Taggati con: Mills

E’ AMNISTIA, IN NOME DI SILVIO!

 

Questo è l’elenco dei processi a rischio con la prescrizione breve, la vergognosa amnistia in nome del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Ieri, nell’Aula di Montecitorio, Italia dei Valori ha sbattuto in faccia al ministro della Giustizia Angelino Alfano la lista degli orrori di cui saranno responsabili, complice la Lega.

L’AQUILA, NOI NON RIDEVAMO

Il 6 aprile 2009 alle ore 3:32, questa è l'ora del terremoto che due anni fa ha distrutto L'Aquila, 309 le vittime, ingenti i danni in tutta l'area. Con il sisma la Casa dello Studente si è spaccato in due tronconi ed un'intera ala è crollata sugli studenti che si trovavano nelle loro stanze e che non sono riusciti a fuggire in tempo. Il crollo della Casa dello Studente rimarrà uno dei simboli di questa tragedia che ha colpito l'Abruzzo. Ragazzi che da diverse parti dell'Italia si erano trasferiti a L'Aquila per inseguire il loro sogno, per studiare e cercare di costruirsi un futuro. I capi di imputazione per gli indagati sono omicidio colposo e disastro colposo reati puniti dal Codice con una pena fino a 10 anni.

TUTTI GLI IMPUTATI SONO INCENSURATI. TUTTI POTRANNO BENEFICIARE DELLA PRESCRIZIONE BREVE. I FAMILIARI E LE VITTIME NON AVRANNO MAI GIUSTIZIA

STRAGE DI VIAREGGIO

Nella notte del 29 giugno 2009, la città di Viareggio è colpita da un gravissimo disastro ferroviario. Alla fine si contano ben 33 vittime innocenti. Nell'inchiesta sono 38 gli indagati: incendio e disastro ferroviario colposo, omicidio e lesioni colpose plurime. Solo per alcuni, vengono altresì ipotizzate una serie di violazioni al Testo unico in materia di tutela della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro, in particolare per la mancata valutazione dei rischi connessi al trasporto di una sostanza pericolosa come il Gpl.

TUTTI GLI IMPUTATI SONO INCENSURATI. TUTTI POTRANNO BENEFICIARE DELLA PRESCRIZIONE BREVE. I FAMILIARI E LE VITTIME NON AVRANNO MAI GIUSTIZIA

LA CLINICA DEGLI ORRORI

 Tra il 2005 e il 2008, a Milano, presso la Clinica Santa Rita, venivano effettuati interventi abnormi e invasivi su pazienti eseguiti ‘in totale disprezzo delle condizioni di fragilita” del malato. Le accuse sono di truffa, falso ideologico, falsificazione delle cartelle cliniche e sopratutto, una serie di interventi inutili o dannosi che hanno provocato lesioni gravi o gravissime per circa novanta persone, oltre alla morte di cinque pazienti. Infatti, tra le accuse mosse agli indagati (in tutto, non meno di diciotto), figura anche l'omicidio volontario aggravato da crudeltà.

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IL ROGO DELLA THYSSEN KRUPP

A Torino il 6 dicembre 2007 scoppia un incendio nello stabilimento della Thyssen Krupp. Muoiono sette operai. Gli imputati sono sei: omicidio volontario. Le richieste finali del pm Raffaele Guariniello, al termine di una maxi-requisitoria durata una decina di udienze al processo, sono di sei condanne. Omicidio volontario per il dirigente, imputati di omicidio colposo e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche, per gli altri cinque dirigenti.

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IL CASO TARANTINI

A Bari, dal maggio 2009, Ginapaolo Tarantini ed altre 78 persone sono imputate per corruzione, favoreggiamento della prostituzione, spaccio di sostanza stupefacenti e falso nell’ambito dell’inchiesta sugli scandali della sanità pugliese.

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FINCANTIERI

A Palermo, 15 febbraio 2010 muoiono 40 operai. 11 ex rappresentanti legali di Fincantieri e di una serie di imprese dell’indotto sono accusati di omicidio colposo e di lesioni  colpose gravissime. A Palermo, le morti da amianto è giunto a conclusione il 25 febbraio anche un altro processo, anche in questo caso a carico degli ex rappresentanti legali di Fincantieri,  e il  giudice monocratico della prima sezione del Tribunale  per le accuse di omicidio colposo plurimo e lesioni gravi colpose ha condannato Luciano Lemetti, condannato a 7 anni e mezzo, Giuseppe Cortesi, a 6 anni, e Antonino Cipponeri, tre anni.

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ETERNIT

Dal 1907 al 1986 a Casale Monferrato ha operato la multinazionale Eternit, specializzata nella produzione di prodotti in cemento amianto per l'edilizia. Il male d’amianto ha colpito migliaia di persone a Casale, a Cavagnolo, a Rubiera, a Bagnolo, tutti stabilimenti della società Eternit. Gli indagati sono accusati dalla procura di Torino di disastro doloso permanente ed omissione dolosa di misure anti infortunistiche.

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ILVA DI TARANTO

Il 9 settembre 2005 nello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto, ha perso la vita Gianluigi Di Leo, 25enne operaio di Mottola, schiacciato e ucciso da una trave, subito dopo che aveva terminato il proprio turno e si accingeva a timbrare il cartellino. Il giudice dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio 24 persone con le accuse di omicidio colposo e omissione di cautele contro gli infortuni sul lavoro.

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CRAC PARMALAT

A Parma e Milano, nel 2004 si realizza  il più grande scandalo di bancarotta fraudolenta e aggiotaggio perpetrato da una società privata in Europa. Il fallimento della Parmalat è costato l'azzeramento del patrimonio azionario ai piccoli azionisti, mentre i risparmiatori che avevano investito in bond hanno ricevuto solo un parziale risarcimento. Callisto Tanzi, patron della Parmalat è stato condannato a diciotto anni di reclusione il patron della Parmalat, Calisto Tanzi, nonché numerosi suoi collaboratori tra dirigenti, revisori dei conti e sindaci.

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TRUFFA CIRIO

A Roma, il 14 marzo 2008 a sei anni dal default da 150 miliardi di vecchie lire è cominciato il processo a Cragnotti e ad altri 32 imputati, tra cui l’attuale presidente di Mediobanca Cesare Geronzi. Tutti accusati di bancarotta per distrazione e truffa aggravata ai danni dei risparmiatori della Cirio.

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PAGARE MONETA VEDERE PROCESSO (BREVE)

Di qua (alla Camera) il processo breve, di là (al Senato) l’allunga-processi. Dà il senso di una schizofrenia politica ed anche il vago sospetto che stiano prendendo in giro gli italiani. Quale altra dimostrazione ci vuole per rendere evidente a tutti, anche agli elettori onesti e sinceramente liberali del centrodestra, che Berlusconi sta utilizzando il Parlamento come scudo per difendersi dai processi? L’evidenza è sotto gli occhi di tutti. Il processo breve non è solo l’ennesima legge ad personam di questo governo, è anche e soprattutto una vera emergenza giuridica. Garantirebbe di fatto l’impunità per decine di migliaia di delinquenti. Per i truffatori, per gli stupratori, per gli evasori fiscali, per i corruttori. Peggio di un’amnistia. Per salvarne uno si garantisce l’impunità ai criminali. Per questo continueremo con l’ostruzionismo e denunceremo con forza all’opinione pubblica le gravissime conseguenze di questa legge. Siamo pronti alla mobilitazione, in parlamento ed anche fuori. D’altronde, il vento sta cambiando e la maggioranza scricchiola. Non solo, è tale solo di nome. Nel Paese il consenso di Berlusconi è in crollo verticale, come dimostrano tutti i sondaggi e le analisi dell’ultimo mese. La fiducia nel premier è ai minimi storici. E come potrebbe essere altrimenti? Anche in Aula a Montecitorio non se la passano bene. Sono costretti a schierare i ministri per non andare sotto nelle votazioni. Una figura barbina da parte di una coalizione di governo raffazzonata, che si tiene ancora solo per il supporto di un gruppo di deputati (i cosiddetti responsabili) che ricatta politicamente Berlusconi e alza la posta ad ogni voto. Pagare moneta - vedere cammello con voti dei responsabili sulla gobba. Siamo riusciti a bloccarli in aula e ad impedire la rapida approvazione del processo breve alla Camera. Un primo risultato. La battaglia prosegue e state sicuri con non cederemo.   

GOLPE IN AULA: ORA E’ GUERRA!

Berlusconi davanti al tribunale di MilanoBerlusconi davanti al tribunale di MilanoGuerra in Libia, sbarchi a Lampedusa, crisi economica, disoccupazione giovanile, aumento dei prezzi, carenze infrastrutturali, piano energetico nazionale? Sciocchezze. Non sono priorità per Berlusconi e la sua corte dei miracoli. Ciò che conta davvero è fermare i processi di Berlusconi. In qualsiasi modo. Oggi Pdl e Lega (complice di Berlusconi nello sfascio delle istituzioni) hanno violato il Parlamento con l’ennesimo vergognoso colpo di mano. Ricorrendo ad un’astuzia regolamentare, hanno chiesto l’inversione dell’ordine del giorno dell’assemblea per procedere a tappe forzatissime verso l’approvazione del processo breve. Se ne fregano dei problemi degli italiani, pensano solo a difendersi tra di loro, a difendere il sultano, a creare ‘cricche’ e farle prosperare. Processo breve e responsabilità civile dei magistrati. Un’accoppiata deleteria per la giustizia italiana. La prima dimezza i tempi di prescrizione per gli incensurati (traduzione dal ‘berlusconese’: colpo di spugna per un paio di processi del premier), la seconda riduce la libertà dei giudici (traduzione: una intimidazione nei confronti della magistratura). Non ci piegheremo a questo ennesimo colpo di mano e daremo battaglia in Aula. Non gli permetteremo di averla vinta e faremo ostruzionismo. Il processo breve ucciderebbe migliaia di processi e avrebbe come effetto la sostanziale impunità per gli incensurati. Una vergogna. Tutto ciò mentre il 6 aprile inizierà il processo Ruby, che vede coinvolto il Satrapo di Arcore, accusato di corruzione e sfruttamento della prostituzione minorile. Una sfilata di ministri, star, calciatori, uomini e donne di potere. Sfileranno, chiamati a testimoniare dalla difesa, George Cloneey, Elisabetta Canalis, Aida Yespica, Cristiano Ronaldo. Un gran galà di celebrità. L’attore, interpellato dai giornalisti, ha detto: ‘stranissimo, ho incontrato Berlusconi solo una volta per avere aiuti per il Darfur”. Il tentativo è chiaro: allungare i tempi del processo chiamando testimoni importanti che non risiedono i  Italia, spettacolarizzare le udienze in modo che il contenuto passi in secondo piano, buttarla in caciara…Copione già visto diverse volte. Ma le proiezioni sono quasi finite. Questo film ha ormai stancato gli italiani, che non hanno più fiducia in Berlusconi e nel governo. Le opposizioni sono maggioranza nel Paese, e Berlusconi lo sa.

IL PERSEGUITATO CHE OSCURA ANNOZERO E BALLARO'

“Sono il più perseguitato della storia”. Una frase così fa venire in mente personaggi del calibro di Nelson Mandela, Aung San Su KI, per non parlare di chi, come Anna Politkovskaja, ha pagato con la vita il dissenso. Capirete che se a pronunciare questa frase è il capo del governo italiano, Silvio Berlusconi, essa diventa improvvisamente ridicola. Come chi l’ha detta. Berlusconi si è presentato poco fa nell’aula del palazzo di giustizia dove si celebra il processo Mediatrade, ad accoglierlo una claque convocata dal senatore Mario Mantovano, coordinatore del Pdl lombardo. C’è stato qualche attimo di tensione con chi, invece, contestava il premier. Piccolo inciso: le contestazioni si fanno sempre più numerose e insistenti, qualcosa vorrà dire… Prima di presentarsi in tribunale, Berlusconi è passato in televisione. Caffè e telefonata all’amico direttore Belpietro in diretta sulla sua ammiraglia, Canale 5, per dire che è l’uomo più imputato dell’universo e della storia, che sono i comunisti a manovrare i giudici, che si tratta di accuse ridicole. Soporifero, a quell’ora poi…Aria fritta, le solite cose trite e ritrite che ormai ripete come un disco rotto. Berlusconi è l’unico politico al mondo capace di evocare il pericolo comunista a più di vent’anni dalla caduta del Muro, in un paese in cui i partiti comunisti raccolgono alle elezioni cifre da prefisso telefonico. Siamo veramente al ridicolo. Questa però, è solo una delle sue facce. Berlusconi non è uno sciocco, sa benissimo che evocare il pericolo comunista fa presa su un certo tipo del suo elettorato, in particolare su quello di età avanzata, a basso livello di scolarizzazione che si espone solo all’informazione della tv generalista. Ha parlato a loro. Lui che può parlare a tutti come meglio crede. Controlla l’informazione pubblica e privata, ha tv e giornali ed è capace di condizionare l’opinione pubblica. Come se non bastasse, ora vuole chiudere, come fece lo scorso anno, i programma di approfondimento, Annozero, Ballarò. Con la scusa delle prossime amministrative, i suoi sgherri in Vigilanza stanno preparando una direttiva per chiudere i programmi sgraditi. I talk show proprio non gli piacciono. Si corre sempre il rischio di non poterli controllare, che si parli di cose sgradite, che qualcuno preparato metta sotto uno dei suoi figuranti. L’uomo più perseguitato del mondo, insomma, innesca la tagliola della censura per imbavagliare l’informazione. L’uomo più perseguitato della storia, però, non s’illuda. Oltre alle amministrative ci sono i referendum e non gli permetteremo di oscurare l’informazione su temi strategici per il futuro del Paese.

FANNO SCHIFO!

La giustizia ai tempi di BerlusconiLa giustizia ai tempi di BerlusconiCome serpi che strisciano, mentre il mondo e gli italiani guardano con preoccupazione a quanto accade in Libia (guarda il video) e ne sono giustamente monopolizzati, la maggioranza su ordine del presidente del Consiglio marcia a tappe forzate verso l’assoluzione del premier. Facce di bronzo, spudorati senza vergogna, un Parlamento che lavora sodo solo per bloccare i processi del presidente del Consiglio. E’ quanto accaduto ieri in commissione giustizia della Camera che ha espresso il primo si al processo breve, dimezzando i tempi per la prescrizione per corruzione.  L’inventore del trucchetto contabile pro Berlusconi, l’avvocato di famiglia Mauro Paniz, ha anche la faccia tosta di dire che questa non è una legge ad uso e consumo del premier e Ruby è la nipote di Mubarak, vero quanto il fatto che io sia il discendente diretto del faraone d’Egitto Ramses II. Sarà una pura coincidenza, allora, che il processo Mills, che doveva morire di prescrizione a febbraio del prossimo anno, morirà a giugno di quest’anno e che quello Mediaset, finirà su un binario morto con sei mesi di anticipo, ovvero a dicembre 2013. Ci vuole davvero una gran bella faccia tosta a dire che i processi di Berlusconi non c’entrano niente e che la priorità del governo è accelerare i tempi della giustizia per il bene dei cittadini. Con questo trucchetto, un mezzo per impedire che la giustizia faccia il suo corso nei confronti del presidente del Consiglio, cadranno il 90 per cento dei processi per corruzione. Già oggi in Cassazione ne cade l’80 per cento. Se ne fregano anche dell’ultima convenzione Onu, sottoscritta tra l’altro dal nostro paese, che si è impegnata ad allungare i tempi per la prescrizione per corruzione. Andiamo come i salmoni, controcorrente, e avremo una giustizia sempre meno giusta e sempre più benevola con corrotti e corruttori, tutto per salvare la bella faccia di Berlusconi. Ecco come il governo che, solo un mese fa, per bocca di Alfano annunciava di voler dialogare con tutti in materia di riforme, la traduce nei fatti: leggi ad personam che, come clave impietose, faranno la giustizia a pezzi, elevando l’illegalità e l’impunità a sistema. Oggi, in giunta, andrà in scena un altro vergognoso tentativo di sputtanare questa povera Italia. La maggioranza, su ordine del presidente del Consiglio, tenterà di far passare la telefonata di Ruby come un semplice reato ministeriale. Ecco la democrazia ai tempi di Berlusconi: un Parlamento usato come uno smacchiatore per cancellare i peccati di lussuria e di avidità del premier.

FISCHI IN PIAZZA, APPLAUSI IN TRIBUNALE... PER 20 EURO

Berlusconi fischiato nelle piazze, applaudito in tribunale…Succede di tutto in questo Paese bizzarro. Il premier viene contestato ormai in tutte le piazze in cui si presenta, ma nell’aula di tribunale dove si celebra il processo Mills, nel quale il capo del governo è accusato di corruzione, compare la claque dei sostenitori. ‘Silvio Silvio Silvio’.  E’ successo ieri nel palazzo di giustizia di Milano. Cori da stadio per il presidente. D’altronde è anche il padrone del Milan, nonché la persona che annunciò la sua partecipazione alla vita pubblica del Paese con l’ormai famoso ‘scendo in campo’…Come un attaccante lanciato in contropiede, Berlusconi da anni cerca di sfuggire alla giustizia italiana e questo è il suo ultimo coupe de theatre. Uno dei tifosi, ingenuamente, ha raccontato ad un giornalista che sono andati a manifestare in tribunale per ‘20 euro ed un panino’. E c’è chi giura di aver riconosciuto tra i manifestanti alcuni figuranti Mediaset. Una storia tutta italiana, che di certo non ci fa fare bella figura all’estero. Pagati o non pagati, figuranti o non figuranti, quelle persone sono l’espressione della strategia di Berlusconi, che tenta di mistificare tutto, anche i processi per corruzione. Come fanno i populisti, cerca nel consenso popolare, anche falso perché pagato e foraggiato, la sua legittimità e la sua immunità. Cerca di trasformare il processo nel set di una fiction nella quale lui recita la parte dell’uomo buono e perseguitato dai giudici cattivi. E comunisti, anche se ormai i partiti comunisti in Italia hanno percentuali prossime allo zero. Ma non conta la razionalità, conta la cortina fumogena che il premier spande attorno a sé. Berlusconi non vuole farsi giudicare ed i suoi avvocati difensori hanno chiesto la convocazione in tribunale di 10 testimoni che non furono ascoltati nel precedente processo Mills. Un espediente per allungare i tempi, in modo che si arrivi alla prescrizione (febbraio 2012), senza neanche bisogno della legge (ad personam) sulla prescrizione breve. Siccome questi testimoni dovrebbero arrivare dalle più disparate zone del mondo, i tempi si allungherebbero e non sarebbe possibile arrivare a sentenza. Bell’esempio. In Italia la giustizia sta diventando un affare privato del premier, i cui interessi sono opposti a quelli dei cittadini. Se per lui allungare i tempi dei processi per farli finire nel nulla è un vantaggio, per i cittadini italiani che attendono giustizia è una iattura. Una riforma della giustizia nel nostro paese è indispensabile, ma non è certo quella di Berlusconi. Noi vogliamo processi più veloci, giustizia certa, più uomini e mezzi per la magistratura e per il ministero della giustizia. Lui vuole il contrario. Ma ormai Berlusconi ha fatto il suo tempo, la nostra opposizione gli impedirà di sfasciare il diritto italiano. 

ALFANO MINISTRO DELLA GIUSTIZIA AD PERSONAM

"Siamo pronti ad investimenti straordinari nel sistema giustizia per adeguare la macchina alle nuove esigenze del processo breve". Parola del ministro Alfano. Ministro della giustizia ad personam. Si' perche' il processo breve serve solo a Berlusconi per salvarsi dai processi, non per velocizzare la giustizia italiana. C'e' infatti, una norma transitoria nel Ddl che da' la possibilita' di applicare la nuova legge ai processi in corso per i reati con pene sotto i dieci anni commessi prima del 2 maggio 2006, cioe' dall'ultimo indulto. Alfano dice che l'opposizione dice no per pregiudizio politico. Io non so quale sia il pregiudizio politico cui fa riferimento Alfano. Forse si riferisce al fatto che non siamo disponibili ne' a salvare Berlusconi dai processi ne' a consentire un'amnistia mascherata. Il processo breve, infatti, fissa un limite di tempo massimo per tutte le sentenze. Scaduto il termine, il processo e' concluso, senza la sentenza.Significa che, nel caso passasse questa sciagurata norma, migliaia di reati resterebbero impuniti. Liberarne mille per salvarne uno...Miglior invito a delinquere non potevano inventarselo. Berlusconi, comprensibilmente, tiene molto a questa norma, che e' una delle cinque su cui passera' la verifica di governo. Mi auguro che dopo aver parlato di legalita' e questione morale, i parlamentari di Fli siano coerenti e non votino questa porcata.Noi daremo battaglia, come abbiamo sempre fatto, per impedire che passi questa ennesima aggressione alla giustizia ed allo Stato di diritto.  

FOGLIE DI FICO ADDIO. IL POLITICO E' NUDO

video: 

 

Questa campagna elettorale, particolarmente dura ed aspra, forse anche sgradevole per la gran parte degli elettori italiani sempre più disorientati, ha sicuramente un merito: è la più vera degli ultimi quindici anni.

Per la prima volta le forze politiche italiane e gli uomini politici appaiono agli elettori per quello che sono realmente. La campagna elettorale, fino a qui, è stata preceduta e caratterizzata per l’emergere di tali e tanti scandali che i partiti si sono ritrovati nudi davanti agli occhi degli italiani, proprio nel momento in cui la campagna elettorale li ha messi improvvisamente al centro dell’attenzione. Non hanno avuto il tempo, questa volta, di darsi un contegno, di rivestirsi di quella solita melassa fatta di chiacchiere, più o meno serie e credibili. Questa volta, i partiti sono nudi e lo spettacolo è poco edificante. Le schifezze del Pdl, a partire da Bertolaso, sono talmente tante che si fa addirittura fatica ad elencarle tutte. Per 10 anni ci hanno dipinto il padrone della protezione civile come un incrocio genetico tra Batman e Madre Teresa di Calcutta. Poi, a guardare meglio, abbiamo scoperto che assomiglia più alle tre scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano. Questa è l’immagine che rimarrà per sempre stampata nella mia mente: Bertolaso che si fa massaggiare dalla fisioterapista brasiliana in perizoma, mentre la cricca di banditi amici suoi saccheggia lo Stato sulla pelle dei morti e dei disperati. Poi c’è Cosentino. La Cassazione lo vorrebbe in galera perché la smetta una volta per tutte di aiutare i Casalesi. Berlusconi, invece, lo vuole saldamente ancora a capo del partito in Campania e a governare insieme a Tremonti il ministero dell’Economia. Si passa per Di Girolamo, il senatore smascherato dalle intercettazioni, che si è rivelato nello squallido ruolo di un semplice pupazzo i cui fili erano mossi da un boss della ‘ndrangheta. E sorvoliamo su Berlusconi. E’ fuor di dubbio che è stato il corruttore di Mills, per quanto prescritto. E sorvoliamo sulle minorenni, sulle escort. E sorvoliamo sul Pdl, il partito che non c’è, incapace persino a presentare le liste nel Lazio tali e tante sono le lacerazioni al suo interno. Non sorvoliamo, invece, anzi spendiamo due parole su Casini che ha trasformato la politica delle alleanze in questo paese in un mercato delle vacche e che ha confezionato per Berlusconi addirittura l’ultima legge ad personam sul legittimo impedimento, suggerendogli persino di farla a scadenza, come lo yougurt, in modo che la legge scada da sola dopo un anno, prima che la Corte Costituzionale faccia in tempo a cancellarla. Ma non paghi, dopo aver tuonato dalle pagine dei giornali e tg, contro il decreto salva liste, al momento del voto in Parlamento sulle pregiudiziali di costituzionalità, che avrebbe cancellato il decreto definitivamente per via delle numerose assenze nelle fila della maggioranza, Casini e metà del suo partito sono rimasti a casa, salvando Berlusconi ed il suo decreto legge. In Puglia la Sanità è uno schifo. Negli ultimi cinque anni, gli assessori alla sanità sono finiti tutti in galera, quando una manina provvidenziale non li ha spediti in Parlamento. giusto un attimo prima dell’arresto. Francamente Vendola, che quegli assessori ha scelti uno ad uno, farebbe bene per il futuro, e avrebbe fatto bene anche per il passato, quantomeno a prestare più attenzione. E del Pd che dire? Di scandali negli ultimi anni ne ha collezionati anche lui una cifra ragguardevole. Ma gli va riconosciuto di aver sempre rispettato le decisioni della magistratura, anche se qualcosa di diabolico nel perseverare di una certa sua classe dirigente nel malaffare obiettivamente c’è. Ma a colpire di più, nel Partito democratico, è la sensazione che pur condannando a parole i comportamenti sempre più antidemocratici di Berlusconi, non faccia seguire un’azione conseguente e coerente. Di fronte allo scempio della libertà di informazione, di fronte alla trasformazione della Rai in una metastasi del regime, non ci si può mettere la coscienza a posto dettando alle agenzie stampa un comunicato pieno di sdegno. Qui ci stiamo giocando il futuro, la tenuta delle istituzioni democratiche, quello straccio di libera informazione che ancora ci resta e non facciamo niente? Non agiamo? Le opposizioni, unite, in questo momento, dovrebbero buttare in aria, in senso metaforico, la vigilanza Rai, presidiare in migliaia giorno e notte viale Mazzini, invocare a pieni polmoni l’azzeramento dell’Agcom e dell’intera dirigenza Rai. E invece niente. Ed è un niente che sa di rinuncia, di debolezza, di indifferenza. Questa è la politica italiana purtroppo. Questa mattina, per un attimo ho tirato un sospiro di sollievo, quando ho letto che monsignor Bagnasco ha detto che la politica va rinnovata con la legalità. Ma è durato un attimo.  Due righe sotto, ho detto che Bagnasco ha pronunciato queste parole durante un convegno organizzato da Comunione e Liberazione, quella Comunione e Liberazione che di affari e tangenti, a leggere le cronache giudiziarie di questi mesi in Lombardia, ci campa e bene. Mi sono sentito preso in giro. Per questo, lo dico con forza e con convinzione, sono sempre più certo che Italia dei Valori è l’unico futuro per questo Paese, è l’unica possibile forma di riscatto della politica. Faranno di tutto per fermarci. Ma noi siamo la verità che loro non vogliono sentire. E la verità non si può fermare per sempre.

SE C'E' CORROTTO C'E' CORRUTTORE

 David il corrotto, Silvio il corruttoreDavid il corrotto, Silvio il corruttore   Hanno una bella faccia tosta Verdini, Cicchitto, Capezzone, Gasparri e compagnia bella ad esultare. Capiamo le esigenze dei minuetti di corte, ma a cosa si deve tanta gioia proprio non si capisce. “C’è un giudice a Berlino!” hanno gridato in coro, facendo strame del povero Bertold Brecht, che si starà rivoltando nella tomba, pensando all’uso spregiudicato che la destra sta facendo del povero mugnaio prussiano, protagonista di un suo celebre racconto, vessato dai soprusi del potere.Bastano due concetti, semplici semplici, per cancellare la tracotanza che portano stampata in faccia in queste ore nei salotti tv e nei cinegiornali compiacenti: la prescrizione non cancella il reato. Se c’è un corrotto, c’è anche un corruttore. E se il reato è stato prescritto è solo perché, con arroganza e protervia, questa maggioranza ha approvato la legge che accorcia i tempi della prescrizione, la ex-Cirielli per capirci. Qualcuno dovrebbe spiegarlo anche ai cinegiornali della Rai che oggi, per ben due volte, nel titolo e nel servizio, hanno definito "assoluzione" la prescrizione per l'avvocato inglese.Verdini, Cicchitto, Capezzone, Gasparri e compagnia bella, piuttosto, dovrebbero chiudersi in casa per la vergogna ed il presidente del Consiglio dovrebbe avere la decenza di dimettersi perché la sentenza della Cassazione non solo conferma che Berlusconi è stato il corruttore di David Mills ma che il suo impero affonda le radici nel malaffare, nell’illegalità e nella corruzione. Per la verità, in un paese normale, si sarebbe dovuto dimettere già da un pezzo. Ma siamo in Italia ed il presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi che marcia a tappe forsennate verso l’obiettivo finale: legittimo impedimento e processo breve.La Cassazione ha confermato uno per uno tutti gli eventi e le circostanze tra il signor Mills e mister B. Non solo. Ha confermato che le società offshore All Iberian sono state lo strumento con il quale il Cavaliere ha costruito le sue ingenti fortune. Nei fondi neri di quelle società erano custoditi più di mille miliardi di vecchie lire, con i quali Berlusconi ha spadroneggiato illegalmente, comprato abusivamente proprietà televisive, corrotto giudici, comprato sentenze, corrotto il Parlamento ed il governo per farsi approvare leggi favorevoli. Per la cronaca, ricordo che Bettino Craxi, allora presidente del Consiglio, fu ricompensato per l’approvazione della legge Mammì con 21 miliardi di vecchie lire.La smettano, dunque, le prefiche del centrodestra di stracciarsi le vesti e di gridare alla fine della persecuzione, alla sconfitta del rito ambrosiano. Non c’è proprio niente da festeggiare visto che la sentenza conferma in toto il gravissimo caso di corruzione. Se hanno vinto questa battaglia è solo perché hanno truccato le carte. Ma la partita è ancora aperta. Su legittimo impedimento e processo breve daremo battaglia. Se ne potrà inventare una al giorno di legge ma nessuna di queste lo metterà al riparo dal giudizio degli italiani.

DIRITTO UCCISO, CALPESTATO E UMILIATO

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 I senatori di Italia dei Valori hanno occupato ieri l’Aula di Palazzo Madama. Hanno trascorso la notte lì, a presidio della democrazia, mentre il governo e la maggioranza stanno facendo scempio della legalità. Ai colleghi senatori va tutta la mia solidarietà e stima. Quando la legge sul processo breve, approvata oggi al Senato, l’ennesima vergognosa legge ad libertatem suam, ovvero del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, arriverà alla Camera metteremo in atto altrettante coraggiose forme di resistenza democratica. La nostra è un’azione di resistenza istituzionale nei confronti di una legge eversiva con la quale l’attuale maggioranza vuole infliggere, per gli interessi esclusivi del presidente del Consiglio, il colpo mortale alla giustizia, alla cultura della legalità e allo stato di diritto.Siamo di fronte a uno dei peggiori provvedimenti della Repubblica italiana, la diciannovesima legge ad personam in sedici anni. Se questo ddl diventerà legge la maggioranza ed il Governo, per sistemare i processi del re, farà un favore a tutti quei criminali, mafiosi in testa, che attendono con trepidazione. E’ una legge profondamente incostituzionale, tutta concepita nelle segrete stanze di Arcore, dall’avvocato del premier Ghedini.Il Governo e la maggioranza mentono spudoratamente quando, per lavarsi le coscienze, spacciano questo scempio del diritto per riforma della giustizia e affermano che finalmente verrà fissata la ragionevole durata dei processi. Sono ben altre le leggi da fare ed approvare per far ripartire la macchina della giustizia, a cominciare da fondi e risorse adeguate. La verità è che, nascondendosi dietro l’Europa e le direttive internazionali, il governo antepone agli interessi di un paese intero quelli di un uomo solo. La norma sul processo breve cancellerà, con un colpo solo, il processo Mills, che vede Berlusconi accusato di corruzione, e il processo Mediaset, che lo vede accusato di frode fiscale e metterà la parola fine a 100 mila processi, e farà tornare tranquillamente all’opera migliaia di criminali, delinquenti e mafiosi, aiutando di fatto coloro che hanno commesso reati, mentre decine di migliaia di vittime subiranno l’onta di uno stato che le umilierà per la seconda volta.Siamo di fronte a qualcosa di ben peggiore dell’indulto approvato nella scorsa legislatura, nonostante il voto contrario di Italia dei Valori. Il ddl sul processo breve è un’amnistia mascherata, un condono tombale sui processi del premier e su quelli di migliaia di criminali che torneranno a delinquere, celebrando la morte del diritto. Chi, come il senatore Maurizio Gasparri, oggi nell’Aula di Palazzo Madama, rivendica con orgoglio l’approvazione di questa norma, definendola un voto per la verità e la giustizia, ha ucciso, calpestato e umiliato il diritto. Alla Camera, metteremo in atto ogni forma di resistenza possibile, augurandoci che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, estremo garante della Costituzione, non firmi mai questo scempio.