere un altro anno e di procurare altri gravi danni al sistema economico e sociale del Paese. Ora è giunto al capolinea e si apre un periodo difficile, certo, ma anche pieno di speranza e di opportunità di rilancio.

SIAMO ALLA "CANNES DEL GAS"

 

'Mi sembra che in Italia non ci sia una forte crisi. La vita in Italia e' la vita di un Paese benestante, i consumi non sono diminuiti, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto, i ristoranti sono pieni''. Chi l’ha detto? Re Silvio, ieri, in conferenza stampa durante il G20 di Cannes. Chissà perché, allora, ci ritroviamo commissariati, come la Grecia. Né più né meno. Il commissariamento è un altro schiaffo all’Italia. La ragione? Per l’Europa il nostro paese ha un governo fantoccio. Se la sorveglianza speciale nei confronti dell'Italia fosse una decisione europea saremmo in presenza di un fatto molto grave, che dimostrerebbe la totale mancanza di credibilità del governo sulla scena internazionale e l'assenza di fiducia nei suoi confronti. Se, al contrario, fosse stata una richiesta italiana, il fatto sarebbe ancora più grave, perché certificherebbe l'ammissione di Berlusconi, ad un vertice importantissimo, di non essere in grado di governare e portare l'Italia fuori dalla crisi. In ogni caso e' un fallimento, la cui responsabilità e' interamente di questo governo, incapace e poco credibile.

E come se tutto questo non fosse già abbastanza, ieri mattina in conferenza stampa il presidente del Consiglio è tornato al suo sport abituale, ovvero, mentire. Ieri, infatti, durante il G20 a Cannes, ha detto che il governo ha portato a conoscenza delle opposizioni il documento consegnato all’Unione europea. Probabilmente si riferiva alle opposizioni interne alla coalizione di governo perché Italia dei Valori, pur essendo parte integrante e forte dell’opposizione, non ha mai ricevuto nessuna lettera. Siamo alla Cannes del gas: la magistrale sintesi di Vauro che per un giorno prendo in prestito.

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GENOVA, 4 novembre 2011, ore 14.45 . Morti incomprensibili, morti ingiusficabili, morti atroci. Capire le ragioni e rimuovere le cause per le quali in questo Paese si muore ancora, dopo quarant'anni, per piogge eccezionali è dovere delle istituzioni e della politica. Da domani, ci interrogheremo e chiederemo i tanti perchè che assillano le nostri menti e soffocano i nostri cuori straziati. Janissa, Shpresa, Gioia, Angela, Serena, Evelina: oggi, è il giorno del lutto, del silenzio, del rispetto Oggi, è il giorno in cui un intero Paese si stringe intorno ad una intera città e ai suoi abitanti.

Premier lascia? Borsa su, spread giù

Giuliano Ferrara e Franco Bechis finalmente danno una buona notizia: annunciano su Twitter che Berlusconi sta per dimettersi. E la Borsa sale. Lo faccia, si dimetta, risparmi all'Italia una lunga e pericolosa agonia. Ogni giorno che passa con lui al governo è un danno per il Paese.

 

Ci ha ridotti a paese a sovranità ridotta, commissariati nei fatti e nella sostanza. Prenda atto che non ha più una maggioranza, né l'autorevolezza per guidare l'Italia in questo difficile passaggio. Sabato, da piazza San Giovanni, è arrivato un messaggio chiaro e tondo: un'alternativa a questo governo c'è. Noi siamo pronti per l'unica battaglia di civiltà che serve: ridare prestigio all'Italia.

Ieri il ministro dell'Interno Roberto Maroni, in diretta a "Che tempo che fa" ha certificato la fine del governo. La nava affonda, i topi scappano. Altri si mettono sul mercato, in vendita alla migliore offerta. Stupefacente per indegnità l'intervista di oggi sul Corriere della Sera a Stagno D'Alcontres che rivela un palazzo Chigi trasformato in un'inquietante mercato delle vacche: "c' è quello che va a chiedere un incarico di prestigio, chi mugugna per ottenere qualcosa per la famiglia"... E c'è chi, come il deputato intervistato, non può perdere la faccia con i suoi concittadini e chiede un anticipo dello stanziamento per gli alluvionati per il suo paesello, Giampilieri, altrimenti zero, kaput, niente fiducia. Gabriella Carlucci, forzista della prima ora, è andata all'Udc. Questo è il parlamento, queste sono le istituzioni, al tempo dell’ ultimo samurai Berlusconi, abbarbicato alla poltrona, con l'unica strategia di un accanimento terapeutico senza senso. Per una volta spero che Ferrara e Bechis abbiano ragione.

Berlusconi, i Maya e la caduta degli dei

 

Che i Maya abbiano sbagliato i calcoli sulla "fine del mondo" è un dato di fatto. E ha sbagliato anche Bendandi: il 21 maggio scorso non c'è stata alcuna distruzione di Roma. Altri catastrofisti hanno però già iniziato il conto alla rovescia per l'Apocalisse. Ultima data utile tra quattro giorni l'11-11-2011. Che abbiano ragione? Non so. Quello che so è che il nostro Paese è a un passo dal baratro. Oggi è l'ennesimo giorno della verità per un governo impantanato nelle sue continue crisi di tenuta. Un esecutivo che aspetta la fiducia sul rendiconto di bilancio. Un Paese e un'economia con il fiato sospeso. E non sono previsioni di sette, di antiche civiltà o di veggenti, sono frutto di studi economici autorevoli.

Vere o no che siano certe previsioni l'Italia ha una ventina di giorni per ridurre il suo debito e far scendere il tasso sui Btp decennali sotto il 6,50%. E questa situazione di stallo, di annunci di dimissioni e di smentite non aiuta certo. Anche oggi nuovo record con il differenziale Btp/Bund che ha toccato i 495,5 punti e un massimo storico al 6,74% anche per il rendimento dei titoli di Stato italiani.

Se tra qualche giorno non saremo stati in grado di aggiustare il tiro, Italia ed Europa dovranno scegliere se approntare in fretta e furia un piano di salvataggio o, al contrario, precipitare nella bancarotta del debito italiano che trascinerebbe sul fondo anche l'euro. E potremmo anche non essere così fortunati. Cioè non avere a disposizione venti giorni ma solo quattro. L'11-11-2011, infatti le autorità che regolano i mercati potrebbero decidere un ulteriore rincaro del debito italiano perché troppo rischioso. 

A chi si riempie la bocca dicendo: "l'Italia non è come la Grecia" dico dunque: apriamo gli occhi, liberiamoci dalla zavorra, perché la caduta dall'Olimpo degli dèi non è poi così distante

 

"-8 traditori", "dimissioni"

Dimissioni?

Tra luglio e settembre, causa l'urgenza dei mercati, abbiamo dovuto approvare tre manovre finanziarie. Oggi, improvvisamente, a dispetto del tracollo economico, non c'è più fretta. Questa settimana il Senato non lavora e Schifani sta facendo di tutto per prendere tempo. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si sentirà anche rassicurato dalle parole di Berlusconi ma, francamente, noi non ci fidiamo. E come noi, a non dfidarsi, sono anche i mercati visto che le obbligazioni stanno andando al macello e Piazza Affari è di nuovo in profondo rosso. 

Costruire l'italia deberlusconizzata

La caduta. Le ultime ore nel bunker. La trincea. Le dimissioni di Berlusconi sono state descritte con parole che rievocano più uno scenario di guerra che una crisi di governo. E’ il risultato, brutto, di un ventennio di berlusconismo che ha spaccato il Paese.

Mentre l’attenzione di tutti i media si concentra, giustamente, su un passaggio storico, l’avvicendamento Berlusconi-Monti, in Italia accadono anche altre cose. E ne voglio parlare, anche a rischio di andare controtendenza. Voglio parlare di zucchine. Non degli ortaggi, ma delle mazzette che Finmeccanica pagava a politici e dirigenti secondo quanto emerso dalle indagini della Dda di Roma.

Del maltempo e dell’inadeguatezza infrastrutturale che rischia di travolgere le regioni del Sud nei prossimi giorni.

Sull’agguato di ieri sera a Roma, in pieno centro: tre colpi di pistola contro il titolare di un bar. Altro che sicurezza, nella capitale d’Italia si spara più di prima e si moltiplicano agguati e violenze.

Tre temi: legalità; difesa del suolo e infrastrutture utili; sicurezza. Tre priorità per far ripartire l’Italia ‘deberlusconizzata’. La politica deve avere la capacità di affrontare i temi concreti, risolvere i veri problemi del Paese e dei cittadini. Dopo anni e anni in cui il Parlamento è stato costretto a occuparsi degli affari personali di Berlusconi ora la politica potrà tornare a occuparsi solo dell’Italia. E’ un auspicio in questi giorni di grande incertezza determinata dall’emergenza economica.

Si apre una nuova fase, dobbiamo saperla affrontare con grande attenzione e grande responsabilità.

HANNO RESUSCITATO LA LEGGE MANCIA

L’avevamo buttata fuori dalla porta noi nel governo Prodi, ma l’ineffabile legge Mancia è rientrata dalla finestra, con l’ultimo atto del governo Berlusconi, il ddl stabilità. Non che non ci avessero provato durante questi tre anni a resuscitarla. L’ultimo tentativo andò in scena un anno fa, quando le commissioni Cultura e Bilancio della Camera si inventarono una sorta di legge Mancia scolastica, nei confronti della quale ovviamente IDV si mise di traverso: 120 milioni di euro, stanziati in Finanziaria, per ristrutturare edifici scolastici, nobile scopo per carità ma pessimo metodo, che è proprio la follia insita nella legge Mancia: la somma era ripartita tra i singoli parlamentari delle commissioni e ognuno poteva spenderli come voleva: in parole povere, opere che garantiscono un ritorno elettorale.

Perché la legge Mancia è l’istituzionalizzazione del clientelismo, soldi per opere pubbliche assegnate ai singoli parlamentari che poi ridistribuiscono sul territorio a seconda del loro bacino di utenza elettorale. Ebbene, un emendamento al ddl stabilità, presentato da un senatore leghista, alla faccia di Roma ladrona, prevede lo stanziamento di 150 milioni di euro per adornare i collegi elettorali e farsi belli davanti ai concittadini nei borghi natii. Ovviamente, noi ci siamo già messi di traverso in commissione. E’ semplicemente vergognosa la furberia di taluni parlamentari che, con le elezioni alle porte, cercano con ogni mezzo di farsi propaganda elettorale con i soldi pubblici e di mettere in atto un vero e proprio blitz alla faccia dei tagli ai costi della politica. Noi daremo battaglia, come sempre, come è giusto, come è doveroso.

Era, ed è, doveroso riflettere

A chi non ha compreso, a chi non ha accettato, a chi ha criticato le posizioni dell'Italia dei Valori degli ultimi giorni in merito al governo Monti dico: avete ragione. Forse la nostra posizione è stata un po' rigida ma, cercate di comprendere: in tre giorni è cambiato il mondo. Nel giro di poche ore archivieremo vent'anni di Berlusconi, la Seconda Repubblica e, a quanto pare, arriveremo al governo Monti. E' chiaro che tutti in questi momenti siano attraversati da più di un tormento. Fare politica significa anche questo. 

In questi giorni, comunque, non abbiamo mai smesso di riflettere su quale fosse la cosa giusta da fare. Una delle nostre preoccupazioni principali era il rischio di avere in Parlamento la fotocopia del governo uscente, con la sola eccezione del presidente del Consiglio. Difficile chiedere all'Italia dei Valori di mandare giù una pillola del genere. Ma nelle ultime ore il quadro che va delineandosi è del tutto diverso: si fa strada un esecutivo di nuovi ministri tecnici che faccia piazza pulita di quelli uscenti dal governo Berlusconi. Siamo oltresì convinti il presidente della Repubblica, e Monti, non si faranno tirare per la giacchetta dal Pdl. 

Davanti a noi, dunque, sembra aprirsi un'autostrada che abbiamo tutte le intenzioni di percorrere. Non rinunceremo, però, alle nostre battaglie e daremo le nostre indicazioni all'esecutivo che si insedierà a breve. Siamo fermamente convinti che i soldi per risollevare il Paese debbano essere recuperati anche colpendo la Casta e facendo pagare le tasse a chi, fino a questo momento, non le ha mai pagate. 

Per finire. Idv sosterrà la nascita del governo guidato da Mario Monti. Se il professore, nella sua agenda, terrà conto anche delle nostre indicazioni, stia pur sicuro che saremo i suoi primi sostenitori. Altrimenti, e comunque, valuteremo punto per punto le sue proposte.

SI' A FIDUCIA MA CON GOVERNO TECNICO

Intervento a La7 di Mentana: se il governo sarà tecnico, se ci saranno misure che vanno nel senso della giustizia, dell'equità sociale, della giustizia e del rigore, il governo Monti avrà non solo la nostra fiducia ma il nostro contributo di idee e proposte. Il governo tecnico, senza politici neanche mascherati, va bene ma non può cancellare la politica a tempo indeterminato quindi, appena possibile, ci devono essere nuove elezioni.

Ora largo all'Italia migliore

 

Oggi non finisce solo un’esperienza di governo terribile per il Paese, un governo che è stato latitante, che di fronte alla crisi è scappato, mostrando un’ignavia senza precedenti. Oggi finisce il ventennio di Berlusconi che ha rappresentato un'eclisse dei valori democratici e costituzionali. Finisce quel governo che ha fatto passare il principio in cui a contare era la regola del più forte, di una società ridotta a far west, di chi promette tutto e non mantiene niente, di chi crede che la tv sia padrona del mondo e del pensiero. Finisce l’epoca di chi ha portato indagati in Parlamento, di chi ha portato un indagato per mafia al governo del Paese. Oggi finisce la stessa seconda Repubblica e speriamo che possa iniziare una nuova primavera per tutto il Paese. L'Italia ha bisogno di un rinascimento etico civile e morale. Questo paese ha bisogno di ritrovare valori veri, quei valori del bene pubblico, di uscire dalle logiche dei piccoli interessi di bottega, di interessi corporativi che questo governo ha inseguito sistematicamente. Le ferite che Berlusconi ha inferto all’Italia negli ultimi venti anni lasceranno un segno nel tempo ma siamo convinti che a ricostruire il Paese da oggi in poi ci saranno i migliori, quelli che in questi anni hanno saputo dire no alle cricche, alle logiche affaristiche. Grazie al cielo il provvedimento che votiamo oggi è l’ultimo atto di questo governo che ha rappresentato l’Italia peggiore.

MONTI Si' MA A TEMPO DETERMINATO

Un governo tecnico allo stato puro, senza politici, a tempo, con un programma preciso, di emergenza, che risolva i problemi per i quali è nato per procedere, poi, quanto prima, ad elezioni, restituendo la parola ai cittadini. 

Sono queste le richieste che stamattina, abbiamo avanzato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Poche ma chiare indicazioni, che come forza politica, che rappresenta milioni di elettori, sentiamo prioritarie. Vogliamo conoscere chi, cosa, come, con chi e per quanto tempo: vogliamo conoscere la futura squadra del governo Monti, gli obiettivi, il programma, i tempi ed una nuova legge elettorale, o con il referendum o in Parlamento.

Questo Paese ha già pagato un prezzo altissimo, il prezzo di un ventennio berlusconiano che ha raso al suolo democrazia ed etica, dove la credibilità istituzionale e morale è precipitata ai minimi storici. Sentiamo il peso e la responsabilità ma anche l’orgoglio di contribuire a ricostruire l’Italia, di restituire a questo Paese sfiancato da un ventennio di videocrazia, di egoismi, di leggi ad personam, di cricche e lobby affaristiche, la credibilità che merita.

3 CONDIZIONI E 3 PRIORITA’ PER MONTI

Tre condizioni per il nostro sì a Monti: una squadra di soli tecnici, a tempo e che sia ispirato alla giustizia e all’equità sociale. Si cominci, allora, da una seria lotta all’evasione fiscale, riduzione delle spese eccessive della pubblica amministrazione e una sforbiciata netta, coraggiosa, ai costi della politica.

Sono queste le priorità che indicheremo al presidente incarico Mario Monti, nell’incontro di questo pomeriggio a Palazzo Giustiniani. E’ tempo che, in questo Paese, chi non ha mai pagato cominci a farlo. Mi riferisco ai grandi evasori fiscali, ai tanti furbetti, alla politica sprecona ed eccessiva, alle troppe consulenze, che in tutti questi anni hanno bruciato centinaia di milioni di euro penalizzando i cittadini contribuenti onesti.

Quanto al nostro lavoro in Parlamento, ci tengo a chiarire una cosa con i tanti  amici ed elettori: circola in queste ore una strana e assurda ipotesi, ovvero, una sorta di cabina di regia parlamentare, una sorta di unità di crisi che faccia da raccordo tra esecutivo tecnico e forze politiche in Parlamento.

Il sottoscritto, come tutta l’Italia dei Valori, sul piano politico non ha nulla da dirsi con Cicchitto. Potremo confrontarci sul piano tecnico  e il luogo migliore per farlo sono le commissioni. La creazione, dunque, di una unità di crisi in Parlamento è una colossale sciocchezza cui non parteciperemo mai. Il confronto sulle proposte del futuro governo avverrà nelle sedi competenti che per noi sono le commissioni. Alla luce del sole. Come sempre e come abbiamo sempre fatto.

PADANIA? PAPEROPOLI E TERRA DI MEZZO

A consultazioni in corso, nel mezzo della più pesante crisi economica che abbia mai investito l’Italia e l’Europa, la Lega annuncia la riapertura del parlamento padano. Come se Monti facesse le consultazioni a Gotham City.

Il Carroccio, dopo essere stato al governo con Berlusconi ed aver contribuito a sfasciare l’economia e le istituzioni italiane, avvia la campagna elettorale con una pagliacciata provocatoria. Ecco perché l’Italia rischia di affondare.

Perché un partito che ha governato sino a ieri, appena lasciate le poltrone ministeriali, torna alla più pericolosa demagogia. Ma Bossi e i suoi hanno sbagliato momento. Non è tempo di buffonate e per questo non perderemo troppo tempo a commentare le sciocchezze dei leghisti. Li invitiamo, però, a non incendiare gli animi in un momento così delicato per tutta l’Italia. Si chiudano pure nei loro covi a fantasticare sulla Padania, su Paperopoli o la Terra di Mezzo, ma non esagerino, perché gli italiani sono stanchi di essere presi in giro da una banda di cialtroni. Fra l’altro se la Padania esistesse davvero e fosse governata da Bossi e compagnia, andrebbe in default in pochi giorni.

Berlusconi il gattopardo

Tutto è cambiato ma c’è chi non cambia mai. Il governo Monti è nato, ma non si è ancora consolidato. E già Berlusconi tenta di affossarlo. Mi piacerebbe considerare definitivamente chiuso il ciclo politico dell’ex premier che ha sfasciato l’Italia e non parlarne più. Ma le sue esternazioni di oggi rivelano la sua pericolosità. Ve ne propongo alcune:

GOVERNO: BERLUSCONI, DEMOCRAZIA SOSPESA DECISIONE IMPOSTA DAL PRESIDENTE REPUBBLICA ANCHE NEI TEMPI (ANSA) - ROMA, 17 NOV - Incontrando i senatori del pdl l'ex premier Silvio Berlusconi ha sottolineato che il governo Monti rappresenta una sospensione della democrazia perche' si tratta di un esecutivo non eletto dai cittadini. La decisione e' stata praticamente imposta anche nei tempi dal presidente della Repubblica, ha aggiunto.(ANSA).

BERLUSCONI "DA NAPOLITANO VAGLIO ATTENTO COME MAESTRINA CON PENNA ROSSA" ROMA (ITALPRESS) - "Napolitano? Una maestrina dalla penna rossa. Io non avevo poteri, potevo solo suggerire. Ogni legge doveva passare all'attento vaglio del Qurinale che, come una maestrina, segnava tutto con la penna rossa". E' quanto avrebbe detto Silvio Berlusconi, come viene riferito da chi sta partecipando, durante la riunione con il gruppo Pdl al Senato.

***Governo/ Berlusconi: Non è eletto, è sospensione democrazia Decisioni e tempi praticamente imposti Roma, 17 nov. (TMNews) - Il governo Monti rappresenta una "sospensione certo negativa della democrazia", anche perché si tratta di un esecutivo non eletto. Lo sostiene Silvio Berlusconi parlando ai senatori del Pdl e aggiungendo: "La decisione finale ci è stata praticamente imposta, con i tempi voluti dal Presidente della Repubblica".

PDL: BERLUSCONI, SECONDO ULTIMI SONDAGGI MIA IMMAGINE SALITA OLTRE 35% = Roma, 17 nov. - (Adnkronos) - Secondo gli ultimi sondaggi, la mia immagine e' salita a oltre il 35% nel gradimento degli italiani. Lo avrebbe detto Silvio Berlusconi parlando con i senatori del Pdl a Palazzo Madama.

CRISI. BERLUSCONI: CON PATRIMONIALE CASTELLI IN SVENDITA... (DIRE) Roma, 17 nov. - La patrimoniale sara' pure una misura "depressiva" che abbatte "del 15-20%" il valore degli immobili, ma un pregio ce l'ha: rende piu' facile acquistare gli incantevoli castelli francesi per cui Silvio Berlusconi ha una passione. Incontrando i senatori del Pdl, il Cavaliere dice: "La patrimoniale produce tagli enormi al valore degli immobili che scende immediatamente. Io, dovete sapere, sono appassionato di castelli: ogni mese sfoglio una rivista in cui si vendono castelli in Francia". Pausa a effetto per la platea, poi aggiunge: "Si comprano a meno di un milione! Non valgono nulla perche' in Francia c'e' una tassa patrimoniale terribile che gli eredi degli antichi nobili non possono pagare e allora mettono in vendita quei meravigliosi castelli".

GIUSTIZIA: BERLUSCONI, AVANTI SU RIFORMA E INTERCETTAZIONI BISOGNA METTERCI MANO ENTRO FINE LEGISLATURA (ANSA) - ROMA, 17 NOV - Entro la fine della legislatura bisognera' mettere mano al regime delle intercettazioni e alla giustizia. Lo ha detto Silvio Berlusconi incontrando i senatori del pdl a Palazzo Madama. (ANSA).

== BERLUSCONI: A MONTI AVEVO PROPOSTO FARE PREMIER CENTRODESTRA = (AGI) - Roma, 17 nov. - A Mario Monti avevo proposto di fare il premier del centrodestra. Lo ha detto Silvio Berlusconi, parlando con i senatori del Pdl. Il premier ha riferito che tra le 'offerte' fatte al presidente della Bocconi c'era anche quella di fare il ministro dell'Economia.

(AGI) GOVERNO. BERLUSCONI: ITALIANI NON COSÌ CRETINI DA VOTARE SINISTRA (DIRE) Roma, 17 nov. - "Non possiamo lasciare il Paese alla sinistra. E poi a chi? A Di Pietro, Vendola e Bersani. Gli italiani non sono cosi' cretini da dare il voto a questi qua". Cosi' Silvio Berlusconi, incontrando i senatori del Pdl. In queste parole, dai toni molto diversi dal videomessaggio di qualche giorno fa, c’è tutto il Berlusconi-pensiero, tutto il suo smisurato ego e la sua irresponsabilità. Prima dice che siamo in una sospensione della democrazia, poi che gli italiani che votano a sinistra sono cretini.

Complimenti Silvio, davvero una bella lezione di democrazia. Noto con piacere che il leader del Pdl ha ammorbidito la sua posizione, facendo passare gli elettori del centrosinistra da ‘coglioni’ a ‘cretini’. Un passo indietro nella scala degli insulti. Di questo passo tra un centinaio d’anni li considererà cittadini come tutti gli altri. Attenzione a Berlusconi ed ai suoi pericolosi colpi di coda. La nuova fase politica ed il prevedibile sfarinamento del Pdl potrebbero portarlo a fare gesti politici irresponsabili. L’uomo è capace di tutto.

Non saremo spettatori

 

Si alla fiducia. Un voto che confermeremo atto per atto, un voto che non diamo con la retromarcia innestata, perché nel suo discorso abbiamo trovato molti punti di convergenza. Ci dovremo confrontare su alcuni punti, come tutte le forze politiche. Dobbiamo superare la dicotomia amico-nemico e concentrarci sul merito dei provvedimenti. Saremo protagonisti e non spettatori, con le nostre proposte.

La prima parola che ha pronunciato ‘basta ai privilegi’ ci è piaciuta. Noi speriamo che questo stile che l’ha resa famosa in Europa, lo porti in Italia, al governo… Primo atto pubblico di un suo ministro è stato rilanciare il nucleare. Abbiamo apprezzato, comunque, la tempestiva rettifica. a

Abbiamo apprezzato, altresì, le sue parole sui costi della politica. E comincino a pagare oggi quelli che non hanno mai pagato. Bene l'abolizione delle province, ma anche lotta ad abusi e sprechi più che riforma delle pensioni. Spendiamo 4 miliardi di euro l’anno per le auto blu, vanno tagliate con l’accetta. Mille parlamentari sono troppi. Si deve mettere mano alle società pubbliche, che non operano come imprese ma seguono logiche clientelari, sperperando immense quantità di denaro.

Si metta mano ai vitalizi, si passi dalla carta all’era digitale. Accorpare, il verbo che mi è piaciuto di più. Welfare, avremo intento collaborativo. Per noi non si parla di tagliare perché l’Italia spende meno degli atri paesi europei, ma si deve spendere meglio. Welfare per donne e famiglie, fatto di asili nido e di detrazioni per le spese per la collaborazione domestica. Evasione fiscale come punto centrale, abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possbilità per tanti anni e soprattutto paghi chi non ha mai pagato. Verifiche elettroniche, perché ci sono banche dati che possono facilitare verifiche a tappeto. Faccia queste cose e ci troverà dalla sua parte.

CITTADINANZA AI NUOVI ITALIANI SUBITO

Ieri la Camera ha votato la fiducia al presidente del Consiglio Mario Monti. L’ho detto ieri, durante il mio intervento, e lo ribadisco oggi: noi non saremo spettatori ma protagonisti con le nostre proposte e le nostre idee di riforme di cui il Paese ha veramente bisogno. Intanto, aspettiamo il governo alla prova dei fatti e, soprattutto, delle proposte. Tra le tante cose che, forse, esulano dalle priorità diciamo di natura economica che premono ma che sono, a mio avviso altrettanto attuali e prioritarie, c’è la questione immigrazione e cittadinanza che è emersa ieri durante il dibattito parlamentare. A questa questione, voglio oggi dedicare la mia riflessione, una sorta di tregua riflessiva. E’ un’anomalia tutta italiana che vi siano centinaia di migliaia di figli di immigrati che pagano le tasse, vanno a scuola, parlano italiano ma non sanno chi sono, perché non sono né immigrati né italiani. Questa situazione è l’immagine riflessa e distorta della politica miope, egoista e razzista della Lega. Proprio qualche giorno fa, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, davanti ad un emozionato Balotelli , ha posto all’attenzione di tutte le forze politiche una questione che l'Idv sostiene da tempo: il diritto di cittadinanza ai nuovi italiani. Dare la cittadinanza italiana ai minori e a chi è nato in Italia è una vera priorità sociale, oltre che una norma di buonsenso e civiltà. E' inconcepibile che queste persone, che vivono da sempre in Italia e che spesso parlano solo l'italiano siano emarginate, con tutte le gravi conseguenze che ciò comporta. Ebbene, io penso che, entro questa legislatura, con la Lega che è all'opposizione e non ha più la golden share sul governo, si può approvare una buona legge, condivisa da un'ampia maggioranza. Se riusciremo a farlo sarà una norma di straordinaria civiltà e buon senso.

MALSANI APPETITI DA “POLTRONA”

E’ nato tecnico e tecnico deve rimanere. Le quote spartitorie tra i partiti e le terne di nomi di cui si parla in queste ore, per i ruoli di viceministri e sottosegretari nel governo Monti, è avvilente e deprimente. Non solo perché certe lotte intestine e logiche spartitorie per un posticino al sole non sono all’altezza della sfida importante che il governo Monti si accinge ad intraprendere e per la quale è nato, ma perché in un certo senso ne indebolisce la scelta iniziale.

Queste operazioni di bassa cucina politica non ci appartengono e mai ci apparterranno. Noi continueremo a restarne fuori e invitiamo tutti gli altri partiti a fare altrettanto. Un passo indietro, per far fare tutti un passo in avanti: è questo quello che dobbiamo fare ora. Un anno di astinenza dai palazzi non può che fare bene alla politica. Chi è in preda a malsani appetiti, rifletta sul valore aggiunto di una sorta di fase ascetica, durante la quale meditare ed operare, sulla strada del buon senso e non su quella consumata di antichi riti di passate repubbliche.

Italia dei Valori non farà nessun nome al presidente del Consiglio Monti, non perché non ne abbia. Ma perché siamo fermamente convinti che in questo momento, per il bene del Paese, il profilo del governo Monti deve rimanere espressamente tecnico. Ma possibile che in questo Paese, con 60 milioni di abitanti, non vi siano 40 persone di competenza, autorevolezza, serietà e capacità per ricoprire quei ruoli? Difficile, anzi, impossibile da credere. Una poltrona in più non ci salverà. Ma tutti con una poltrona in meno forse sì.

Basta alibi, colpire sprechi e disonesti

Non ci sono più alibi, si deve intervenire con urgenza per varare un progetto di risanamento dei conti pubblici. L’immobilismo e l’incapacità del precedente governo hanno danneggiato gravemente l’Italia, ma rappresentano il passato, ora è tempo di guardare avanti.

Equità e giustizia sociale sono i nostri pilastri alla base di qualsiasi piano di rilancio dell’economia italiana. E se intendiamo davvero dare il buon esempio, dobbiamo partire da quei miliardi di euro che ogni anno vengono sperperati dallo Stato e dalla Casta o intascati da chi non paga le tasche.

Fuori da ogni demagogia, una drastica riduzione dei costi della politica con veri tagli agli sprechi, accanto ad una serrata e rigorosa lotta all’evasione fiscale, permetterebbero allo Stato di risparmiare o incassare decine di miliardi di euro. Altro che chiacchiere, stiamo parlando di cifre vicine ad una piccola manovra finanziaria. E si può aggiungere anche la tassazione dei capitali rientrati in Italia con lo scudo fiscale. In questi anni di crisi c’è anche chi si è arricchito a dismisura, spesso illecitamente.

Dobbiamo andare a colpire lì prima di tutto. Il peso del risanamento economico non può essere sostenuto da quelli che hanno lavorato onestamente e hanno sempre pagato le tasse. Se il nuovo governo vuole mantenere la credibilità che ha acquisito non può eludere queste richieste. Noi faremo la nostra parte in Parlamento per rispondere alle legittime aspettative dei cittadini. Come sempre.

L’ITALIA AFFOGA NEL FANGO

 Siamo indignati! Non è un paese civile quello in cui prima si contano i morti e poi vede il problema. E nonostante i lutti e le macerie non succede nulla. Non si fa nulla e si tagliano addirittura i fondi alla difesa del suolo. E’ uno scandalo che faremo presente anche al nuovo premier Mario Monti. Sarà l’occasione per capire se c’è davvero la discontinuità necessaria rispetto al passato. E oggi, intanto, la commissione difesa della Camera vota per l’acquisto di nuove armi per circa 500 milioni di euro. A occhio e croce non mi sembra questa la priorità per l’Italia. Non vedo perché, a fronte della riduzione delle spese sociali, debbano aumentare quelle militari. Meno soldi per tutti, tranne che per acquistare armi. Mentre si è tagliato su tutto, scuola e sanità in primis, sono stati confermati invece gli investimenti da completare entro la fine di quest’anno per un valore complessivo di 3 miliardi e 455 milioni di euro, 266 in più rispetto all’anno scorso. Questo denaro – secondo quanto detto dall’ex ministro Ignazio La Russa – va in progetti che coinvolgono la Nato e che prevedono l’acquisto di caccia Eurofighter Typhoon, Tornado e F35 Joint Strike Fighter, di elicotteri Nh90 e di sommergibili U-212. L’Italia affoga nel fango, ma non vi preoccupate, abbiamo bombardieri e sommergibili. Un’altra bella eredità del governo Berlusconi.

FURBI E FURBETTI DEL QUARTIERINO

C'è Pierfrancesco Guarguaglini, presidente di Finmeccanica, che non molla la poltrona. Stupefacente, se non fosse drammaticamente grottesco. C’è un’iscrizione nel registro degli indagati e il sospetto dei pm di una sua “complicità” nel sistema di tangenti. Sotto accusa anche sua moglie, amministratore delegato di una controllata di Finmeccanica, che già di per sé rappresenta un’anomalia grande come una casa.

C’è Silvia S., operatrice sanitaria all’ospedale Sant’Orsola di Bologna che, in 9 anni, ha lavorato solo sei giorni. Si è inventata malattie e finte gravidanze ma quel che è più grave è che in 9 anni il Policlinico dove lavorava, e che ora l’ha licenziata, non s’era mai accorto di nulla, neanche il benché minimo sospetto. C’è un collegio medico che non ha mai disposto un controllo. C’è una sequela di medici compiacenti, invece, che le hanno firmato centinaia di certificati falsi. Ci sono funzionari e addetti del fisco che non si sono mai preoccupati di controllare il suo stato di famiglia di madre con figli a carico, tutti inventati, consentendoli di detrarli dalle tasse.

Cosa hanno in comune Pierfrancesco e Silvia? Nulla apparentemente ma tanto a ben guardare, ed è quel tanto che guasta l’Italia onesta. Entrambi sono il simbolo del disprezzo delle regole e della legalità, rappresentanti di un sistema perverso fatto di connivenze e scambio di favori.

La corruzione, in Italia, costa 60 miliardi di euro l'anno. Ci sono già due proposte di legge dell'Idv. Se cominciassimo da qui, presidente Monti, saremmo già un bel pezzo avanti.

Vertici segreti? No a sette carbonare

La trasparenza in politica non è negoziabile. Da giorni si rincorrono voci su incontri segreti tra il presidente del Consiglio Monti e i segretari di Pdl, Pd, e Terzo Polo. Perché tanta segretezza, si vergognano? E di cosa?

Chiariamoci, la mia non è una polemica contro i vertici, ma contro la loro segretezza. Non riesco davvero ad accettare che le forze politiche che insieme rappresentano circa il 60% dei cittadini si vedano, decidano, ma poi non lo portino a conoscenza dell’opinione pubblica. Leggo di articoli in cui si parla di passaggi e corridoi tra palazzi per sfuggire ai giornalisti. Roba da romanzo di Dan Brown.

Chiediamo che sia fatta chiarezza su questo punto, in primis dal presidente Monti. Questi vertici ci sono stati o non ci sono stati? Oppure ci sono stati e continueranno ad esserci ma non si può dire? Si tratta di incontri assolutamente legittimi su cui si deve togliere ogni ambiguità. Anche perché è chiaro che i vertici tra segretari cambiano il profilo stesso dell’esecutivo, che, se è sostenuto organicamente dai partiti, smette di essere il governo del presidente e diventa il governo di una maggioranza politica e programmatica.

Vogliamo sapere se questo governo è sostenuto individualmente ed autonomamente da ciascuna forza politica oppure se ha una sua maggioranza politica. In ogni caso noi continueremo a sostenerlo ed a valutarlo sui singoli provvedimenti, ma non possiamo rimanere in silenzio di fronte ad un esecutivo che rischia di trasformarsi in una sorta di setta carbonara, che decide il proprio percorso e quello del Paese fuori dalle sedi istituzionali.

Questi vertici sono pienamente legittimi, ciò che non è tollerabile è la segretezza, che offende il Parlamento ed anche i partiti. Se ci sono vertici, lo dicano e lo rivendichino dal punto di vista politico. Se esiste una maggioranza politica che sostiene Monti, smetta di nascondersi ed anzi rivendichi questo percorso ed operi alla luce del sole, nel rispetto della trasparenza che è dovuta ai cittadini. Insomma, se fate una cosa assumetevene la responsabilità.