La corsa a ostacoli delle riforme

Il taglio dei deputati passato l'altro ieri al Senato desta più di una perplessità.
La prima, mi sia consentito di passar sopra alle frasi di routine che sarebbero naturali in casi del genere come “sempre meglio di niente”, è che sul serio si sarebbe potuto fare di più.
La seconda perplessità è determinata dal fatto che parlare adesso di taglio dei parlamentari è un po’ come riempirsi la bocca di fumo. Già, perché per rendere effettiva anche solo questa esigua sforbiciata bisognerà aspettare che vada in porto la riforma complessiva in cui essa è incardinata.

Il fatto positivo è che, per ora, le resistenze del presidente del Senato su questo articolo 1, che riguarda appunto la riduzione delle poltrone, per ora è stata arginata. Il tentativo, da parte di Schifani, di assecondare la linea Pdl-Lega, facendo passare il taglio dei parlamentari in secondo piano, è stato vanificato forse dal bisogno dello stesso centro destra di smentire le impressioni diffuse nei giorni scorsi sul fatto che non volessero ridurre il numero degli onorevoli.

Diciamo, insomma, che hanno voluto salvare la faccia. Ma, mi chiedo, riuscirà quest’opera a vedere la luce, se, com’è probabile, gli ostacoli che la separano dalla conclusione continueranno a farsi sempre più numerosi e insidiosi? E viene spontaneo il paragone con il taglio dei finanziamenti pubblici ai partiti, che, pure, era cosa ben più semplice da rendere effettiva.

Anche lì, pur di salvare se stessi, i partiti hanno quasi preferito perdere la faccia di fronte agli elettori, ormai malati, forse a ragione, di antipolitica. Ed allora, noi pazientiamo, aspettiamo ed osserviamo, ma restiamo convinti che questa classe politica, pur di salvaguardare se stessa, farà fatica, come ha già dimostrato, ad ascoltare le esigenze vere del Paese. Sicuramente, però, non smetteremo di combattere perché le esigenze dei cittadini tornino in primo piano, come ormai da troppo tempo non avviene.

Commenti

In questo frangente anche l'IdV non poteve fare diversamente. Meglio ridurre gli "onorevoli" del 20% che tenersi tutti i 1.000 fannulloni abbarbicati alle loro comode poltrone. Ma la battaglia contro la mala politica ed il governo delle tasse deve continuare. Lo sperpero delle risorse pubbliche continua anche con Supermario, ma il Partito del Ladroni ed il PD, quale socio occulto, non vogliono mettersi a dieta. Un paio d'esempi per tutti, la melina delle Province da eliminare ma inspiegabilmente ancora vive o, meglio ancora, il "rimborso delle spese elettorali" finiti nelle casse dei partiti per centinaia di milioni di euro.  Non c'era solo Lusi o Belsito, ma un 'intero sistema collaudato di "truffa aggravata e continuata" da parte dei signori dei partiti. L'IdV, che rappresenta gli Italiani Onesti, dovrebbe portare allo scoperto i malandrini, ora stranamente ed omertosamente silenti!