Taggati con: giustizia

L'ABOMINEVOLE LODO

video: 

Lodo Alfano costituzionale. Questa sconcezza giuridica che serve solo a Berlusconi per sfuggire ai processi, è una vera indecenza politica. Per due motivi principali. Il primo è che dimostra il totale disinteresse del governo e della maggioranza nei confronti dei reali problemi del Paese. Il Parlamento non lavora più, non perché deputati e senatori siano dei fannulloni, ma perché non arrivano più leggi da discutere. Solo quelle sulla giustizia hanno tenuto inchiodati deputati e senatori in Aula o in commissione. Vediamo. La legge sulle intercettazioni ha impegnato il Parlamento per 18 mesi. 18 mesi, un anno e mezzo! 6 mesi per il processo breve, un mese per il Lodo Alfano e da un mese si discute di Lodo Alfano costituzionale. Tutto questo mentre l’Italia affronta una tempesta economica senza precedenti. Il secondo motivo è che questo Lodo Alfano è un abominio giuridico che non ha eguali in nessun paese al mondo. Non ci sono paragoni, nonostante ciò che dice la propaganda berlusconiana. In tutti i paesi dove sono previste tutele per le alte cariche dello stato, in genere il presidente della repubblica, queste valgono solo per i reati commessi nell’esercizio delle funzioni proprie della carica. Solo in Francia è prevista la tutela per il capo del governo e per il presidente della Repubblica. Perché, semplicemente, nel sistema presidenziale francese, è la stessa persona a svolgere le due funzioni. La reiterabilità (la possibilità di usufruire più volte dello scudo), poi, è un abominio nell’abominio. Poniamo il caso che un cittadino diventi presidente della Repubblica dopo essere stato per due volte presidente del Consiglio: non potrebbe essere processato per 17 anni. Alla faccia dell’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge prevista dalla Costituzione. Ci volgiono far credere che lo scudo serva a proteggere la funzione e non la persona. Tradotto. Non serve a Berlusconi (nooo), ma a proteggere il presidente della Repubblica ed il capo del governo. Bugia. Lasciando per un momento fuori Berlusconi dal discorso, è chiaro a tutti che questo scudo renderebbe più deboli queste funzioni. Sarebbe una sorta di spada di Damocle perché delegittimerebbe questa carica se un eventuale presidente della Repubblica o del Consiglio fosse indagato per gravi reati e non potesse essere processato. Il Lodo Alfano delegittima e scredita le istituzioni, non le rafforza. Quasi tutte le opposizioni, Idv in testa,  sono fermamente contrarie al Lodo. Futuro e Libertà non si capisce bene cosa voglia. Hanno una posizione ipocrita perché sono favorevoli al Lodo costituzionale, ma non alla sua reiterabilità.  Fanno le candide verginelle, ma sono immersi nel fango. Innanzitutto dicono che il Lodo serve a proteggere le cariche dello Stato invece sanno benissimo che è per Berlusconi. Poi fanno una battaglia per impedirne la reiterabilità, ma se il Lodo, con il loro assenso, entrasse in vigore dalla prossima legislatura, sortirebbe, di fatto, lo stesso effetto nel caso Berlusconi occupasse una delle due cariche. Che tristezza.

ALFANO MINISTRO DELLA GIUSTIZIA AD PERSONAM

"Siamo pronti ad investimenti straordinari nel sistema giustizia per adeguare la macchina alle nuove esigenze del processo breve". Parola del ministro Alfano. Ministro della giustizia ad personam. Si' perche' il processo breve serve solo a Berlusconi per salvarsi dai processi, non per velocizzare la giustizia italiana. C'e' infatti, una norma transitoria nel Ddl che da' la possibilita' di applicare la nuova legge ai processi in corso per i reati con pene sotto i dieci anni commessi prima del 2 maggio 2006, cioe' dall'ultimo indulto. Alfano dice che l'opposizione dice no per pregiudizio politico. Io non so quale sia il pregiudizio politico cui fa riferimento Alfano. Forse si riferisce al fatto che non siamo disponibili ne' a salvare Berlusconi dai processi ne' a consentire un'amnistia mascherata. Il processo breve, infatti, fissa un limite di tempo massimo per tutte le sentenze. Scaduto il termine, il processo e' concluso, senza la sentenza.Significa che, nel caso passasse questa sciagurata norma, migliaia di reati resterebbero impuniti. Liberarne mille per salvarne uno...Miglior invito a delinquere non potevano inventarselo. Berlusconi, comprensibilmente, tiene molto a questa norma, che e' una delle cinque su cui passera' la verifica di governo. Mi auguro che dopo aver parlato di legalita' e questione morale, i parlamentari di Fli siano coerenti e non votino questa porcata.Noi daremo battaglia, come abbiamo sempre fatto, per impedire che passi questa ennesima aggressione alla giustizia ed allo Stato di diritto.  

QUALI RIFORME HANNO IN TESTA?

riformeriforme

Sono tre anni che, il giorno dopo le elezioni, va in scena lo stesso rituale. Il centrodestra dice facciamo le riforme ed il Partito democratico risponde subito “si grazie”. Mi sfugge questa logica. Io ritengo che, alla domanda facciamo le riforme, la risposta giusta sia “quali riforme?”. Perché se le riforme che hanno in mente sono la liquidazione della giustizia e dei magistrati, se è il presidenzialismo per celebrare il delirio di onnipotenza di Berlusconi che brama il Colle più di ogni altra cosa, dire subito di sì non solo è sbagliato ma è una colossale scemenza e con questo centrodestra non  c’è nulla di cui ben sperare. Non siamo preclusi concettualmente alle riforme. Se, nei prossimi tre anni, si apre una discussione seria sulla riforma fiscale, invertendo la tendenza attuale che avvantaggia pochi a danno di molti, se la maggioranza intende superare il bicameralismo perfetto, riducendo contestualmente il numero dei parlamentari, se si pensa ad un federalismo fiscale serio e responsabile, e non a quello egoista e secessionista che ha in testa la Lega, allora noi ci siamo e vogliamo esserci. Ma non si può dire subito di sì, senza conoscere le carte in tavola. Mi domando. Agli italiani frega qualcosa di eleggere direttamente il capo dello Stato? E se a qualcuno comunque fregasse, è questa la priorità? Oppure, hanno bisogno di un governo che metta finalmente mano ai loro problemi, come il lavoro, la disoccupazione, la riforma delle pensioni, la riduzione dei tempi della giustizia e lo snellimento della burocrazia? Se il Partito democratico pensa di scendere a patto con il centrodestra sulle riforme che interessano a Berlusconi, e non al Paese, vuol dire che non ha capito la lezione che arriva forte e chiara dalle urne. Basta alchimie, basta costruire, come dice bene oggi Ezio Mauro su la Repubblica, il meccano delle alleanze. Bisogna mettersi ventre a terra. I partiti devono uscire dalle loro rocche eburnee, dalle stanze dorate dei bottoni, buttarsi in mezzo alla gente e sporcarsi le mani con i loro problemi. Solo così si potrà pensare di tornare a vincere un giorno. I prossimi tre anni saranno forse più difficili di quelli che sono già trascorsi. Le insidie saranno numerosissime e acquattate dietro ogni angolo, nascoste nelle pieghe dei provvedimenti che presenteranno. In tutto questo, noi non possiamo rimanere a guardare o semplicemente a limitare il danno. Dobbiamo inchiodarli alle loro responsabilità. E se è vero che l’agenda la stabilisce il governo è vero anche che possiamo disturbare il manovratore, indicando una nuova direzione da prendere e andare porta a porta a spiegarla alla gente. Dobbiamo impegnare il tempo che resta a scrivere un programma di governo, a gettare le basi per la costruzione di un’alternativa possibile e bussare nelle case degli italiani per spiegare cosa abbiamo in mente e nel cuore. Non possiamo perdere altro tempo. Non possiamo rimanere a guardare mentre l’onda verde cresce  e si radica anche al centro Italia, colmando un vuoto lasciato dal centrosinistra per colpa di un Pd che sull’immigrazione e sulla legalità si ostina a parlare una lingua diversa rispetto a quella degli italiani. Non possiamo lasciare a Berlusconi quel poco che ci rimane, solo perché il Pd non mostra il coraggio di fare pulizia nella sua classe dirigente. Dobbiamo costruire insieme un nuovo centrosinistra, a cominciare dalla ricerca di un candidato premier credibile, che non necessariamente deve essere espressione di nomenclature o frutto di alchimie e fusioni a freddo. Bisogna ritrovare la passione. Noi ce l’abbiamo. Se il Pd ce l’ha batta un colpo ma non alla porta di Berlusconi.

DIRITTO UCCISO, CALPESTATO E UMILIATO

video: 

 I senatori di Italia dei Valori hanno occupato ieri l’Aula di Palazzo Madama. Hanno trascorso la notte lì, a presidio della democrazia, mentre il governo e la maggioranza stanno facendo scempio della legalità. Ai colleghi senatori va tutta la mia solidarietà e stima. Quando la legge sul processo breve, approvata oggi al Senato, l’ennesima vergognosa legge ad libertatem suam, ovvero del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, arriverà alla Camera metteremo in atto altrettante coraggiose forme di resistenza democratica. La nostra è un’azione di resistenza istituzionale nei confronti di una legge eversiva con la quale l’attuale maggioranza vuole infliggere, per gli interessi esclusivi del presidente del Consiglio, il colpo mortale alla giustizia, alla cultura della legalità e allo stato di diritto.Siamo di fronte a uno dei peggiori provvedimenti della Repubblica italiana, la diciannovesima legge ad personam in sedici anni. Se questo ddl diventerà legge la maggioranza ed il Governo, per sistemare i processi del re, farà un favore a tutti quei criminali, mafiosi in testa, che attendono con trepidazione. E’ una legge profondamente incostituzionale, tutta concepita nelle segrete stanze di Arcore, dall’avvocato del premier Ghedini.Il Governo e la maggioranza mentono spudoratamente quando, per lavarsi le coscienze, spacciano questo scempio del diritto per riforma della giustizia e affermano che finalmente verrà fissata la ragionevole durata dei processi. Sono ben altre le leggi da fare ed approvare per far ripartire la macchina della giustizia, a cominciare da fondi e risorse adeguate. La verità è che, nascondendosi dietro l’Europa e le direttive internazionali, il governo antepone agli interessi di un paese intero quelli di un uomo solo. La norma sul processo breve cancellerà, con un colpo solo, il processo Mills, che vede Berlusconi accusato di corruzione, e il processo Mediaset, che lo vede accusato di frode fiscale e metterà la parola fine a 100 mila processi, e farà tornare tranquillamente all’opera migliaia di criminali, delinquenti e mafiosi, aiutando di fatto coloro che hanno commesso reati, mentre decine di migliaia di vittime subiranno l’onta di uno stato che le umilierà per la seconda volta.Siamo di fronte a qualcosa di ben peggiore dell’indulto approvato nella scorsa legislatura, nonostante il voto contrario di Italia dei Valori. Il ddl sul processo breve è un’amnistia mascherata, un condono tombale sui processi del premier e su quelli di migliaia di criminali che torneranno a delinquere, celebrando la morte del diritto. Chi, come il senatore Maurizio Gasparri, oggi nell’Aula di Palazzo Madama, rivendica con orgoglio l’approvazione di questa norma, definendola un voto per la verità e la giustizia, ha ucciso, calpestato e umiliato il diritto. Alla Camera, metteremo in atto ogni forma di resistenza possibile, augurandoci che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, estremo garante della Costituzione, non firmi mai questo scempio.  

LEGGI AD LIBERTATEM... QUELLA "SUAM"

Silvio BerlusconiSilvio Berlusconi Legittimo impedimento, processo breve, lodo Alfano per via costituzionale, decreto blocca-processi, immunità parlamentare: è questo l’obiettivo di Berlusconi, approvare subito, nei prossimi mesi, una cinquina di leggi che lo mettano al riparo, a vita, e anche oltre, dai suoi guai giudiziari. E chissenefrega se il nostro sistema giudiziario se ne va allo scatafascio. Siamo al record mondiale di leggi ad personam, ribattezzate con faccia tosta dal premier “ad libertatem”. Si, ad libertatem suam, ribadisco io. Cinque leggi leggi confezionate su misura, che, con le 18 approvate dal 1994 ad oggi dai governi di centrodestra, fanno in totale 23, numero magico e scaramantico, che fa la fortuna di chi lo raggiunge. Sicuramente ha fatto la fortuna dell’attuale presidente del Consiglio. Un vero record, degno di entrare nel Guiness dei primati.Scorrendo, infatti, l’elenco di tutte le leggi ad libertatem suam si capisce chiaramente una cosa. Tutte le volte che gli interessi del premier, economici, finanziari, televisivi, calcistici, hanno trovato un’ostacolo o un impedimento sul loro cammino, la maggioranza di centrodestra li ha spazzati in men che non si dica per via legislativa. Mi riferisco, ad esempio, alla riforma del diritto societario del 2001, che ha depenalizzato il falso il bilancio e ha salvato Berlusconi dal processo All Iberian 2 e Sme Ariosto 2. Mi riferisco, alla ormai celebre legge Cirami del 2002, che introduce il legittimo sospetto sull’imparzialità del giudice, oppure, al cosiddetto decreto salva-calcio sempre dello stesso anno che ha consentito al Milan di ottenere benefici in termini fiscali, per usare un’espressione gentile e non parlare di evasione vera e propria. E poi ancora tutti i condoni tombali di cui si sono avvantaggiate le imprese Mediaset, i lodi per rendere immune Silvio, i decreti salva tv, l’aumento dell’Iva sulla pay tv concorrente: insomma, ce ne è per tutti i gusti, basta avere la pazienza di arrivare fino in fondo all’elenco.Dunque, se il 2010 si vede dal mattino, altro che riforme costituzionali o del fisco, altro che partiti dell’amore ci attendono per il nuovo anno! La musica non è cambiata, anzi, a dirla tutta è peggiorata. Girano voci a Montecitorio. A quanto riferiscono alcuni deputati del Pdl le indiscrezioni de la Repubblica e de l’Unità sono vere. Silvio, durante la cena con alcuni di loro, a proposito del processo Mills, avrebbe detto davvero che  “o i giudici decidono nel senso che sostengo io o faccio una dichiarazione a reti unificate per dire che la magistratura è molto peggio della mafia”.A questo punto, sorge una domanda: quando Silvio, qualche giorno prima di Natale, ha detto che sconfiggerà la mafia entro la fine della legislatura non è che pensava ai magistrati? I conti tornerebbero.Se non ci fosse da piangere verrebbe da ridere a ripensare al clima falso e intriso di melassa con il quale solo 20 giorni fa il mondo della politica e dei media, sia a sinistra che a destra, ci dipingeva come pericolosi eversori, perché ci eravamo permessi di dire quello che ogni italiano di buon senso pensava, ovvero, che sarebbe finita esattamente così.  A sentire oggi Bersani, che dice che si metterà di traverso sulle leggi ad personam, mi viene da chiedermi se ci sono o ci fanno… 

LA LUCIDA FOLLIA DI BERLUSCONI

berlusconiberlusconiSilvio Berlusconi è fuori di sé, ormai straparla. Le frasi pronunciate ieri a Bonn sono un attacco di una violenza inaudita ai maggiori organi di garanzia del Paese, Quirinale, Corte Costituzionale e Csm. A nulla valgono le giustificazioni avanzate dai suoi. Tentare di sminuire le affermazioni del premier, sostenendo che le ha pronunciate non in un contesto ufficiale ma durante una riunione di partito, è patetica e fa ridere.Ma sarebbe un errore ridurre lo spettacolo messo in scena ieri dal premier ad una macchietta da avanspettacolo. Così come sarebbe riduttivo derubricare le sue esternazioni a quelle di un pazzo. Quella del presidente del Consiglio è una lucida follia che nasconde un piano preciso: andare ad elezioni anticipate per un nuovo plebiscito su di sé.Silvio Berlusconi è sempre più solo, si sente assediato, abbandonato dal suo alleato Fini, ricattato dalla Lega. I suoi onorevoli-avvocati annaspano, ormai da troppo tempo, alla ricerca di una soluzione per tirarlo fuori dai suoi enormi guai giudiziari. E’ ad un passo dalla galera, sente l’orologio giudiziario che avanza, ha paura perché sa che tutti i lodi, lodini e ddl brevi del mondo stavolta non lo salveranno.Ed è qui che scatta il disegno folle di Silvio Berlusconi. Di fronte ai suoi problemi, che stanno immobilizzando l’attività di governo ormai da tempo immemorabile, invece di pensare al bene del Paese, così come qualunque uomo di Stato penserebbe primariamente a fare, sparge veleno e trascina nel fango le istituzioni. Più fango pensa gli venga buttato addosso, più lui trascina il Paese e le istituzioni verso il baratro. Nutre ormai un fastidio profondo ed incontrollato per il Parlamento, quel luogo dove per lui si perde tempo ad esercitare la democrazia. Lancia strali contro la prima carica dello Stato, il presidente della Repubblica, invitandolo ad occuparsi delle toghe comuniste che sono comuniste perché lui è comunista e comunisti erano pure i tre presidenti prima di lui. Questo è il vero comportamento criminale di Silvio Berlusconi che non è certo uno statista e mostra, se mai ce ne fosse bisogno, totale disprezzo per il bene del Paese e degli italiani. Berlusconi sta mettendo a rischio la pace sociale e sta massacrando le istituzioni. Invece di occuparsi della crisi economica che sta mettendo in ginocchio le imprese e impoverendo famiglie e lavoratori, costringe il Parlamento ad occuparsi delle sue vicende e dei suoi interessi personali. Vuole cambiare la Costituzione ed è disposto a garantire l'impunità a migliaia e migliaia di criminali solo per sfuggire ai suoi processi.  L'Italia non può permettersi di rimanere in balia di quest'uomo che, per salvare se stesso, sta sfasciando lo Stato. L’Italia merita qualcosa di meglio.

LA FINANZIARIA CHE NON C'E'

 TremontiTremontiI ministri del Governo Berlusconi sono sul piede di guerra per i tagli inflitti ai loro dicasteri. Urlano e strepitano contro il collega dell’Economia. In realtà, è tutta una pantomima, un’ipocrita gioco delle parti. Il bastone del comando ce l’ha in mano Giulio. E’ lui che apre e chiude i cordoni della borsa e tutto è già stato deciso. Agli altri non resta che fingere di essere indignati.E’ avvilente dover constatare che la politica economico-finanziaria di questo Governo si riconferma essere solo una politica di tagli, che colpisce nel mucchio, senza andare a distinguere il grano dalla gramigna. Si taglia sulla sicurezza. A fronte dei 3 miliardi di euro soffiati alle forze dell’ordine negli ultimi tre anni, si ridà loro 100 milioni, una colossale presa per i fondelli.Si taglia sulla giustizia. In tre anni, hanno ridotto del 40 per cento le spese correnti, però di contro pretendono di fare i processi in sei anni. Si taglia sulla scuola. In quattro anni hanno tagliato 7 miliardi e mezzo di euro, dimezzando i fondi per le università e la ricerca, però di contro parlano di merito e qualità.Le risorse messe in campo dal Governo in questa Finanziaria sono solo di 3 miliardi di euro. Il resto è affidato dal gettito che verrà, se verrà, dallo scudo fiscale.Di sgravi fiscali per i cittadini e le famiglie si parla eccome, anzi si fa solo quello, perché non c’è un soldo vero. Come e quanto sgravare dipenderà dall’andamento dello scudo fiscale, ovvero, da quanti soldi evasi rientreranno in Italia, grazie alla garanzia dell’anonimato e dell’impunità. Con i soldi che forse verranno, quando e quanto non si sa, il Governo dice che farà di tutto, anzi di più. Rinnoverà il contratto del pubblico impiego, gli incentivi per il risparmio energetico, i fondi per l’Università, per le missioni all’estero, per diminuire le tasse sui lavoratori dipendenti e dei pensionati e la detassazione delle tredicesime. Tutte buone intenzioni, un po’ troppe forse, che, rimarranno tali, se il povero scudo non ce la farà, come è probabile, a coprire tutto.Del promesso taglio dell’Irap si è persa ogni traccia. Così come dello sblocco dei fondi per la ricerca, la detrazione fiscale per il risparmio energetico degli edifici, le misure fiscali a favore del lavoro chieste dai sindacati e, infine, le risorse per la sicurezza e la giustizia. Una cosa colpisce, però, di questa Finanziaria. Tremonti taglia qualunque voce di spesa, paralizza l’attività legislativa del Parlamento perché le leggi in discussione non hanno copertura finanziaria, ignora le legittime esigenze di tante famiglie e delle imprese, ma trova i soldi per rifinanziare la legge Mancia, quel caravanserraglio di  onorevoli prebende, con ben 50 milioni di euro. Alla faccia della finanziaria leggera e della gravità della situazione economica italiana.Noi non solo chiederemo, così come in passato, l’abolizione di questa scandalosa legge ma presenteremo la nostra Finanziaria che, con responsabilità e realismo, affronterà i reali problemi economici del Paese.