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PER IL BENE DELL'ITALIA, E' TEMPO DI AGIRE
Siamo sul ciglio di un burrone, di fronte a noi si sta aprendo una drammatica voragine. Via via che le ore passano la situazione rischia di diventare sempre più drammatica per il Paese. In questo momento, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, in primis il governo che, in qualunque modo e ad ogni costo "democratico", deve sloggiare. La proverbiale tolleranza e pazienza dei cittadini è arrivata al capolinea. Il presidente del Consiglio è un uomo fuori di testa che deve essere fermato, con tutti gli strumenti che la politica e la democrazia ha a sua disposizione. Anche gli elettori di centrodestra devono sentire forte l’esigenza di un cambiamento perché, in questo momento, salvare l’Italia è più importante degli schieramenti politici. Serve mettere in sicurezza il paese, salvarlo da questa follia berlusconiana durata troppo a lungo. Tutte le forze politiche che non si sono compromesse con 5 anni di vergogna berlusconiana si devono mettere insieme e portare il paese in sicurezza verso nuove elezioni. Tutti siamo chiamati ad uno straordinario sforzo di responsabilità, anche ripensando alle proprie priorità. Chi nel centrodestra conserva ancora un minimo di buon senso e soprattutto di senso dello Stato e amore per il Paese abbia il coraggio di staccarsi per fermare Berlusconi, per dar vita ad un governo di transizione che faccia le due e tre cose non più rinviabili per calmare e ridare fiducia ai mercati, e poi condurre rapidamente il paese alle urne. E poi si dia vita ad un’alleanza eccezionale, di stampo costituente, di larghissima base maggioritaria, che dovrà fare politiche non tanto di destra né di sinistra ma tutto ciò che è necessario per salvare il paese, rimetterlo sui binari della crescita e guardare al futuro con rinnovata fiducia.



COMPRAVENDITE DA MERCATO BOARIO
Berlusconi sta pagando le sue cambiali politiche, lo dimostrano gli incarichi di governo regalati ieri dopo aver incassato la fiducia. Hanno tutti poco di che gioire. Esultano ma è la gioia degli stolti, di chi fa finta di niente ma sa che la fine è imminente. Sono appesi ad un filo. Ieri, Berlusconi ha dato vita al più triste spettacolo mai visto, un vergognoso mercato delle vacche. Siamo disgustati, non ci sono altre parole per esprimere lo sdegno. L’obiettivo delle opposizioni era ieri di dimostrare che la maggioranza è sgangherata, accidentata e si tiene insieme solo con lo scotch. Non ha speranza, non ha idee, né un progetto e che per avere i numeri deve aprire al rialzo il mercato. Ci siamo riusciti. Ci dicono che abbiamo fallito il colpo? Abbiamo troppo rispetto per le istituzioni per scendere così in basso. La verità è che ieri l’opposizione ha messo il dito nella loro piaga, ovvero l’incertezza dei numeri. Erano topi in trappola, intimoriti e paurosi. Gradasse le rivendicazioni a fiducia incassata ma la paura nelle fila della maggioranza si percepiva chiaramente. Ieri hanno ottenuto la fiducia, tra mille difficoltà, mettendo in campo azioni non degne di un parlamento e di un governo, indegne per le istituzioni di questo paese e per la democrazia. Se sentono di aver vinto è bene che sappiano che la loro è una fiducia di Pirro. Nel 280 a.c., Pirro, re dell’Epiro, sconfisse i romani a Eraclea e ad Ascoli Satriano ma sostenendo perdite così alte da essere incolmabili. Si narra che, dopo la battaglia, gli eserciti si separarono e Pirro rispose così ad uno che gli esternava la gioia per la vittoria: “Un’altra vittoria così e sono rovinato”. La storia insegna. I Romani, dopo aver condotto con valore la guerra contro Pirro ed averlo costretto ad abbandonare l'Italia insieme al suo esercito, continuarono a combattere e sottomisero tutte le popolazioni che si erano schierate dalla parte di quest'ultimo. (Polibio, Storie, I, 6, 7).
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