febbraio 2009

Negare le cure mediche ai clandestini è una barbarie

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Un conto è non essere buonisti, un altro è essere cattivi o stupidi. Quello che sta facendo il Governo su immigrazione e sicurezza appartiene alle ultime due categorie.

Anche noi sosteniamo da tempo che i flussi migratori devono essere meglio disciplinati e regolati, che le espulsioni devono divenire più rapide ed effettive e che, in un anno come quello che stiamo attraversando, caratterizzato da una crisi economica che brucerà centinaia di migliaia di posti di lavoro, sia opportuno bloccare per tutto il 2009 i nuovi ingressi per non sommare altra disoccupazione rispetto a quella che già dobbiamo affrontare.

Il Governo, invece, fa spot e vara provvedimenti inumani. E’ evidente che un medico non ha gli strumenti per comprendere se sta curando un clandestino o un immigrato regolare. Un effetto, però, questa norma lo produrrà di sicuro: molti immigrati, per paura delle conseguenze, non andranno a curarsi. Potrebbero essere delle madri che decidono di partorire a casa con gravi rischi per loro e per i neonati. Potranno essere malati gravi che rinunceranno alle cure, mettendo a rischio, in caso di malattie infettive, anche altre persone.

Questa legge provocherà prima o poi, ineluttabilmente, vittime, che resteranno sulla coscienza di chi l’ha votata. Negare le cure mediche ai clandestini è una barbarie, indegna di un paese civile. Un germe razzista che il nostro Paese ha conosciuto ai tempi del ventennio. Ieri al Senato è stato approvato il testo sulla sicurezza, che prevede misure inutilmente crudeli. Il paradosso è che alimentano l’odio e l’intolleranza, ma sono assolutamente inefficaci. Per tutti questi motivi continuo a pensare ad un episodio. Giovedì ho partecipato ad una trasmissione televisiva e dietro le quinte un senatore leghista ha fatto capire che questa legge non serve a nulla dicendo: ‘E’ evidente che i medici non faranno gli investigatori’. Non ho altro da aggiungere.

La lezione di Eluana

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Eluana è morta. Spero abbia raggiunto la pace che cercava e che meritava. C’è poco da dire, se non rivolgere un pensiero affettuoso alla famiglia e un apprezzamento a papà Beppino per il grande amore che l’ha spinto ad andare fino in fondo.

Avrebbe potuto finirla molto tempo fa Beppino, nel silenzio della sua casa o di una clinica svizzera. Avrebbe potuto tirare fuori una foto di Eluana come era diventata dopo 17 anni di coma irreversibile, per mettere a tacere la montagna di menzogne dei tanti Binetti dei tanti Formigoni e dei tanti Berlusconi d’Italia. Di chi ha detto che Eluana aveva le guance rosse, di chi ha sfiorato il ridicolo dicendo che Eluana aveva una vita piena, di chi ha toccato l’indecenza dicendo che Eluana avrebbe potuto avere anche figli. Di chi, dopo, ha detto che Eluana è stata uccisa di fame e sete.

Invece no. Beppino, padre amorevole, ha continuato a proteggerla, continuando a diffondere le immagini di quando Eluana era giovane e bella, piena di vita, quella vita, piena e compiuta che l’ha abbandonato, non ieri, ma17 anni fa.

Io ho una mia visione, soprattutto etica di quello che doveva essere il destino di Eluana, di quelle che sono state le scelte d’amore dei suoi genitori. In queste settimane, nonostante queste mie convinzioni siano profondamente radicate, ho sentito il bisogno e l’esigenza di parlare con diversi medici che hanno avuto in cura Eluana in questi anni, con neurologi di fama internazionale, con anestesisti. Mi hanno detto tutti la stessa cosa. Eluana Englaro, 17 anni fa, ha avuto lesioni cerebrali gravissime. Dal quel momento il suo cervello non ha avuto più nessuna attività primaria, quella legata alla coscienza e alla consapevolezza. Mi hanno detto che, nei casi come quelli di Eluana, dopo 3, 4 anni comincia l’atrofizzazione del cervello, un’atrofizzazione che dopo 8, 10 anni porta il cervello ad avere le dimensioni di un pugno. Mi hanno detto che non è mai esistita, nella storia dell’umanità, nella storia della scienza medica, un caso di risveglio dopo 17 anni. Mi hanno detto che togliere l’idratazione, in malati ormai ad un passo dalla fine, è una forma di sedazione naturale che, inducendo torpore, accompagna verso una dolce morte.

Tutto quello che Eluana era, la sua coscienza, la sua intelligenza, quello che i suoi genitori e i suoi amici hanno amato è morto 17 anni fa. Oggi, di lei, restava un guscio, un guscio sano, perché giovane, ma vuoto. Un guscio vuoto che non aveva nessuna speranza di tornare a quella forma di vita consapevole che, per me, è l’unico concetto di vita possibile.

Questa è la mia convinzione ma rispetto la cultura, le convinzioni di chi dice che anche quella di Eluana era vita. Ma quello che non rispetto e che non riesco ad accettare è che si voglia attribuire dignità ad un solo modo di concepire la vita, giungendo al punto di giudicare addirittura illegale scelte come quella fatta da Eluana e da suo Padre.

Un conto è il rispetto per il pensiero dell’altro. Un conto però è che qualcuno, in virtù dei suoi principi o del suo credo religioso, qualora io mi trovassi nelle condizioni di Eluana, volesse condannarmi a vivere 10 o 20 anni in quella che io ritengo una forma di non vita, violentando la mia volontà ed infliggendo al mio corpo quella che io riterrei la violenza più brutale.

Questo Paese ha bisogno di una legge “civile” ed io mi impegnerò in Parlamento affinchè non vi sia più nessun caso Eluana. Perché non vi sia più chi, deve affrontare un lungo e doloroso calvario, per veder rispettata la propria volontà.

MILLS CONDANNATO, BERLUSCONI 'LODATO'

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L’avvocato David Mills è stato condannato per aver detto il falso nei processi in cui era coinvolto Silvio Berlusconi. Adesso è evidente a tutti a cosa serve davvero il Lodo Alfano. Appena appresa la notizia, sono intervenuto nel dibattito parlamentare per chiedere al capo del Governo di riferire in Parlamento su questa situazione paradossale che in qualsiasi altro paese avrebbe portato alle immediate dimissioni del premier. Quello che l’Italia dei Valori ha sempre sostenuto oggi è ufficiale: l’Italia si è dotata di una legge che non ha uguali nel mondo, solo per garantire l’impunità a Berlusconi.  Vi racconto questo fatto non per dirci di nuovo cosa pensiamo di Berlusconi, ma per raccontarvi cos’è accaduto in Aula dopo il mio intervento.

Prima è intervenuto Consolo (Pdl) per esprimere, in spregio al suo passato di grande giurista, più o meno questo concetto: chi se ne frega delle sentenze, gli italiani votano Berlusconi, come hanno fatto anche ieri in Sardegna, e il voto lava ogni peccato.  E’ intervenuto poi Brigandì della Lega, dicendo che la sentenza era frutto dell’odio verso Berlusconi dei soliti giudici comunisti e prezzolati ed il lodo Alfano è stato approvato solo perché i giustizialisti nel ‘94 abolirono l’immunità parlamentare. Brigandì dimentica che l’immunità fu approvata proprio grazie alla Lega.  Furio Colombo (Pd), invece, con grande passione ha sostenuto le ragioni del mio intervento. Il gruppo del Pd gli ha riservato un gelido silenzio e neanche un applauso. Anzi, dopo le parole di Colombo, alcuni deputati del Pd hanno chiesto di intervenire per esprimere il loro dissenso. Non gli è stato possibile solo perché il presidente Leone ha limitato gli interventi ad uno per gruppo. Spiace dirlo, ma è facile essere unica opposizione in questo Parlamento.