Dal Porcellum al Bordellum

Raggiunto un accordo sulla legge elettorale, cosa ne pensa?
Tutto il male possibile. Non è una legge elettorale, è una truffa elettorale e andrà a finire che dopo il Porcellum avremo il Bordellum. Una legge che ha un unico scopo: le mani libere per i partiti. Finisce il bipolarismo, ogni partito si presenterà con il proprio simbolo e toglieremo ai cittadini italiani anche quello che avevano da prima e cioè la possibilità di sapere, prima del voto e non di scoprirlo il giorno dopo, quale sarà programma, coalizione e candidato premier. E non si venga a raccontare che, almeno, con questa legge agli italiani verrà restituito il potere di scegliere i loro candidati, perché non è nemmeno questo. Metà verrano scelti in liste bloccate, tali e quali a prima, e l'altra metà in qualcosa che si avvicina molto alla legge elettorale delle province e io credo che nessuno italiano si ricordi nemmeno il nome del consigliere provinciale scritto in piccolo nella scheda a fianco del simbolo del partito che ha votato.

Addirittura Bordellum, secondo lei cosa c'è dietro questo accordo?
C'è un patto scellerato dove tutto è stato preso in considerazione tranne l'interesse del Paese. Il patto scellerato nasce da uno scambio: l'Udc voleva a tutti i costi la fine del bipolarismo per poter attuare al meglio la politica dei due forni e quindi scegliere, dopo le elezioni, con quale dei due partiti principali allearsi. I due partiti principali hanno concesso questa cosa all'Udc ottenendo, in cambio, di essere sovrarappresentati. In pratica siccome questi due partiti, Pd e Pdl, alle elezioni del 2008 insieme hanno preso il 72%, mentre oggi a malapena arrivano al 48%, si sono fatti dare in cambio una legge che, con il 48% dei voti, gli darà circa il 70% dei parlamentari come quattro anni fa. Quindi due partiti che hanno sempre meno consenso, e sono entrambi sul punto di esplodere, hanno scambiato il bipolarismo per un mucchio di parlamentari in più per accontentare quel terzo dei loro parlamentari che altrimenti sarebbero restati a casa.

Che cosa farà l'Idv?
Come è ovvio faremo una durissima battaglia parlamentare per impedire che il Bordellum diventi realtà ma ancora di più faremo una grande azione di informazione perché come oggi c'è in Italia il governo Abc, c'è anche l'informazione Abc, che non è regime, è semplicemente lottizzazione partitocratica della Rai e dei grandi mezzi di informazione e noi cercheremo di spiegare a tutti gli italiani che con questo disegno di legge non si dà più democrazia ma se ne avrà ancora di meno, torneremo alla Prima Repubblica. Non solo, il partito che si metterà in mezzo, pronto ad allearsi tanto a destra, tanto a sinistra, di fatto avrà la golden share della democrazia italiana, potrà governare ininterrottamente per i prossimi decenni scegliendo di volta in volta con quale dei due partiti principali allearsi.

Commenti

La politica, quella con la ‘p’ minuscola, non è ancora pronta per andare alle urne. Troppi nodi al pettine. La "matassa-italia" è ancora troppo ingarbugliata per tessere nuove allenaze e le acque ancora troppo agitate per riprendere la navigazione nel mare dei soliti privilegi e delle furfanterie di sempre. Meglio aspettare, restare dietro al governo tecnico, prendere ancora del tempo per cercare di rifarsi il trucco e ripresentarsi con una nuova ‘faccia tosta’ a chiedere il voto agli italiani! I Professori questo lo sanno, fanno la voce grossa e minacciano che se non si fa come dicono loro, sono pronti a lasciare oggi stesso: "Il nostro obbiettivo - stigmatizza SuperMario - è molto più ambizioso che quello della semplice durata. Se il Paese, attraverso le sue forze sociali e politiche non si sente pronto per quello che secondo noi è un buon lavoro, non chiederemo certo di continuare per arrivare a una certa data". Il governo non è qui per "tirare a campare", ma per fare delle buone riforme - dicono ‘loro’ - e se ciò non fosse possibile non cercherebbe di "durare" fino al 2013. Il tono di Mario Monti è pacato, come sempre. Tra l'altro, quello di non tirare a campare, è un concetto che il presidente del Consiglio ripete spesso: se la linea seguita dal governo non trova il consenso del Paese - il paese inteso come sindacati e partiti, perché la genteperbene non ha dubbi in merito e li manderebbe tutti a zappare la terra: tecnici, professori e politicanti - Mario Monti lascerebbe palazzo Chigi senza battere ciglio. L'avvertimento del premier è durissimo, non lascia adito ad interpretazioni di sorta, e provoca le reazioni dell'A-B-C della politica: Alfano si schiera al fianco del Professore, Bersani che invita a non drammatizzare la parole del premier, Casini che chiude immediatamente la porta a ogni possibile scenario, sottolinea che quello di Monti è l'ultimo governo della legislatura. Contenti ‘loro’, abbastanza adirati noi altri!

questa ennesima schifezza ipotizzata dalla combriccola di inciucisti è vergognosa!

Ormai il PDL è in crisi, come il PD. Quindi entrambi hanno interesse a modificare la legge elettorale, garantendosi vicendevolmente l'eternità....

L'UDC ambisce a fare da "ago della bilancia", quindi è ben felice di prestarsi a quest'abominio.

Si stanno assicurando futuri governi in perfetto stile democristiano, emarginando tutti gli altri partiti!

(Ricordiamo, però che l'IDV sta crescendo!!!!)

 

Oggi La Repubbilca che pure solitamente risponde al coro del "Monti-fan-club"  si esprime così:

Una legge che lascia
le mani libere ai partiti

L'accordo raggiunto dai tre partiti della maggioranza anomala sulla nuova legge elettorale fotografa con precisione la debolezza di Pd, Pdl e Terzo Polo. I primi due non sanno chi vincerà le elezioni, il terzo mantiene il ruolo di peso leggero che però può determinare in quale direzione andrà la prossima legislatura. Perché la caratteristica principale di questa legge è di lasciare mano libera ai partiti di decidere dopo il voto con chi allearsi. E' evidente che Casini, in caso di equilibrio fra Pd e Pdl e se non ci sarà un vincitore chiaro e inequivocabile in grado di fare una maggioranza da solo, avrà in mano la carta per decidere con chi allearsi. Non è tanto la fine del bipolarismo, quanto la fine della scelta prima del voto: tutti giocano a mani libere senza vincoli. Non solo, ma il mix tra collegi uninominali e quota proporzionale con liste bloccate non restituisce affatto ai cittadini elettori il diritto di scegliere tra i candidati. L'ombra del Porcellum si staglia minacciosa e sinistra. Ma si sa che i partiti hanno attualmente un grado di consenso bassissimo e cercano di difendersi e sopravvivere. Il modo scelto è ambiguo e potrebbe scatenare ancora di più l'ira degli elettori, ma poi alla fine una quota oltre il 70 per cento andrà a votare e di conseguenza i partiti continueranno ad andare avanti così. In questo momento anche il presidente Monti ha ben chiaro qual è il rapporto di forza, anzi di immagine, tra lui e i partiti. Per il premier che si trova in Giappone per convincere il business e il governo a investire in Italia (poi lo farà anche in Cina) non sono gli italiani a non essere pronti a recepire le dure riforme necessarie a risolvere la crisi e a rilanciare l'occupazione (come aveva detto due giorni fa), ma i partiti a cui ha orgogliosamente fatto presente che "io ho il consenso, i partiti no". E' bene notare che una riforma della legge elettorale nel senso dell'accordo sarebbe uno strumento efficace per una nuova maggioranza allargata e un nuovo incarico a Monti, magari con Casini al Quirinale.

La riunione dei partiti della maggioranza che sostiene il governo dei professori ha disegnato i contorni della nuova legge elettorale. A tartassare i cittadini 'loro' hanno delegato i tecnici. Ma per aggiustarsi i fatti propri ci pensano da soli! Comunque, liquidato il "Porcellum", la novità più importante sarebbe l’eliminazione dell’obbligo di coalizione. Dire agli italiani, prima del voto, chi sarà a governare il Paese sarà facoltativo!!! Le forze politiche che vorranno rendere chiare le alleanze prima del voto lo potranno pur sempre fare, ma non sarà più obbligatorio. Per cui se tu 'cittadino comune' voti "X", poi, puoi ritrovarti con un governo "Y"! Insomma, i partiti si metterebbe d'accordo per scegliere la maggioranza dopo il voto, non prima! E allora dal “Porcellum” all'“Inciucium” il passo è davvero breve, con l'aggravante che sottrarre ai cittadini il potere di decidere chi sarà a governarli sarebbe una porcata ancora più bestiale di quella appena consumatasi! Ma resterebbe l’indicazione del presidente del Consiglio, ma resterebbe la soglia di sbarramento al 4-5 per cento e il premio di maggioranza. E ai partiti più piccoli sarebbe garantito un non meglio precisato, per ora, “diritto di tribuna”. In definitiva si torna a un sistema proporzionale “secco”, anche se per il partito che avrà più voti ci sarà un premio di maggioranza. E, infine, udite, udite, una vera botta di democrazia partecipativa: finalmente i cittadini potranno scegliere i propri eletti. Ma che vuol dire? Come si traduce in termini concreti e nei fatti la candidatura di un 'cittadino qualunque' al parlamento italiano? I nomi delle liste elettorali non saranno più filtrati e dettati dalle segreterie di partito? Come potrà il Sig. Mario Rossi, lavoratore dipendente con 1.200 euro al mese di stipendio, il mutuo da pagare ed una famiglia da mantenere, candidarsi al parlamento italiano e competere con la politica dei professionisti super-finanziati? Questo, ma solo per i più ingenui, resta un bel mistero. Quel che, invece, appare del tutto evidente è che nel Belpaese una porcata tira l'altra!

Continuo a insistere che servirebbe un doppio voto:  un voto "pro" come oggi, e uno "contro", con il risultato calcolato al netto.  Non avremmo più astenuti, e con un semplice proporzionale vedremmo emergere solo chi ha qualcosa di buono da proporre per tutti.  Se poi i cittadini, com'è giusto, hanno qualche sassolino da togliersi dalle scarpe nei confronti della politica, vedremmo qualche partito andare sotto lo zero, e/o il totale dei voti vedere uno sbilanciamento a favore del "contro".  Chi ha detto che dobbiamo votare "pro" i politici?  A scuola ci sono i voti sopra il 6 e anche sotto il 5.  E i nostri politici devono imparare molto...  Altro punto, sarebbe ora di evitare brogli (e temo ce ne siano):  http://www.ted.com/talks/david_bismark_e_voting_without_fraud.html

Questa proposta di riforma di legge elettorale è una porcata immonda, la peggiore di sempre e a chiamarla ‘riforma’ ci vuole una gran faccia di bronzo. Ma oggi sono costruttivo e allora propongo un’alternativa possibile: una riforma ponte e l’impegno ad una vera e seria riforma elettorale nella prossima legislatura.

 

Ma proviamo ad analizzare la cosa con un certo distacco. Così come è stata presentata, nei fatti,  è una legge elettorale pensata solo per le prossime elezioni e nell’interesse esclusivo dei partiti. Ha evidente, infatti, il solo scopo di garantire alle prossime elezioni 2013 un altro governo ‘di transizione’ che non veda un politico a palazzo chigi e che consenta ai partiti di ristrutturarsi.

Il che può anche essere comprensibile ma in una democrazia va detto a chiare lettere.

Nei fatti, è un ritorno totale al sistema proporzionale con in un più una soglia di sbarramento ed un premio di maggioranza ma, che sia chiaro, gli elettori votano i deputati ma non possono votare la propria maggioranza che verrà decisa dal palazzo dopo le elezioni.

Così è una gran schifezza.

E se oggi si vuole far passare questa come ‘la riforma elettorale’ ci si può solamente augurare che il Presidente della Repubblica la respinga con forza e che i cittadini manifestino (altro che articolo 18) violentemente contro una restaurazione del potere partitocratico, tipico della prima repubblica.

 

Si vuole fare una ‘riforma ponte’ per consentire al Paese di avere un nuovo governo ‘tecnico’ nel 2013 facendo scegliere agli elettori almeno il peso che i partiti dovranno avere nella maggioranza da loro decisa che sosterrà il nuovo governo con un Premier ‘non politico’?

Benissimo, che lo si dica però.

Il Parlamento è sovrano per cui può farlo a patto che chiami questa legge col suo nome di ‘riforma ponte’ e allora forse può avere un senso ed essere accettata dagli elettori ma solo con l’impegno formale e deliberato nel fare una vera e seria riforma elettorale nella prossima legislatura.

Diversamente, ci si prepara ad una stagione rispetto a cui il giustizialismo della fine della prima repubblica sembrerà un gioco da educande perchè l’Italia è stanca e non vuole più i giochi tra i palazzi e le prese in giro, chiede democrazia.

Una democrazia moderna e compiuta.

(fonte http://problynot.com/una-riforma-ponte/ )