ARTICOLO 18: LE BUGIE DELLA FORNERO E LE PROPOSTE DI IDV

Sull’articolo 18 si sta facendo cattiva propaganda ed è grave che a farlo sia un governo di tecnici. Il ministro Fornero è il peggior ministro di questo esecutivo. Fino ad oggi, non ha saputo fare altro che mescolare arroganza ed astrazione, quest’ultima lontana anni luce dalla vita dei cittadini italiani. Dire che il problema della produttività in questo Paese si possa risolvere con una bacchetta magica, abolendo o mitigando l’articolo 18, quindi di fatto liberalizzando i licenziamenti individuali, è una bugia indecente.

Il nostro sistema economico italiano ha un grave problema di produttività ma, se le aziende italiane hanno cento problemi, quello dell’articolo 18 è all’ultimo posto.

I problemi che condizionano la produttività delle aziende sono ben altri. E’ una pubblica amministrazione farraginosa e medievale, quando non addirittura corrotta, è una giustizia civile e amministrativa lenta che rende difficile, se non impossibile, fare impresa, è una rete infrastrutturale vecchia, inadeguata ed insufficiente ed, infine, è il carico fiscale più alto d’Europa, al quale non corrispondono servizi adeguati resi alle aziende.

Noi amiamo questo Paese e siamo convinti che fare impresa sia una parte fondamentale della nostra vita economica e sociale. Per questo, al di fuori di schemi precostituiti e steccati ideologici, Italia dei Valori ha elaborato una proposta che ha un pregio: rendere prioritarie le questioni che lo sono davvero. Liberalizzare i licenziamenti non reca nessun vantaggio alla produttività. Anzi, in un momento di grave crisi economica e di contestuale significativo allungamento dell’età per il pensionamento, l’allentamento dell’art. 18 rischierebbe, soprattutto nell’ambito dei  lavori manuali e usuranti, di produrre un effetto di “rottamazione dei cinquantenni”, che rischierebbero di essere sostituiti in massa da giovani meno costosi e più efficienti sotto il profilo del rendimento fisico.

Questi sono i tre pilastri della nostra proposta: 

1) Semplificare la contrattazione collettiva accorpando i 160 contratti attuali in 4 aree.

2) Ridurre gradualmente l’orario di lavoro per i più anziani. La norma esiste già e si chiama contratto di solidarietà espansivo. In pratica, se due lavoratori anziani scendessero a un turno di 4 ore al giorno, avrebbero una  retribuzione pari a circa 7 ore e l'impresa potrebbe, nel contempo, assumere un apprendista a 8 ore al giorno.

3) Applicare in Italia il modello di “Piano Sociale” già operativo in Francia per affrontare la crisi. I rappresentanti del governo sul territorio, seguono un protocollo d'intesa concordato con tutte le parti sociali per la riqualificazione e la rioccupazione dei lavoratori che perdono il posto, attraverso una seria politica industriale, orientata alla ricerca a all'innovazione produttiva.

Questo è il nostro contributo alla trattativa in corso tra governo e parti sociali per una riforma “vera” del mondo del lavoro. Lanciamo, dunque, la nostra sfida al ministro Fornero: abbandoni l’approccio ideologico e si confronti con noi nel merito delle nostre proposte.

Commenti

Caro Massimo, non mi pare che il Ministro Fornero abbia mai portato sulla abolizione dell'articolo 18 tutto il peso ed il contenuto della riforma che intende portare avanti. Quanto ai tre punti che proponete, mi spieghi, al 2° punto chi copre i costi di due ex lavoratori da 8 ore portati a 4 ore ciascuno, se non gli dimezzi lo stipendio ? Come fai a pagere per 7 ore un lavoratore che ne lavora 4 ? Se non chiarisci questo nessuno capisce niente. Ciò premesso, una strategia di graduale riduzione dell'orario di lavoro per i lavoratori anziani ed un graduale ingresso dei giovani, magari in affiancamento, per consentire un miglior trasferimento generazionale, sarebbe interessante ed auspicabile, ma le condizioni economiche di un tale metodo vanno chiarite molto bene altrimenti resta una proposta velleitaria.

 

Il caso FIAT è l' esempio tra i più illuminanti di quanto poco valga  molta  imprenditoria italiana, da sempre (non a caso all'estero i suoi protagonisti erano chiamati sprezzantemente " i magliari") liberista a parole e protezionista e ricattatoria versus i nostri sempre deboli Governi e sempre pronta a scaricare sugli altri le proprie colpe e i suoi provincialismi. L'Alitalia poi , "salvata " da Berlusconi (2008)stornando i fondi già destinati alla Ricerca contemporaneamente ai pianti di coccodrillo per la fuga dei cervelli e con la complicità di parlamentari sedicenti liberisti (!) è ancora un'altra storia pietosa del centro-destra.

Il convitato di pietra del mondo del lavoro italiano , che fa la differenza con i paesi civili , è semmai l' inapplicazione della legge 626/'94: responsabilità penale del datore del li lavoro pubblico o privato sulla salute psico-fisica del dipendente. Una roba che nei paesi civili, appunto, ha a che fare con la QUALITA' del lavoro.

SAREBBE ORA DI SMETTERLA CON QUESTA BALLA COLOSSALE DEL GOVERNO TECNICO.
QUESTO E' UN GOVERNO POLITICO NE' DI DESTRA, NE' DI SINISTRA, MA DI STAMPO CLERICALE\FASCISTA, APPOGGIATO DA 3 PARTITI CHE NON SI SA SE SIANO CARNE O PESCE, CHE PIACE A CONFINDUSTRIA (FORNERO E' DEI LORO) ED ALLO STATO VATICANO.
AL VATICANO, POI, I POVERI FANNO MOLTO COMODO, FANNO MOLTIPLICARE I LORO AFFARI.
CONFINDUSTRIA NON AVENDO NIENTE DA PROPORRE, A CAUSA DEL SUO IMMOBILISMO ANTIDILUVIANO, SI NASCONDE DIETRO L'ART. 18 PER NASCONDERE LA SUA INADEGUATEZZA, SIA TECNICA CHE CULTURALE.

E' ampiamente dimostrato che la produttività del lavoro in Italia é bassa e ciò rende il prodotto nazionale troppo caro e difficile da vendere. Conseguentemente vince la concorrenza estera, si vendono sempre meno autovettura italiane, ecc..., i compratori acquistano all'estero e le imprese estere non producono in Italia. Ma questa situazione é stata cronicizzata, soprattutto,  grazie ai sindacati, sempre più diritti, veri e presunti,  e meno doveri(!).  Nessun governo della Repubblica ha mai modificato  il "mercato del lavoro ingessato". Non l'ha fatto Prodi o D'Alema e tanto meno Berlusconi.  Non riesce a farlo la Fornero. Il populismo é facile a parole, ma molto più difficile a trasformarsi in azioni concrete valide per il "Sistema Italia". Vi ricordate l'Alitalia? E ora la FIAT dove si lavora un giorno alla settimana, quando tutto va bene. E l'IdV cosa farebbe? Ha forse la bacchetta magica?