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LIBERALIZZAZIONI: BRODINO CALDO CON CONTORNO DI BALLE E PANEGIRICI

E’ vero: le liberalizzazioni del governo Monti sono insufficienti, timide, migliorabili. E’ vero anche che l’esecutivo ha evitato di disturbare i soliti grandi potentati italiani, come banche, assicurazioni, concessionari di reti autostradali. E’ tutto vero. C’è un luogo comune da sfatare, portato avanti dalla retorica dominante secondo cui qualunque cosa faccia Monti è la rivoluzione liberale che fa impallidire la politica. E’ una bufale patetica, che però sembra essersi diffusa molto nell’opinione pubblica.

Ho letto su autorevoli quotidiani che la liberalizzazione delle licenze taxi avrebbe fatto risparmiare 100 euro al mese alle famiglie italiane. Come si fa a dire una sciocchezza del genere? E’ una follia, oltre ad essere palesemente falso.

Il governo dei tecnici, dei liberali, dei professori, è andato giù pesante su alcune piccole categorie, ha invece toccato con mano di velluto (se e quando le ha toccate in verità) le banche, le assicurazioni, il settore dell’energia e dei trasporti. Cioè le vere e potentissime lobby di questo paese. Resta il fatto che in un paese fortemente corporativo, non si può dire che fare qualcosa è come non aver fatto niente. Quest’assioma odioso è stato valido per troppi anni, decenni, esattamente quelli in cui l’Italia si è paralizzata dal punto di vista socio-economico. Tra il panegirico  e l’opposizione preconcetta c’è una vasta gamma di possibilità che si avvicinano di più alla verità dei fatti. Noi, come abbiamo sempre sostenuto, valutiamo sulla base dei fatti. Proveremo a cambiare questo decreto in parlamento perché così com’è è un brodino riscaldato. E serve molto di più per saziare la fame di modernizzazione di quest’Italia.   

LE MANI DI BOSSI SULLE BANCHE DEL NORD

Tag: banche , Bossi , Lega , Tremonti
Si dovrebbe andare avanti. Invece si va inesorabilmente indietro. In attesa di conoscere l'esito della crisi nella maggioranza, c'è una notizia di questa settimana che mi ha lasciato piuttosto perplesso, per usare un eufemismo. E’ proprio vero che il potere dà alla testa e modifica geneticamente i partiti. O forse, chissà, ne svela il vero volto. La Lega presenta il conto e, più famelica che mai, per bocca di Bossi, annuncia di volersi prendere le banche del nord dove il Carroccio impazza. Certo è che se fare le riforme significa "padanizzare" anche le banche, piazzando i propri uomini nelle fondazioni bancarie, non c’è di che ben sperare per il futuro di questo Paese.E’ desolante, se non deprimente, scoprire che chi inneggia a Roma ladrona un giorno sì e l’altro pure, chi mostrava cappi in Aula contro le ruberie e le logiche spartitorie dei partiti della prima Repubblica, oggi ne diventi l’anacronistico ma furbo replicante. Come la Dc e il Psi di allora, la Lega vuole mettere le mani sull’economia, piegandola il sistema agli interessi della lotta politica.Così davvero questo Paese rischia di non andare da nessuna parte, se non a sfracellarsi contro una recessione economica ancora più terrificante.Altro che federalismo, altro che sbrurocratizzazione, altro che svecchiamento del sistema bancario! Ecco cosa intendevano i maître à penser in camicia verde quando dicevano, in tempi non sospetti, che i banchieri e i grandi vecchi dei salotti buoni avevano i giorni contati. Il senso era più o questo: togliete le vostre che dobbiamo mettere le nostre di mani sul sistema di credito. Questa è la preoccupazione del governo e della maggioranza, Lega compresa, la dura e pura che faceva le pulci al potere politico ingordo e mangione: occupare poltrone, gestire il potere, soprattutto quello economico, cui tutto gira intorno.Noi abbiamo un’altra idea. Per noi, vale una sola regola: la politica deve tenere giù le mani dal sistema delle imprese e delle banche. Se la politica si occupa del sistema bancario non per fare l’interesse dei cittadini e dei risparmiatori, ma il proprio, siamo sulla strada sbagliata. Per noi, un governo serio che ha in mente riforme serie nell’interesse del Paese, pensa ad avviare una riforma del sistema bancario che sia più vicino alle esigenze dei cittadini, che aiuti famiglie e piccoli imprenditori nei confronti degli istituti di credito, non a conquistare sempre più potere.Se per loro fare le riforme significa condire istituzioni e banche con un’indigesta salsa verde c'e' poco da ben sperare. La salsa verde e' buona per l'arrosto, non per rilanciare l’economia italiana e farlo uscire dalla crisi.