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RIDURRE I RIMBORSI O IDV NON CI STA

Pubblico la mia intervista su l’Unità di oggi.

Dopo Pd, Udc e Pdl, anche l’Idv apre sulla revisione delle regole dei rimborsi elettorali. Ma non per questo rinuncia a portare avanti il referendum per abolire il finanziamento pubblico ai partiti.Scrive su twitter il leader Antonio Di Pietro: “serve buona legge. Intanto Idv pronta a raccogliere firme”.

“Siamo pronti a partecipare ai lavori, ma alla fine il provvedimento lo voteremo solo se contiene alcune misure di peso”.

Quali sono le vostre priorità?

Anzitutto che si preveda un sistema di controlli che sia affidato a un’autorità terza e indipendente, come la Corte dei Conti che svolge già egregiamente questo compito per le campagne elettorali.

E su questo non pare che ci siano grandi dissidi. Poi?

E’ necessario affrontare la riduzione dei rimborsi. La proposta di legge dell’Idv parla di un taglio del 50 per cento, ma a questo punto mi sembra anche poco. Per questo, vediamo con interesse la proposta di introdurre il 5 o il 4 per mille come eventuale contributo volontario nelle dichiarazioni dei redditi; una misura che sarebbe accompagnata con la fissazione dei limiti di spesa in campagna elettorale – così da superare l’obiezione che, senza soldi dello Stato, la politica la farebbero solo i ricchi.

Si trova d’accordo con Alfano?

Non vedo lo scandalo, e la proposta è tutt’altro che nuova – la feci anch’io nel 2005. Serve un chiaro segno di rigore, e noi crediamo sia necessario arrivare al superamento del finanziamento pubblico, prevedendo al più una quota minima di contributo per garantire la vita dei partiti.

Ecco, su questo non pare che Pd, Udc e Pdl la vedano nello stesso modo.

E’ vero. L’accordo non c’è anche su un altro punto per noi dirimente: prevedere uno statuto dei partiti, per attuare l’art.49 e legare i finanziamenti alla trasparenza e democrazia delle associazioni politiche.

Ma quanto sono dirimenti queste condizioni per l’Idv?

Queste sono le nostre proposte. Dopodiché non è che facciamo come i bambini: siamo disponibili a valutare tutto. Altro conto è però se, alla fine, nella legge dovessero rimanere il controllo della Corte dei conti e poco altro: in questo caso voteremmo no.

E vi buttereste sul referendum. Ma non c’è contraddizione tra il voler riformare la legge in Parlamento e il volerla abolire per volontà popolare?

No, perché la prima finestra utile per celebrare il referendum si aprirà nel 2014, e abbiamo calcolato che l’unico momento buono per raccogliere le firme è tra ottobre e dicembre. E se la volontà c’è, a settembre la legge sarà già arrivata in fondo al percorso. Noi diamo tempo alla politica – quindi anche a noi stessi – di far vedere di cosa è capace. Poi se il Parlamento avrà provveduto in maniera insufficiente, faremo partire la raccolta firme.

LA POLITICA E’ NUDA

La politica è nuda. Pensavamo che nulla potesse eguagliare lo squallore dei bunga bunga, e invece l’implosione della Lega sta scoperchiando un vaso di Pandora che indigna giustamente i cittadini.

Finisce tra improbabili personaggi, buttafuori diventati tesorieri e sottosegretari, cartomanti elevate a cariche istituzionali, pesci d’acqua dolce che nuotano in un mare di soldi (pubblici), l’epopea di un partito ‘antisistemico’.

Un movimento nato in concomitanza con Tangentopoli che arrivò ad esibire il cappio in Parlamento per denunciare le malefatte della politica è degenerato sino a diventare un clan affaristico mangia-soldi (sempre pubblici).

Una brutta fine, indegna, che mette tristezza anche a chi leghista non è mai stato. Perché è il segno della degenerazione della politica italiana, ormai arrivata ad un punto di non ritorno.

Una nuova legge sulla trasparenza è indispensabile. Ed anche in tempi brevi, altrimenti sarà referendum. In ogni caso non ci si può limitare a questo. La politica negli ultimi anni si è trasformata in una sorta di ‘refugium peccatorum’, una zona franca che ha garantito protezione e benefit a persone non certo cristalline.

Da anni combattiamo per l’approvazione di una legge sul ‘Parlamento Pulito’, ma sembra che l’argomento non sia una priorità per questa classe dirigente. Facile capire perché. Purtroppo. In ogni caso noi continueremo a lavorare per la trasparenza e la legalità, come abbiamo sempre fatto.

LA SECONDA REPUBBLICA E’ FINITA. A SUA INSAPUTA

#asuainsaputa è l’hashtag del giorno. E purtroppo è anche il leitmotiv della politica italiana da un paio d’anni a questa parte. Il primo a lanciare lo slogan fu Scajola, allora ministro, per una casa zona Colosseo a Roma, comprata a prezzo bassissimo e ristrutturata praticamente gratis da alcuni generosi imprenditori. A sua insaputa naturalmente.

Diventò un tormentone, riempì il repertorio dei comici per mesi. Ora è tornato in voga grazie alla famiglia Bossi. Tra Scajola e Bossi tanti altri, a loro insaputa naturalmente, hanno approfittato di certi vantaggi.

La batosta giudiziaria sulla Lega è un duro colpo. Non per la politica, che può fare tranquillamente a meno di certa gente, non per le istituzioni, per lo stesso motivo, ma per i milioni di cittadini che hanno dato fiducia al Carroccio in questi anni.

La Lega nacque come risposta federalista all'mplosione del sistema politico dopo Tangentopoli. Milioni di cittadini sono stati presi in giro dal Senatur e dai suoi sodali, che si sono progressivamente distaccati dai loro ideali per diventare politici di razza, affabulatori ed attaccati alla poltrona (meglio se a Roma) come tutti gli altri. Forse peggio.

Siamo sempre stati critici nei confronti della Lega, dei suoi eccessi razzisti e xenofobi, delle sue truci e volgari crociate contro il Tricolore, del suo modo di governare in cui le promesse elettorali diventavano carta straccia per uno strapuntino di potere. Ci sentiamo vicini, però, alla gente che in buona fede ha votato per loro, perché hanno davvero rappresentato una novità nel panorama politico e perché molti temi, dal federalismo alla legalità, erano assolutamente condivisibili. La nascita della Lega, antecedente a Forza Italia, segnò la fine della prima repubblica, il suo declino accompagnerà la scomparsa della seconda repubblica. A sua insaputa.

NEL CONTINENTE NERO…

Notizia di oggi. Il tesoriere della Lega Belsito è indagato per riciclaggio, appropriazione indebita e truffa allo Stato. Al centro dell’indagine della Guardia di Finanza, i fondi esteri del partito. Salvini ha detto: “La Lega non ha niente da nascondere, in Lega chi sbaglia paga". Maroni ha dichiarato: “Si poteva fare qualcosa prima, ma purtroppo questa richiesta non e' stata ascoltata  da chi doveva decidere. Noi abbiamo anche chiesto in Consiglio federale che ci portassero i conti e che si facesse  chiarezza, che Belsito facesse un passo indietro e venisse nominato un nuovo amministratore. Purtroppo questa richiesta non e' stata ascoltata e si e' arrivati alla situazione di oggi''. Ha poi aggiunto: “L'inchiesta mi sembra particolarmente importante per cui chiedo che la risposta da dare sia un passo indietro volontariamente da parte dell'amministratore e la nomina di un nuovo tesoriere in cui abbiamo fiducia, che possa fare chiarezza sui conti e dirci davvero, finalmente, che cosa e' successo prendendo in mano la situazione". Sono parole dure, per certi aspetti inequivocabili, quelle pronunciate dall’ex ministro dell’Interno. Vedremo gli sviluppi dell’inchiesta sugli eventuali addebiti, confidando nel lavoro della magistratura. Per ora, sospendiamo ogni giudizio, come è d’obbligo in questi casi. Chi è chiamato in causa si discolpi e vada a chiarire la sua posizione.

Ma non possiamo non dire che gli scandali delle ultime settimane, dalla vicenda Lusi a quella odierna di Belsito, impongono alla politica di intervenire. I nostri appelli ai presidenti di Camera e Senato per calendarizzare in Aula la proposta Idv per rendere trasparente il meccanismo del finanziamento pubblico ai partiti ed evitare illeciti sono rimasti inascoltati.

Per questo, abbiamo deciso di presentare il referendum per l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. Oggi, più che mai, è inaccettabile che i partiti gestiscano, così come hanno fatto in questi ultimi 10 anni, due miliardi di euro, senza un effettivo controllo da parte di alcuno. E' assurdo che non esista un organo in grado di verificare e controllare davvero l'operato dei partiti soprattutto per quanto riguarda i finanziamenti. Se la politica tace, allora parlino i cittadini.

L'OMBRA DI BERLUSCONI SUL GOVERNO

A vent’anni da Tangentopoli (a proposito, Italia dei Valori vi dà appuntamento a Milano il 17 febbraio presso il teatro Elfo Puccini per ricordare l’inizio di quella stagione che portò una ventata di legalità) poco sembra essere cambiato in Italia. Anzi, la situazione sembra quasi peggiorata.

Torno a parlare della responsabilità civile dei magistrati perché è stato un colpo basso all’Italia e purtroppo contiene un dato politico preoccupante:  la longa manus di Berlusconi continua a tenere sotto scacco il Parlamento ed a ricattare il governo. Il voto (segreto…) della Camera sulla responsabilità civile dei magistrati ha svelato l’esistenza che l’asse Pdl-Lega c’è ancora e ancora una volta il Carroccio ha svolto il suo ruolo di vassallaggio nei confronti di Silvio Berlusconi.

Dopo aver votato per anni porcate su porcate, leggi ad personam e norme punitive contro i giudici, la Lega ha voluto, evidentemente, mantenere una propria coerenza politica. Mica si può votare per vent’anni con Berlusconi e poi cambiare posizione all’improvviso solo perché non si è più insieme al governo… E’ stato commesso un colpo di mano politico e parlamentare semplicemente vergognoso.

E’ stato fatto sulla pelle della magistratura, fondamentale potere dello Stato, ma soprattutto contro i cittadini, che avranno sempre meno giustizia se questa norma dissennata dovesse diventare legge. Per fortuna è intervenuto immediatamente il ministro della Giustizia Severino, che ha detto chiaramente che la responsabilità civile dei magistrati andrà eliminata.

Non ci sono più Alfano e Nitto Palma in via Arenula, altrimenti chissà quali dichiarazioni di plauso avrebbero fatto. In verità le hanno fatte, ma almeno non da Guardasigilli. I deputati ‘incappucciati’ (copyright Federico Palomba) hanno colpito la magistratura con un micidiale tempismo, proprio mentre questa indaga sulla criminalità organizzata e sui reati commessi dalla politica.

Sembrerebbe quasi un avvertimento in stile criminale, oppure il penoso tentativo di rendere più difficile la lotta alla corruzione. L’esatto contrario di cui ha bisogno oggi l’Italia. In ogni caso è un voto che fa chiarezza, è uno spartiacque chiaro e netto tra chi si batte per la legalità e chi ostacola la giustizia. L’ombra di Berlusconi è calata ancora una volta sulla giustizia italiana, ma i tempi cambiano e tra un po’ il giudizio lo daranno i cittadini.

LA LEGA SALVA COSENTINO E PROTEGGE GOMORRA

La Lega torna alle origini? Caduto l’asse con Berlusconi è tornata la Lega di lotta, quella antisistema che si è affermata nel periodo di tangentopoli, quella che si batteva (a parole) contro la corruzione e il malaffare politico? Macché, non scherziamo. E’ sempre la solita ‘Lega Poltrona’. Ieri è stata determinante in giunta per le autorizzazioni nel rimandare il voto sulla richiesta d’arresto per Nicola Cosentino, accusato dalla procura di Napoli di essere il referente politico della camorra. La Lega ha salvato Cosentino e ha protetto Gomorra. Ieri, nella giunta per le Autorizzazioni, si è consumata una vergognosa e indecente pantomima che ha umiliato il Parlamento. Cosentino, d’accordo con Pdl, Lega e connessi ‘arbusti, ha presentato documenti inutili perché riferiti al precedente procedimento e irrilevanti perché non aggiungono elementi nuovi e tardivi. Depositati al solo scopo di prendere in giro la giunta. A quel punto il nostro rappresentante in giunta, Federico Palomba, ha perso le staffe, ha abbandonato il suo solito aplomb ed ha inveito contro questa mascalzonata politica. Era furibondo. Ancora una volta ci troviamo a dover denunciare l’ennesimo grave atto di discredito gettato sul parlamento, frutto di una fraudolenta commistione tra Lega, Pdl e ‘arbusti’ di quell’area. Il fatto grave è che si è manifestata la chiara la volontà politica di salvare un imputato accusato di gravissimi reati. Altro che legalità, altro che giustizia e lotta alle mafie, qui si è consumato l’ennesimo strappo istituzionale, l’ennesimo atto di arroganza di un potere marcio e malato che ormai è al crepuscolo, ma non se rende ancora conto. Siamo indignati e sconcertati dal comportamento di Lega e Pdl, che hanno siglato un patto scellerato per impedire la decisione e mettere le solite zeppe al corso della giustizia. Un fatto gravissimo, trattandosi di Camorra. Si dovrebbero vergognare, soprattutto i rappresentanti del Carroccio, che sono intransigenti solo a parole. Sarebbe interessante capire se lo hanno fatto per ricucire l’alleanza col Pdl,  se per interessi politici, se perché spaccati al proprio interno. In ogni caso lo hanno fatto e se ne devono assumere la responsabilità politica e morale.

CITTADINANZA AI NUOVI ITALIANI SUBITO

Ieri la Camera ha votato la fiducia al presidente del Consiglio Mario Monti. L’ho detto ieri, durante il mio intervento, e lo ribadisco oggi: noi non saremo spettatori ma protagonisti con le nostre proposte e le nostre idee di riforme di cui il Paese ha veramente bisogno. Intanto, aspettiamo il governo alla prova dei fatti e, soprattutto, delle proposte. Tra le tante cose che, forse, esulano dalle priorità diciamo di natura economica che premono ma che sono, a mio avviso altrettanto attuali e prioritarie, c’è la questione immigrazione e cittadinanza che è emersa ieri durante il dibattito parlamentare. A questa questione, voglio oggi dedicare la mia riflessione, una sorta di tregua riflessiva. E’ un’anomalia tutta italiana che vi siano centinaia di migliaia di figli di immigrati che pagano le tasse, vanno a scuola, parlano italiano ma non sanno chi sono, perché non sono né immigrati né italiani. Questa situazione è l’immagine riflessa e distorta della politica miope, egoista e razzista della Lega. Proprio qualche giorno fa, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, davanti ad un emozionato Balotelli , ha posto all’attenzione di tutte le forze politiche una questione che l'Idv sostiene da tempo: il diritto di cittadinanza ai nuovi italiani. Dare la cittadinanza italiana ai minori e a chi è nato in Italia è una vera priorità sociale, oltre che una norma di buonsenso e civiltà. E' inconcepibile che queste persone, che vivono da sempre in Italia e che spesso parlano solo l'italiano siano emarginate, con tutte le gravi conseguenze che ciò comporta. Ebbene, io penso che, entro questa legislatura, con la Lega che è all'opposizione e non ha più la golden share sul governo, si può approvare una buona legge, condivisa da un'ampia maggioranza. Se riusciremo a farlo sarà una norma di straordinaria civiltà e buon senso.

PADANIA? PAPEROPOLI E TERRA DI MEZZO

A consultazioni in corso, nel mezzo della più pesante crisi economica che abbia mai investito l’Italia e l’Europa, la Lega annuncia la riapertura del parlamento padano. Come se Monti facesse le consultazioni a Gotham City.

Il Carroccio, dopo essere stato al governo con Berlusconi ed aver contribuito a sfasciare l’economia e le istituzioni italiane, avvia la campagna elettorale con una pagliacciata provocatoria. Ecco perché l’Italia rischia di affondare.

Perché un partito che ha governato sino a ieri, appena lasciate le poltrone ministeriali, torna alla più pericolosa demagogia. Ma Bossi e i suoi hanno sbagliato momento. Non è tempo di buffonate e per questo non perderemo troppo tempo a commentare le sciocchezze dei leghisti. Li invitiamo, però, a non incendiare gli animi in un momento così delicato per tutta l’Italia. Si chiudano pure nei loro covi a fantasticare sulla Padania, su Paperopoli o la Terra di Mezzo, ma non esagerino, perché gli italiani sono stanchi di essere presi in giro da una banda di cialtroni. Fra l’altro se la Padania esistesse davvero e fosse governata da Bossi e compagnia, andrebbe in default in pochi giorni.

IL CAVALIERE DIMEZZATO E LA MANOVRA INESISTENTE

Il Cavaliere dimezzato vara la manovra inesistente. Sembra un titolo di Calvino, è invece la fredda cronaca di quanto avviene a Palazzo Chigi. Dopo giorni di consultazioni e di riunioni questo governo sgangherato ha approvato un maxiemendamento pieno di nulla. Non ci sono misure in grado di incidere positivamente sul bilancio dello Stato e di rilanciare l’economia. Berlusconi e Tremonti (ormai ai ferri corti da mesi) si presenteranno al G20 con una cartellina piena di fumo. Della già fumosa lettera all’Europa, più simile alla letterina di un bambino a Babbo Natale che a un documento economico, resta poco, solo tre punti marginali. Ancora una volta questo governo sceglie di non scegliere e di lasciar andare allegramente il Paese alla deriva, mercé della grande speculazione finanziaria internazionale. Un governo inetto sostenuto da una maggioranza lacerata, incapace di affrontare l’emergenza. La barca Italia è nella tempesta, ma il comandante e gli alti ufficiali son chiusi nella cabina di pilotaggio un po’ a brindare un po’ a litigare. Troppo abusata l’immagine del Titanic per essere originale, ma comunque efficace. Qui bisogna agire subito, perché l’iceberg si profila all’orizzonte. Serve una manovra immediata per evitare l’impatto, o sarà naufragio. E non può essere Berlusconi a farla, non ne è capace. La lenta agonia di questo esecutivo rasenta lo strazio e non può durare perché rischia di trasformarsi nell’agonia dell’Italia. E Berlusconi non è l’Italia. Il cambiamento in tempi brevissimi è necessario e inevitabile. Nel giro di pochi giorni l’Italia dovrà essere in grado di trovare l’ alternativa di governo. Intanto si profila un appuntamento importante: martedì 8 novembre può essere lo snodo della legislatura. Si vota alla Camera il rendiconto generale dello Stato, quello su cui il governo è già andato sotto e che mise a rischio la permanenza di Berlusconi a Palazzo Chigi. E’ un voto importante, quasi una fiducia. Lì Berlusconi dimostrerà se può contare su una maggioranza solida come dice (ma che non c’è), se può contare su una maggioranza anche di un voto o se non ha proprio i numeri. In quest’ultimo caso le conseguenze politiche sarebbero evidenti. Ma già circola la voce che il coordinatore del Pdl Denis Verdini stia tentando di avvicinare e ‘acquistare’ deputati. O di recuperare i ‘dissidenti’ del centrodestra. Un film già visto, e molto brutto. Repubblica scrive che all’ufficio di presidenza del Pdl di ieri, Verdini ha detto ‘ce ne freghiamo di quelli, abbiamo già dieci pronti a venire con noi’. Quelli di cui se ne frega Verdini sono i 6 deputati pidiellini che hanno firmato la lettera contro il premier chiedendo un nuovo governo. I dieci? Mistero. Abbiamo già presentato esposti sulla compravendita di deputati e anche stavolta lanciamo un allarme. Questi signori hanno già insultato le istituzioni trasformando Montecitorio in un mercato delle vacche e hanno trasformato la politica in mercimonio. Terremo la guardia alta, vigileremo, ma abbiamo anche la sensazione che stavolta non riusciranno a comprare i voti. Anzi, sarà dura arrestare la fuga dal Pdl e da questa maggioranza ormai alla fine della sua esperienza di governo. Le suadenti offerte di Verdini, che hanno tenuto in piedi Berlusconi sin dal 14 dicembre scorso, non basteranno. Siamo alla fine della fiera.

LORO NON SONO CAMPIONI DI STILE...

 

Surreale quello che sta accadendo alla Camera dei Deputati. Mentre il  Paese è in piena crisi e deve affrontare uno dei suoi passaggi storici ed economici più difficili, mentre il rischio recessione è alle porte e il governo è latitante, la Lega e il Pdl hanno impegnato e bloccato i lavori del Parlamento e delle istituzioni per una trasmissione televisiva!!! Sì, esatto, perché Reguzzoni, questa mattina, ha chiesto le dimissioni del presidente della Camera per le dichiarazioni che ha fatto ieri sera a Ballarò a proposito della baby pensionata moglie del ministro Bossi. E Cicchitto ha addirittura chiesto l’intervento del presidente della Repubblica Napolitano per cacciarlo. L’ho detto forte e chiaro in Aula: trasformare una giornata come quella di oggi in un incidente politico è un tentativo patetico di buttare la palla fuori dal campo di gioco. Hanno cercato in maniera puerile un dibattito politico sul nulla senza un minimo di dignità e senso di responsabilità.

Quanto alle contestazioni mosse a Fini, io credo che il comportamento di un presidente della Camera si misura dal come conduce i lavori dell’Aula. Ebbene, durante i tre anni trascorsi non c’è stata un’occasione nella quale il presidente Fini non sia stato presidente di tutti, non abbia tutelato gli interessi di tutte i gruppi parlamentari. Di cosa stiamo parlando? Di questioni di stile? Io accetterei pure una sfida sullo stile con il quale si rappresentano le istituzioni, su questioni di stile, se vivessimo in un paese in cui un ministro per le riforme, Umberto Bossi, non si esprimesse con dita medie alzate e pernacchie un giorno si e l’altro pure, e se non avessimo un presidente del Consiglio che organizza incontri sessuali a base di prostitute minorenni. Non hanno dignità, non hanno un minimo di decenza. L’unico senso di responsabilità che potrebbero mostrare è il giorno in cui si toglieranno di mezzo perché il vero problema del Paese è questo governo!