ANCHE BRUNETTA IL CENSORE "TIENE FAMIGLIA"

BrunettaBrunettaNon c'è solo il ministro Meloni che viene premiata per aver lasciato "la casa del padre". C'è anche un altro ministro che, a quanto risulterebbe da un circostanziato articolo apparso qualche giorno fa su il quotidiano Italia oggi, si sarebbe preoccupato di ringraziare chi gli è stato fido al momento giusto. E' figura al di sopra di ogni sospetto, uno che si dipinge duro e puro, uno che lancia in resta si scaglia un giorno si e l'altro pure contro i dipendenti pubblici, pigri e assenteisti, uno che non ha peli sulla lingua e che non lesina di complimenti i poliziotti, definendoli panzoni. Ora, la sua nuova ossessione sono le auto blu sulle quale ha annunciato uno stratosferico e storico giro di vite ma che, almeno ad oggi, nonostante i numerosi tentativi, non gli riesce neanche di contare. Insomma, è Renato Brunetta, il ministro della funzione pubblica che, qualche giorno fa, da quanto si legge nell'articolo, avrebbe nominato Enrico Mingardi, vicecommissario all'Aran, l'agenzia governativa sui contratti pubblici, che dal ministro dipende. Il signor Mingardi è stato assessore alla mobilità del comune di Venezia con Massimo Cacciari ma, con un salto della quaglia fenomenale, quando Brunetta si è candidato a sindaco di Venezia, non ci ha pensato neanche un attimo a lasciare il centrosinistra per il centrodestra, approdando alla corte di Renato ed appoggiando la sua candidatura. Massimo Cacciari, all'epoca dei fatti, commentò con un laconico "auguro a Mingardi di potersi sentire a posto con la sua coscienza". L'indomito Renato Brunetta rispose con tracotante soddisfazione "Mingardi è un uomo libero come la maggior parte dei cittadini veneziani". Per la verità, è evidente che si confonde l'alto e nobile concetto di libertà con quello di spregiudicatezza politica, ma tant'è le cose andarono esattamente così. Il resto è cosa nota. Venezia ha bocciato sonoramente la candidatura del ministro Brunetta, nonostante Mingardi che, però, non si è dimenticato e dato pace e qualche mese dopo è sceso a Roma e ha bussato alla porta del ministero. Dopo pochi mesi la debaclè di San Marco e quello che fu definito il voltafaccia di San Valentino, l'ex assessore di Cacciari spunta all'Aran, assumendone l'incarico di vicecommissario. Si tratta di una nomina diretta del ministro, che non deve essere sottoposta al vaglio parlamentare. Ora, può anche darsi che Mingardi, dopo essersi occupato di mobilità in laguna con il centrosinistra, abbia tutte le carte in regola per occuparsi di contrattazione sindacale con il centrodestra. Ho qualche dubbio ma tutto può essere nella vita. Certo è che la sua è una nomina che desta parecchie perplessità e che risulta, a chiunque abbia un minimo di buon senso e rispetto delle istituzioni , a dir poco inopportuna, in perfetto stile Berlusconi. Ne chiederemo presto conto al ministro Brunetta in Parlamento.

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Tutte le ragioni della legge bavaglio in 70 pagine. Un testo realizzato dal Tribunale di Roma grazie alla collaborazione non volontaria di alcuni tra i più autorevoli specialisti dei vari rami della complessa materia, da Flavio Carboni (rapporti con l’imprenditoria) a Denis Verdini (relazioni istituzionali). Il fatto che sia stata resa pubblica proprio nel giorno dello sciopero dei giornalisti, dà all'ordinanza di custodia cautelare che ha riportato in cella il leggendario faccendiere l’aura di misteriosa sacralità propria dei testi iniziatici. Ha infatti plurimi livelli di lettura. In un primo momento credi d’esserti imbattuto nella mediocre sceneggiatura di un film a tesi. Una storia esagerata che si apre con un incontro tra un importantissimo dirigente del partito al governo, un senatore condannato a sette anni di carcere per rapporti con la mafia e un anziano maneggione. I tre, circondati da una corte di magistrati, affaristi e furbacchioni, ragionano su un certo business da mettere in atto in un’isola lontana per il tramite del fragile governatore che l’amministra per loro conto. Dopo una dissolvenza, ecco che il maneggione allarga i suoi interessi a tutte le vicende politiche più importanti del momento: una legge che dà l’immunità al capo del governo, una decisione amministrativa che potrebbe escludere una lista dalle elezioni. Il gruppetto non ha freni: tenta addirittura di interferire sulle scelte della corte suprema. E, quando deve decidere chi sostenere come candidato al governo della Campania, sceglie un indagato per associazione camorristica che fa anche il sottosegretario. Bum! Stai per buttare via l'inverosimile script quando ti cade l’occhio sull’intestazione: “Tribunale ordinario di Roma”. Altro che fiction: era tutto vero. Sgomento per il brusco ritorno alla realtà, cominci ad abbinare i personaggi agli interpreti: Flavio Carboni, il maneggione, Denis Verdini, il coordinatore, Marcello Dell’Utri, il senatore condannato per mafia, Nicola Cosentino, il sottosegretario indagato per camorra. E poi gli altri, i comprimari. Come quell’incredibile Pasquale Lombardi (finito dentro con Carboni) che, per interferire nella decisione sul lodo Alfano, telefona a un imbarazzatissimo Cesare Mirabelli, presidente emerito della Consulta, e alla fine, un po’ deluso per non aver fatto breccia, gioca la carta che conosce meglio: «Professo', mi stanno mettendo in croce gli amici miei, che sono anche gli amici suoi». Una frasetta che contiene un’idea del mondo e sintetizza bene le insidie del metodo. Non sempre Carboni e soci raggiungono l’obiettivo. Ma ci provano sempre, e senza remore: sono ora cordiali, ora seduttivi, ora melliflui, ora minacciosi. Fanno anche qualche piccolo regalo. E aggiungono nuovi nomi alla loro agenda. No, non era una fiction. Il tuo Paese si è veramente ridotto così. È allora che rilevi la curiosa coincidenza tra il tuo sciopero e la divulgazione di quest’opera. E ti viene il sospetto che non sia un caso, ma una beffa di qualche dio della libertà di stampa. Ti ha voluto dire che, se quella legge fosse stata in vigore, quella storia non avresti potuto né leggerla, né scriverla. E i suoi protagonisti avrebbero continuato a avvelenare indisturbati il tuo paese.10.07.10 Giovanni Maria Bellu in http://www.unita.it/news/italia/100995/personaggi_e_interpreti_di_g_m_bellu  
L'indomito Renato Brunetta rispose con tracotante soddisfazione "Mingardi è un uomo libero come la maggior parte dei cittadini veneziani". Infatti i veneziani,potendo DECIDERE e non farsi nominare dall'alto gente indegna,ti ha trombato,Renatino
UNA MAMMA ITALIANA HA SCRITTO UNA LETTERA ALLA GELMINI 27 giugno 2010 di estremocentromarche Pubblichiamo la lettera di una mamma al Ministro Gelmini. Tutte le donne dovrebbero avere il diritto alla maternità senza però essere discriminate. Siamo ancora molto lontani da una reale parità tra i sessi…. Estremo Centro Marche Gentile Ministro Gelmini, l’altro giorno, leggendo la sua intervista sul Corriere della Sera, in cui dichiarava che l’ASTENSIONE OBBLIGATORIA DOPO IL PARTO è un privilegio, sono rimasta basita. Che lei fosse poco ferrata sui problemi dell’educazione, non era necessaria la laurea in pedagogia, che io possiedo e lei no, o i tre corsi post laurea, che io possiedo e lei no, visto quello che sta combinando alla scuola statale. Ma almeno speravo avesse competenze giuridiche, essendo lei avvocato ed io no. Certo, dato che lei, ora paladina della regionalizzazione, si è abilitata in “zona franca” (quel di Reggio Calabria), perché più facile (come da lei con un’ingenuità e candore imbarazzante affermato), lo si poteva supporre. E allora, prima le faccio una piccola lezione di diritto e poi parliamo d’educazione. L’astensione dopo il parto, sulla quale lei oggi con tanta leggerezza motteggia, è definita OBBLIGATORIA ed è un diritto inalienabile previsto da quelle leggi, per cui donne molto più in gamba di lei e di me, hanno combattuto strenuamente, a tutela delle lavoratrici madri. Discorso diverso è il congedo parentale, di cui si può fruire, dopo i tre mesi di vita del bambino, per un totale di 180g, solo in parte retribuiti integralmente. Ovviamente per persone come lei, con un reddito di oltre 150.000 euro l’anno, pari quasi a quello del governatore della California Arnold Schwarzenegger, discutere di retribuzione, in questo caso più che un privilegio, è un’eresia. Ovviamente lei non può immaginare, perché può permettersi tate, tatine, nido “aziendale” al ministero, ma LA GENTE NORMALE, che lei dice di comprendere, ha a che fare con file d’attesa interminabili per nidi insufficienti e costi per baby-sitter superiori a quelli della propria retribuzione. Voglio dirle una cosa però, consapevole che le mie affermazioni susciteranno più clamore delle sue, DA PEDAGOGISTA E DA ESPERTA, affermo che fruire dell’astensione OBBLIGATORIA oltre che un DIRITTO è anche un DOVERE, prima di tutto morale e poi anche sociale. Come vede ho più volte sottolineato la parola OBBLIGATORIA, che già di per se dovrebbe suggerirle qualcosa. Ma preferisco spiegarmi meglio, anche se è necessaria una piccola premessa doverosa. Lei come tante donne, crede che l’essere madre, anche se nel suo caso da pochi giorni, le dia la competenza per parlare e pontificare su educazione e sviluppo del bambino, ai quali grandi studiosi hanno dedicato anni e anni di studio. In realtà, per dibattere sulla pedagogia, oggi chiamata più propriamente SCIENZE DELL’EDUCAZIONE, bisogna avere competenze specifiche, che dalle sue dichiarazione lei non sembra possedere. Le potrei parlare della teoria sull’attaccamento di Bowlby, dell’imprinting e di etologia, ma non voglio confonderle le idee e quindi ricorro ad esempi più accessibili. Basta guardare il regno animale per rendersi conto come le femmine di tutte le specie non si allontanano dai cuccioli e dedicano loro attenzione massima e cura FINO ALLO SVEZZAMENTO Non è una legge specifica relativa agli umani, ma della natura tutta. Procreare, infatti, implica delle responsabilità precise, è una scelta di vita, CHE SE CAMBIA IL COMPORTAMENTO ANIMALE, A MAGGIOR RAGIONE CAMBIA LA VITA DI UNA DONNA. Sbaglia chi crede che l’arrivo di un figlio, non comporti cambiamenti nella propria vita. Un bambino non chiede di nascere, fare un figlio non è un capriccio da togliersi, ma una scelta di servizio, di dono di se stessi e anche del proprio tempo. Non sono i figli che devono inserirsi nella nostra vita, siamo noi che dobbiamo cambiarla per renderla a loro misura. Se non facciamo questo, potremmo fare crescere bambini soli, senza autostima e con poca sicurezza di sé. Bambini affamati di attenzioni, perché non gliene è stata data abbastanza nel momento in cui ne avevano massimo bisogno, cioè i primi mesi di vita. L’idea che non capiscono niente, che non percepiscono la differenza ad esempio tra un seno materno e un biberon della tata, è solo nostra. Ciò non vuol certo dire che tutti bambini allattati artificialmente o che tutti bambini con genitori che tornano subito a lavoro, saranno dei disadattati. Ma bisogna fare del nostro meglio per farli crescere bene, come quando in gravidanza assumevamo l’acido folico, per prevenire la “spina bifida”. I bambini hanno nette percezioni, già nel grembo materno. L’idea, che se piangono non si devono prendere in braccio “perché si abituano alle braccia”, è un luogo comune. Le “abitudini” arrivano dopo i 6 mesi, fino ad allora è tutto AMORE. Non è un caso che studi recenti, riabilitano il co-sleeping, (dormire nel lettone) e i migliori pediatri sostengono la scelta dell’allattamento a richiesta. Il volere educare i bambini inquadrandoli come soldati, già dai primi giorni di vita, non solo é antisociale, perché una generazione cresciuta senza il rispetto dei suoi ritmi di crescita può essere inevitabilmente compromessa, ma è un comportamento al di fuori delle più elementari regole umane e naturali. Poi è anche vero che per molte donne, tornare a lavorare subito dopo il parto sia una necessità assoluta. Ma per questo problema dovrebbe intervenire adeguatamente lo Stato e non certo con affermazioni come le sue. Mi rendo conto che il suo lavoro le permette di lasciare la bambina, rilasciare interviste di questo tipo (di cui noi non sentivamo la necessità) e tornare con comodo da sua figlia. Ma ci sono lavori che richiedono tempi e una fatica fisica e mentale che lei non conosce. Tempo che sarebbe inevitabilmente tolto ad un neonato che ha bisogno di una mamma “fresca”, che gli dedichi la massima attenzione. Noi donne infatti, se spesso per necessità ci comportiamo come Wonder Woman, poi siamo colpite da sindrome di sovra affaticamento.E non è vero che è importante la qualità e non la quantità: - perché la qualità del tempo di una mamma da pochi giorni, che rientra nel tritacarne della routine quotidiana, aggiungendo il carico della gestione di un neonato, può essere compromessa. - perché un bambino non dovrebbe scegliere tra qualità e quantità, almeno nei primi mesi, dovrebbe disporre di entrambe le cose. Per non parlare poi del fatto, che se un genitore non può permettersi qualcuno che tenga il bambino nella propria casa, nel corso degli spostamenti, lo espone, con un bagaglio immunologico ancora carente, alle intemperie o alle inevitabili possibilità di contagio presenti in un nido. Infatti, è scientificamente provato che i bambini, che vanno al Nido troppo presto, o che non vengono allattati al seno, sono più soggetti ad ammalarsi, con danno economico sia per le famiglie che per il sistema sanitario. Poi per carità, si può obiettare, che ci sono bambini che si ammalano anche in casa, o come succede anche ai bambini allattati al seno, ma è come dire ad un medico, che giacché si è avuto un nonno fumatore campato 100 anni, non è vero che il fumo fa male. Bisogna dunque incentivare i comportamenti da genitore virtuoso, anche con la consapevolezza che i bambini non sono funzioni matematiche, ma si può fare molto, per favorire una crescita armoniosa, già dalla prima infanzia, se non addirittura durante la gravidanza. E allora le domando Ministro, di svolgere il suo ruolo importante istituzionale con maggiore serietà, cercando di evitare affermazioni fuori luogo come questa, o come quella secondo cui “studiare non è poi così importante”, prendendo Renzo Bossi come esempio. Si dovrebbe impegnare di più nell’analisi dei problemi, per evitare valutazioni errate e posizioni dannose per lei, per gli altri e per il Paese. Perché forse qualcuno potrebbe aver pensato che tutto sommato il suo era un ministero poco importante, che se guidato da un giovane ministro senza competenze specifiche, “non poteva arrecare grossi danni”, soprattutto obbedendo ciecamente ai dettami del Tesoro, ma lei con la sua presunzione di voler parlare di cose che non conosce, sta contribuendo a minare il futuro di un’intera generazione. Un’ultima cosa, lei che di privilegi se ne intende bene, essendo un politico, la usi con maggiore pudore questa parola. 05-05-10 Rosalinda Gianguzzi Pubblicato in Politica | 101 commenti
Dal "dopo sciopero" di ieri, succedono cose strane, nell'accedere al blog. Capita che, nel cercare un argomento, o nel tentare un'iscrizione alla mailing-list, compaia scritto "la pagina richiesta non è stata trovata". Aggeggiando IO sono riuscita comunque ad aprire il sito, ma altre persone mi hanno segnalato il persistente disagio. Provvedete, per favore?????Grazie Maria b.
Grazie, maria b. : hai aggeggiato bene !!!
 A proposito del "Tecnico" e "comprovato Manager", ricordo che il Signor Mingardi prima di "nascere" Assessore faceva il normalissimo mestiere di rappresentante e veniva da una famiglia di panettieri.
hai tralasciato che il bell'Enrico e noto ha Venezia anche per altre cose.
Di personaggi politici dalle capacità camaleontiche siamo pieni. Ho perso il conto di coloro che hanno cambiato "casacca" negli utlimi vent'anni. Potrei fare una sfliza di nomi, che vanno da Bondi a Rutelli, a Capezzone.....poi ci sono quelli che cambiano corrente senza avere il coraggio di cambiar partito. Poi ci sono quelli (i più pericolosi) che cambiano "idee" senza apparentemente cambiare nè partito, nè corrente. Ci sono i prostituti, i leccaculo, gli opportunisti, i qualunquisti........Vario bestiame, insomma.....Ora, che il ministro Brunetta abbia "premiato" cotanta "fedeltà" con una nomina di sapore clientelare, non è la cosa che mi sconvolge di più (=dov'è la novità????). Ciò che invece mi preoccupa, è che questo signore, così incline a servilismo, presieda un organo dalle delicate competenze. Che sono: 
  • ARAN
  • Istituita dal D. Lgs 29/1993 , con sede a Roma, l’Aran, Agenzia per la rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni, è un organismo tecnico, dotato di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia organizzativa, gestionale e contabile.L’Aran ha la rappresentanza legale di tutte le pubbliche amministrazioni in sede di contrattazione collettiva nazionale.L’Aran, pertanto, svolge ogni attività relativa alla negoziazione e definizione dei contratti collettivi del personale dei vari comparti del pubblico impiego, ivi compresa l’interpretazione autentica delle clausole contrattuali e la disciplina delle relazioni sindacali nelle amministrazioni pubbliche.Nello svolgimento dei suoi compiti istituzionali, l’Agenzia si attiene agli atti di indirizzo dei Comitati di settore (organismi collegiali costituiti per rappresentare categorie omogenee di amministrazioni), con l’autonomia richiesta dalle esigenze di una corretta e funzionale dinamica negoziale.L’Aran, inoltre, assiste le pubbliche amministrazioni per l’uniforme applicazione dei contratti collettivi di lavoro e, su richiesta dei comitati di settore , può costituire delegazioni temporanee a livello regionale o interregionale per soddisfare specifiche esigenze delle amministrazioni interessate.Unico organismo preposto alla negoziazione nel pubblico impiego, l’Agenzia é, quindi, costante punto di riferimento nel complesso sistema della contrattazione collettiva.
  
Provate per un attimo a pensare, ad immaginare, cosa significherà avere, al vertice di un tale organismo, con funzioni tanto delicate (sarebbe opportuna la presenza di un uomo di comprovate capacità e soprattutto "super partes") un "leccaculo" del nano più infame d'Italia. Contrattazioni???? Sì, vabbè........
I mercenari della politica son fatti così; saltellano dal un partito all'altro con assoluta facilita' dimostrando che di politica gliene frega poco o niente, ma di poltrone, di incarichi e quant'altro, eccome!!!!! certo, si rimane sbigottiti davanti a tanta “prostituzione”, davanti a questi atteggiamenti esecrabili ma, purtroppo per noi, rappresentano la normalità!!!”. d’altra parte tutto ciò fa parte di un ingranaggio ancor più disgustoso, molto attuale ……mi riferisco al velinismo berlusconiano, cioè a quelle “amichette” del capo, che, improvvisamente scoprono di avere un “grande talento” per la politica, rigorosamente testato dal capo, si intende, e che di conseguenza vengono promosse e infilate nelle liste elettorali per ordine superiore; così accade che da meteorina si passa ad assessore provinciale, da valletta a ministra……mi chiedo:quanti sono quelli che fanno politica per davvero? Pochissimi!!!!. …..a proposito del grande capo, oggi, “ghe pensi mi”, s’è messo a sproloquiare nuovamente, arrivando addirittura a dire che “la libertà di stampa non è un diritto assoluto” e "che in democrazia non esistono diritti assoluti" (tranne i SUOI, si intende!!!!). Da mo’ che lo avevamo capito che per lui la libertà di stampa è un impiccio!!!....ha poi confermato che la ripresa economica è una realtà confermata….beh, se lo dice il più ricco d’italia le cui aziende, nella crisi, hanno aumentato i loro profitti, ci crediamo!!!!; poi ha annunciato di voler fare una rivoluzione liberale modificando art.41 della costituzione; è bene che ci mettiamo in testa, noi cattivi comunisti, che le imprese fanno del “bene” a tutti….non è vero che molto spesso sfruttano i lavoratori, corrompono, evadono, truffano, schiavizzano, violano le leggi, l’etica, le regole, pur di trarre quanto più profitti possibili!!!....macchè, questa è una assurda visione catto-comunista!!!! Prendi lui, si è fatto da solo ed è stato sempre onesto…che vuoi che siano gli “aiutini” di craxi e d’alema….che vuoi che siano quei fondi neri all’estero….che vuoi che siano quelle sentenze che hanno stabilito che il suo braccio destro faceva “affari” con la mafia e il suo braccio sinistro “acquistava” sentenze …..che vuoi che sia aver depenalizzato il falso in bilancio, mica è un reato??........mah!! forse questa delirante perforamance è il risultato della cenetta dal prone vespa che evidentemente gli è andata di traverso…in effetti, le sue doti da ammaliatore hanno funzionato ben poco con il bel casini che, proprio ora, inizia a fare il “duro”!! cavolo, non gliene va bene una! La campagna acquisti dei finiani, a quanto pare, è andata a farsi benedire, nonostante la “chiamata” in forma privata di ciascuno….Solo qualche giorno fa aveva lanciato il solito “ricattino” :”chi dissente non è in linea con gli elettori” a cui era seguito, sulla stessa linea, l’urlo triviale e forse più conciso della “signora” di OK, il (dis)prezzo è giusto: “fini, fuori dalle palle!!!”; ma fini deve andar fuori dalle palle prima o dopo l’approvazione delle ultime leggi porcate ad personam e ad aziendam? Questo non è stato chiarito!!
qualche "post" fa ho riportato un articolo giornalistico in cui si spiegava bene la motivazione della "calma" di Fini di fronte agli strepiti di Sua Emittenza. Berlusconi può sbraitare quanto gli pare, ma è tutta "scena" per il "suo" elettorato. Il "suo" elettorato si beve questa scemenza del "padrone" che fa come gli pare, ignorando che politicamente e giuridicamente (lo statuto del PDL è molto chiaro) Fini  e Bossi (ognuno per i suoi interessi e per i suoi motivi) lo "tengono per le palle", come si dice a Parigi.Quanto al "velinismo" premiato con poltrone politiche, in parte è il frutto di imbarbarimento culturale cui siamo sottoposti tutti (salvo avere, alcuni, degli opportuni anticorpi), parte è frutto di una perversa legge elettorale che consente ai partiti di nominare chi gli pare, per logiche che non c'entrano nulla con il "voto espresso dal popolo". Questa cosa così elementare, che sembra una cosetta trascurabile, è invece il fulcro della morte della democrazia nel nostro paese. Che di Repubblica democratica ormai ha conservato solo il nome. Siamo in un regime dittatoriale, lo vogliamo capire o vogliamo continuarci a raccontare barzellette? 
erano tutti rientri a capo, così la poesia non rende.Che peccato
"Vincè, al tempo degli inferocitii nostri nervi sottoghiaccio scattavano da solipiù veloci degli occhi, prima dei pensieri.Che razza di imboscate erano pronteper noi, e da noi per gli altri.Vincè, gli anni c'imbiancano senza addomesticare,da qualche parte sotto la cortecciaun serpente s'inarca d'improvvisola sua spina dorsale è quella nostra.Oggi siamo sfiatati,se uno ci insulta sorridiamo a mezza bocca,ma cogli occhi no,gli occhi vanno a guardare la sua gola,se due volte insultati sorridiamofinchè quello non smettema cent'anni di schiena piegatanon hanno insegnato a leccare la mano" E.DE LUCA,Solo andata righe che vanno troppo spesso a capo,Feltrinelli, Milano,2005,p.48.