CHIEDANO SCUSA CON IL CAPPELLO IN MANO

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Stia sereno il ministro La Russa che, per l’occasione, ha addirittura rispolverato la verve del ventennio annunciando nuove marce su Roma: a noi di Italia dei Valori non piace vincere facile. A qualcun altro dalle sue parti forse sì, ma a noi di certo no. Non ci vengano a fare lezioni di democrazia. Non ne hanno proprio i titoli né la dignità. Per noi la politica è innanzitutto un esercizio di libertà e per questo non vogliamo vincere a tavolino ma vogliamo un confronto vero tra tutte le forze in campo perché siamo convinti di potercela fare grazie alle nostre idee, ai nostri programmi e ai nostri valori. Quello che, però, proprio non possiamo accettare è l’arroganza e la violenza verbale con la quale in questi giorni La Russa, Gasparri, Bonaiuti, i grandi esclusi Formigoni e Polverini, e tutta la corte di nani e ballerine del Pdl, si presentano davanti ai cittadini e alle telecamere, cercando di scaricare sugli altri le loro colpe e cialtronerie, ancora una volta attaccando le istituzioni ed annunciando sfracelli qualora l’opposizione, che addirittura dipingono come golpista, non venga a più miti consigli e a soluzioni politiche. Sia chiara una cosa, anzi più d’una. Se siamo al punto in cui siamo, con due regioni senza il candidato presidente del centrodestra, è soltanto per l’incompetenza, la cialtroneria, ed il pressapochismo della loro classe dirigente, di un Pdl lacerato da devastanti tensioni interne, diviso in ogni regione in montecchi e capuleti, in bande l’una contro l’altra armate, che addirittura, come è accaduto nel Lazio, pare non abbia presentato la lista in tempo solo perché, all’ultimo istante, ha tentato di cambiare i nomi dei candidati a firme già raccolte, il che addirittura, se confermato, si configurerebbe come reato. Il Pdl, invece di blaterare come chi, dopo aver coltivato deliri di onnipotenza, si ritrova all’improvviso precipitato dalle stelle alle stalle, si presenti davanti agli italiani con il cappello in mano e cominci a chiedere scusa. Chieda scusa ai propri elettori per la cialtroneria e l’incompetenza dei loro rappresentanti politici. Chieda scusa agli elettori dell’opposizione che rischiano, incolpevolmente, di vedere interrotta la campagna elettorale e rinviate le elezioni. Chieda scusa alle opposizioni che, in questi giorni, ha definito squallidamente golpiste. Chiesa scusa a quei magistrati seri e coscienziosi delle corti di appello che ha dipinto come mascalzoni al soldo dei “comunisti”. Chieda scusa al presidente della Repubblica che ha ignobilmente tentato di tirare in mezzo a questa rissa che lo stesso Pdl ha prima creato e poi fomentato. E, perché no, chieda scusa agli italiani per aver trasformato la campagna elettorale in un silenzio surreale ad angosciante, dopo aver spento tutte le voci della libera informazione televisiva. Faccia tutto questo il Pdl. E un attimo dopo, parleremo di soluzioni politiche. Fino ad allora, noi non possiamo far altro che aggrapparci a quell’ultimo brandello di democrazia che ancora resiste in questo Paese e che è rappresentato dalla legalità, dall’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alle legge e dalla fiducia nella magistratura, come straordinario strumento di garanzia democratica nell’applicare e tutelare questi valori di libertà.

 

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Commenti

Bravo Donadi si, ma nella foto che avete messo sul form c'è un estraneo! Uno che si fa editare i propri libri da Silvio, non merita di stare assieme agli altri quattro!
Non sono d'accordo ad un eventuale rinvio delle elezioni nè ad una sanatoria ad hoc per il pdl. Non trovo giusto che la cialtroneria, l'arroganza, il menefreghismo del pdl, lo paghino tutti gli elettori. Qui si vuol salvare il voto dei pidiellini come se siano gli unici a dover votare e come se il loro voto valga piu' del mio. Se gli elettori di dx non potranno votare, la colpa è del loro partito. Andassero a protestare dal loro amato sultano. Ammiro la correttezza dell'IDV che, nel rispetto della democrazia e della legalita', non vuol approfittare della situazione per vincere facile ma vuole un confronto alla pari e secondo la legge. State certi che se la cosa fosse capitata ad altri, il pdl se ne sarebbe infischiato e avrebbe sbandierato che la legge è quella e va rispettata. Per cui,la finissero di parlare di complotti. Inoltre il prepotente berlusconi non chiedera' mai scusa a nessuno, anzi, come al solito, sfruttera' la situazione per attaccare chiunque (opposizione, giudici, istituzioni) e fare sempre la parte della vittima innocente, del povero perseguitato.
Non sono dell'IDV ma concordo, occorre rinnovare la classe dirigente del PDL, fuori i corrotti, gli incapaci, gli arrivisti e i cialtroni di professione, LE REGOLE VANNO RISPETTATE SENZA SE E SENZA MA, CHI SBAGLIA PAGA...peccato che ancora una volta pagheranno gli elettori e non i dirigenti del PDL!!!
2 anni fa la lista della coalizione di sinistra di un piccolo  comune di Latina fù annullata, i ricorsi disattesero le speranze, nonostante  precedenti analoghi fossero stati valutati con sentenza favorevole.Così di fatto la coalizione usciente non ebbe "contraddittorio" era l' unica lista, con una coalizione tutta a destra, o  in alternativa  un listino di fuoriusciti da questa oggi  all'opposizione.. Gli altri elettori, l'altra metà del sole, dovranno aspettare 5 anni, ormai tre, per poter riemergere e speriamo esercitare il diritto al voto e alla rappresentanza. Ma la CASTA no! si fa la legge ad paninum e mistificando grida: democrazia!, mi domando: la sig.ra Polverini quale credibilità può ancora avere se ha avallato l'ipotesi della "violenza"!Pinocchio in gonnella..alla guida della Regione Lazio..Scandaloso, deprimente, vergognoso.    
Condivido in toto il ragionamento di Donadi. L'unica soluzione attuabile è il rinvio delle elezioni ma solo dopo che a destra abbiano ammesso i disastri combinati in Lazio e Lombardia.Aggiungo una cosa.Prima pagina del Giornale di oggi:"Se punite gli elettori si va in piazza".Onorevole Donadi, se a destra continuano con questo tono io direi di farli scendere in piazza. Scommetto che saranno in pochissimi. E' risaputo che chi vota a destra è per la stragrande maggioranza composta di persone di una certa età che si fanno ammaliare dalle balle della tv e che quindi non scenderanno mai in piazza. Poche migliaia di persone contro qualche decina di migliaia della sinistra(o del popolo viola). Farebbero una magra figura...
Caro Onorevole (lei si che si può fregiare di tale titolo!!!!), vista l'arroganza che supera i limiti della decenza io avrei una proposta: qualore si verificassa un ripescaggio o una legge ad coalizionem che ne direbbe se l'opposizione boicottasse tale tornata elettorale creando delle manifestazioni di piazza (pacifiche!!!) durente i giorni del voto? E in contemporanea presentare delle denunce sia alla Corte Internazionale di Giustizia che alla Corte Internazionale per i diritti dell'Uomo? E che dire  di chiedere la tutela, in caso di elezioni, degli organismi internazionali, sia per verificare le modalità di voto che lo spoglio, perchè sa, caro Onorevole, come dicevano i Latini "mala tempora currunt" e sopratutto come diceva Andreotti "pensar male è peccato ma ci s'indovina sempre!.
Gentile On. Donadi,ho apprezzato molto le sue parole riguardo la cialtroneria e l'arroganza degli esponenti PDL.Vorrei però aggiungere: perché nessuno parla del fatto che Formigoni, dopo ben tre legislature, non sarebbe più candidabile?So che in teoria anche Berlusconi nel '94 non sarebbe stato candidabile, per il  suo conflitto di interessi, ma ora che ci siete voi dell'IDV vi pregherei di dare rilievo al problema.Grazie, con stimaCristina Bergo
Non sono un tipo a cui siano care le sviolinature, ma non trovo altro da dirti se non un "bravo" di cuore e di testa.
Carissimo Onorevole, non c'è nulla da aggiungere all'analisi lucida e puntuale, del "brutto pasticciaccio" lombardo e laziale: le regole divengono burocrazia, le regole, anzichè affermare la democrazia, divengono "vulnus" contro. Una retorica da quattro soldi, non c'è che dire. Andando a rileggere la legge elettorale regionale, mi sono resa conto, oppure mi è sfuggito, che non è previsto il caso di "morte del candidato Presidente" (mentre è previsto il caso di morte del Presidente eletto). Cioè, cosa succede se a firme raccolte e depositate (in tempo e senza errori) per il listino del Presidente e prima delle elezioni, il candidato decede?Cosetta Sartori - IdV Padova
Il rifiuto delle liste, che siano dei partiti di destra o di sinistra,  certo che é un  problema, ma soprattutto per qui lo ha creato questo problema, ed apparentemente, anzi sicuramente, é stato creato dai rispettivi incaricati, e quindi responsabili. Che il ministro la russa, rosso in faccia ma nero nella testa, dichiari ai media,  che se non saranno ammesse le liste, di Roma e Milano, faremo tutto il possibile e anche al dilà.Cosa signicano queste parole, che avendo la maggioranza, quindi hanno il potere, e che possono andare al dilà ???   Al dilà di cosa ???
Certo, Egidio, sono arroganti e prepotenti, è una destra becera, e molto più disunita di quello che si pensava. Hanno faide all'interno, ma il popolino bisogna comunque menarlo per il sedere, sparando cazzate, addossando la colpa ai comunisti...ma hanno passato il segno, se uno non si accorge del fango-eufemismo-significa che è veramente cieco. Almeno anni fa la destra aveva anche ideali di cavalleria, onore, dignità, il MSI appoggiò con PCI e DP il referendum contro il taglio della scala mobile voluto da Craxi, purtroppo fallito. Era il 1985, quei tempi sembrano lontani di secoli.Comunque, tornando alle elezioni, hanno sbagliato? Paghino! A parti inverse come sarebbe andata? Si facciano meglio i conti e, soprattutto, si lavino i panni sporchi in casa, senza insozzare chi non ha colpa.
C'è anche "UN'ALTRA CHIESA"“La legge vale per tutti e specie per i politici. Basta con i provvedimenti su misura”. Mons. Mogavero, presidente del Consiglio per gli affari giuridici della Cei, denuncia la “grave crisi morale”, che avvelena l’Italia. Monsignore, si sta sfasciando tutto? Siamo in presenza di una crisi notevole, avvertita e denunciata in anticipo da vescovi, preti e laici illuminati. La crisi si produce, perché ci si è allontanati dai valori. Può essere più preciso? I valori espressi da una parte visibile della società non sono valori umano-cristiani. Come reagiscono i fedeli? C’è chi guarda preoccupato, riconoscendosi nelle prese di posizione di alcuni noi vescovi, e c’è anche chi non si dà pensiero. Si sta diffondendo una grave situazione di sfiducia nelle istituzioni, sfiducia nella politica che non è servizio, sfiducia nella legalità e nell’impegno sociale. Nel recente documento dei vescovi sul Mezzogiorno parliamo della tentazione di considerare i ‘mali’ come fenomeno antico e invincibile. Avvenire ha definito il sistema gelatinoso della corruzione una “fogna” peggiore di Tangentopoli. In qualche modo  e guardi che non giustifico niente Tangentopoli riguardava certe forze della società italiana, che miravano ad assicurarsi fette di potere e di benessere. Oggi assistiamo ad una situazione in cui si baratta la dignità delle persone. Un vero e proprio mercimonio, che non mira nemmeno all’affermazione della propria impresa o parte politica. Certe bassezze che si riscontrano nel sistema corrotto, se è vero quanto si racconta, so- no il segno di generale banalizzazione: quasi ci si accontentasse di un ‘boccone’ e basta. Di fronte alla scoperta di illeciti per centinaia di milioni di euro, e alla rivelazione di legami tra malavita e politica, Non crede debba cessare la delegittimazione continua della magistratura? Sono decisamente d’accordo. In ogni istituzione nessuno è perfetto, ci sono mele marce dappertutto, ma non si può fare di ogni erba un fascio. Tra i politici ci sono persone al servizio del Paese e criminalizzare tutti sarebbe ingiusto. Nella magistratura si possono riscontrare spinte corporative, ci sono modelli legislativi da migliorare, ma come Dio comanda! per usare un’espressione popolare. Non si può creare una delegittimazione di tutti, non si possono definire ‘banditi’. La riforma del sistema giudiziario è sul tavolo. Si facciano delle riforme, ma non appaiano una vendetta del mondo politico verso l’ordine giudiziario. Perché il magistrato risponde alla legge e se le leggi sono mirate a risolvere problemi particolari, il diritto si ribellerà e la strumentalizzazione sarà un danno per tutti. Insomma, non si possono ritagliare le leggi su misura, altrimenti un domani un L’elettore non può esprimere le sue preferenze, i partiti gli chiedono il voto e lo attribuiscono come vogliono domani molto vicino tutto questo si ritorcerà contro la comunità nazionale. Nel documento Cei sul Mezzogiorno voi vescovi avete denunciato l’intreccio tra corru zione e politica e affermato che la criminalità non deve dettare l’agenda alla politica e all’economia. Non vale anche per l’Italia tutta? Siamo arrivati a queste conclusioni guardando in faccia la realtà: vescovi del nord, del centro e del sud, che vengono da esperienze diverse. Affrontando i fenomeni con una visione d’insieme, abbiamo osservato linee di tendenza comuni nei diversi am-biti geografici. Ci sono problemi uguali dappertutto. Il sud è trattato come collettore di voti, abbiamo detto, ma anche altrove si sfrutta il consenso popolare. Oggi l’elettore non ha la possibilità di esprimere le sue preferenze, i partiti gli chiedono il voto e poi lo attribuiscono come vogliono. Il cittadino-elettore non ha i mezzi per scegliere chi lo rappresenta. Si decide tutto in modo verticistico e centralistico. Il cardinale Bagnasco ha evocato una nuova leva di politici cattolici. Riflette un giudizio negativo della Chiesa sulla miseria del ceto politico attuale? Faccio una valutazione personale. Oggi è difficile dare adesione o consenso al- le forze politiche, perché le proposte progettuali sono insoddisfacenti per noi cattolici. Credo che la risposta non stia nè nel rimpianto del passato né in un nuovo partito cattolico. L’unità politica dei cattolici è tramontata. Dove si collocheranno allora i cattolici? Oggi per un cattolico è improbo militare nei partiti esistenti. La crisi delle persone, passate da un polo all’altro, rivela la difficoltà dei cattolici di portare avanti i loro va lori e ottenere considerazione. Il cardinale Bagnasco ha parlato del sogno di una nuova generazione di italiani e di cattolici, per i quali la politica sia una dimensione alta. Spero si realizzi e non ci si svegli con disillusioni come è accaduto in questi ultimi anni. Intanto il potere tende ad as- sicurarsi l’impunità. Chiunque abbia un ruolo, che nasce dall’espressione popolare, tende ad auto-legittimarsi. Per certi aspetti è una tendenza naturale e persino legittima. Ma anche il potere legittimato dal consenso popolare non è superiore alle leggi, che regolano la vita del Paese. Il politico è soggetto alla legge, anzi più soggetto alla legge del cittadino normale. Ogni tentazione di fuga suona male, perché potrebbe far pensare o a disegni inconfessabili oppure ad arroganza. Ognuno deve sentire la responsabilità di rispondere a chi ha diritto di chiedere conto. Nella situazione attuale? La legge vale per tutti. Tutti devono agire in modo conforme alla legge nel contesto socio-politico dato. Non si può invocare il consenso popolare per fondare una propria impunità. La Chiesa ha una sua ricetta per uscire dalla crisi? Noi vescovi insistiamo sul ruolo educativo. Abbiamo individuato la nostra missione nell’illuminare le giovani generazioni con valori validi per la vita personale e comunitaria. Indichiamo come punti di riferimento l’interiorità, la spiritualità, la religiosità. E ne parlo, si badi bene, con una valenza laica. Indichiamoli questi valori, che la Chiesa ritiene essenziali per voltare pagina. Dobbiamo riuscire a portare le giovani generazioni verso quel quadro di valori, che è già insito nella natura umana: il bene comune, la solidarietà, la legalità, la condivisione, il rispetto dell’altro, il dialogo, l’accoglienza, la spiritualità. Sono tutti valori umanistici per far sì che l’uomo sia un uomo. Se non ci riusciamo, rischiamo di avere un’Italia in cui ognuno va per conto suo. C’è il pericolo che l’Italia scompaia come nazione. Anzi, alla fine, si corre il rischio che qualcuno con un’identità più definita  ci imponga i valori suoi.              
Sono parole che potrebbero rasentare la denunzia penale o sbaglio?
Sbagli, perchè a nessuno è vietato marciare verso Roma e qualunque altra città, non siamo sotto la dittatura cinese per fortuna in cui una semplice affermazione contro il regime comunista comporta il carcere!
Ariciao troll Pietro(o Guglielmo, come hai deciso di richiamrti ieri).Hai una bella faccia tosta...Quello che è accaduto oggi è qualcosa di inauditamente grave. Una leggina ad hoc fatta per salvare i più forti. E' allucinante. A questo aggiungiamo le gravi dichiarazioni di Berlusconi sui giudici e questa "marcia" su Roma. Penso che la Legge Scelba sia stata abbondantemente violata. E nel momento in cui si ha riformazione del partito fascista ci sono delle pene...
Credo che dal Suo discorso Donadi, pacato ed analitico, traspari e si intuisca come dovrebbe essere la politica oggi, illusione purtroppo.Riflessione sui temi, soluzione dei problemi, offerta collaborativa ma non incondizionata, dialogo, ma anche fermezza. Il sogno sarebbe avere un interlocutore politico obiettivo e con simile visione del servizio ai cittadini.Una qualsiasi competizione sportiva, mette in campo una serie di avversari e dei giudici che ne controllano l'operato. Poi c'è il pubblico a tifare per i suoi beniamini, in piena libertà, magari con foga.Pensiamo per un attimo di togliere di mezzo i giudici della competizione, poi di non permettere al pubblico di tifare per i propri beniamini.Inizia la gara ed uno dei concorrenti inizia a giocare sporco, come si comporterà alla fine anche l'altro avversario, partendo dal presupposto che non sia proprio un mona?(termine veneto indicante un'importante parte anatomica femminile  cara al premier).Il destino della democrazia  di un popolo, a cui molti cittadini tengono (almeno la metà),non si può però ridurre semplicemente ad una partita, sottovalutarlo per una classe politica, sarebbe un dramma. Le elezioni ed il governare sono il mezzo, non il fine. Il fine è il benessere del paese e per questo molti sono disposti a lottare, contro queste "formelle" della politica, arroganti e miopi.