LA CORRUZIONE VOLA, IL GOVERNO FRENA

Secondo l’ultima stima di Trasparency International, l’Italia è scesa al 67° posto nella graduatoria mondiale sulla corruzione nella pubblica amministrazione. Da Tangentopoli in poi, a parte una breve parentesi, siamo andati sempre peggio. Quando Mani pulite muoveva i suoi primi passi, il giro di affari della corruzione italiana era di diecimila miliardi di lire l’anno, con un indebitamento pubblico tra i 150 e i 250 mila miliardi di lire. Negli anni sessanta il debito pubblico era inesistente. Negli anni ottanta cresce fino al 60% del prodotto interno lordo. Sale al 70% nel 1983. Tocca il 92% nei quattro anni di governo Craxi (1983-1987), per chiudere alla vigilia di Mani Pulite, nel 1992, al 118%. Dal 1993 al 1994 si registra infatti il picco di denunce dei delitti di corruzione. Dopo l’azione di Mani pulite, la corruzione diminuisce ma dal 2000 in poi torna ai livelli del 1991, quelli antecedenti all'emersione di Tangentopoli. Le leggi ad personam  di Silvio Berlusconi, taglio dei tempi di prescrizione per i reati economici, corruzione al falso in bilancio e i condoni fiscali hanno riportato la corruzione ai tempi d’oro. Tutte le proposte e i disegni di legge anticorruzione, anche quelle presentate da Italia dei Valori, sono impantanate nelle secche del Parlamento, ben chiuse nel cassetto e destinate a non venire alla luce per volere della maggioranza. Anche il disegno di legge d’iniziativa del Governo, tanto strombazzato in campagna elettorale e tirato fuori ogni volta che organismi internazionali segnalano la gravità della nostra situazione, è inchiodato in commissione. Ma non è tutto. Per  capire di che pasta è fatto questo governo e quanto abbia a cuore la lotta alla corruzione, basti pensare che hanno soppresso l’Alto Commissario Anticorruzione, presieduto da Achille Serra, un organismo alle dipendenze della presidenza del Consiglio. Non pensiate all’ennesimo ente inutile. Nonostante i pochi mezzi e le scarse risorse, questo organismo ha messo a segno una serie di successi quali l’indagine sullo stato della corruzione nella sanità in Calabria, l’ispezione alla Asl di Napoli 5, da cui emersero infiltrazioni mafiose e l’attivazione di un numero verde per consentire ai cittadini di denunciare casi di corruzione sotto garanzia dell’anonimato. L’organismo è stato sostituito con un Dipartimento alle dipendenze della Funzione pubblica, le cui risorse sono state ulteriormente ridotte di oltre due terzi. Risultati all’attivo di questo nuovo ente zero. Comprensibile d’altronde. A Singapore, l’ente anticorruzione conta circa 800 dipendenti, ha mezzi e risorse. Anche il Sol Levante ci dà lezione. Nessuna sorpresa. Questo, d’altronde, è il Parlamento delle impunità e degli impuniti.

Commenti

PAPI Padrone Padrino Pifferaio Puttaniere e Sultano, con harem di escort minorenni e ministre, ha superato il suo mentore e maestro San Bottino portando l'Italia al vertice di Paese più corrotto in Europa. Gli Italiani riconoscenti ed  orgogliosi di tale ambito titolo ringraziano di cuore!
Ogni volta che si affronta l'argomento della inadeguatezza (per usare un eufemismo) dei Governi Berlusconi, si finisce per assistere alla sequela d'insulti verso la sinistra, verso Di Pietro, verso la stampa (comunista), verso la magistratura e, da ultimo, verso Fini. C'è questa ormai consolidata abitudine di guardare il dito anzichè la luna. Distogliere l'attenzione, sviare la discussione, puntare lo sguardo altrove. E' uno "sport" cui sono "addestrati" i berluscones, e cui sono stati (in parte inconsapevolmente) addestrati anche coloro che li hanno votati. E' ciò che succede nei talk-show, nelle trasmissioni televisive d'approfondimento, nelle interviste, nei tg. Un esempio? La questione ultima del "bung bunga". ll presidente del Consiglio  ha "quantomeno" abusato del suo potere (chiedendo il rilascio della giovane marocchina), ha fatto pressioni indebite per il suo rilascio, ha "raccomandato" che venisse "affidata" alla consigliera Minetti; ha raccontato "balle" sulla sua (di lei) identità. Si risponde che lui è generoso, che ha voluto aiutare una ragazza, che è libero di frequentare chi gli pare, che le sue abitudini sessuali sono private........e "che un uomo politico si giudica dalle bugie che dice". Ecco: questa è la migliore che abbia sentito in questi giorni. La sig.ra "boccuccia di rosa" Santanchè ha affermato e riaffermato che un uomo politico si giudica dalle bugie che dice. Pertanto...........(qui viene il pezzo forte) FINI  DI  DOVREBBE DIMETTERE.  Ecco: credo si sia raggiunta la punta massima, l'apoteosi.  Le tecniche sono sempre più affinate. Quanto più il governo è incapace, inefficace, deleterio, tanto più si "affinano" le armi di aggressione, di delegittimazione, di "distrazione". Per ogni problema "non-risolto" c'è pronto un "responsabile altro". Se l'Italia è precipitata in un abisso peggiore del precedente dall'epoca di tangentopoli, la colpa NON è di chi da allora l'ha mal-governata, ma di Di Pietro che ha scoperchiato la pentola. Nessuno dice che  il "vuoto" creatosi l'indomani di "tangentopoli" non avrebbe dovuto colmarlo la magistratura, ma semmai una politica responsabile. Invece c'è toccato Berlusconi, con il suo miracolo annunciato. In realtà il miracolo c'è stato, ma solo per lui e per i suoi amici, o per chiunque gli abbia retto il gioco. In una fitta rete di intrallazzi, favori, sottomissioni, prostituzioni, nepotismi e simili, s'è costruita la nuova rete: quella della cosiddetta seconda repubblica. E' avanzato il nuovo. Più fetido e marcio del precedente, ma contrabbandato come nuovo, moderno. 
  • E. Scalfari scrive che (...) il berlusconismo è diventato sistema o regime che dir si voglia: un potere che aveva promesso di modernizzare il paese, sburocratizzarlo, far funzionare liberamente il mercato, diminuire equamente il peso fiscale, sbaraccare le confraternite e rifondare lo Stato. Il programma era ambizioso ma fu attuato in minima parte negli otto anni di governo della destra ai quali di fatto se ne debbono aggiungere i due dell'ultimo governo Prodi durante i quali il peso dell'opposizione sul paese fu preponderante. Ma non solo il programma rimase di fatto lettera morta, accadde di peggio. Accadde che il programma fu contraddetto. Il sistema-regime è stato tutto fuorché una modernizzazione liberale, tutto fuorché una visione coerente del bene comune.Per dieci anni l'istituzione "governo" ha perseguito il solo scopo di difendere la persona di Berlusconi dalle misure di giustizia per i molti reati commessi da lui e dalle sue aziende prima e durante il suo ingresso in politica. Nel frattempo l'istituzione "Parlamento" è stata asservita al potere esecutivo mentre il potere giudiziario è stato quotidianamente bombardato di insulti, pressioni e minacce che si sono anche abbattute sulla Corte costituzionale, sul Csm, sulle Autorità di garanzia e sul Capo dello Stato. Il "Capo" e i suoi vassalli hanno tentato e tentano di costruire una costituzione materiale incardinata sul presupposto che il Capo deriva la sua autorità dal voto del popolo ed è pertanto sovra-ordinato rispetto ad ogni potere di controllo e di garanzia. Questa situazione ha avuto il sostegno di quell'Italia che la diseducazione di massa aveva privato d'ogni discernimento critico e che vedeva nel Capo l'esempio da imitare e sostenere.  Il cortocircuito che questa situazione ha determinato nel carattere di una certa Italia ha fatto sì che Berlusconi esibisca i propri vizi, la propria ricchezza, la sistematica violazione delle regole istituzionali e perfino del buongusto e della buona educazione come altrettanti pregi.(.......)
 Ecco: questa è oggi l'Italia. Un paese che vive un pericoloso immobilismo, che consente ad una "cricca" di fare affari sulla pelle dei cittadini; consente ad un uomo di tenere in scacco il parlamento per costringerlo a partorire leggi che lo tengano al di fuori dei processi; un paese che difende un'infamia come lo scudo fiscale, negando che si sia trattato di una misura oscena che ha consentito una sorta di "riciclaggio" di Stato. Un paese che pretende di combattere il disavanzo NON perseguendo la corruzione e l'evasione fiscale, ma raccontando che chi ruba è l'operaio o l'impiegato. Un governo che ha saputo abilmente e scientemente scatenare le guerre tra poveri, impiegati contro operai, disoccupati contro precari, settentrionali contro meridionali.....e mentre gli altri erano impegnati ad azzannarsi gli uni contro gli altri, i "furbi" hanno sfruttato il momento. Oggi tutti i problemi che sono stati così a lungo trascurati o ignorati, si stanno imponendo in tutta la loro gravità. Ma la "colpa" NON è di chi è stato, in questi anni, incapace di governare; NON è di chi ha raccontato un cumulo di menzogne agli italiani, NON è di chi si è arricchito a spese di una nazione; la colpa  è dei governi di sinistra, di Di Pietro (che avrebbe fatto bene a non aprire il capitolo di tangentopoli), della magistratura che ne inventa una al giorno, della stampa comunista, e......di Fini, che racconta balle agli italiani. Parola di "boccuccia di rosa" Santanchè.
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