agosto 2009

Poliziotto buono-Poliziotto cattivo? Un gioco che deve finire

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Il poliziotto buono - il poliziotto cattivo. Berlusconi-Fini. Due facce della stessa medaglia. Il primo governa il paese a botta di decreti con l’assenso sostanziale del poliziotto-Fini e dello stato maggiore del Pdl. L’altro, si erge a difensore “buono” della Costituzione, che fa la ramanzina e lascia che nulla cambi. Tante buone parole che non incidono sul comportamento antidemocratico del Governo Berlusconi.

La tecnica usata dalla polizia britannica è applicata a puntino. Ieri il presidente della Camera, per l’ennesima volta in questo anno e mezzo di legislatura, lancia il suo monito al Governo: “Nessuno da parte del governo puo' pensare di non doversi confrontare con il Parlamento ne' di poter esautorare il Parlamento dal diritto-dovere di controllare”. Ritornello sentito tutte le ventitre volte che il Governo ha posto la fiducia. Ogni volta qualcuno, dalle parti del Pd, in buona fede, applaude e tesse le lodi dello statista Fini. Il punto è che, i suoi appelli cadono nel vuoto, senza che nulla cambi. La sceneggiatura si snoda più o meno sempre allo stesso modo.

A questo punto, poco conta il fatto che Fini sia più o meno in buona fede, che creda o meno in quello che dice. Il fatto è che ormai si è ridotto a dare una patina di credibilità istituzionale alla gestione antidemocratica che la sua parte politica fa del governo e della funzione legislativa.

Per l’appunto il gioco del poliziotto buono e del poliziotto cattivo, che, alla fine, stanno tutti e due dalla stessa parte. La prova, mai ce ne fosse stato il bisogno, è venuta proprio ieri, quando nella sua ennesima critica Fini ha però precisato che in fondo non c’è nulla di nuovo sotto il sole, che quello dell’abuso della fiducia è un malvezzo di tutti i governi. Come dire: tutti colpevoli, nessun colpevole.

Eh, caro Fini! Questa non ce la beviamo proprio. L’azione di questo governo non può in nessun modo essere paragonata a quella dei governi che l’hanno preceduto. Il suo tentativo di sminuire il comportamento antidemocratico di questo esecutivo, sembra tanto da parte sua, l’aver gettato la maschera del poliziotto buono. Questo governo, infatti, non solo abusa della fiducia, ma ha letteralmente stravolto la funzione legislativa prevista dalla Costituzione. E’ un governo che legifera solo con decreti leggi. Decreti che vengono poi sistematicamente approvati con il ricorso al voto della fiducia. Una fiducia che viene apposta su un testo blindato senza che il parlamento possa nemmeno modificarlo. Ridotto ormai a semplice passacarte.

Ma non è tutto. Il decreto legge è soggetto alla preventiva verifica di legittimità da parte del Presidente della Repubblica. Ed ecco allora che questo governo in occasione di ogni voto di fiducia modifica completamente il testo approvato da Napolitano inserendovi parti nuove, così ampie, così diverse per materia e scopo, da costituire ciascuna un vero e proprio decreto legge, non soggetto al preventivo vaglio di legittimità del Presidente della Repubblica. E con questo strumento, ormai, tante volte si sono introdotte nel nostro ordinamento norme incostituzionali o, comunque, così lontane dalla storia, dalla cultura, dalla tradizione giuridica del nostro paese che ognuna di queste norme è uno sfregio alla nostra democrazia.

Questa è la realtà di questo governo e lei, caro presidente Fini, lo vada a raccontare a qualcun altro che non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Lo vada a raccontare a quel sistema dell’informazione di regime che ormai il nostro paese si ritrova. Ma non pretenda che noi le battiamo le mani. Noi chiamiamo le cose con il loro nome e quello che lei ha fatto ieri è soltanto ipocrisia e faziosità politica.

 

Il regime si è palesato

berlusconi2-300x2131 I giornalisti cane da guardia della Democrazia? Non in Italia. Non secondo Silvio Berlusconi. Perché con la sua ultima sparata il presidente del Consiglio ha davvero passato ogni limite della decenza. Il regime si è palesato: secondo  Silvio Berlusconi i giornalisti non possono né devono fare domande al presidente del Consiglio.  Se qualcuno lo fa, li denuncia per diffamazione. Può sembrare una notizia incredibile, letta su un libro di fantapolitica. Non è così. Succede in Italia. L’ennesimo attacco di Silvio Berlusconi a Repubblica è vergognoso. Il premier ha chiesto un risarcimento danni per un milione di euro al Gruppo L'Espresso solo perché  Giuseppe D’Avanzo si è permesso di porgli 10 domande.  E' la prima volta "nella storia dell'informazione che le domande di un quotidiano finiscono davanti a un tribunale civile". L’attacco di Repubblica al premier non è il primo nei confronti dei media. Senza tornare ai tempi  dell’editto bulgaro quando se la prese con Biagi, Santoro e Luttazzi, basta stare alle ultime settimane. Prima attacchi frontali con dichiarazioni allarmanti contro La Rai e i giornali che si permettono ogni giorno di criticare le magnifiche gesta del nostro presidente operaio, spazzino, muratore. Poi l’esortazione alle grandi imprese a non pubblicizzare i loro prodotti sui media che, secondo il premier, non diffondono ottimismo in un periodo di crisi. Ora la querela e un milione di euro di risarcimento danni al gruppo Espresso. Il fatto reale è che Repubblica e' colpevole di essere uno dei pochi mezzi di informazione rimasto a fare un giornalismo basato sui fatti e sulle verita' anche scomode per il potere. Ed è proprio questo che Berlusconi non riesce proprio ad accettare. Un uomo che ha costruito le sue fortune politiche sulla menzogna e la sistematica distorsione della realta' non può sopportare l’idea che ci siano giornalisti con la schiena dritta che pretendono di fare il loro lavoro in assoluta libertà. La verità è che il premier vorrebbe soltanto un giornalismo servile pronto a raccontare le sue gesta e i suoi proclami. Tutto questo non si può accettare. La libertà di stampa è il cardine e il cuore del sistema democratico. Per questo auspichiamo che assieme all'Italia dei valori tutte le altre forze di opposizione la smettano di partecipare al tavolo partitocratico di spartizione delle poltrone Rai, dove, per altro, si accontentano delle briciole, e diano vita, con noi, a una grande azione di denuncia perchè non sarà possibile sconfiggere Berlusconi finchè non avremo scardinato il suo controllo sui media e sull'informazione.