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OMOFOBIA: IN AULA HA VINTO L’INCIVILTA’

Ieri in Parlamento ha vinto l'inciviltà. L'affossamento della legge contro le discriminazioni è stato un atto politico oscurantista e medievale che retrocede l'Italia all'ultimo posto in Europa. La politica era chiamata a dare una risposta forte al proliferare di aggressioni nei confronti degli omosessuali, ma ha risposto nel peggiore dei modi. Una proposta di legge che argini e prevenga la discriminazione e la violenza contro le persone omosessuali e transessuali era ed è un atto di civiltà e di progresso politico e sociale. La forza di una democrazia poggia proprio sul rispetto e sulla difesa che assicura alle minoranze e l'approvazione di una proposta di legge sull’omofobia avrebbe dato un segno netto della qualità della nostra democrazia e della nostra civiltà giuridica. Con l'insistente rifiuto di approvare un'efficace tutela contro l'omofobia e la transfobia, invece, il Parlamento è venuto meno al dovere fondamentale, di natura morale ancora prima che politica, di dare protezione a tutti i cittadini e di contribuire a realizzare un'uguaglianza sostanziale, che la nostra Costituzione ci impone. L'essere eterosessuali o omosessuali è una condizione della persona; non è un vizio, una malattia della quale ci si possa in qualche modo liberare. L'orientamento sessuale è una condizione ascritta all'uomo, che l'individuo non sceglie, non determina, ma che al massimo può decidere di manifestare o meno all'esterno, a volte con grande difficoltà e tra mille conflitti. Gli articoli 10 e 19 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea stabiliscono rispettivamente che l'Unione mira a combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale e ad adottare ogni provvedimento necessario per evitare il ripetersi di queste circostanze. E, ancora, la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea vieta qualunque discriminazione fondata, tra le altre, sull'orientamento sessuale. Italia dei Valori ha votato contro tutte le pregiudiziali di costituzionalità perché introducevano una sorta di trattamento differenziato tra i reati commessi in ragione dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere della vittima rispetto ad altre situazioni ugualmente meritevoli di tutela. Qualcuno ha fatto addirittura l'esempio degli anziani o dei barboni, come persone che potrebbero essere ugualmente meritevoli di una tutela specifica. Ma come non si può vedere che il numero elevatissimo e sempre crescente di atti di omofobia e di transfobia richiedono che il legislatore provveda e con urgenza ad una tutela adeguata e mirata? La verità è che si voleva camuffare, dietro uno schermo apparentemente neutro e politicamente corretto delle argomentazioni giuridiche, nient'altro che un giudizio negativo sull'omosessualità. Italia dei Valori non molla: questa è una battaglia di civiltà, di libertà e di legalità. Ripresenteremo quanto prima una nuova proposta contro le discriminazioni sessuali e di genere.