berlusconi lascia...una brutta eredità

Berlusconi lascia. Per la terza, quarta o quinta volta, non ricordo. E’ accaduto abbastanza spesso che annunciasse il suo ritiro, ufficialmente o ufficiosamente, lasciando filtrare il suo presunto pensiero nei retroscena. Ok, si ritira, finisce un’epoca, nasce la Terza Repubblica e così via.

L’aspetto più interessante a mio parere è che, stavolta, agli italiani, non gliene frega proprio niente. L’hanno già dimenticato, anzi, più che dimenticato, rimosso. Come un incubo, come un punto nero nella memoria di ogni giorno.

Rimosso Berlusconi, però, il problema resta. Come dissi già qualche anno fa, il problema principale non è Berlusconi, ma il berlusconismo. Quel sistema di collusione tra istituzioni e interessi personali, quella commistione tra ambizione pubblica e affarismo privato, quel metodo per cui tutto è lecito, anche quando palesemente illegale o iniquo.

Con Berlusconi al governo, la corruzione è cresciuta a dismisura, così come l’evasione fiscale. C’è stato un generale scadimento dell’etica pubblica, della legalità. I comportamenti di Berlusconi, i suoi costanti attacchi alla magistratura, la sua aura di impunità hanno legittimato, a cascata, comportamenti analoghi da parte di migliaia di ‘berluschini’, che scimmiottavano, in sedicesimo, le ‘gesta’ del capo. Una legittimazione culturale dell’evasione, dell’intrallazzo, della corruzione, anche dei costumi.

E’ questa l’eredità di Berlusconi, che non si può certo definire un ‘padre nobile’ della Seconda Repubblica. Ci sarà da lavorare molto, perché certi modelli culturali sono riusciti a penetrare nell’opinione pubblica ed a permearla. Berlusconi lascia, sì, una brutta eredità.

Commenti

Mi sembra starno che un uomo politico possa veramente pensare che Berlusconi lasci. Vede On. Donadi, quel signore non mollerà mai l'osso fino a quando non troverà un'altro Prodi che lo salva dalla bancarotta. Penso che Lei sappia che berlusconi è stato salvato proprio da Prodi quando aveva la bella somma di 4.000 miliardi di debiti. Se con il primo governo Prodi lo si lasciava morire, (naturalmente intendo finanziariamente), oggi non avrenmmo tra le balle questo signore che di danni ne ha combinato tantissimi. Se dall'inizio della seconda repubblica si fosse varata una vera legge sul conflitto d'interesse e le leggi contro l'impunità, oggi non staremmo qui a lottare per mandare a casa una banda di piduisti.

L'Italia é un bel Paese, di millenaria cultura, faro dell'Occidente, ma, purtroppo sbranato nei secoli dagli interessi di parte e dalla cupidigia di personaggi avidi e senza scrupoli. Senza dilungarci troppo, nel secolo scorso, un tribuno, agitatore di popolo e manipolatore delle masse portò il Paese alla rovina, ma, alla fine ne pagò il fio. Successivamente una avida Casta politica se le inventò tutte pur di mettere le mani nelle tasche degli Italiani. Alcuni hanno pagato il conto, come il cinghialone imbufalito San Bottino morto latitante in Tunisia, ma altri se la godono beatamente. Per finire abbiamo avuto Papi Berlu, Impunito Satrapo e Pifferaio di Arcore che, dopo aver arricchito spudoratamente sé, e la sua numerosa Corte di nani e ballerine, dopo aversi fatto confezionare le leggi su misura dalla sua banda di cialtroni, dopo aver fatto il suino ad Arcore ed in giro per il mondo, lascia tutti i Cittadini Italiani Onesti in brache di tela, cioé in mutande, con un Debito Pubblico fuori controllo, con la disoccupazione dilagante, coi nostri figli senza futuro. Auguriamo al Porcellone una degna uscita di scena! Come fu per i suoi illustri predecessori.

Caro Donadi, 

ultimamente non ti ho risparmiato le critiche ma stavolta ti darei un bacio in fronte. Non avresti potuto definire meglio il problema: il berlusconismo è stato (e dove rimane, è ancora) una forma di dittatura culturale, l'apoteosi della personalizzazione della politica, la semplificazione della complessità come regola di approccio ai problemi, la legittimazione della prevaricazione e della corruzione, la rappresentazione distorta di un'idea - condivisibile o meno, ma comunque sofisticata e rispettabile - il  iberalismo, la spettacolarizzazione del cattivo gusto e l'affermazione del clientelismo. Difficile credere, dunque, che gli eredi di Berlusconi, quelli che più o meno in buona fede ne hanno intriiettato il "messaggio", cambino registro. Se sono dove sono , è perché hanno imparato bene la lezione del "maestro"   .

Riportare uno spirito di legalità in un paese devastato da vent'anni di questo andazzo sarà un'impresa titanica. 

Caro Donadi, 

ultimamente non ti ho risparmiato le critiche ma stavolta ti darei un bacio in fronte. Non avresti potuto definire meglio il problema: il berlusconismo è stato (e dove rimane, è ancora) una forma di dittatura culturale, l'apoteosi della personalizzazione della politica, la semplificazione della complessità come regola di approccio ai problemi, la legittimazione della prevaricazione e della corruzione, la rappresentazione distorta di un'idea - condivisibile o meno, ma comunque sofisticata e rispettabile - il  iberalismo, la spettacolarizzazione del cattivo gusto e l'affermazione del clientelismo. Difficile credere, dunque, che gli eredi di Berlusconi, quelli che più o meno in buona fede ne hanno intriiettato il "messaggio", cambino registro. Se sono dove sono , è perché hanno imparto bene la lezione del "maestro"   .

Riportare uno spirito di legalità in un paese devastato da vent'anni di questo andazzo sarà un'impresa titanica.