IL CENTROSINISTRA RIPARTE DA VASTO

 Ripartiamo da Vasto. Il lungo esecutivo di ieri è stato proficuo, si è chiuso con la stesura di un documento unitario in cui il passaggio politico fondamentale è l'impegno a rilanciare l'alleanza di centrosinistra: l'esecutivo nazionale Idv 'ribadisce la volontà di Idv di costruire insieme alle forze politiche e sociali riformiste di centrosinistra, una coalizione basata su un programma di governo comune e che sia alternativo alla deleteria esperienza dei precedenti governi Berlusconi ed anche alle politiche dell'attuale governo Monti ed in tal senso dà mandato pieno al presidente ed all'ufficio di presidenza del partito di ricercare (nei modi, nei tempi, e con le forme che l'agenda politica e le linee guida fondamentali del partito oggi illustrate dal presidente ed approvate permetteranno) ogni percorso utile a raggiungere l'obiettivo con il coinvolgimento attivo dei mondi utili della società civile'. Scripta manent.

E', per quanto mi riguarda, una grande soddisfazione politica. Ma, si sa, in politica, occorre cautela. Perché si realizzi il prgetto di dare al Paese un governo riformista e progressista, a questo documento dovrà seguire un'azione politica coerente e conseguente. Questo non significa mettere da parte il proprio programma ed i propri valori, anzi. Significa essere pronti al confronto, ben sapendo che su legalità, diritti e lavoro non siamo disposti a fare sconti, né ad accettare compromessi al ribasso. Il nostro programma è avanzato e dovrà essere la base per una discussione proficua. Italia dei Valori dovrà essere pronta a dare il proprio costruttivo contributo per rilanciare l'unica alleanza alternativa alle destre e ad un nuovo esecutivo tecnico. In molti lavorano, anche all'interno del Pd, per far restare Monti a Palazzo Chigi.

Noi siamo assolutamente contrari. Ma per non prestare involontariamente il fianco a manovre di questo tipo, ordite dai cosiddetti poteri forti di questo paese, dobbiamo inviare segnali chiari ed inequivocabili di apertura ed affidabilità. Per questo ho proposto all'esecutivo di sottoscrivere la dichiarazione d'intenti del Pd, che contiene passaggi pienamente condivisibili. E poi presentare il nostro candidato, naturalmente Antonio Di Pietro, alle primarie di coalizione.

Vogliamo essere protagonisti del cambiamento ed andare al governo per realizzare un programma avanzato aul lavoro, sui diritti, sulla legalità. Dopo venti anni di Berlusconi e berlusconismo, l'Italia ha bisogno di aprire un nuovo ciclo politico, economico e sociale. Italia dei Valori ha una responsabilità storica e non può sottrarvisi.

Commenti

Nell'attuale situazione politica serve poco rilanciare discorsi di unità della sinistra già morti e sepolti. Il PD é in crisi irreversibile e non sa più qual'é la sua vera identità. Mentre Renzi fa il pavoncello, tanto fumo e poco arrosto, Bersani brancola nel buio contornato, pure lui, da nani e ballerine come il Pifferaio di Arcore, molto desiderosi del posto fisso "in politica", possibilmente ben pagato e cospicui benefits che cadono copiosi sulla testa dei "politici".  Non si capisce, poi, quale sia la convergenza tra l'IdV, partito della legalità, e la demagogia di Sel di Vendola che non porta da nessuna parte. Ai posteri l'ardua sentenza!

 

Scandali, ruberie, impicci e imbrogli fino alla nausea, fino a non poterne più! Basta! Sono tutti uguali, mandiamoli a casa! E non è qualunquismo! Destra, sinistra e centro. E' un continuo susseguirsi di scandali! Dal nord al sud fino ai rumors capitolini del Laziogate, ormai nel Belpaese le furfanterie sembrano la regola nazionale, dall'infame serie del “così fan tutti”! E non è populismo! Vicende squallide, a dir poco imbarazzanti. Ma non per “loro”, che degli scandali se ne fregano e continuano a fare man bassa dei denari pubblici, ad accumulare privilegi e a scalare la carriera politica e sociale a colpi di tangenti, corruttele e ruberie varie. La politica "ostriche&champagne" rigorosamente a spese del contribuente si è mangiata ormai tutto e a questo punto non le resta che mangiare se stessa! E’ la malapolitica che si autofagocita! E’ la fine di una classe dirigente ormai arrivata al capolinea, ma che non vuole scendere! Ma bisogna farli scendere! E questo compito spetta costituzionalmente agli elettori. Lo strappo fra Palazzo e Paese, la frattura fra politica e cittadini è ormai insanabile! La “casta” non ha saputo, né voluto autoriformarsi, né tantomeno fare pulizia in casa propria! “Loro” a forza di scandali sono diventati impermeabili alla “vergogna”! Il rischio è che anche la gente per bene diventi “indifferente” allo schifo, al disgusto, alla nausea e alle immondizie tirategli addosso per decenni da questa classe dirigente che ha sommerso di spazzatura tutte le cose belle di cui gli italiani dispongono e sono capaci, trasformando il Belpaese in una  “discarica” a cielo aperto, nella fogna dell'affarismo selvaggio e spregiudicato! Pretendere il ricambio di questa classe dirigente non è un qualsiasi “grillo populista” che salta per la testa della gente da un giorno all’altro, ma un diritto sacrosanto. La politica nel bene anche se fino ad oggi lo è stata soprattutto nel male, è e sarà sempre e comunque la nostra vita. E per tentare di restare vivi bisogna restituire alla politica la dignità, la nobiltà, l’autorità ed il rispetto perduto. La politica è un “cosa seria". Fare politica è una "cosa alta”, resa infima e bassa da “loro” che la hanno calpestata e asservita al proprio tornaconto personale, smarrendo il senso delle istituzioni e dello Stato, perdendo di vista ogni regola etica, morale e giuridica, avvilendo il senso civico, perdendo il rispetto per “loro” stessi, per  i “loro” elettori e per la cosa pubblica! Per far risorgere la politica ai livelli che le competono è rimasto un solo modo: cambiare le persone che la fanno!