maggio 2011

LADRI DI DEMOCRAZIA IMPONGONO IL SILENZIO SUI REFERENDUM

Furto di democrazia con destrezza. Il governo ha presentato una norma per far saltare il referendum sul nucleare e impedire ai cittadini di esprimersi su un tema strategico per il nostro futuro. Hanno paura. La Rai sta venendo meno alla sua ‘mission’ di servizio  pubblico e sta oscurando il dibattito sui quattro referendum. Il serivizio pubblico radiotelevisivo è diventato il braccio (mediatico) armato del governo, come Mediaset. Una succursale di Arcore. La gestione Masi è stata la peggiore nella storia della Rai, ora che se ne è andato, forse c’è qualche speranza di risollevare la più importante industria culturale italiana. Facciamo gli auguri di buon lavoro alla nuova direttrice generale, Lorenza Lei, ma non sottoscriviamo cambiali in bianco a nessuno, la aspettiamo alla prova dei fatti. Ed uno dei primi banchi di prova sarà la campagna referendaria: siamo già in ritardo, il tempo stringe e dei quesiti si parla poco. Gli italiani hanno il diritto ad essere informati e la Rai il dovere di informare. C’è di più: la commissione di Vigilanza, che per legge ha il dovere di varare il regolamento che disciplina la campagna referendaria, è ferma da un mese. L’ostruzionismo del Pdl sta impedendo l’approvazione del regolamento sulla par condicio. Una situazione illegale e indecente, che dimostra ancora una volta lo scarso rispetto di queste persone per le istituzioni, per le regole democratiche e per i cittadini. Una vergogna che non siamo disposti a tollerare. Per questo abbiamo manifestato davanti alla commissione di Vigilanza e siamo pronti ad occuparla. Ieri in Aula ho sollecitato anche l’intervento dei presidenti della Camere. In Vigilanza da troppo tempo stanno prendendo in giro gli italiani, li stanno ingannando e gli stanno rubando l’informazione. Continueremo la nostra battaglia per la legalità dell’informazione. Una sola cosa è certa: hanno sempre più paura. Mandiamoli a casa con il voto del 12 e 13 giugno.

COL REFERENDUM MANDIAMO A CASA ‘SILVIO PRIMO IL NARCOLETTICO’

Silvio Primo il Narcolettico. Se fosse un sovrano vero, questo sarebbe il suo soprannome. E’ stato capace persino di addormentarsi alla messa di beatificazione di Giovanni Paolo II, seduto tra la alte autorità del pianeta. Una figuraccia in mondovisione. Svegliato da Schifani, ha fatto finta di essere assorto in preghiera. Che attore. Forse stava ripassando il metodo Stanislavskij per entrare in un altro personaggio: il Silvio Furioso, quello tutto pimpante che arringa la folla davanti al tribunale di Milano. Sembra una scena del film ‘Il Caimano’. A proposito, perché la Rai ha acquistato da anni il film ma si rifiuta ostinatamente di mandarlo in onda? Scusate, ma ogni tanto mi piace pormi domande retoriche…Silvio il Narcolettico e Silvio Furioso, dicevo, sono due immagini ugualmente rappresentative ed entrambe svelano l’ipocrisia del personaggio. La prima perché Berlusconi si è posto negli ultimi anni come rappresentante in politica dei valori cattolici, ha supportato al governo e in parlamento le posizioni più conservatrici del Vaticano, il tutto senza crederci minimamente. Tra bestemmie e bunga bunga la sua vita è molto diversa da quella di un uomo profondamente religioso. Questione di marketing politico: l’uomo devoto piace al suo elettorato medio. E lui finge per opportunismo. Ma quel pisolino svela molto più di quanto sembri. Apre uno squarcio di verità sulla persona e sull’uomo politico. Silvio il Furioso, invece, è il Berlusconi autentico, che dimentica anche di essere il presidente del consiglio italiano. Silvio il Furioso che attacca tutti, magistrati, opposizione, Corte Costituzionale, Presidente della Repubblica, è lui: l’uomo braccato dalla legge che carica come un animale inferocito. Pericoloso per le istituzioni che lui stesso dovrebbe rappresentare. Per tornare ad essere una democrazia matura ed un paese moderno, l’Italia deve liberarsi sia del ‘Narcolettico’ che del ‘Furioso’. Con  loro due a Palazzo Chigi non cresceremo mai. Per questo è fondamentale andare a votare ai referendum e mandare a casa Berlusconi e questo governo. Hanno paura del voto popolare, tanto da costringere gli artisti che si sono esibiti sul palco di Piazza San Giovanni al concerto a firmare una liberatoria che vietava loro di parlare di politica e referendum. La loro paura è la consapevolezza della nostra forza.

VERDI DI RABBIA SOLO PER FINTA!

Salvo sorprese dell’ultimo minuto, e scommetto sin d’ora che non ce ne saranno, la disfida tra Pdl e Lega sulla Libia finirà a tarallucci e vino. I venti di guerra nella maggioranza vanno scemando e giù volano le prime bandiere bianche. Frattini, pochi minuti fa, ha detto: vi sono le condizioni per raggiungere un accordo. Lo chiamano accordo ma si legge pantomima. La Lega, alla fine, dirà si alla missioni in Libia e alle bombe. Scommette pure con gli amici che la data sicura per la fine della guerra richiesta dalla Lega non ci sarà: vincerete! La verità è che alla Lega della Libia e delle bombe non gliene frega niente, non gliene è mai fregato niente. Ha alzato solo il prezzo per passare meglio all’incasso. In questi giorni, il Carroccio ha messo in atto una furba e scaltra strategia per rivendicare il suolo ruolo, per rinverdire la sua immagine, parecchio appannata per la verità, e mettere i puntini sulle i per le future nomine di governo: le nuove poltrone spettano a noi altro che responsabili! La questione degli immigrati, che entrano ed escono dal nostro paese indisturbati, come se confini dell’Italia fossero sliding doors senza nessun controllo, il federalismo sempre più impantanato nelle secche dei decreti attuativi mentre nuove tasse si affacciano all’orizzonte, norme feroci come il reato di clandestinità bocciato dall’Europa perché “inconcepibile", hanno arrecato parecchi danni ad un Carroccio sempre più bersagliato da una base incazzata. A questo, si aggiungano le leggi ad personam volute da Berlusconi e che la Lega ha diligentemente votato. Così, ecco che dal cilindro del Senatur è saltato fuori il celodurismo pacifista in salsa libica, per ridare speranza e vigore alla testosteronica base. In più, serviva una Lega riottosa ed indipendentista in vista delle prossime amministrative, distante da Berlusconi quel tanto che basterà per scaricare alla bisogna sul presidente del Consiglio e sul Pdl la colpa se le cose a Milano e a Napoli dovessero mettersi male. La guerriglia del Carroccio, dunque, è stata solo una pantomima, ben congegnata ed architettata per vantare meglio, nei prossimi giorni, sulle poltrone e i posti nei Cda che contano e che verranno. Nulla di nuovo sotto il sole delle Alpi. Sono verdi di rabbia solo per finta.

IL RIMPASTINO DI SILVIO DA’ LA NAUSEA

  Nove sottosegretari nuovi di zecca. Et voilà, il prezzo per la presunta ritrovata unità della maggioranza e del governo è servita. I responsabili e i disponibili passano all’incasso e Silvio il magnanimo, nel consiglio dei ministri di oggi, distribuisce i ricchi premi e i cotillon. Una roba da basso impero, siamo al mercato delle vacche, alla compravendita parlamentare. Mai caduti così in basso, un rimpastino di governo che dà la nausea. L’economia affonda, l’unica cosa che cresce, con questo governo e questa maggioranza, sono le poltrone ministeriali. Le famiglie sono sempre più alla canna del gas mentre le piccole e medie imprese pagano il prezzo di una politica economica governativa evanescente. Aumenta la disoccupazione, in particolare quella dei giovani e delle donne. Cresce la precarietà da Nord a Sud, mentre i soli posti di lavoro che aumentano sono quelli dei sottosegretari di Silvio, premiati  per il coraggioso salto della quaglia a favore del Re.  Ecco i nomi: Roberto Rosso, Luca Bellotti, Daniela Melchiorre, Catia Polidori, Bruno Cesario, Aurelio Misiti, Riccardo Villari, Antonio Gentile e Giampiero Catone: sono i nuovi sottosegretari di Stato del governo Berlusconi. A cosa e a chi servono? A nessuno, non certo al Paese, solo a Berlusconi per andare avanti e garantirsi l’impunità a vita. Il presidente del Consiglio oggi ha compiuto un nuovo miracolo, quello della moltiplicazione dei pani e dei posti. Quanto ci costerà tutto questo? Molto, moltissimo. Nuove poltrone, nuovi staff, nuove auto blu, nuove consulenze, nuove spese di segreteria. Un aumento dei costi spaventoso. Questa è la ricetta del governo per andare avanti: poltrone al posto di proposte concrete per rilanciare lo sviluppo economico, per sostenere le imprese e le famiglie, per rilanciare l’economia. Andrà avanti così, altre nomine verranno, altri cavalli, altro giro, altra corsa: l’importante è galleggiare, mentre il Paese affoga.

LE FURBATE DI TREMONTI CON IL DL PROPAGANDA

Il pacco sola è servito. Ieri, il Cdm, ha annunciato un nuovo mirabolante decreto che svilupperà, udite udite, lo sviluppo. Come? Rimane una fitta nube di mistero. Per ora, lo hanno solo annunciato in pompa magna in conferenza stampa, con la grancassa come sono soliti fare. Non c’è traccia del provvedimento ma già si sente puzza di insidie. A cominciare dalle spiagge. Si perché Tremonti ha deciso di venderle ai privati, regalando concessioni per 90 anni, praticamente un secolo. In realtà, le norme che riguardano la gestione degli stabilimenti balneari sono per metà una bella polpetta avvelenata, per l’altra una vergogna. Ecco la polpetta. Il diritto di superficie, infatti, non potrà riguardare gli stabilimenti balneari situati su spiagge che appartengono al demanio indisponibile dello Stato che, guarda caso, sono circa il 90 per cento degli stabilimenti. Cosa significa? Che questo provvedimento non risolverà il problema di fondo degli operatori del settore, ovvero, l’esigenza di avere concessioni di una durata sufficiente per mettere in atto una seria programmazione finanziaria dei propri investimenti. Ed ora la vergogna. Al rimanente 10 per cento, che insiste sul demanio disponibile, sui quali si potrà attivare, si attribuisce un privilegio inaccettabile. Altro giro, altra insidia. Nel comunicato stampa relativo all’annuncio del decreto sviluppo, il governo annuncia l’istituzione di un’autorità per l’acqua. La Prestigiacomo ha spiegato la ratio: serviva la necessità di creare un organismo di controllo forte. Ci saranno più garanzie per i cittadini e per l’ambiente, più poteri regolatori sulle tariffe e sanzionatori per perseguire ogni possibile abuso. Non ci vuole molto a capire che, in realtà, l’obiettivo è affossare i referendum ed isolare in particolare quello sul legittimo impedimento, dando rassicurazioni che il governo sta vegliando sull’acqua e che quindi è inutile recarsi alle urne perché il governo sta già provvedendo. A questo si aggiunga il vergognoso ed inaccettabile oscuramento mediatico sui referendum che Italia dei Valori sta denunciando con forza e per il quali abbiamo chiesto l’immediata riconvocazione della vigilanza ed abbiamo presentato immediatamente ricorso al Tar. Dunque, alla fine della fiera sullo sviluppo di Tremonti, la sensazione forte, che è quasi certezza, è che questo ennesimo decreto tutto chiacchiere e distintivo servirà solo a sviluppare la propaganda elettorale del premier.

TASSA SULL’ARIA PER FINANZIARE LA PIRAMIDE DI ARCORE

Vota SIVota SIRoma, 7 maggio 2035, l’Imperatore Silvio Primo, ascoltato il parere favorevole della Regina Marina Berlusconi, dei governatori Bossi, Gasparri e Alfano, del vicerè Giulio Tremonti, emana l’Editto al Popolo dell’Italia del Nord, del Centro e del Sud sulla libertà dell’aria. E’ disposto quanto segue con decorrenza immediata:

“Per garantire a tutti i cittadini l’uguale e libero accesso alla respirazione di aria di qualità, si decide di provvedere alla sua purificazione attraverso interventi disinquinanti. I corrotti regimi comunisti che hanno preceduto l’avvento dell’Impero del nostro amato Silvio Primo hanno gestito l’aria come un qualsiasi altro elemento poiché incapaci di valorizzarne le potenzialità sociali ed economiche. L’Aria è un fattore di sviluppo, non una prerogativa della sinistra come certa stampa e certa magistratura del passato per anni hanno voluto far credere. A causa di una dissennata gestione dell’aria da parte dei precedenti governi (ci sono stati anche se quasi tutti voi fortunatamente non ve ne ricordate più) e di una dannosa idea di uguale diritti per tutti, la qualità di questo prezioso bene si è progressivamente deteriorata a causa di politiche lassiste e comuniste. L’aria continua ad essere un bene di tutti, a disposizione di tutti, per questo, per meglio garantire la piena fruizione del bene, lo Stato, che rappresenta tutti, cede a privati, in concessione cinquantennale, la gestione dell’aria pubblica. Il ricavato sarà utilizzato in parte per completare i lavori della Piramide di Arcore, in altra parte per ridurre il mostruoso debito pubblico accumulato negli anni dei governi di sinistra. A tale scopo è anche istituita la tassa sull’aria, che, dopo quella sul pane, sulla deambulazione, sulle parole, e sulla vista, si pone l’obiettivo di responsabilizzare i cittadini sul consumo del prezioso ed etereo composto. Viva Silvio!

L’araldo imperiale Ignazio La Russa

Che brutto sogno. Per evitare bruschi risvegli, però, non basta aprire gli occhi, si deve votare, alle prossime amministrative il 15 e 16 maggio ed ai referendum del 12 e 13 giugno. Mandiamoli a casa con il nostro voto.

MAGISTRATI EROI. E UN PREMIER… DA BARZELLETTA

Milano, a Palazzo di giustizia esposte le gigantografie dei magistrati uccisiMilano, a Palazzo di giustizia esposte le gigantografie dei magistrati uccisiI cartelli di Lassini “Fuori le Br dalle procure” erano solo l’inizio della campagna elettorale di Silvio Berlusconi, tutta giocata all’attacco, con toni e parole di fuoco da terza guerra mondiale. Lo avevamo detto in tempi non sospetti: era il premier il vero mandante morale di quei cartelli ed oggi ne arriva la conferma. L’obiettivo di Silvio Berlusconi era quello di alzare sempre di più il livello dello scontro e di portarlo su un piano personale per provare a vincere: o con me o contro di me. Non si parla di programmi elettorali, di idee, di progetti per il Paese: si parla solo delle sue ossessioni per coprire il vuoto pneumatico del suo governo. Le sue presenze nelle aule di giustizia, che ha messo in scena in quest’ultimo mese, ne sono la prova evidente. Non c’è nessuna intenzione da parte sua di affrontare i processi che lo riguardano ma solo quella furba e scaltra di usare le aule di giustizia per fare campagna elettorale. Si sta facendo la sua personale campagna elettorale, in sfregio alla legalità e alla giustizia. Ogni mossa è calcolata al centimetro. Solo ieri ha urlato nuovamente il leit motiv della sua missione politica: i giudici sono una cancro da estirpare. Poi si è corretto, dicendo che si riferiva solo ai pm di Milano. Oggi, nel giorno della Memoria, ha astutamente definito eroi quei magistrati morti sotto i colpi delle Br. Li ha definiti valorosi, vittime innocenti, figure eroiche, cui va il massimo rispetto e la nostra riconoscenza. Per poi tornare a dire che serve una commissione d’inchiesta sui magistrati, ma solo quelli di Milano, definiti un’associazione a delinquere. Insomma, il messaggio da consegnare agli elettori è: i magistrati colpiti dalle Br sono eroi, quelli che si occupano dei processi che mi riguardano sono un cancro ed io una vittima innocente delle loro persecuzioni. In nessun paese democratico una persona che fa il presidente del Consiglio definisce chi lo giudica un criminale. Parole per di più pronunciate in un’aula di giustizia, per mandare l’altro sottile messaggio subliminale: io affronto eccome i miei processi. Un insulto, una vergogna. Berlusconi è inquisito per corruzione, mentre aleggia su di lui il processo per il Ruby-gate. Silvio Berlusconi era ed è l’imputato più recalcitrante d’Italia e passate le amministrative tornerà furbescamente a disertare le aule di giustizia.

SILVIO: MAMMA, AMORE E BUNGA BUNGA

Il decalogo di Silvio per la campagna elettorale delle amministrative. Una raccolta di battutacce da osteria, stornelli populisti, amore, sesso e carità di patria, tutto per coprire 3 anni passati al governo a comprare consensi.

1. “Domani è la festa della mamma. Noi celebreremo in cento piazze l’amore più grande della nostra vita, l’amore per le nostre mamme, perché sono le persone che ci hanno voluto e ci vogliono più bene”.

2. “Io invidio con tutto il cuore coloro che ancora una mamma ce l’hanno”.

3. Ma la mamma in fondo ce l’ho anch’io perché sono sicuro che da là la mia mamma mi guarda e mi protegge”.

4. “Se mi vuoi bene, scrivi sulla scheda il mio cognome”.

5. Se "mamma vuol dire amore e vita", noi, proprio perché vantiamo una cultura che predilige l'amore e rifiuta l'invidia e l'odio, cerchiamo di essere un governo amico delle donne, soprattutto delle mamme".

6. “E’ un vero disastro perdere una cena in rosa. Ci sono mille donne e io sono lontano…”.

7. “Questa mattina hanno fatto un sondaggio contro di me nel quale si chiede alle donne italiane se abbiano fatto l’amore con me: "Il 36% ha risposto perché no?, mentre il 70% ha risposto... ancora?".

8. “Volete il raddoppio del numero degli anziani assistiti a domicilio? Faccio una parentesi: siccome Letizia mi ha assicurato che il raddoppio è già avvenuto, allora dobbiamo triplicarlo. Ti impegni, Letizia? Alzati e dì lo giuro (La Moratti si alza e giura, ndr). Va bene, mi fa molto piacere perché tra gli anziani naturalmente ci sono anche io. Mandamela bella, eh mi raccomando!”.

9. “Ho fatto un’intervista con una giornalista che mi ha corteggiato e mi ha detto che le sarebbe piaciuto essere invitata al bunga bunga e che lei, 25enne, aveva lasciato il suo fidanzato di 40 anni perché troppo vecchio. A questo punto le ho detto 'ma lei sa l'età che ho?' e lei ha risposto “ma lei presidente è un mito senza età'".

10. ''Io come sapete per quanto riguarda l'amore, sono un professionista''. Avevo un bunga bunga ma non ci sono andato".

NUOVO SALVA-CASTA TARGATO UDC: VERGOGNA!

MantiniMantiniNon era bastata l’astensione sul Lodo Alfano. Né l’offerta generosa sul legittimo impedimento. Ieri, è arrivata una nuova profferta di doni dall’Udc di Casini a Berlusconi e non solo: il lodo Mantini. Di che si tratta? L’Udc, attraverso una pdl costituzionale presentata da un suo deputato, propone sostanzialmente di modificare l’aticolo 68 della Costituzione, aggiungendo un nuovo comma che sancisca lo stop ai processi, in caso di rinvio a giudizio, fino alla fine del mandato parlamentare. La norma riguarderebbe tutti i deputati e i senatori. Nella premessa, l’Udc vola alto. La proposta di modifica è stata pensata per porre un argine al conflitto istituzionale e politico ormai insostenibile tra poteri dello stato, tenendo conto delle tesi di chi sostiene che “con una eventuale condanna di primo grado del presidente del Consiglio dei ministri in carica potrebbe derivare un vulnus per il governo e per la democrazia”. Curiosa premessa. L’Udc, dunque, pensa di offrire proprio a Silvio Berlusconi, colui che ogni giorno insulta le istituzioni, la magistratura e addirittura il Quirinale, un argine per evitare lo scontro. Ed ancora, il vulnus non è rappresentato da un presidente del consiglio impresentabile e sotto processo per corruzione nel processo Mills e sfruttamento della prostituzione minorile per il Rubygate. No, il vulnus alla democrazia sarebbe una sua eventuale condanna. Da qualunque parte la guardi, questa proposta è una porcheria colossale, forse la peggiore. Praticamente, se passasse questa modifica voluta dall’Udc un seggio elettorale si trasformerebbe automaticamente in uno scudo per evitare i processi alla Casta. Superfluo dire che siamo contrari. Per noi che abbiamo raccolto le firme e presentato il referendum per abrogare il legittimo impedimento è chiara la strada. Finché ci saremo noi in Parlamento, salvacondotti a protezione del premier e della Casta non vedranno mai la luce. Non sono queste le riforme di cui il nostro paese e la giustizia, in particolare, hanno bisogno. I cittadini hanno diritto di sapere se chi li rappresenta in Parlamento è colpevole o innocente di qualsivoglia reato. Siamo tutti uguali davanti alla legge. Se qualcuno pensa il contrario ha preso di nuovo un granchio. E chi pensa a sante alleanze con un partito che propone l’immunità allargata per tutta la Casta farebbe meglio a rifletterci bene sopra.

FANGO E BUGIE PER COPRIRE LE VERGOGNE DI SILVIO

Morattti - BerlusconiMorattti - Berlusconi“I pm sono un cancro da estirpare” Silvio Berlusconi. “Quelli di sinistra che sono in Parlamento puzzano, non si lavano molto” Silvio Berlusconi. “Giuliano Pisapia è un ladro”. Letizia Moratti. Ed oggi, invece di vergognarsi, Letizia rincara: “Io pentita? No. La mia intenzioni era ed è sottolineare che non può essere considerata come moderata la storia di una persona che in quegli anni era vicina ad ambienti terroristici”. Non ho voluto giocare nessuna carta: solo sottolineare una differenza''. Strano concetto di moderazione e differenza quello di lady Moratti, quella del figlio con la Bat-casa. Giuliano Pisapia fu assolto in corte d’appello per non aver commesso il fatto, anche sotto il profilo morale e che, nonostante la prescrizione, volle comunque ricorrere in appello per avere una piena assoluzione che ottenne, al di fuori di ogni dubbio. Metodo Boffo elevato ad arte. Fango sugli avversari, infamità, falsi giocati all’ultimo secondo per togliere il diritto di replica. E’ questa la vergognosa campagna elettorale del centrodestra, tutta all’assalto del nemico, così come ha voluto e preteso Silvio Berlusconi, il mandante morale dei manifesti di Lassini “fuori le br dalle procure” e delle carte contro Pisapia. Quando la politica non ha contenuti, e quei pochi che ha sono il nulla assoluto, solo furiosa e patetica propaganda, si rimesta nel torbido. Si preparano dossier falsi da sparare a palle incatenate contro il nemico. Il presidente del Consiglio è nervoso, teme la sconfitta. Ha trasformato queste amministrative in un test su di lui, l’unico modo che aveva per elemosinare un po’ di consenso. Ci auguriamo che il voto del 15 e 16 maggio e quello sul referendum ci regali una pagina nuova. Cogliamo questa occasione per inviare all’inquilino di palazzo Chigi il primo avviso di sfratto. L’Italia e gli italiani sono stufi di questo premier da barzelletta.

"BERLUSCAMENTE", PIU' CONDONI PER TUTTI

Cetto la Qualunque - BerlusconiCetto la Qualunque - BerlusconiPiù condoni per tutti: alla pari dello stile del “qualunquemente”, il “berluscamente” imperversa privo di argini in questa fine di campagna elettorale, già infestata da colpi bassi e violenza, verbale e ideologica, con un’unica logica di base, quella della menzogna. L’ultima sparata del camaleontico Berlusconi lascia quasi senza parole. Al Sud infestato dall’illegalità, dove la parte buona della popolazione e della classe dirigente combatte per abbatterla, il cavaliere annuncia di volerla legalizzare, inventando l’ennesima sanatoria, una sorta di condono elettorale questa volta. Né più né meno che un’istigazione a delinquere col fine di ottenere una manciata di voti in più. Sarà che ha letto troppo Machiavelli, sarà che in lui il concetto di vincere travalica ogni logica morale e di buonsenso, fatto sta che Berlusconi ha fatto ieri un errore molto grave. Da una parte si è esposto in prima persona nell’avallare una vergognosa sanatoria sulle case abusive, costruite nel napoletano anche in parchi naturali e zone ad alta inedificabilità. Dall’altra parte ha esposto al ridicolo il suo governo, dal momento che la Lega non ha fatto attendere la propria presa di distanza dalla promessa del premier, minacciando l’altolà. Mentre insomma, da uno dei suoi innumerevoli pulpiti mediatici, Berlusconi continuava a dire che l’alleanza con il Carroccio è solidissima, da altre parti del Paese i ministri leghisti dimostravano l’esatto contrario. A me pare chiaro che questa volta le menzogne berlusconiane abbiano le gambe ancora più corte del normale: la tanto millantata unità tra Pdl e Carroccio, che Berlusconi continua affannosamente a ribadire, ha la stessa solidità di un cubetto di ghiaccio sotto il sole di ferragosto. A breve ne resterà solo acqua.

AL VOTO, PER DARE UN CALCIO ALL’ILLEGALITA’!

BerlusconiBerlusconiHo girato su e giù l’Italia in queste ultime tre settimane. Ho incontrato molti di voi, ho stretto mani calde e affettuose, ho visto città pulsanti, cittadini indignati con tanta voglia di cambiare le cose, di mandare a casa questo governo. Un ringraziamento di cuore, sentito e sincero, a tutti voi che sul territorio portate avanti il nostro partito, con impegno e generosità. Ci siamo, la sfida è arrivata. Il dado è tratto. Noi ci abbiamo messo il massimo, abbiamo idee e progetti per cambiare le cose. Da queste amministrative capiremo se i tempi sono maturi per dare un calcio al berlusconismo, che ha afflitto il nostro paese per quindici anni e che lo ha ridotto a berlina, umiliato in Europa, ridotto sul lastrico. Credo che mai, come in queste amministrative, il centrodestra abbia gettato la maschera e abbia mostrato cosa c’è veramente dietro: un vuoto programmatico assordante e disarmante, coperto con gli insulti, le bugie, le infamità e, ieri, anche con il maxi condono elettorale in Campania. Silvio Berlusconi compra consenso in Parlamento, in regalando poltrone inutili ai venduti di turno, e nel Paese, promettendo di bloccare le case abusive a Napoli. Cosa significa avere un presidente del Consiglio come Silvio Berlusconi? Significa elevare la corruzione e l’illegalità a sistema di governo. E’ per questo che il 15 e 16 maggio è una data importante. Mandiamo il primo avviso di sfratto a Berlusconi. E il 12 e il 13 giugno lo sfratto esecutivo. Lui promette di bloccare le ruspe in Campania per un pugno di voti in più? Noi portiamo le ruspe a Palazzo Chigi, in senso figurato si intende: mandiamolo a casa e cominciamo una stagione nuova.

ORE 15.00, SCATTA L'ORA X. CAMBIARE SI PUO'!

 Alle 15,00 scatta l’ora x. La chiusura dei seggi oggi ha un significato particolare. Queste amministrative sono una sorta di elezioni Midterm, di medio termine, ed il voto si esprimerà anche sul governo nazionale. Non avranno dirette ripercussioni parlamentari, ma sicuramente influenzeranno la politica e gli equilibri del governo. A Milano, in particolare, il centrodestra si gioca tutto. L’asse Pdl Lega sembra incrinato da tempo ed un risultato negativo (potrebbe essere tale anche un ballottaggio) potrebbe portare all’implosione della coalizione di governo. La maggioranza politica, di fatto, non c’è più. Mentre Berlusconi va a festini, fa spot e comizi davanti ai tribunali, Bossi s’impossessa del governo e Tremonti fa il vero premier. Povero Silvio, li ha creati ed ora se li ritrova quasi antagonisti…In ogni caso dopo queste elezioni sarà indispensabile avviare la costruzione di una nuova alleanza per l’alternativa di governo. I tempi sono maturi ed è diventato un dovere nei confronti del Paese, che è paralizzato da un esecutivo debole e diviso, proiettato notte e giorno sulle vicende processuali del presidente del Consiglio. Cambiare si può e si deve.

ARCORE E’ ANDATA, SILVIO PURE

Berlusconi-BossiBerlusconi-BossiArcore è andata e Silvio Berlusconi pure. Ad Arcorlandia, il Pd è il primo partito e stacca di due punti il Pdl.Voleva il plebiscito su di se e così non è stato, almeno non nel verso in cui voleva lui. In campagna elettorale aveva deciso di mettersi in gioco in prima persona. Aveva invitato i suoi collaboratori a battersi “casa per casa” e di essere “missionari della libertà”. “Se ricevo meno delle 53.000 preferenze delle precedenti comunali l’opposizione mi farà il funerale”. Ebbene, il referendum personalissimo di Silvio si è fermato a quota 20.000 preferenze, la metà del 2006. Se, dunque, a palazzo Chigi, qualcuno conserva un minimo di decenza e di spirito di coerenza dovrebbe trarre le giuste conclusioni: l’aria sta cambiando. A nulla servirà correggere il tiro ora, in vista dei ballottaggi. Correggere la rotta ora è una presa per i fondelli. E’ inutile cambiare il mantra e i ritornelli ora. La gente è stufa di operazioni mediatiche ruffiane. Hanno imposto una campagna elettorale non sui programmi per le città, ma tutta all’insegna di attacchi violenti, toni duri e insulti. La scelta non ha pagato e non pagherà in futuro. Da questa tornata di elezioni amministrative arriva una sonora batosta per il Pdl e un bilancio positivo per il centrosinistra, al netto delle analisi specifiche che verranno dopo. Il berlusconismo è al tramonto, si può battere. Il blocco Pdl- Lega non fa più paura, soprattutto al Nord. Sta esplodendo e presto il Carroccio servirà il conto al premier. Ora, avanti tutta per i ballottaggi: il vento è cambiato!

MILANO DA BERE, “L’AMARO GIULIANO”

BerlusconiBerlusconiLassini, quello dei manifesti “fuori le br dalle procure” ha preso 872 preferenze. Praticamente, poco più dei voti di un medio condominio a Roma. Il premier, sotto la madonnina, nella sua Milano da bere, beve l’amaro Giuliano: dimezzato a Milano ma anche ad Olbia, nella sua amata Sardegna. Il Carroccio si prepara a chiedere la verifica dopo i ballottaggi. Soffia forte il vento di crisi nel governo. Oggi, in Aula, la maggioranza è andata sotto tre volte. La tanto celebrata unità evapora. Arrivano i primi effetti dello tzunami delle amministrative, tira brutta aria per i latitanti responsabili. Nel centrosinistra, invece, spira un vento nuovo. Da queste amministrative esce un centrosinistra rinnovato e galvanizzato. L’unità viene premiata, così come i candidati credibili e convincenti. La strada è in salita ma è tracciata. Legalità, riformismo, giustizia, sviluppo: è questa la proposta politica, l’alternativa da cui ricominciare e verso la quale i cittadini mostrano di avere fiducia. L’alternativa non è solo protesta ma anche proposta. I partiti non sono tutti uguali, così come non sono tutti uguali i candidati. Ora, ventre a terra per i ballottaggi con una parola d’ordine: completiamo l’opera! La spallata è vicina e con i referendum del 12 e 13 giugno lo sfratto per Silvio Berlusconi a palazzo Chigi sarà esecutivo.

LA NAVE AFFONDA, I TOPI SCAPPANO

Gruppo degli 'Irresponsabili'Gruppo degli 'Irresponsabili'E’ partito l’ordine di scuderia: “mobilitazione totale! Soldati, serrate le fila!”. Silvio comanda, i sottoposti eseguono. Il mantra di oggi è: non è stata colpa del premier, non è stata colpa del premier, non è stata colpa del premier! Andate e diffondente. I fedelissimi sono già partiti, ma qualcun altro no. La Lega ha deciso di non metterci più la faccia. Bossi non sarà presente a nessun appuntamento elettorale pubblico per sostenere Letizia Moratti. Ci vuole poco a capire l’aria che tira. La nave affonda, fa acqua da tutte le parti e il Carroccio non vuole essere trascinato a picco. Sul fronte responsabile non va molto meglio. In Aula, ieri, per ben cinque volte, sono andati sotto. I Responsabili sono mancati all’appello. Chi non è riuscito a prendere in tempo l’aereo, chi aveva il dentista, chi la mamma malata. “Beato chi ci crede! Noi no non ci crediamo!, canticchiavano l’amata coppia tv Raimondo e Sandra. C’è malumore tra gli apprendisti sottosegretari, futuri, futuribili e soprattutto mancati: ma come, vanno ripetendo, abbiamo fatto il salto della quaglia e Berlusconi ci lascia così, a becco asciutto? Ieri, infatti, hanno annunciato che probabilmente il gruppo degli ‘Irresponsabili’ si spaccherà  e fondera’ un nuovo gruppo parlamentare: Noi Sud. ''Stiamo lavorando a un nuovo progetto - ha aggiunto Belcastro - per costituire in tempi brevi un nuovo gruppo parlamentare, ma non dite che si tratta di strappo. Non c'e' nessuno strappo dai  'responsabili', noi continuiamo a sostenere il governo''. Nello stesso tempo, in Transatlantico, Scilipoti, il re degli ‘Irresponsabili’, si affrettava a puntualizzare: C'e "chi e' impegnato ancora in campagna elettorale e chi e' influenzato. Sta circolando un virus...". Stamattina a battere cassa arriva anche Pionati, ieri altro assente nelle file degli ‘Irresponsabili’, uno di quelli rimasti a bocca asciutta nella vergognosa infornata di nuovi sottosegretari: ''Finora il governo si e' riempito solo di rottami'' e precisa che sarebbe ''una felice intuizione per questa legislatura e un riconoscimento al partito che rappresento se Berlusconi mi nominasse ministro”. Dopo lo tzunami delle amministrative, arrivano i primi crolli strutturali. Questa maggioranza sta evaporando come neve al sole. L’armata Brancaleone non regge più. L’Italia e gli italiani vogliono ripartire. La spallata finale è vicina e il benservito finale arriverà con i referendum del 12, 13 giugno. L’Italia si è svegliata, il pifferaio magico suona solo note stonate. La festa è finita, il premier può tornare al suo bunga bunga.

FACCE DI BRONZO E RIMOZIONE DELLA REALTA'

Verdini - La RussaVerdini - La RussaSta andando in scena in questi giorni la più grande operazione di rimozione della realtà mai messa in piedi in una democrazia europea. La linea di Berlusconi sul voto, espressa dal coordinatore Verdini (indagato eccellente e coordinatore del pdl) è: abbiamo pareggiato. Una bella X sulla schedina del primo turno delle amministrative in attesa del ballottaggio. Nessun cenno all’emorragia di voti, alla sonora bocciatura di Berlusconi a Milano, agli straordinari successi di De Magistris e Pisapia. Quelli che ‘via le Br dalle procure’ hanno perso, la gente non li vuole più. E’ evidente che di fronte agli effetti sempre più concreti della crisi economica in atto, che incidono sulla vita reale di tutti i cittadini, la mistificazione berlusconiana non basta più, ha dovuto cedere il passo alla realtà. Però bisogna ammettere che il loro tentativo è straordinario. Come la loro faccia tosta. Anche di fronte alla catastrofe elettorale hanno detto di aver pareggiato, se non addirittura vinto. Berlusconi ha trasformato le comunali di Milano in un referendum sulla sua persona. Ha perso, ma fa finta di niente. Vuol dire che non ha e non hanno alcuna intenzione di prendere atto della volontà popolare. Fanno finta di non rendersi conto che la risicata maggioranza parlamentare su cui ancora possono contare non rappresenta più il pensiero degli elettori. Non voler prendere atto della volontà popolare è anche un’indicazione politica molto chiara: rimarranno aggrappati alle poltrone con la colla, ci si faranno inchiodare sopra. Attenzione, dunque, a dare per imminente la capitolazione di Berlusconi. Il suo ciclo politico è finito senz’altro, ma non è detto che ciò coincida con la sua caduta. Questo deve essere uno spunto di riflessione per il centrosinistra. Dobbiamo farci trovare pronti

LA LEGGE SULL’OMOFOBIA NO, IL BUNGA BUNGA SI

Tre giorni fa, in commissione giustizia, il Pdl e la Lega hanno bocciato la legge sull’omofobia, insieme ai Responsabili e all’Udc che, però, si è spaccato. E’ la terza volta che la proposta della collega Paola Concia del Pd viene respinta, nonostante sia stata raggiunta una buona mediazione e siano stati accolti i rilievi della maggioranza, ovvero quello di associare agli omosessuali anche anziani e disabili, seguendo le linee stabilite in materia di diritti civili dal Trattato di Lisbona. Non è servito a niente. Qualche giorno prima, sempre in materia di diritti civili, una maggioranza incivile, con la campagna elettorale alle porte, ha deciso di rinviare ulteriormente l’esame del testo sul testamento biologico, trattando il tema del fine vita come uno yoyo. Noi ci siamo opposti ma invano. Abbiamo chiesto loro di avere il coraggio delle loro azioni ma chi non ce l’ha il coraggio non sa darselo. Da questi due episodi parlamentari emerge chiaramente un dato di fatto. Al governo e alla maggioranza non frega niente dei diritti civili. Li trattano come li hanno sempre trattati: come strumenti elettorali da tirare fuori e nascondere all’occorrenza. Dietro di loro non c’è la coscienza del legislatore che, al di là dei suoi personali convincimenti morali o religiosi, legifera in nome e per conto di tutti i cittadini, ma le pressioni delle gerarchie ecclesiastiche. La paura è che la legge sull’omofobia, che vuole riconoscere semplicemente a chi viene offeso ed insultato il diritto ad avere giustizia, sia l’apripista ai matrimoni tra omosessuali. Così come una buona e seria legge sul testamento biologico che non imponga a tutti una morale di stato. In Italia non si riesce a fare una legge per punire gli odiosi crimini verso le persone omosessuali, anziane o disabili. La legge sull’omofobia no. Il bunga bunga sì.

C’E’ DA SPOSTARE UN MINISTERO

Quel ministero là devi metterlo qua. Questo ministero qua devi metterlo là. E’ con portafoglio? Il balletto sullo spostamento dei ministeri è una parodia della canzone di Francesco Salvi ‘C’è da spostare una macchina’, già di suo una parodia. Pensare che sia un programma di governo è davvero un insulto all’intelligenza degli italiani. Se questa è la grande mossa elettorale che Berlusconi aveva in mente per recuperare il distacco al ballottaggio di Milano, allora vuol dire che è davvero alla frutta. Incapace anche solo di fare quelle assurde promesse (peraltro mai mantenute) alle quali aveva abituato gli italiani. E che per anni, complice il suo dominio mediatico, avevano anche una certa presa sull’opinione pubblica. La realtà è che siamo davanti ad un governo bollito, spaccato, senza idee, che ha paralizzato l’Italia. Mentre loro discutono se spostare un paio di ministeri al Nord (tanto per accontentare la Lega) l’Istat presenta il suo rapporto annuale sulla situazione del Paese. Una fotografia impietosa, drammatica, che descrive un’Italia che arranca, che rimane sempre più indietro rispetto all’Europa. Un italiano su quattro è povero, la disoccupazione giovanile galoppa (mezzo milione di disoccupati in più under 30), diminuisce il potere d’acquisto delle famiglie ed il Pil cresce meno di tutti gli altri stati europei. Da una parte la mistificazione berlusconiana (va tutto bene, spostare i ministeri aiuterà il Nord), dall’altra la realtà, che non ha bisogno di essere spiegata ai lettori di questo blog. Da una parte Moratti e con lei Bossi e Berlusconi. E la Santanché e La Russa e i corifei di una litania ormai stanca. Dall’altra Pisapia e il centrosinistra, un progetto di società, idee per affrontare il declino. Da una parte Lettieri e Nicola Cosentino, Nick O’Mericano, accusato di essere il referente politico dei Casalesi, dall’altra De Magistris e la società civile napoletana. Il ciclo politico di Berlusconi è finito, la riscossa (dell’Italia non delle opposizioni) e la nuova fase politica ripartono dai ballottaggi e dai referendum. Sta a noi decidere il nostro futuro.

BIN LADEN ALLE VONGOLE E MULLAH PISAPIAH: GLI SPAURACCHI DI SILVIO

Pisapia - De MagistrisPisapia - De MagistrisLa buona notizia è che l’Agcom ha multato i tg  per l’evidente squilibrio a favore del presidente del Consiglio. La brutta notizia è che a pagare le multe per i tg del servizio pubblico nazionale saranno gli abbonati Rai, cioè i cittadini. Al danno la beffa. Italia dei Valori ha presentato un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale. “E’ una condanna degna di un soviet” ruggisce il premier e i giornali di famiglia gli fanno da grancassa. Intanto, disperato e sempre più solo, non sapendo più che pesci pigliare, agita gli spauracchi in vista dei ballottaggi, pensando che i cittadini milanesi e napoletani siano inconsapevoli della disastrosa azione del governo su tutti i fronti: zingari, islam, comunisti e gay, è la ricetta stantia di Berlusconi, la prova che è sul viale del tramonto. L’ultima furbata per ridare verve ad una candidata appannata è di Maroni: “il tema della sicurezza urbana per noi è fondamentale, per questo ridarò più poteri ai sindaci. Oggi, il Parlamento subisce l’ennesima fiducia, uno scippo alla democrazia. Un governo disperato e di disperati che, con la fiducia, tenta di rubare ai cittadini il sacrosanto diritto alla democrazia diretta e partecipata, garantito dall'istituto del referendum sul nucleare, sull’acqua e sul legittimo impedimento che agitano le torbide acque del governo e della maggioranza. Italia dei Valori, che ha promosso il referendum, saprà trasformare la rabbia degli italiani in un plebiscitario sì a favore del legittimo impedimento. L’altro ieri Standar&Poors, ieri l’Istat, oggi la Corte dei Conti: aumenta il debito pubblico, la pressione fiscale e l’evasione. Serve una strategia di crescita ma non sono capaci di gestire neanche il più piccolo dei condomini. E’ per questo che da Milano e Napoli partirà la scossa: se non ora, quando?

SILVIO QUANTO CI COSTI? DUE MILIARDI E MEZZO DI EURO

Dieci anni di leggi ad personam ci sono costati la cifra spaventosa di 2 miliardi e 259 milioni di euro. Questo studio, elaborato dall’ufficio legislativo dell’Italia dei Valori alla Camera, ha preso in esame il tempo di lavoro in Aula e nelle commissioni di Montecitorio e Palazzo Madama. Una cifra che non copre il danno reale procurato al Paese, alle imprese ed ai lavoratori, perché questa mole di lavoro e queste ingenti risorse avrebbero potuto essere destinate alle riforme economiche e sociali realmente necessarie all’Italia. Ci siamo limitati a quantificare quanto le leggi ad personam sono costate ai cittadini, senza analizzare le conseguenze. Berlusconi non è solo un populista demagogo, ma un vero e proprio pirata delle istituzioni. E questo studio lo inchioda.

BERLUSCONI HA DIRITTO ALLA FELICITA’

Chi vota per la sinistra è senza cervello. Parola del presidente del Consiglio, dal capo del governo italiano, di tutti gli italiani. Non possiamo fare a meno di apprezzare la svolta moderata di Berlusconi, che qualche anno fa disse senza mezzi termini che gli elettori di sinistra erano dei ‘coglioni’. In questi ultimi giorni di campagna elettorale Berlusconi ci sta regalando delle vere perle. Qualche giorno fa, dopo gli sproloqui su tutti i telegiornali (poi multati dall’Agcom) disse addirittura ‘mi impediscono di parlare’. Una bella barzelletta, la migliore dell’anno. Complimenti a Silvio, nonostante le batoste elettorali non ha perso la voglia di farci ridere. E senza volgarità e doppi sensi a sfondo sessuale stavolta. C’è una frase, però, che mi ha colpito particolarmente. L’ha detta ieri sera a Porta a Porta. E’ questa: “Io mi sono condannato per 17 anni,anche a causa dei vari processi e del disdoro subito su tutti i giornali del mondo, all'infelicità”. Lo ha detto per ribadire che sarebbe felice di lasciare la politica, ma non può farlo. Ma no presidente, tutti hanno diritto alla felicità. E’ addirittura garantito dalla costituzione di una grande democrazia che lei cita spesso come esempio (un po’ meno da quando c’è quel progressista abbronzato di Obama a dire la verità), quella americana. Presidente Berlusconi, lei è un uomo ricco, potente, ha tutto. Lasci la politica e sia felice, vada in barca, in una delle sue stupende ville nei posti più belli del mondo. Potrà dedicarsi al bunga bunga senza problemi, senza fastidi e senza scandali. E soprattutto permetterà all’Italia di tornare ad essere una democrazia normale, come quelle europee, senza conflitti d’interessi, senza monopoli mediatici, senza derive populiste ed autoritarie. Esca di scena ora, quando è ancora in sella al destriero. Lei ha i migliori sondaggisti del mondo e lo sa bene: gli italiani non hanno più fiducia in lei. Esca di scena ora e sia felice. Altrimenti saranno i cittadini a mandarla a casa, e presto, con il loro voto.

AGGUATO AD OBAMA: LO PSICONANO CI SPUTTANA

Sapete perché ieri il presidente del Consiglio ci ha sputtanati in mondovisione? Perché sta soffrendo, tanto, tantissimo. Lo ha rivelato oggi alla stampa uno dei suoi fidi scudieri, alias, il ministro degli Esteri, Franco Frattini. Il povero Berlusconi, rivela il ministro, sta soffrendo enormemente, una sofferenza umana indicibile perché da 17 anni a questa parte è stato colpito da 200 processi penali. In realtà, come ha detto ieri Berlusconi ad Obama, i processi sono 31 ma l’eccesso di zelo del ministro Frattini ha evidentemente avuto la meglio. E poi esagerare non guasta mai, quando si deve cercare di giustificare l’ingiustificabile. Saltare su come un picchio, puntare il presidente degli Stati Uniti d’America, tendergli un vero e proprio agguato, chiamare un interprete che traduca l’intraducibile, in un consesso internazionale come il G8, dove i capi di Stato, gli altri ovviamente, si confrontano sull’economia e sui temi più importanti per le economie mondiali, è stato dettato dal  dolore profondo del presidente del Consiglio che dobbiamo, secondo il fino improvvisato ministro psicanalista Frattini, profondamente comprendere. Ministro Frattini, come diceva Totò, ma ci faccia il piacere! Ma quante altre corbellerie e stupidaggini di tal fatta le nostre orecchie martoriate devono ancora ascoltare? Il gesto di ieri, comico nella forma, tragico nella sostanza, è la dimostrazione palese che a Silvio Berlusconi del paese, dei suoi problemi, della drammatica crisi economica che sta vivendo, non gliene frega proprio niente. Ha un solo chiodo fisso, un nucleo paranoico, difendersi dal processo e non nel processo. Non oso immaginare cosa sia passato nella mente di Obama. Forse avrà pensato: questo è il presidente del Consiglio che ha detto che gli elettori di sinistra sono senza cervello? Oh my God, oh my God! Andiamo a votare, gente, e mandiamolo a casa: è alla frutta, al delirio!

SCUOLA: QUANDO L’HANDICAP DIVENTA UN AFFARE

Disabili e scuolaDisabili e scuolaCi sono proposte di legge che gridano vendetta e grondano disumanità da tutti gli artigli. Due senatori della maggioranza, Bevilacqua e Gentile del Pdl, propongono di affidare ai privati il sostegno agli alunni con disabilità. L’Handicap, secondo questi due parlamentari, deve collocarsi in una logica di autonomia scolastica e siccome sono le disfunzioni degli enti locali e delle Asl, è giunto il momento di appaltare all’esterno il sostegno ai ragazzi con disabilità. Con quali soldi, visti gli ingenti tagli alla scuola pubblica di miss Gelmini, non è dato sapere. Come e dove i dirigenti scolastici dovrebbero trovare le risorse visto che non hanno un euro nelle casse neanche per comprare la carta igienica è un problema che non li riguarda. Chi dovrebbe pagare, dunque? I genitori o fantomatici sponsor privati che non arriveranno mai? I giganteschi tagli alla scuola di Tremonti e Gelmini hanno già tagliato di brutto le ore di sostegno per ragazzi in difficoltà. Basta prestare orecchio alle grida dei genitori sempre più abbandonati e disperati. I due senatori se ne fregano bellamente. Riconoscono che le scuole sono senza un soldo e propongono questa assurdità per uscire dall’empasse. Ma sulla questione più importante sono irremovibili: l’applicazione della norma non deve comportare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le soluzioni sono due: o le scuole saranno costrette a presentare il conto ai genitori, oppure i ragazzi con handicap rimarranno senza insegnanti di sostegno, opzione assai più probabile per chi non ha i soldi per permettersi l’assistenza, ovvero, la maggior parte delle famiglie. Benvenuti alla scuola dei sani, ricchi e belli. L’istruzione non è più un diritto stabilito dalla Costituzione, ma una possibilità in base al rango e al censo. E' per questo e molto altro che dobbiamo mandarli a casa!

ITALIA IN PIEDI!

Oggi è un giorno speciale. Mi avete capito. Il vento sta cambiando e si sente un’aria nuova nel Paese. Aria pulita, aria di cambiamento. Un vento che nasce dalla volontà di cambiamento, dal popolo come si diceva una volta. Hanno esagerato, hanno preso troppo in giro gli italiani, scontentando praticamente tutte le categorie. Ad ognuno hanno promesso la luna, a tutti hanno garantito un peggioramento delle condizioni. Sono arrivati al punto che neanche le televisioni di regime possono addomesticare la realtà alle esigenze sceniche del Satrapo di Arcore. Hanno fallito e gli italiani lo hanno capito. Detto questo, però, ora arriva la parte veramente difficile: c’è da ricostruire un paese, bisogna rifondarlo. E per farlo c’è bisogno dell’unione delle forze di opposizione che condividono un progetto e della parte sana dell’Italia. C’è un’Italia che non si è piegata all’illegalità ed alla degenerazione, pur avendo modo ed occasione di farlo in questi anni. E’ da qui, dai giovani e dalle energie positive che bisogna ripartire. Da domani, se il vento del rinnovamento comincerà a soffiare forte, non sediamoci sugli allori, diamoci da fare: c'è un paese da ricostruire.