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GRILLO RICONOSCA D'AVER SBAGLIATO

 

Liberalizzazione delle nascite. Ieri Beppe Grillo, sul suo blog, ha dato sfogo al suo pensiero riguardo al diritto di cittadinanza a chi nasce in Italia da genitori stranieri. L’ha definita una proposta senza senso, che ha il solo obiettivo di distrarre gli italiani dai problemi reali, per trasformarli in tifosi.

Io non la penso come lui. Questa proposta un senso ce l’ha, eccome. Ritengo, infatti, che questo sia non solo una tema di civiltà ma che sia una questione da affrontare con urgenza, soprattutto per le centinaia di migliaia di ragazzi nati in Italia da genitori stranieri, cresciuti come qualsiasi altro italiano, educati ed istruiti nelle scuole italiane, ragazzi italiani a tutti gli effetti, che rischiano di essere stranieri tanto in Italia quanto nella patria di origine dei loro genitori, che non è mai stata la loro.

Diciamo subito chiara una cosa. Noi non siamo tra quelli che trovare un pretesto per attaccare Grillo perché il suo movimento Cinque stelle è dato nei sondaggi in crescita. La questione in ballo è troppo importante per ridurla ad una banderuola ideologica da buttare nella mischia per attaccare un avversario politico. Il problema è un altro. Le critiche più forti alle affermazioni di Beppe Grillo sono arrivate non solo dai sostenitori del movimento, i cosiddetti grillini, ma  da esponenti del Movimento 5 stelle eletti nei consigli provinciali, comunali e regionali. A Torino, ad esempio, il Movimento ha detto sì, dopo ampia consultazione in rete, alla proposta perché così voleva la stragrande maggioranza dei simpatizzanti ed elettori. La pensano diversamente da Grillo anche molti responsabili locali. In consiglio regionale in Emilia Romagna il Movimento 5 stelle ha dato parere favorevole.

E’ questo il punto secondo me. Beppe Grillo è alla sua prima vera prova da leader. Se accetta la sfida, dovrebbe scrivere sul suo blog che ha sbagliato e scriverlo chiaro e forte.

 

PDL PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO

Il Pdl è come un lupo spelacchiato, perde il pelo ma non il vizio. Passano gli anni, cambiano i governi, le alleanze, i premier (per fortuna) ma la linea politica del partito di Berlusconi resta sempre la stessa: proteggere le posizioni corporative.

E così la maggioranza, sul decreto Milleproroghe, prende una sbandata. Il Pdl chiede che dall’Aula di Montecitorio, dove era in discussione e in votazione, torni nelle commissioni. E’ una strana maggioranza questa, in cui il Pdl attacca il governo che pure sostiene, per difendere posizioni corporative.

Noi abbiamo sempre sostenuto che il governo si sarebbe trovato in difficoltà a causa della composizione eterogenea della sua maggioranza parlamentare. A fare il premier non c’è più Berlusconi (ed è un bene, ripeto), ma i parlamentari sono sempre gli stessi. Son quelli che per anni hanno votato senza pensarci due volte le leggi vergogna di Berlusconi. Son gli stessi che hanno rifiutato ogni confronto con l’opposizione, quelli che hanno assistito al declino dell’Italia senza muovere un dito, facendo trovare il Paese ad un passo dal baratro del default. Mentre l’Italia è nella morsa di ‘bisonte selvaggio’.

Lo sciopero dei tir sta paralizzando il Paese e provocando ogni giorno milioni e milioni di euro di danni ad un’economia in crisi. Avranno senz’altro qualche buona ragione, ma non si può permettere a nessuno di bloccare l’Italia. Per questo chiederemo al governo di intervenire e di prendere immediatamente le misure necessarie per tornare alla normalità.

LIBERALIZZAZIONI: BRODINO CALDO CON CONTORNO DI BALLE E PANEGIRICI

E’ vero: le liberalizzazioni del governo Monti sono insufficienti, timide, migliorabili. E’ vero anche che l’esecutivo ha evitato di disturbare i soliti grandi potentati italiani, come banche, assicurazioni, concessionari di reti autostradali. E’ tutto vero. C’è un luogo comune da sfatare, portato avanti dalla retorica dominante secondo cui qualunque cosa faccia Monti è la rivoluzione liberale che fa impallidire la politica. E’ una bufale patetica, che però sembra essersi diffusa molto nell’opinione pubblica.

Ho letto su autorevoli quotidiani che la liberalizzazione delle licenze taxi avrebbe fatto risparmiare 100 euro al mese alle famiglie italiane. Come si fa a dire una sciocchezza del genere? E’ una follia, oltre ad essere palesemente falso.

Il governo dei tecnici, dei liberali, dei professori, è andato giù pesante su alcune piccole categorie, ha invece toccato con mano di velluto (se e quando le ha toccate in verità) le banche, le assicurazioni, il settore dell’energia e dei trasporti. Cioè le vere e potentissime lobby di questo paese. Resta il fatto che in un paese fortemente corporativo, non si può dire che fare qualcosa è come non aver fatto niente. Quest’assioma odioso è stato valido per troppi anni, decenni, esattamente quelli in cui l’Italia si è paralizzata dal punto di vista socio-economico. Tra il panegirico  e l’opposizione preconcetta c’è una vasta gamma di possibilità che si avvicinano di più alla verità dei fatti. Noi, come abbiamo sempre sostenuto, valutiamo sulla base dei fatti. Proveremo a cambiare questo decreto in parlamento perché così com’è è un brodino riscaldato. E serve molto di più per saziare la fame di modernizzazione di quest’Italia.   

Il Parlamento non fa un processo

75 EMENDAMENTI, BOCCATA D'OSSIGENO

75 emendamenti, con l’obiettivo di ripristinare criteri di equità, equilibrio e crescita nella manovra iniqua, deprimente e depressiva del governo che bocciamo senza se e senza ma”. Ecco le nostre proposte concrete contro la manovra approvata al Senato. “Per cominciare: no all’aumento dell’Iva, che avrà un effetto depressivo sull’economia e che colpirà i ceti meno abbienti; sì alla cancellazione dell’articolo 8, che compie un atto di violenza inaudita nei confronti dei diritti dei lavoratori; no all’aumento dell’età pensionabile delle donne, sulle quali il governo vuole fare cassa, senza riconoscimenti di sorta per le madri-lavoratrici”. Per ognuno di questi no Italia dei Valori propone un sì, alternativo, serio ed efficace, con il quale reperire le risorse necessarie ad evitare le scelte sbagliate di questa manovra, che si accanisce sulle famiglie, sui giovani e sui ceti meno abbienti”.“27 misure per dare una sforbiciata ai costi della politica; 14 misure per ridurre le spese eccessive della pubblica amministrazione; 13 misure per una seria lotta all’evasione fiscale; 11 misure per un serio piano di liberalizzazioni, 10 misure straordinarie per la riduzione dello stock del debito.Costi della politica. Italia dei Valori propone l’eliminazione dei vitalizi dei parlamentari e dei consiglieri regionali; riduzione dell’indennità dei parlamentari e dei ministri; eliminazione dei rimborsi elettorali ai partiti; abolizione delle province; eliminazione auto e aerei blu; soppressione delle comunità montane, consorzi di bonifica e autorità d’ambito territoriale ottimale; soppressione degli enti inutili; blocco delle consulenze e incarichi; amministratore unico per le società e gli enti partecipati dagli enti territoriali; riduzione dei costi degli apparati amministrativi, etc..Riduzione spese eccessive della pubblica amministrazione. Idv propone l’abolizione dell’autonomia di budget di palazzo Chigi; riduzione delle spese militari e per le missioni; più efficaci controlli in materia di invalidità; unificazione degli enti previdenziali; gestione consorziata di tutti i servizi tra i comuni con meno di 20mila abitanti e altro ancora.Misure fiscali. Idv propone il ripristino di norme per il contrasto all’evasione, volte a colpire davvero i grandi evasori per reinvestire in detrazioni fiscali a favore delle famiglie ed incrementare gli assegni familiari. Infine, Idv propone un serio piano di liberalizzazioni e misure straordinarie per ridurre lo stock del debito.“Con i nostri emendamenti intendiamo correggere una manovra profondamente devastante per la nostra economia e per le famiglie italiane. Tagliare i costi della politica per reinvestire a favore delle famiglie, ridurre le spese eccessive per ridare spazio e speranza ai giovani, perseguire l’evasione fiscale per ridare ossigeno alla nostra economia, liberalizzare per favorire crescita e sviluppo: questi gli obiettivi dei nostri emendamenti”.