VIENI AVANTI CRETINO
Siamo in laguna. Entrambi veneziani, il sottoscritto e il ministro Brunetta, familiari a gondole e canali. Per cui le baruffe chiozzotte di Goldoni fanno proprio al caso nostro. Ma lo stile è diverso, lontano anni luce. Dunque, il ministro Tremonti, durante la conferenza stampa del governo di presentazione della manovra economica, ha additato il collega Brunetta con il gentile epiteto “è un cretino”. Ha rincarato la dose il ministro del Lavoro Sacconi: ah, io non lo sto neanche a sentire. Fa anche un po’ di tenerezza il povero Brunetta che, non solito a mitezza, ha detto anche di non aver capito perché Tremonti gli avrebbe chiesto scusa e che forse si riferiva a qualche direttore di giornale. Dice di aver preso benissimo l’insulto, che il resto non lo tocca affatto. Questo siparietto, che entrambi i protagonisti hanno sminuito agli occhi di tutti, con tanto di pubbliche scuse e buffetto sulle guance finale, in realtà è molto più imbarazzante e pregno di significati di quanto non si voglia pensare o immaginare. La verità è che le divisioni all’interno della maggioranza sono lacerazioni insanabili, sono sull’orlo di una crisi di nervi, l’uno contro l’altro armati. Tremonti tiene i cordoni della borsa, fa il buono e il cattivo tempo, propina agli italiani e al paese una manovra lacrime e sangue, ammazza le famiglie, gli impiegati, i pensionati, gli alunni con handicap e i piccoli risparmiatori. Prima un balletto indecoroso di cifre: da 30 a 50 a 60. Poi, oggi, il ministro Tremonti rifila l’altro pacco. Si sarebbe accorto solo oggi che all’appello mancano 16 miliardi di euro, per raggiungere il pareggio di bilancio. E dove li va a pescare? Dalla riforma fiscale. Prima sono venuti a dirci che avrebbero abbassato le tasse ai cittadini e dio solo sa se hanno mentito. Ora, invece, è palese che ci sarà un ulteriore aumento di tasse con l’inevitabile aumento della pressione fiscale. Loro potranno pure insultarsi, darsi reciprocamente del cretino. Noi cretini non siamo ed è per questo che diciamo che prima vanno a casa meglio è per tutti.
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