PRONTO: CHI E'? LA CENSURA!
E sì che ormai dovremmo essere abituati a tutto. Dopo un presidente del Consiglio che attacca quotidianamente la magistratura per tentare di venir meno alle sue responsabilità di fronte a tutto il vergognoso scandalo in cui ha gettato l’intero Paese; dopo una controinformazione che segue pedissequamente i suoi ordini per far giungere ai cittadini una verità filtrata a dovere, dovremmo davvero essere pronti a tutto. Eppure, questo sistema malato creato a dovere dalle mani ormai esperte di Berlusconi, continua a stupirci. Com’è successo l’altra sera. La telefonata del direttore generale della Rai, Mauro Masi, in apertura della trasmissione Annozero di giovedì scorso, rappresenta una irrituale quanto pericolosa novità nella storia del servizio pubblico. Stiamo parlando di un direttore generale che chiama il conduttore di una trasmissione d’informazione per prendere le distanze e dissociare l’azienda dal programma stesso, pur senza bloccarlo. Una sorta di dimostrazione, un avvertimento, una minaccia dall’alto, secondo il metodo della cornetta facile ormai tanto in voga. Senza commentare la figura direi indecorosa che Masi ha fatto di fronte agli oltre 7 milioni di italiani che seguivano il programma, il fatto gravissimo è che la telefonata rappresenta l’ennesimo tentativo di censura ai danni della libera informazione. Quella libera informazione che interessa tanti cittadini da fare un record di ascolti. In un Paese dove ormai il decoro sembra non esistere più, di fatto, chi si permette di svolgere il proprio mestiere correttamente e di incorrere, per dovere professionale, nelle questioni del presidente del Consiglio, viene attaccato dal sistema di ferro creato da questo piccolo uomo che si ritiene onnipotente. Ma quel sistema di ferro va combattuto. E’ necessario abbattere questa sorta di muro che Berlusconi, con l’aiuto della sua corte politica ed editoriale, vuole mettere tra le proprie oscene verità e i cittadini e tra se stesso e la magistratura. Nell’esprimere, a nome personale e del mio gruppo, solidarietà a Michele Santoro ed al serio lavoro che svolge con l’aiuto di un intero staff, per trasmettere ai cittadini la verità, a questo punto ritengo doverose le dimissioni di Masi, che ormai va anche contro gli interessi dell’azienda che dirige, minacciando apertamente il conduttore di una trasmissione con ascolti record, pur di eseguire gli ordini del suo padrone.
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