febbraio 2010
LA MILANO DA BERE E' TORNATA




LA STRATEGIA DELL’IMPUNITA’



SCHIZZI DI FANGO IGNOBILI




LEGITTIMO UN CAZZO!




PRIMO CONGRESSO NAZIONALE IDV. SI PARTE!!
PRIMO CONGRESSO NAZIONALE IDV
Pubblico il testo integrale del mio intervento al primo congresso nazionale dell'Italia dei Valori. (Clicca qui per guardare il VIDEO - prima parte/seconda parte)
Caro Presidente, amiche ed amici
oggi Italia dei Valori celebra il suo primo congresso nazionale. E’ quasi un sogno che si avvera per chi come me ha sempre sperato che potesse nascere in questo nostro difficile e martoriato paese, un partito nuovo … diverso, un partito che mette al centro di tutto una speranza, quella del riscatto morale della politica e della vita pubblica, che opera per la difesa della costituzione, l’affermazione di valori di trasparenza ed onestà. E questo congresso oggi è il nostro sogno che si avvera!!!!
Ed è a Te Antonio, al leader e all’amico, che voglio rivolgere il mio primo pensiero.
Grazie. (……) Grazie, Antonio, per tutto quello che hai reso possibile. Sii orgoglioso di averci portati fino a qui.
Da nulla, se non dal tuo coraggio, è nato tutto questo ed il coraggio, diceva Churchill, è la prima delle qualità umane, perché è quella che garantisce le altre. A nulla servono onestà, lealtà, rigore morale se a renderli fermi non c’è il coraggio.
Sembra l’avverarsi di un sogno….. dicevo, ma si sa….., quando i sogni si avverano, subito si coprono della polvere della realtà e purtroppo oggi, nel nostro paese, l’aria è intrisa della polvere della menzogna e della disinformazione.
Oggi è di nuovo il tempo delle macchinazioni, delle congiure e delle bugie. E’ ripartita l’opera squallida e vile di chi cerca di colpire, ancora una volta, la storia di Mani Pulite, la storia personale di Di Pietro, l’Italia dei Valori, attraverso attività vigliacche fatte di insinuazioni, di illazioni…… basate sul nulla…… certo, ma che intanto “media” compiacenti trasformeranno in sospetto diffuso a reti unificate.
Burattinai politici e del mondo economico finanziario manovrano nell’ombra per difendere quell’intreccio malato tra affari e politica che regge questo paese da cinquant’anni.
E noi siamo un pericolo per questo sistema di potere. Perché non facciamo sconti……perché non siamo in vendita……. perché non siamo disponibili a sacrificare l’interesse collettivo all’interesse particolare di nessuno.
A questi burattinai della disinformazione e del sospetto diciamo che hanno ragione. Hanno ragione ad avere timore di noi perché sappiamo che loro sono il male di questo paese. Ma il male non trionferà fino a quando gli uomini per bene continueranno a battersi, e noi non ci fermeremo mai, mai!!!
Non ci fermeremo anche perché è già iniziata una stagione nuova di IDV. Perché con questi valori “dentro di noi”, dobbiamo guardare al paese che sta “intorno a noi”. La strada è tracciata ed il cammino è già ben avviato.
Questo congresso deve essere anche l’occasione per rompere i luoghi comuni. Spezziamo le catene di chi ci vuole inchiodati alla dimensione unica della giustizia e dell’antiberlusconismo. Altri vivono nell’incubo della giustizia (ed evidentemente hanno le loro buone ragioni). Perché IDV è già oggi un partito che ha radici possenti che crescono nel paese, tra la gente, tra i lavoratori in cassa integrazione, tra quelli che il lavoro lo hanno perso del tutto, tra i giovani precari, tra i ricercatori senza futuro. Ma anche a fianco di quel sistema di micro, piccole e medie imprese che è la spina dorsale del paese e che improvvisamente si è trovato nel mezzo della più grande crisi dal dopoguerra senza che il governo abbia mosso un dito per aiutarle. Lavoro ed impresa oggi possono e debbono essere alleati in molte battaglie per la crescita e lo sviluppo economico, in un paese dove solo il lavoro è tassato e le rendite sono quasi paradisi fiscali in patria.
Costruiamo un Paese migliore per i nostri figli, un Paese dove il merito, l’impegno, le capacità siano il metro di giudizio collettivo. Un Paese dove siano aboliti per sempre i familismi i corporativismi le mille caste piccole e grandi, dove la meritocrazia sia l’unica strada per raggiungere il successo.
Combattiamo le iniquità anche quando questo significherà cambiare il nostro modo di pensare. E la prima e la più grande iniquità è quella che ancora relega la donna in una posizione di non parità nel nostro paese. Dal lavoro, alla carriera, alla politica, alla famiglia, le resistenze culturali radicate nella nostra società creano un tetto di cristallo sopra la testa delle donne che schiaccia e rinnega il loro diritto ad una piena affermazione. Vorrei che il prossimo candidato presidente del consiglio di centrosinistra dicesse che il primo, il primo….. punto del suo programma di governo è quello di portare l’occupazione femminile in Italia dal vergognoso 45% almeno a livelli medi europei. Questa sarebbe la vera rivoluzione del riformismo in Italia!!!!
Battiamoci per l’ambiente, per le energie rinnovabili, per l’acqua pubblica, smascheriamo il governo su quel grande bidone che è il nucleare italiano.
Siamo però consapevoli che per realizzare grandi progetti servono alleati. IDV deve essere protagonista di una stagione di rinascita del centrosinistra italiano. Perché ce lo dobbiamo dire con franchezza. Dalle elezioni politiche del 1996 in poi non è più esistita in Italia una coalizione nel senso nobile del termine, che nascesse prima dalla condivisione di un progetto e di un obiettivo. Abbiamo avuto solo matrimoni di convenienza o caravanserragli buoni a vincere un giorno ma non a governare il giorno dopo.
E’ tempo di costruire alleanze su percorsi valoriali. E’ tempo di costruire cantieri veri, non laboratori “per apprendisti stregoni”, che cercano di costruire in provetta delle chimere destinate a saltare in aria alla prova del consenso popolare. E’ tempo di realizzare un cantiere ambizioso, ma laborioso e silenzioso, animato da spirito costituente, dove ciascuno dia con generosità e spirito anche di sacrificio il suo contributo. Dio solo sa se questo Paese ne ha bisogno! Oggi questo laboratorio parta dalle uniche due forze del centrosinistra presenti in parlamento, IDV e PD, e poi verifichi passo a passo fino dove e con chi ampliare il percorso. Con la sinistra cosiddetta radicale se saprà accettare la sfida del riformismo e del superamento dell’approccio ideologico all’azione di governo. Con l’UDC di oggi, quella delle alleanze last minute, che quasi fa rimpiangere l’affidabilità di Dini e di Mastella, o che vota le leggine incostituzionali di Berlusconi mi pare davvero difficile. Ma se in futuro le condizioni dovessero cambiare dovrà essere chiaro fin dall’inizio del confronto che sulle libertà civili non si torna indietro. Testamento biologico, fecondazione assistita, aborto, scuola pubblica, diritti delle unioni civili per noi devono essere altrettante declinazioni della parola LIBERTA’.
Su Berlusconi, che intenzionalmente non ho citato, vorrei che parlasse Alexis de Toqueville del quale vi leggo poche righe.
“Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell’abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare.
Non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri. Se un individuo abile e ambizioso riesce a impadronirsi del potere in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso.
«Se un potere dispotico si insediasse nei paesi democratici, esso avrebbe certamente caratteristiche diverse che nel passato; sarebbe più esteso ma più sopportabile, e degraderebbe gli uomini senza tormentarli.
Un sistema che potrebbe sembrare paterno, ma che al contrario cercherebbe di fissare gli uomini alla loro infanzia, preferendo che si divertano piuttosto che pensare [...].
De Toqueville ha scritto queste parole pensando all’America del 1840, ma penso che questo pensiero contenga molto su cui anche gli italiani del 2010 dovrebbero riflettere.



CENTO PASSI PER L'ALTERNATIVA DI GOVERNO
La colonna sonora de 'I cento passi' come stacco musicale, e la platea dei delegati con le mani in alto "per mostrare a tutti che sono pulite". E' in questa cornice che Antonio Di Pietro ha preso posto sul podio per la relazione al primo congresso di Italia dei Valori.
"Dai, dai, al lavoro che c'abbiamo da fare. Dobbiamo ripulire la piazza per far tornare la democrazia". Sono queste le parole con le quali il presidente è salito sul palco.
LE ALLEANZE SONO FONDAMENTALI
"Non voglio invecchiare facendo opposizione a Berlusconi, aspettando che vada in pensione. Abbiamo dimostrato che sappiamo fare opposizione ma, come dice il mio amico Bersani, di opposizione si muore. È il momento dell'alternativa"... Io voglio sconfiggere la politica di Berlusconi. La sua persona l'affido ai magistrati...
... Non vogliamo fregare il vicino di casa ma fare si' che gli elettori capiscano che il nostro condominio e' meglio dell'altro". Dobbiamo evitare l'isolamento, perchè "da soli non si fanno figli"...
Dobbiamo "buttare a mare il governo Berlusconi" politicamente ma per farlo "abbiamo il dovere di trovare un punto d'incontro, tra il nostro programma e quello degli altri"... "Non ci collochiamo ne' a destra ne' a sinistra, vogliamo superare la barriere ideologiche", "e se sono comunisti perche' si preoccupano degli ultimi, allora anche Gesu' era comunista. Allora anche il Papa e' comunista...".
PRONTI PER ESSERE ALTERNATIVA
"In Campania e questo vale per tutte le altre regioni, se l'Idv va da sola fa una bella figura ma consegna tutte le 13 regioni a Berlusconi, questa e' la verita'". "Se vuoi essere forza del 2% che urla nelle piazze va bene come stiamo, ma il nostro zoccolo duro e' transitorio, se accettiamo solo il voto di pancia allora dipenderemo solo dal mal di pancia di quel momento... Questo ci vuole se vuoi essere una forza di governo...."
"Passare dalla fase dell'opposizione alla fase dell'alternativa, questo il nostro obiettivo per il futuro. Perche' oggi? Perche' oggi abbiamo la forza per farlo, riteniamo di essere in gradi di costruire questa alternativa. Ma da soli non ce la possiamo fare, dobbiamo cercare un'alleanza per costruire un'alternativa, perche' sennò restiamo a fare opposizione. E io non voglio restare a fare opposizione, perche' si puo' finire a morire di opposizione... La nostra sfida e' l'obiettivo delle elezioni del 2013: riconquistare il governo del Paese per riportarlo in mani democratiche. Dopo il 2013, ci saro' ancora ma il mio obiettivo e' portare la nave dell'Idv, naturalmente insieme ad altri comandanti di altre flotte, in mari democratici"...
"Rafforzare l'Idv, nella consapevolezza pero' che diventare piu' forti, fare 'bella figura' anche, ma senza riuscire a battere il nemico, e' una vittoria che non vale nulla. Peggio e' come 'bere l'olio di ricino'. Per questo bisogna avere ben chiaro che per battere 'politicamente' Berlusconi serve stringere alleanze, non 'serve a nulla dire solo di no, senza alternative'. Magari mettendo dei 'paletti', nelle proprie alleanze, anche con il Pd, consapevoli che il 'paradiso' di una fusione con le forze del centrosinistra e' ancora lontano e che oggi bisogna accontentarsi del 'purgatorio'. Ma forti anche della certezza che l'obiettivo vero, ancora piu' di quello di 'buttare a mare Berlusconi' e' quello delle elezioni politiche del 2013, vincerle per 'riconsegnare il Paese alla democrazia' e sfilarlo dalla politica 'che fa schifo', quella 'xenofoba, razzista e fascista delle destre' mentre la concezione della politica che guida l'alternativa dell'Idv e' quella della 'difesa delle fasce piu' deboli".



UNA GRANDE SFIDA DAVANTI A NOI



ELUANA PER CANCELLARE I PECCATI




IL FASCISTA DI ARCORE



SU DE LUCA NON CI SIAMO SVENDUTI



LA NUOVA LOGGIA B2



QUELLE RISATE FANNO SCHIFO



L'ITALIA DEL CORRIERE




LISTE PULITE? PDL DICE NO E VA AVANTI




E’ UNA NUOVA TANGENTOPOLI




MA BOSSI E MARONI LO SANNO?




CON IL POPOLO VIOLA A DIFESA DELLA LIBERTA’



IL GOVERNO DEGLI AFFARI NON DEL FARE
Pubblico il mio intervento in Aula alla Camera durante le dichiarazioni di voto al decreto legge sulla Protezione Civile.
Signor Presidente, onorevoli colleghi,
oggi l'Aula della Camera si appresta a convertire questo decreto-legge sulla Protezione civile ma lo fa, all'evidenza, senza particolare gioia, senza alcuna euforia e ha ben donde a non avere di che rallegrarsi. Infatti quello che esce oggi da quest'Aula altro non è che brandelli di quanto voi avevate in mente, di quel progetto che avevate con tanto orgoglio e tanto fierezza sbandierato come una delle medaglie al petto di questo Governo. A seguito del pentolone scoperchiato dalle indagini di Firenze, a seguito della pressione dell'opinione pubblica e a seguito anche dell'opposizione ferma fatta dall'opposizione parlamentare in quest'Aula avete dovuto mettere in campo una ritirata nemmeno tanto decorosa.
Ecco allora che il cuore del provvedimento in esame, quello per il quale davvero vi eravate battuti - in testa il sottosegretario Bertolaso ed il Presidente del Consiglio - e cioè quella privatizzazione della Protezione civile con quell'altra norma odiosa che introduceva una sorta di scudo, una sorta di immunità addirittura per le strutture commissariali, l'avete dovuta completamente abbandonare.
Oggi in quest'aula si registra una grande vittoria dell'opposizione, una grande vittoria di quella parte del Paese che nella legalità crede ancora, che nelle regole crede ancora, che è convinta che non vi possano essere veri servitori dello Stato, se davanti a tutto questi servitori dello Stato non mettono la tutela degli interessi collettivi e non i favori e non gli amici e non i parenti, siano moglie, fratelli, sorelle o cognati.
Questo non è essere servitori dello Stato: questo è piegare gli interessi dello Stato agli interessi di pochi, ad interessi particolari, ad interessi che non sono mai né chiari né trasparenti. Oggi, come dicevo, da quest'aula escono soltanto brandelli, ma anche questi brandelli del vostro decreto-legge sulla Protezione civile per noi sono inaccettabili, perché in realtà la logica che sta dietro al provvedimento in esame è la stessa ed è tutta funzionale a quel vostro progetto.
Sia ben chiaro: da parte nostra non viene la benché minima critica alla Protezione civile intesa come quelle migliaia di persone che con straordinaria competenza, con coraggio, con passione e con abnegazione da anni sono davvero un fiore all'occhiello dell'Italia in tutte le grandi situazioni di emergenza. No, noi non ce l'abbiamo con quelle persone e con la loro straordinaria professionalità: ce l'abbiamo con quella cupola che si è installata al vertice dello Stato, al vertice della Protezione civile e che ha confuso il governo del fare con il governo degli affari ed ha stravolto progressivamente quella che doveva essere una legittima e comprensibile situazione di eccezionalità e di emergenzialità, legata alle calamità ed a quelle disgrazie che purtroppo in un Paese ogni tanto accadono.
Voi avete preso quella eccezionalità, quella eccezionalità in base alla quale in tutto il decennio degli anni Novanta, fino ai primi del 2000, in tutto nel nostro Paese lo stato di emergenza nazionale è stato dichiarato dieci volte in dieci anni. Da quando è arrivato lei, sottosegretario Bertolaso, da quando è arrivato il Governo Berlusconi, abbiamo assistito ad una mutazione genetica della Protezione civile: nei dieci anni successivi, e cioè dal 2001 ad oggi, lo stato di emergenza nazionale è stato dichiarato 587 volte e di queste 540 volte soltanto negli anni in cui avete governato voi. In tutti gli anni in cui ha governato il centrosinistra solo per 40 volte è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale. Probabilmente anche quelle erano troppe, ma non è nemmeno paragonabile a quello scempio dello stato di emergenza che voi avete fatto. Questo Governo, soltanto nei primi 40 giorni di quest'anno, ha già dichiarato 30 volte lo stato di emergenza nazionale. Dunque l'emergenza nazionale è diventata dall'eccezione la regola: non riguarda più soltanto le calamità.
Si è passati prima alle grandi opere, poi alle opere medie, poi alle opere piccole. Insomma, dovunque vi erano affari da fare, dovunque vi erano soldi pubblici su cui mettere le mani, voi avete dichiarato lo stato di emergenza nazionale, che non significa soltanto far le cose in fretta, caro sottosegretario Bertolaso, non significa questo. Questo nessuno lo mette in discussione e nessuno lo dovrebbe negare. Quello che voi avete fatto, grazie a questa sistematica adozione dello stato di emergenza, è stato bypassare tutte le leggi del nostro ordinamento giuridico.
Oggi su questi provvedimenti emergenziali non vi è più il controllo nemmeno di collegialità del Consiglio dei Ministri, non vi è il controllo politico del Parlamento (perché non passano per il Parlamento), non vi è il controllo preventivo contabile della Corte dei conti. Vengono bypassate 40 leggi nazionali ed europee, comprese tutte le norme sulla pubblicità degli appalti pubblici. Ecco allora che si arriva alla lista corta degli imprenditori, amici o amici degli amici, quando non parenti o sodali. Ecco allora che si arriva alla discrezionalità che diventa arbitrio, sottosegretario Bertolaso. Questo è quello di cui noi la riteniamo colpevole, colpevole politicamente e non per indagini che oggi sono soltanto ai primi passi e sulle quali ci guardiamo bene dall'emettere giudizi o valutazioni.
Noi la riteniamo colpevole, senza appello, di avere trasformato, in questi dieci anni, la Protezione civile in una straordinaria macchina di potere e di gestione del denaro pubblico: 10 miliardi di euro spesi in dieci anni, al di fuori di qualsivoglia controllo di legalità è qualcosa che, nemmeno nei più disgraziati Paesi del Terzo mondo, sarebbe possibile.
Questo è ciò che condanniamo, quello che lei, insieme al Presidente del Consiglio, ha fortemente voluto: un sistema criminogeno. Oggi, non dovete meravigliarvi se, all'oscuro, sotto il cono d'ombra di questo sistema che avete voluto, proliferano gli imbroglioni, gli sciacalli e coloro che ridono della notte del terremoto de L'Aquila. Questo, infatti, è il frutto necessario, scontato, prevedibile ed immaginabile di ciò che voi avete messo in piedi, e di cui portate tutta la responsabilità politica.
Per questo motivo, signor sottosegretario Bertolaso, abbiamo chiesto, e continueremo a chiedere, le sue dimissioni, perché lei è colpevole politicamente. Non siamo solo noi a dirlo, perché non si tratta di un problema di maggioranza ed opposizione. Vorrei ricordare le parole del presidente dell'Associazione nazionale costruttori edili, che di questo sistema sciagurato, che avete messo in piedi, ha detto: “crea una discrezionalità totale, che cancella un castello di leggi che regolano il mercato delle opere pubbliche, cancellando ogni principio di concorrenza e di mercato”.
Sottosegretario Bertolaso, l'ingegner Buzzetti parlava di lei, quando sosteneva che avete creato un sistema che cancella ogni principio di concorrenza e mercato.
Ma con voi se l'è presa anche Confindustria. Il vicepresidente di Confindustria ha affermato che avete messo in piedi “un sistema privo di ogni criterio di legalità e totalmente arbitrario, che toglie ai grandi investimenti pubblici che si realizzano in Italia ogni visione di sistema, con l'assunzione di decisioni incoerenti e prive di una visione complessiva di efficienza e di sviluppo del Paese”. Questo è ciò di cui vi accusiamo.
Di fronte a tutto questo, di fronte allo scempio delle istituzioni, noi chiediamo, soprattutto, una cosa: chiediamo chiarezza e trasparenza. Infatti, è evidente ed inevitabile che, quando si verificano straordinarie calamità naturali, è necessario azzerare la burocrazia e creare procedure rapide ed efficaci, che consentano allo Stato di intervenire con prontezza. Tuttavia, in una democrazia vera, degna di questo nome, quanto più si toglie da una parte, in termini di passaggi burocratici e di controlli democratici del Governo e del Parlamento, tanto più si deve dare dall'altra parte, con l'altra mano, in termini di trasparenza, dando a tutti gli italiani i mezzi e le condizioni per capire ciò che si sta facendo.
Signor sottosegretario, oggi, dobbiamo contestarle che, anche in Abruzzo, questa trasparenza non vi è stata, se è vero che le famose «casette» sono costate 2.800 euro al metro quadrato, al netto degli espropri, cioè quanto una casa di lusso in una media città italiana. Vogliamo sapere come spendete i soldi, gli italiani hanno diritto di saperlo.
Quando il Presidente del Consiglio Berlusconi ci viene a raccontare che metterà al centro della sua azione politica la lotta alla corruzione, noi gli diciamo: caro Presidente del Consiglio, quando parla di lotta alla corruzione, ha la stessa credibilità di una banconota da tre euro, perché, da quindici anni a questa parte, ha creato le condizioni legislative e politiche, affinché la corruzione in Italia la faccia sempre franca e i disonesti vincano sempre.
Sappiamo, in realtà, cosa voleva dire, e concludo. Il suo vero obiettivo è approvare quel provvedimento che, col pretesto di regolare le intercettazioni, in realtà, le impedisce! E non si parlerà più di corruzione, in Italia, perché nessuno scoprirà più le corruzioni! Volete creare lo Stato dove regna sovrana l'illegalità, ma noi non ve lo permetteremo!



DRUG-TEST? UN ALTRO BLUFF




BRACCONAGGIO? IDV DICE NO




SERVITORI DI SE STESSI NON DELLO STATO



FUORI I SIGNORI DELLE TRUFFE




PALADINI A DIFESA DELL'ILLEGALITA'



SE C'E' CORROTTO C'E' CORRUTTORE




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