maggio 2011

ELEZIONI SUBITO: CENTROSINISTRA C’E’ E VINCE!

"Non è un voto ordinario per sindaci e presidenti di provincia: è un voto su di me e sul mio governo. E’ un voto su cui si gioca il futuro mio e della legislatura”. Goodbye mister President, allora. La sveglia è arrivata, e che sveglia! Da Nord a Sud, dagli Appennini alle Ande: centrosinistra a valanga! A Milano e Napoli, a Cagliari, dove il centrodestra regnava incontrastato da dieci anni, a Trieste e Novara, città in mano alla Lega. E poi quelle piccole chicce che aggiungono quel tocco finale che rende ancora più straordinaria la giornata di ieri: ad Arcore, il regno di Sua Maestà Silvio Berlusconi, vince il centrosinistra. La sinistra ha vinto quasi ovunque, in qualche caso, come a Napoli, con la straordinaria vittoria di Luigi De Magistris, stravince e fa il cappotto. Il centrodestra non è più maggioranza nel Paese. Lo è ancora, solo in Parlamento, dove si regge grazie agli “strapuntini responsabili” comprati a suon di soldoni, poltrone e prebende. Se Berlusconi fosse una persona seria, dopo una batosta simile, dovrebbe dimettersi. Lo farà? No, lo conosciamo bene, preferirà andare avanti, per forza di inerzia, trascinandosi in un’agonia lenta e inesorabile. Ma non si sfugge alla verità, alla democrazia, al vento di cambiamento che soffia forte: il governo e la maggioranza hanno i giorni contati. Noi, che siamo seri e responsabili, cominciamo da oggi a chiedere con forza elezioni subito, perché questa tornata amministrativa ha dimostrato che l’alleanza tra Pd, Idv e Sel è salda e vincente ed è il cuore pulsante dell’alternativa. Un’alternativa di centrosinistra a questo governo di inerti e inermi, fondata su una salda alleanza c’è e vince! Dalle amministrative è arrivato l’avviso di sfratto al governo. L’operazione di smottamento è cominciata ieri. Con i referendum del 12 e 13 giugno possiamo completare l’opera. Quattro sì per mandarlo a casa, definitivamente! A nulla serviranno i patetici tentativi di rilancio dell’azione di governo: sono 17 anni che annuncia rivoluzioni copernicane, puntualmente disattese. E’ finita, mister President, gli italiani non ci cascano più.