FIAT, UNA VICENDA EPOCALE SU CUI CONFRONTARCI

La vicenda aperta dagli accordi Fiat è assai complessa. Nessuna delle parti in causa ha solo torti o solo ragioni. Non c'è dubbio che le vicende di Mirafiori e Pomigliano abbiano dimostrato l'importanza delle proposte di Italia dei Valori in materia di nuove regole per la rappresentanza sindacale. Ma da qui a sposare indistintamente le ragioni della Fiom e di avviare forme di resistenza comune e duratura ne passa. Io credo sia necessario, per la portata storica di questa vicenda avviare, piuttosto, un serio e approfondito dibattito anche nel nostro partito per addivenire ad una soluzione comune e condivisa. Perchè, in questo caso, più voci distinte e diverse che si confrontano sono una straordinaria risorsa. Solo i partiti tetragoni, su questioni tanto dirimenti, non nutrono dubbi e procedono come falangi macedoni. Non bisogna, dunque, gridare allo scandalo se, anche all'interno del nostro partito, come in tutti gli altri, vivano posizioni diverse ed il dibattito è aperto e vivace. In una fase così rivoluzionaria, è normale che proprio a sinistra, che da sempre ha a cuore i diritti e la tutela del lavoro, si accendano discussioni a più voci. A mio parere, se da una parte è vero che gli accordi di Mirafiori e Pomigliano, nell'ottica di un recupero di efficienza e di competitività dell'azienda, richiedono ai lavoratori sacrifici significativi, dall'altra sono oggettivamente in linea con gli standard dei principali stabilimenti europei. E' chiaro che l'azienda dovrà metterci del suo, proprio in virtù dei sacrifici richiesti ai lavoratori. Quello che l'azienda dovrà fare sarà avviare investimenti straordinari ma soprattutto mettere in atto una chiara e lungimirante politica industriale e finanziaria dell'azienda. La sfida della globalizzazione, che ha profondamente cambiato il mercato del lavoro, soprattutto quello automobilistico, impone la necessità di aprire una fase nuova, dove ciascuna parte in causa e per quanto di sua competenza, deve compiere lo sforzo epocale per ricercare una nuova forma di dialogo, rinunciando a posizioni preconcette o a sterili arroccamenti su posizioni precostituite e ormai obsolete. I sindacati, in un quadro che ogni giorno cambia, devono immaginare e reinventare basi nuove, più complesse ed articolate, per mettere in atto la tutela dei diritti dei lavoratori. Un conto è la tutela dei diritti dei lavoratori in settori nuovi ed in crescita come la robotica, un conto sono quei settori asfittici e in crisi come quello automobilistico, a maggior ragione se si producono utilitarie e non suv. Le imprese, dal canto loro, non possono solo chiedere sacrifici in tempi di vacche magre, ma sapere immaginare nuove forme di partecipazione dei lavoratori al piano industriale, agli utili, al futuro e allo sviluppo di nuove realtà e percorsi aziendali in tempo di vacche grasse. Schiacciarsi sulle posizioni della Fiom, come qualcuno a sinistra sta facendo, o su quelle di Marchionne, come qualcuno a destra sta facendo, non aiutano a mio avviso di certo il lavoratore a conservare il suo posto di lavoro. Chi, a maggior ragione a sinistra, non si interroga su cosa si può e si deve fare, mostra solo di voler conservare uno status quo che di fatto non esiste più da un pezzo. Quanto all'esclusione della Fiom dalla rappresentanza sindacale è sicuramente incostituzionale ma ancor di piu' è una scelta miope, in quanto rischierà di vanificare il contenuto degli accordi, dando vita ad una permamente conflittualità interna all'azienda. Ma anche dalle parti della Fiom, delle riflessioni andranno aperte perchè non è pensabile che un sindacato, così largamente rappresentativo dei metalmeccanici, si arrocchi pregiudizialmente sul fronte del no, rifiutando addirittura di partecipare al tavolo delle trattative e di prendere atto che la globalizzazione dell'impresa e del lavoro non può vedere lavoratori ed imprese come nemici su fronti contrapposti ma richiede necessariamente nuove e straordinarie capacità di confronto. In questo senso, non mi sento di sbagliare quando dico che la Fiom sta mancando l'occasione di diventare quello straordinario sindacato, capace di rappresentare i diritti di tutti i lavoratori. Per quanto riguarda il settore specifico dell'auto, doveva farsi carico di una battaglia per la rivendicazione di un contratto nuovo, che tenesse conto di un mercato con problematiche evidenti rispetto ad altri settori metalmeccanici, che va da quello minerario alla robotica. La Fiom doveva avere il coraggio di sfidare la Fiat su questo, di immaginare una compartecipazione dei lavoratori alla gestione degli utili aziendali, invece di buttare via tutto in nome di una conservazione tout court. Detto questo, credo è tempo per tutti di abbassare i toni, perchè il rischio di una politicizzazione della vicenda Fiat potrebbe far perdere di vista la questione più importante, ovvero quella contrattuale. La parola, dunque, ai lavoratori che si esprimeranno presto attraverso il referendum. Attendo le vostre riflessioni, idee e suggerimenti.

Vi auguro con tutto il cuore un felice anno nuovo.

Commenti

Sono totalmente d'accordo con la sua analisi e, per una volta, ritengo Dipietro in errore, inseguire la Fiom non mi sembra per nulla valido. Sono d'accordo con Lei che il lavoro , in primis quello precario e dipendente, vada tutelato oggi più che mai...ma non si può negare la realtà e la sua analisi è, a mio giudizio, molto corretta
CARO MASSIMO DONADI E CARA ITALIA DEI VALORI, BERLUSCONI, BOSSI E TUTTA LA LORO CRICCA  HANNO BRUTALMENTE ROVINATO E DISTRUTTO IL NOSTRO POVERO PAESE ITALIA!!! ORA DEVONO PAGARE TUTTI I DANNI CHE HANNO CAUSATO  COMPRESI  I DANNI  MORALI ED ESISTENZIALI!!! POI TUTTI QUESTI INDEGNI  DEVONO ESSERE  SUBITO PROCESSATI, POI BUTTATI TUTTI IN GALERA MAGARI AL CARCERE DURO COME SI MERITANO E POI  LE CHIAVI VANNO BUTTATE A MARE!!! SOLO COSI' POTREMO SALVARE  DEFINITIVAMENTE IL NOSTRO POVERO PAESE E POI FINALMENTE  POTREMO AVERE UNA VITA NORMALE COME IN TUTTI I PAESI CIVILI E DEMOCRATICI DEL MONDO!!! FACCIAMO SUBITO COSI' ED INTANTO CORDIALI SALUTI A TUTTI E VIVA  ITALIA DEI VALORI VIVA!!!
  • La Fiat, Marchionne e la resa della politica
  • “O si, o si”, questo sarà il quesito referendario che le lavoratrici e i lavoratori della Fiat si troveranno sulla scheda, sarà una innovazione interessante che finalmente ci metterà alla pari con le più avanzate democrazie liberali: dalla Cina alla Corea del nord, passando per la Birmania. Tanto per gradire e per non scaldare troppo gli animi il signor Marchionne ha pensato bene di annunciare: “O vince il si o salta Mirafiori”, non osiamo neppure pensare cosa sarebbe mai accaduto se l’ultimo dei sindacalisti della Fiom avesse mai osato dichiarare: “O vince il no, o sarà il caos…” . In quest’ultimo caso avremmo udito quintali di indignazione trasversale trasmessa a reti unificate Non sarebbero mancati gli editoriali dedicati alla irresponsabilità delle tute blu, qualcuno si sarebbe spinto sino ad evocare i fantasmi del terrorismo, altri avrebbero brandito un fantomatico rapporto dei servizi sulle infiltrazioni nelle fabbriche italiane e alla fiat. Gasparri avrebbe richiesto il daspo o il fermo anticipato per gli operai che avessero avuto ancora intenzione di votare no.
  • Invece quasi nulla, Marchionne può tranquillamente inveire, minacciare, ricattare, annunciare delocalizzazioni, senza che nulla accada, senza che alcuna istituzione lo richiami quanto meno ad un atteggiamento più pacato e responsabile, senza che alcuno gli ricordi che esiste anche un etica dell’imprenditore e che la forza lavoro non può essere ridotta ad una merce.
  • Quel referendum è ormai una tragica farsa, un voto truccato, che dovrebbe svolgersi in un clima palesemente inquinato e condizionato dalla paura e dalla angoscia. Proprio coloro che, anche in assoluta buonafede, hanno condiviso quella intesa dovrebbero ora alzare la voce, e almeno per una volta usare con Marchionne gli stessi toni ruvidi e talvolta sprezzanti che hanno riservato alla Fiom e più in generale a chi si è permesso di esprimere dubbi e perplessità, e tra questi ricordiamolo giuristi e studiosi della qualità di Stefano Rodotà e Luciano Gallino.
  • Quello che più sconcerta è la resa della politica o meglio di un’ampia maggioranza trasversale, la rinuncia ad esercitare un ruolo, la presa d’atto che le cose del mondo vanno ormai così e che chi detiene il capitale ha il diritto di fare quello che gli pare. Sembra di essere tornati al tempo nel quale si usava dire: “Ciò che è bene per il padrone è bene anche per i suoi dipendenti…”, con tanti saluti ad un secolo e più di lotte politiche, sindacali, civili.
  • A Marchionne, verso il quale non nutriamo nessuna personale avversione, va riconosciuto il “merito” di aver liquidato ogni forma di paternalismo, di aver cancellato le ipocrisie e di aver rivendicato in modo pubblico non solo un progetto di ristrutturazione industriale, ma anche un posizione ideologica che si fonda sulla centralità del capitalismo transnazionale e sulla irrilevanza degli stati, dei partiti, dei sindacati.
  • Non a caso attorno a lui si è formato un coro di chi finge di credere che l’Italia sia bloccata dalla democrazia diretta, dallo statuto dei lavoratori, e in ultima istanza dalla Costituzione che continua ad affermare la centralità del lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici.
  • “Un residuo dei soviet”, affermò Berlusconi, più o meno la stessa cosa strepitano i coristi di oggi.Per questo sarebbe sbagliato non cogliere tutta la portata nazionale e democratica della vicenda Mirafiori, quando si arriva a minacciare gli elettori, quando si ricorre al ricatto “O votate si, o vi butto fuori”, non si può fingere di non vedere o di non sentire, non si può restare neutrali, e persino chi non ha simpatia alcuna per le posizioni della Fiom ha il dovere morale di contrastare una deriva che rischia di alterare la nostra Costituzione materiale, di ridurre i diritti alla libera associazione e alla libera manifestazione del proprio pensiero e delle proprie opinioni.
  • Esagerazioni? Quale nesso potrà mai esistere tra il referendum a Mirafiori e l’articolo 21 della Costituzione, perché mai parlare di ricatto o di aggressione ai diritti fondamentali? Per tentare i darvi una opinione non di parte e fondata su argomentazioni scientifiche e di merito lo abbiamo chiesto all’avvocato Domenico D’Amati, il legale che ha brillantemente difeso Santoro, Biagi, la Guzzanti, Beha, Mazzetti, la Ferrario, per fare solo qualche nome, uno dei più accreditati i esperti del diritto del lavoro, il coordinatore del comitato scientifico dell’associazione articolo 21:
  • Secondo Eugenio Scalfari, l’aut aut posto da Marchionne ai lavoratori ed ai sindacati non è un ricatto, ma un’alternativa, perché non c’è dolo e quindi non è configurabile un reato. Se questa dovesse essere la linea difensiva del manager in un ipotetico processo penale per i fatti di Pomigliano e Mirafiore, penso che lo condurrebbe dritto alle Vallette. Ma lasciamo che degli eventuali risvolti penali della vicenda si occupi, se lo riterrà, la Procura della Repubblica e cerchiamo di stabilire se la condotta di Marchionne sia compatibile con i principi di un ordinamento democratico occidentale, il cui fondamento è la libera autodeterminazione dei cittadini nei loro rapporti contrattuali e associativi.
  • Questo principio è tutelato, nel mondo del lavoro, non solo dallo statuto dei lavoratori, ma anche dal Codice Civile (quello del 1942) e dalla normativa dell’Unione europea che proibisce ogni sorta di coazione e discriminazione, per non parlare dei principi affermati dall’Onu, secondo cui “labour is not a commodity”, il lavoro cioè non può essere mercificato.
  • Non v’è dubbio che, se il giudice del lavoro potesse procedere d’ufficio, come il procuratore della Repubblica, il marchingegno torinese verrebbe polverizzato in poche udienze. Esso infatti è preordinato a privare il lavoratore della sua libertà contrattuale mediante il brutale meccanismo del licenziamento con successiva riassunzione, sì che per mantenere il lavoro egli firmerà tutto ciò che gli verrà richiesto, compresa la rinuncia alla libertà sindacale. Questa sorta di “alternativa” è lo strumento prediletto dagli imprenditori che puntano, per realizzare profitti, non all’innovazione ma al risparmio sul costo del lavoro. Ricordiamo che il famigerato “collegato lavoro”, nella parte in cui consentiva di inserire la clausola arbitrale nelle lettere di assunzione, è stato rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica per manifesto contrasto con il principio costituzionale di uguaglianza. Per non parlate del diktat imposto da Marchionne, con questo sistema, alle organizzazioni sindacali.
  • La via della resa può apparire, inizialmente, la più semplice e rassicurante, ma si tratta in realtà di una china molto pericolosa. La storia è piena di esempi. Chamberlain fu accolto trionfalmente a Londra dopo avere salvato la pace con la Germania firmando il trattato di Monaco. Ricordarlo non è una esagerazione, perché oggi è in gioco un prezioso patrimonio della nostra democrazia. Per questo, prima ancora di pensare ad iniziative giudiziarie, certamente possibili ma destinate ad essere contrastate dalla minaccia di delocalizzazione, le forze politiche che a quel patrimonio si richiamano dovrebbero impegnarsi con fermezza e soprattutto con chiarezza per opporsi al processo involutivo in atto (Domenico D’Amati).
  • In questi giorni queste posizioni, salvo poche lodevoli eccezioni, non hanno avuto spazio nel pubblico dibattito e negli spazi informativi, da oggi sarà il caso di impegnarci ad usare tutti i nostri strumenti, a cominciare dai nostri siti e dai nostri blog, per consentire che tutte le posizioni possano esprimersi e che sia finalmente tolto il bavaglio, soprattutto in tv, a chi non la pensa come Marchionne e non intende rassegnarsi al pensiero unico dominante   (Beppe Giulietti)
tessera IDV N° RMC03584, sindacalista FISAC/CGIL (Credito) , coordinamento nazionale UGIS (società informatica del gruppo UNICREDIT), direttivo regionale, 53 anni, ho iniziato a fare sindacato a 45 anni, dopo 20 anni di organizzazione, stufo di farmi rappresentare da "certa gente". Questo per fale capire  chi le parla. Nella sua disamina ha dato una botta al cerchio ed uno alla botte, dicendo tutto ed il contrario di tutto. Il sindacato si deve muover per far rispettare i diritti dei lavoratori, sanciti da leggi dello stato italiano, da CCNL e da contratti integrativi aziendali. Chissenefrega della produttività, a quella ci deve pensare l'azienda, chiessenefrega della redditività, il rapporto datore di lavoro - prestatore d'opera si basa sulla conflittualità. Qualcuno deve far capire a voi politici che il rapporto lavoratori/sindacato si è deteriorato per la subalternità/connivenza dei sindacalisti, proprio come quella di Bonanni (compare di Toto, dell'AirOne) e di Angeletti (ricorda il patto per l'Italia del 2003?). Se si trovano dei sindacalisti determinati, si dice che sono cocciuti. Ora io non ho gioito all'elezione della Camusso, di estrazione socialista e non ha mai lavorato, ma la FIOM è l'ultimo baluardo, perchè anche in banca, nonostante i guadagni stratosferici, la dirigenza usa il lavoro nero, sottopagato, la delocalizzazione nell'Europa dell'Est. Non credo risponderà mai a questo post, altrimenti potrebbe conoscere  molte altre cose.
Stavolta NO . Di solito riesco ad avere con i tuoi post un idem sentire che mi da soddisfazione nel sentirmi rappresentato da Qualcuno in Parlamento ... ma stavolata NO .Aborro assolutamente la logica : "è la globalizzazione, bellezza"..!! E' uguale a dire "ce l'avete nel **** e non agitatevii, che se no vi fa anche più male"..!! Con quella logica non ci sarebbero state neppure le stagioni della conquiste dei diritti dei lavoratori . Con quella logica si va all'elemosina, senza dignità e ringraziando pure .Non perdere l'occasione di rappresentare chi dice NO, senza SE e senza MA : chi dice SI' è già fin troppo rappresentato . 
Carissimo onorevole sono in tutto e per tutto d'accordo con lei. Il ruolo del sindacato deve essere quello indicato dal prof. Monti nell'intervista di oggi al corriere. Trattative anche durissime ma per ottenere pragmaticamente il massimo senza compromettere la produttività dell'azienda. La sensazione è che la Fiom oltre a non aver indicato alcuna alternativa agli operai, se non il conflitto e il rischio di perdita del lavoro, non riesca ad uscire da uno schematismo di tipo vetero ideologico.
Finocchiaro, indagine a Catania sull’appalto al maritoLo scorso 15 novembre la senatrice capogruppo PD Anna Finocchiaro è presente all’inaugurazione del presidio territoriale di assistenza di Giarre. L’appalto, del valore di 1,7milioni di euro (finanziamenti pubblici) è stato affidato senza gara alla Solsamb Srl, amministrata da suo marito, Melchiorre Fidelbo. Ora però la Guardia di Finanza ha sequestrato gli atti, la Procura di Catania ha aperto un fascicolo e gli ispettori regionali, con una relazione, hanno concluso che tutta la procedura “è illegittima”...Il 30 luglio 2010 l’Azienda sanitaria 3 guidata dal manager Giuseppe Calaciura, militante dell’Mpa di Raffaele Lombardo, sigla la convenzione con la Solsamb. Poco tempo dopo il Pd entra in giunta con Lombardo forte del sostegno della senatrice democratica. E così si arriva al paradosso: il 15 novembre, per inaugurare il presidio sanitario, si ritrovano insieme due mondi storicamente distanti, anche solo ricordando che nel 2008 Anna Finocchiaro si era candidata alla presidenza della Regione siciliana contro Lombardo (e il centrodestra)...
La contropartita monetaria per i lavoratori ,offerta dalla FIAT per un contratto che annulla anni di battaglie sindacali dei nostri padri per essere "lavoratori" e non più "schiavi", corrisponde a 360 euro lordi annui(1 euro in più al giorno, netto). Ci si richiama al fatto che tale contratto si allinea a quelli in vigore in Paesi Europei quali Germania e Francia. Bene, il contratto si allinei anche con l'offerta del medesimo compenso. La ricordatre la legge 30, magnificata perchè introduceva quella flessibilità tanto necessaria al nostro sistema Paese? Sappiamo che si è trasformata in precarietà assoluta, perchè il compianto Prof. Biagi, quando studiò la riforma, a fianco della flessibilità, prevedeva una remunerazione superiore (proprio per compensare il rischio dei lavoratori) e degli ammortizzatori sociali tra un impiego e l'altro.E' stata applicata solo la prima parte, peggiorando, inoltre, il compenso, creando la generazione degli "800 euro" a singhiozzo(quando va bene). Cedere al ricatto, o così o noi andiamo a produrre da un'altra parte, è indegno. Non c'è stata contrattazione: prendere o lasciare. Vogliono andare a produrre in Serbia? Che vadano, ma, se esiste ancora un Sindacato che faccia quello per cui è sorto, tutelare i lavoratori e se esiste ancora uno Stato degno del suo ruolo,  dagli stabilimenti FIAT in Italia non dovrà uscire nemmeno un chiodo arruginito. Cosetta Sartori - IdV padova
Brava Cosetta! Ma cosa vuoi che capiscano dei problemi dei lavoratori metalmeccanici gli ex democristinai e x leghisti veneti che si sono impossessati di Italia dei Valori?
Soldi per cambiare macchina non ce ne sono, neppure per quelle usate, si preferisce farle riparare. Se Marchion pensa di poter far fronte alla concorrenza Indiana e Cinese nelle piccole vetture dimostra di non saper valutare il mercato. Da imprenditore attualmente produrrei pale eoliche, da installare sulle dighe foranee dei nostri porti. I basamenti ci sono già, vento porto di Genova normalmente sui 20 Km/h, Trieste con punte di 100 a 120 Km/h. Solo con questi due porti si può produrre energia elettrica pari a due centrali nucleari con un costo irrisorio e in 12 mesi, senza inquinamento ambientale ne scorie. E' sconfortante constatare che come esperti del nucleare vengano scelti Chicco Testa e un esperto di tumori, che di nucleare hanno sentito solo parlare, anzichè interpellare il ns.premio nobel Rubbia il quale giustamente dice che ancora no si è scoperto un nucleare pulito. Personalmente per la Centrale Nucleare di Montalto di Castro ho participato ai controlli e collaudi del materiale ferroso fabbricato dalla Terni e alle cariche delle barre di Uranio che doveva fornire Fabbricazione Nucleari, L'Enel negli uffici del viale Regina Margherita di Roma disponeva di uno staff d'ingegneri nucleari formatosi in Usa, Enea Casaccia non ha participato perchè non disponeva di sufficienti conoscenze sulle centrali inoltre le imprese edili avevano già participato alla costruzione delle precedenti centrali. Attualmente non disponiamo più di esperti e le scorie delle precedenti centrali sono distribuite in tutto il ns.paese. Accumuliamo questa cretinata del nucleare con il ponte di Messina.
 Condivido assolutamente queste osservazioni.Non possiamo dimenticare che stiamo vivendo oramai in un mondo globalizzato in cui se i prodotti non vengono costruiti in Italia, possono benissimo essere prodotti in altri Paesi, siano essi Paesi con cui condividiamo la tipologia, oppure Paesi ad economia “non matura” che riescono a produrre a costi per noi inimmaginabili.Il punto di vista della FIOM che si basa solamente sui “diritti dei lavoratori” facendo finta di dimenticare che senza il lavoro non esisteranno nè più diritti nè più lavoro e quindi lavoratori. E questo vale purtroppo non solo per FIAT, ma per quasi tutti i settori industriali italiani.Sinceramente io ho letto i punti dell'accordo firmato e non ci trovo nulla di schiavizzante, ma soprattutto è in linea con quanto avviene negli altri Paesi a noi vicini, come Francia e Germania. Perchè l'Italia dovrebbe essere diversa? Perchè viviamo in un Paese più efficiente? Non mi pare proprio.Importante è, come dice Donadi, che ci siano da parte di Fiat investimenti veri e un piano industriale credibile.Ed è assurdo affermare che visto che in passato la Fiat ha avuto molti soldi dallo stato italiano, ora dovrebbe investire in Italia a prescindere. Se così fosse sarebbe destinata o al fallimento oppure a chiedere ancora soldi allo stato, entrambe cose da evitare. Quindi, ben vengano gli investimenti Fiat in Italia.La FIOM con questo suo arroccamento demagogico non sta facendo il bene dei lavoratori, ma solo il bene proprio. Ed è fortunata che CISL e UIL vanno avanti comunque, altrimenti sarebbe poi costretta a spiegare a quelli stessi lavoratori che a causa sua, la Fiat è andata a produrre altrove e loro sono a casa.Teniamoci bene a mente come si è poi concluso il caso ALITALIA grazie proprio alla strana alleanza CGIL-Berlusconi, proprio quando, grazie al governo Prodi si sarebbe potuto chiudere l'acquisizione da parte di AIR FRANCE con tutt'altre condizioni per i dipendenti rispetto alle attualiIl NO dei sindacati e la cordata messa in piedi da B. hanno fatto pagare il conto, ancora una volta, ai cittadini italiani. Con che benefici per i lavoratori? Chiediamolo a quei “fortunati” che ancora ci lavorano in Alitalia.
Desidero rispondere alle osservazioni del Sig. Davide, ricordando che proprio la scriteriata presunta globalizzazione, è voluta così proprio dai paesi più industrializzati Europei e dagli USA. Un sistema che  ha prodotto ricchezza, già alla metà degli anni 80, solo al capitale delle industrie in generale, questo ha posto anche le condizioni agli "indotti" dei paesi sfruttati dalle compagnie internazionali del lavoro sotto pagato, a cogliere le occasioni di, copia, di trasformazione e di produzione di prodotti che l'Europa avrebbe dovuto cambiare nella ricerca innovativa, ma che invece ha voluto cavalcare per l'ennesima volta, anche l'occasione politica e sindacale, creando in parte una crisi pilotata. Non si può intendere di gareggiare contro paesi come la CINA, INDIA, Malaysia, Indonesia ecc, togliendo, negando diritti acquisiti in 40 anni di lotta e sanciti dalle leggi Democratiche e Costituzionali nel n/s paese, scendendo così, nello stesso piano. Ho già scritto che, il concetto di garantire il lavoro  e quello di riportare il paese indietro ed impoverirlo ulteriormente anche nei diritti, significa, legittimare il lavoro sotto pagato, mal gestito e con poca sicurezza. Non lamentiamoci allora del LAVORO IN NERO, dell'evasione e tutto ciò che comporterà un sistema di accordi o presunti tali, di contratti diversificati nel mondo del lavoro, che oggi colpisce i metalmeccanici, ma tra non molto anche altre categorie.Chi ha voluto il sistema Marchionne non è solo opera della Fiat, dietro vi sono personaggi del Governo della P2. Hanno agito consapevoli che la FIOM non avrebbe MAI, dico MAI, FIRMATO accordi che negassero così palesemente i diritti ai lavoratori e, se anche la FIOM avesse siglato tali scemenze, il colpo al sindacato, in modo particolare alla più grande organizzazione sindacale è cmq compiuto. Dal dopo FLM, la UIL/UILM e prima del FISMIC, è stato sempre un sindacato filo padronale mai smentito, mentre la FIM/CISL,con la sua parte di sinistra cattolica,ha avuto un comportamento ambiguo in tutte le occasioni, per poi cedere al sistema filo ecclesiastico padronale. Non è poi vero che gli accordi siano in linea con molti paesi come la Germania e Francia. Per esempio,l'Italia si colloca per gli stipendi al ventitreesimo posto, con guadagni inferiori al 16,5% rispetto alla media dei trenta Paesi che fanno parte dell'organizzazione di Parigi, quindi, Germania e Francia, l'operaio Turco guadagna più di un operaio di Pomigliano,( circa 3000 euro lordi, circa 2000 euro netti al mese).I lavoratori Greci, lavorano 42.4 ore settimanali la più alta,mentre la settimana lavorativa media nei 27 Stati membri della UE è 40,3 ore ed entro nella "zona euro" è di 40 ore.La media settimanale per tutti i lavoratori (dipendenti e autonomi) è più bassa in Olanda: 32.9 ore, a causa del suo tasso di lavoratori part-time, il più alto in Europa, mentre l’Italia è al di sopra della media (39 ore).La durata massima legale della giornata lavorativa dal 2001 è di: 13 ore in Danimarca,Irlanda,ITALIA,Inghilterra...Di 10 ore in: Austria,Francia, (35 effettive)Lussemburgo,Portogallo... di 9 ore in:Olanda,Norvegia,Spagna... di 8 ore in:Belgio,Finlandia,Germania,Svezia.In quanto all'Alitalia, è totalmente fuorviante e falso incolpare la CGIL di aver voluto l'Italianità con il  conseguente debito di 300 mlioni di Euro allo stato. "Il Governo,(Berlusconi) ha riferito Letta, stilerà un verbale con le precisazioni apportate ai due protocolli sul piano e sul contrato già firmati da Cisl, Uil e Ugl nei giorni scorsi, ancora in stallo la decisione della CGIL." Come vedi, in molte occasioni i primi a fregare i lavoratori sono sempre le piduiste Cisl, Uil e Ugl. Ciao. 
non ci ho capito niente di quello che ha detto ,caro Doanti.potrebbe scrivere quali sono le alternative a quanto successo sindacalmente in fabbrica a pomigliano ??
                               Oggi è un triste giorno o forse è un giorno positivo perchè finalmente il PD di D'Alema e soci ha gettato la maschera e si presenta per quello che è:il partito dei lavoratori e dei più deboli che ha tradito in modo esplicito la proria vocazione ed il proprio mandato elettorale per schierarsi dalla parte del padrone, non del padrone illuminato che vuole realizzare un capitalismo dal volto umano, ma del padrone della ferriera. Il PD già da tempo ha svenduto la tradizione ed i valori della sinistra ad un sistema di potere, il più becero che si possa immaginare, quello del berlusconismo di cui D'Alema è sempre stato un solerte fiancheggiatore. Senza la politica scellerata di D'Alema non sarebbe potuto esistere il PDL nè Berlusconi avrebbe potuto diventare un dittatore moderno che la fa in barba alle leggi ed alla Costituzione per coltivare i propri interessi personali e difendere la Casta dei politici corrottiche governa ormai da troppi anni l'Italia. La malavita organizzata,che ha un giro d'affari di ben oltre 100 miliardi di euro l'anno, ha giustamente, secondoquesto PD e questo sistema di governo, una giusta rappresentanza nelle istituzioni.Credo che sia giunto il momento di prendere atto in modo netto e definitivo,che questo PD non può più rappresentare i valori di una sinistra moderna e di uno stato democratico fondato sulla Costituzione più avanzata del mondo occidentale. E' necessario che le parti sane del PD e del movimento sindacale costruiscano nuove organizzazioni politiche e consociative, che si autonomizzinorispetto a chi non rappresenta più alcuna tradizione della cultura di sinistra, non dico socialista,ma neppure liberale, basata sul rispetto delle leggi, delle regole e dei diritti della persona.Nell'attuale contesto politico è inutile pensare di potere superare il berlusconismo con un partito egemone della sinistra quale è il PD di oggi. E' necessario costruire nuove alleanze e nuovi aggregati politici che eventualmente nascano come rami sani del PD e che diano una nuova rappresentanza politica al movimento operaio, ai giovani disoccupati o sottoccupati, agli studenti espropriati del diritto allo studio e diun sistema formativo valido, efficente che non discrimini per censo. Le forze politiche dominanti della maggioranza e della opposizione non sono più in grado di rispondere in modo moderno alle esigenze di lavoro, di un'equa distribuzione del reddito e di salvaguardia dei diritti fondamentali dei cittadini sanciti dalla Costituzione. Bisogna creare movimenti politici e di opinione che sappiano interpretare le esigenze dei singoli in un contesto di regole, di doveri e di diritti, capaci di ricostruire dalle fondamenta uno stato moderno, efficente e democratico. Bisogna acquisire la consapevolezza che è necessario scacciare i mercanti dal tempio, eliminare coloro che lucrano distruggendo l'ambiente, i comitati politico-affaristici e politico-affaristici-malavitosi, possibilmente in modo pacifico con uno corretto strumento elettorale, se ci sarà ancora concesso. Il sistema elettorale per essere un reale strumento di democrazia deve basarsi sulla libera circolaziione delle idee, su una propaganda equilibrata fondata sui fatti e non sulle falsità ripetute in modo martellante da chi controlla i mass media, che le trasforma in verità. Solo se ci sarà concessa un informazione corretta e realmente equilibrata tra le diverse fazioni politiche ha senso il confronto elettorale, altrimenti bisognerà immaginare nuovi strumenti di lotta, possibilmente pacifici, capaci di affermare un nuovo modello di Società libera, democratica ed egualitaria.
Ma gli operai ormai chi li difende? Le politiche al ribasso alimentano i grassi speculatori come il filosofo Marchionne (non ingegniere), che approfitta della debolezza della classe operaia per imporre l'abolizione dei diritti principali dei lavoratori. Viva Di Pietro e abbasso chi vuole crescere  alle sue spalle senza avere la sua tenacia operaia nel combattere le cricche. Quando si è vissuto con le spalle coperte come i De Magistris non si può comprendere le difficoltà degli operai. Vada lui a lavorare con quei turni massacranti e vediamo se poi è così morbido con certi personaggi come Marchionne.
 Caro Donadi, tu stesso parli di una battaglia, e al contempo cerchi di trovare un punto medio, bacchettando, da buon conciliatore, l’una parte e l’altra.  
  • Ma succede che dalla parte dell’azienda che ha in mano il lavoro non v’è nessuna intenzione di cedere un sia pur minimo punto delle sue esigenze, perchè un cedimento ridurrebbe i suoi enormi ma ben occulti guadagni.
  • Da parte dei lavoratori, invece, non c’è nessuna speranza di proteggere la salute propria e delle famiglie, destinate queste, tra coniugi, nonni e bambini, a diventare perenni MIGRANTI agli ordini dei proprietari del lavoro, e/o variamente separati gli uni dagli altri.
  • Che cosa rimproveri a chi non vuole cedere ?
  • Che sposano indistintamente le ragioni della Fiom e vogliono avviare forme di resistenza duratura.
  • Che i sacrifici richiesti sono oggettivamente in linea con gli standard dei principali stabilimenti europei.
  • Che non rinunziano a posizioni preconcette e a sterili arroccamenti su posizioni precostituite e obsolete.
  • Che si “schiacciano” sulle posizioni della Fiom.
  • Che i sindacati devono immaginare e reinventare basi nuove, più complesse ed articolate, per “mettere in atto la tutela dei diritti dei lavoratori”.
  • Che la Fiom doveva avere il coraggio di sfidare la Fiat sulla la rivendicazione di un contratto nuovo, di immaginare una compartecipazione dei lavoratori alla gestione degli utili aziendali, invece di buttare via tutto in nome di una conservazione tout court.
  • Caro Donadi, non ti sembra una proposta irreale ?
  • E all’altra parte, alle imprese che (poverine) “in tempi di vacche magre” richiedono sacrifici, che cosa chiedi (ma solo in futuri e imprevedibili “tempi di vacche grasse”) ?
  • Ecco, devono sapere immaginare nuove forme di partecipazione dei lavoratori al piano industriale, agli utili, al futuro e allo sviluppo di nuove realtà e percorsi aziendali.
  • Caro Donadi, non ti sembra un viaggio nel paese dell’utopia ?
  • Infine, da buon conciliatore, suggerisci che “è tempo per tutti di abbassare i toni”, ma bisogna riconoscere che Marchionne e FIAT hanno usato sempre toni sommessi, da “magic Italia”.
  • Abbassare i toni di chi non è d’accordo, invece, lascerebbe le cose come stanno, cioè male, nell’ingiustizia, nello sfruttamento, nella schiavitù.
  • Rispondo così, carissimo Donadi, alla tua richiesta di riflessioni.
  Buon Anno 2011 ai Lavoratori ed alle loro famiglie.  
Tengo a precisare che non sono un guasta feste ma ben vedo la realta' dei fatti da tutte e due le facce della medaglia.L'attuale crisi ha devastato molte parti sociali,le piu' basse ancor di piu'.Veniamo ora al caso FIAT e company.Quando due societa' si uniscono c'e' sempre la domanda di come ristrutturare il nuovo blocco.Si guardano molti punti. Tra i molti punti vi sono:la chiusura di brance ad alti costi ma rese non proffittabili,licenziamenti in massa per un risparmio di moneta liquida da usare poi alla ristrutturazione della nuova azienda.La societa' odierna corre veloce e non c'e' spazio per coloro che non si adeguano .La tecnologia ogni giorno porta nuove idee per molti usi ed a questi bisogna tener passo.Molte imprese cercano il guadagno immediato ed a basso costo ,penso che ne sono pienamente daccordo.
State facendo mosse molto sbagliate. Per avere un partito uguale agli altri, torno a votare PD oppure inizio anch'io che l'ho sempre trovato stupido, a non votare. Di Pietro è riuscito a fare grandi cose, a darci speranza, Lei e alcuni altri state distruggendo tutto. Ho paura per protagonismo. Senza rendervi conto oltre a tutto di stare facendo il gioco di b e cricca e chiesa e p2 ecc. Non è certamente in un momento così difficile e nel pieno del pericolo che si devono pubblicizzare le divergenze e farle diventare un caso. La nausea mi sta sommergendo. E vi assicuro, non solo me.  Il tradimento (non solo verso Di Pietro ma anche verso noi cittadini)  poi è una cosa che odio. E non difendere la Fiom in questo momento è un attacco gravissimo a quel poco di democrazia e dignità che ci rimane, e non è certo per questo che tanti di noi del pd abbiamo iniziato a votare IDV. State spegnendo ogni nostra speranza, Lei, Alfano, De Magistris ecc. Forse non avete capito tra l'altro che a noi è proprio Di Pietro, il suo fuoco, il suo coraggio, la sua capacità di indignarsi e per tutto che ha convinto tanta gente che se ne frega delle derisioni idiote e che se l'IDV si dividerà, seguirà lui. Di politici seriali ne abbiamo abbastanza. Non aggiungo altro, non mi piace offendere. Ma ciò che state facendo all'Italia è ancora più grave di ciò che ci ha fatto e continua liberamente a fare la cricca. Non abbiamo più niente in cui sperare. Purtroppo, il rishio è enorme, quando non si vede via d'uscita da una dittatura, non ve ne rendete conto? Tornate tra la gente comune, ascoltatela, rendetevi conto che siamo sul punto di scoppiare.
Bravo On. Donadi! Sono sinceramente d’accordo su questo suo bell’ articolo! Sono un iscritto della Prov. di Treviso che probabilmente non rinnoverà la tessera, a causa  della mancanza  assoluta di possibilità di dibattito  a livello della base (iscritti ed elettori) sugli aspetti politici, … e a causa di altri aspetti che non intendo trattare in questa sede. La lettura del suo articolo forse mi potrà far cambiare idea. Riporto qui le sue frasi che più delle altre mi sono piaciute, per evidenziarle e per fissarle, nel timore che il vento, o anche soltanto il passare del tempo, le possa cancellare: “ … Io credo sia necessario, per la portata storica di questa vicenda avviare, piuttosto, un serio e approfondito dibattito anche nel nostro partito ….. Perchè, in questo caso, più voci distinte e diverse che si confrontano sono una straordinaria risorsa. … Non bisogna, dunque, gridare allo scandalo se anche all'interno del nostro partito vivano posizioni diverse ed il dibattito è aperto e vivace ….  In una fase così rivoluzionaria, è normale …..che si accendano discussioni a più voci. … Attendo le vostre riflessioni, idee e suggerimenti. In verità non mi piacciono troppo le limitazioni che Lei ha posto alla utilità di un dibattito aperto e vivace, utilità che Lei sembra voler vedere soltanto in questo caso e per questa vicenda, e in una fase così rivoluzionaria. E’ come se Lei dicesse  che un serio e approfondito dibattito nel nostro partito non servisse a niente, che più voci distinte e diverse che si confrontano non sono una risorsa e che le discussioni a più voci sono inutili … tranne che in questo  specifico caso della Fiat!Faccia organizzare subito un dibattito sul caso Fiat … e  molti iscritti e simpatizzanti correremo subito a portare a confronto le nostre voci distinte e diverse. Ma faccia organizzare anche dibattiti sugli altri temi “caldi”, quali  -la necessità di rinnovamento nel modo di fare politica ( in tutti i partiti, ma ben compreso IDV), -l’apertura o la chiusura al populismo dolce di Vendola, - idee nuove nei rapporti con i grillini, -le alleanze,  - l’iniziativa delle candidature ( tutte), -la trasparenza sui fondi del partito, - l’allargamento delle risorse in dotazione al territorio,  -i modi con cui la base possa mettersi in contatto con i vertici, -la creazione di servizi centrali realmente utili a chi opera sul territorio, etc etc..Onorevole Donadi, dia voce alla base, e faccia in modo che i vertici sappiano darle ascolto!Giorgio Solza
Ci sarà sempre qualche situazione che farà considerare a qualcuno l'inevitabilità di modificare etica e relative regole, sempre al "ribasso". Usciamo da questa logica. Pensiamo ad uno stato che assolva ai suoi compiti diventando "produttivo" in vari settori, sull'esempio delle cosiddette aziende private "d'eccellenza".Mostriamo il coraggio di sfatare l'idea, da troppo tempo ipocritamente inculcata, che ciò che è gestito dal "Pubblico" è inefficiente per antonomasia, basta scegliere le persone giuste, cioè oneste, capaci, competenti, come cercano di fare gli imprenditori privati proprietari di aziende di successo (chissà perchè loro riescono a trovarli e se si sbagliano riescono a "lasciarli"). A differenza di molti di questi, però, la gestione pubblica avrebbe altre regole, discendenti magari da principi costituzionali, ed indubbio potenziale d'investimento e di selezione di risorse umane, per perseguire la tanto e da tutti decantata innovazione tecnologica che porta a riduzione dei costi, aumento delle prestazioni, drastica riduzione degli sprechi, conseguimento di brevetti, di cui potrebbe far beneficiare anche il tessuto produttivo privato. Pagherebbe le tasse, risparmierebbe molto sulle spese per i vari tipi di casse integrazione guadagni nei momenti di crisi, istituirebbe la vera, sana concorrenza di mercato a tutto vantaggio dei consumatori/cittadini, concorrendo il più possibile quanto meno al mantenimento del loro potere d'acquisto, indispensabile per la ripresa ed il sostegno dell'economia. Risparmierebbe soprattutto moltissimo sugli appalti ( penso non solo alle tipiche infrastrutture, ma anche ai sistemi di produzione di energie alternative, attrezzature sanitarie, farmaci, ........) azzerando gli "extra di prezzo" a fronte degli "extra costo" necessari per sostenere le spese di corruzione - 60 mld diceva la Corte dei Conti - e guadagnerebbe molto in qualità delle opere e servizi, grazie al rispetto dei capitolati tecnici di fornitura. Tutte azioni concorrenti alla riduzione del carico fiscale.  Mi fermo qui.
L'OBIETTIVO DI PARTE DATORIALE, NON E' QUELLO DI RINNOVARE CONTRATTI EVOLVENDO E MIGLIORANDO. MA ELIMINARE LA CGIL DA QUALSIASI CONTESTO PRODUTTIVO. DIRE CHE FIOM ABBIA POSIZIONI PREGIUDIZIALI, SIGNIFICA PARTIRE VDA UNA PREMESSA SBAGLIATA.IL FATTO E' CHE C'E' IN ATTO UNA GUERRA, DA PARTE DI QUESTO GOVERNO, CONTRO LA CGIL, CAPEGGIATA DAI 2 NANI CRAXIANI FACENTI PARTE DI QUESTO GOVERNO, BRUNETTA E SACCONI.E'  DIFFICILE DISCUTRERE CON CHI TI VUOLE CHIUDERE LA BOCCA, PER CUI SE SI VUOLE PARLARE DI CURA BISOGNA INDIVUDUARE QUAL'E' IL MALE.   L'UNICA COSA CHE MI DISPIACE, E' CHE LA CISL SI SIA  SCHIERATA DALLA PARTE OPPOSTA A QUELLA DEL SINDACATO. LA UIL C'E' SEMPRE STATA.
Rimane il conflitto fra capitale e lavoro e forse uno spettro torna ad aggirarsi per l'Europa.....dopo la sconfitta del nazifascismo la guerra fredda contrappose il sogno - capitalista americano e maccartista  con quello altrettanto autoritario  del blocco sovietico. Dopo , Regan e il pope polacco con la critica al regime sovietico, ma ancor prima  e Dubcek  e quindi  Gorbaciov   Alliende e in Europa il 68 (quest'ultimi in maniera e scopi ben diversi) portarono alla caduta del muro di Berlino e di una visione autoritaria. Il capitale ha ripreso vigore cercando di uniformare il mondo a visioni liberistiche ( tutti si proclamano liberali infatti): questa tendenza trova ostacoli in Sud America ( Lula e Chavez  e Cuba ) e l'effetto s'è visto con la grande crisi che ha eroso il miglioramento delle condizioni dei lavoratori dipendenti ( il termine operaio è sempre meno adeguato) e lo sfacelo italiano. Marchionne e Berlusconi e il sistema finanziario sono facce della stessa medaglia vogliono riportare il sistema economico e politico a un punto di disequilibrio con una classe agiata e largamente parassitaria sempre più ricca ed classe di lavoratori dipendenti sempre più marginale. Ma si stanno formando nuove contrapposizioni ( è la dialettica storica ) dalle radici del 68 del femminismo, dell'ecologismo e delle nuove energie e dalla rivoluzione informatica della rete vengono collettivamente elaborati nuovi modi pensare i rapporti economici e il vivere sociale . In questo Marchionne ( come B.)  è solo il passato. il mondo va avanti.
Se pur di lavorare tutto va bene.... allora non lamentiamoci del lavoro nero, degli extra comunitari, e neppure delle dichiarazioni di TREMORTI sulla sicurezza.Cancelliamo come vuole la P2, tutto quello che con fatica, sudore e sangue, abbiamo conquistato per i DIRITTI, tutto compreso senza alcun sconto, in modo che non si possa incolpare i Genitori di aver voluto dei Diritti per dare ai figli solo doveri, alla faccia del riformismo e della libertà, ritornando indietro di 60 anni che assieme alla BIAGI/SACCONI/SYSTEM ci avvicineranno alla CINA, il paese che cavalca con forza la finta globalizzazione.Mi ripeto.....Gli accordi che la Fiat sta facendo passare a Mirafiori e a Pomigliano e altri intenzionati a ripetere, violano la Costituzione e per questo sono inaccettabili.L’art. 40 della Costituzione afferma che lo sciopero è “un diritto individuale ad esercizio collettivo”.  ciò significa che la decisione di scioperare o meno, è una decisione individuale che ogni lavoratore deve poter prendere in pieno libero arbitrio e assoluta libertà.L'accordo di Mirafiori, che obbliga ogni dipendente a firmare un impegno a non scioperare contro l’accordo stesso o contro qualche sua parte, viola la Costituzione e quindi, l’Art. 39 della Costituzione che assicura, sia la libertà sindacale che la rappresentatività delle varie organizzazioni sindacali “in proporzione dei loro iscritti”. A Mirafiori, invece, non ci saranno più rappresentanze sindacali liberamente elette dai lavoratori, ma “nominate” dai sindacati che firmano gli accordi. Questa è un'idea ed abbitudine prevalente nella UIL/UILM, cioè quella di nominare i propri delegati con la complicità dei padroni. Non dimentichiamo inoltre,L’art. 2112 che stabilisce, in caso di cessione d’azienda, il passaggio dei lavoratori da un’azienda all’altra deve essere diretto. Quando la Westinghouse fu venduta all'ANSALDO S.P.A, io e tutti i miei colleghi, compagni ed amici, siamo stati solo avvisati del passaggio diretto, senza alcuna nuova assunzione. A Mirafiori invece, i lavoratori dovranno essere riassunti uno per uno e lo saranno solo se firmano l’accordo, questo vuol dire violare, per l'ennesima volta, la legge, significa porre la propria firma con una minaccia, quella del lavoro.Così' facendo, dovranno passare anche altri accordi che potranno riguardare altre categorie di lavoro e lavoratori, come il tessile, il commercio, i chimici ecc. Una giungla di accordi e contratti a perdere.
 FIAT: più che un accordo, una dichiarazione di guerra!Il recente accordo sulla Fiat, non sottoscritto dalla FIOM - CGIL il sindacato più rappresentativo, è una dichiarazione di guerra alle relazioni industriali, allo Statuto dei Lavoratori e, di conseguenza, alla stessa Costituzione italiana.Istituzioni, Partiti Politici, Stampa e quant'altro prendono posizioni con fare "Salomonico", o da "Ponzio Pilato", per non dispiacere nessuna delle parti. Chi difende l'accordo invoca il diritto a lavorare, sempre e comunque, il resto non conta. Su questa posizione si trovano sicuramente i Sindacati che hanno firmato, e il  Governo li benedice sostenendoli.La FIOM, totalmente isolata dagli altri sindacati, è costretta a proclamare uno sciopero per dimostrare di esserci, nella speranza che i lavoratori vi aderiscano. Chi, oltre alla FIOM,  non accetterà l'accordo, dovrà scendere in campo per la difesa dei diritti dei lavoratori, vera posta in gioco che va oltre l'accordo stesso.In passato ho sostenuto lotte per la rappresentanza sindacale, organizzando le Rappresentanze di Base contro tutti i sindacati e i Governi di centrodestra e di centrosinistra che li proteggevano. I lavoratori hanno lottato per lunghissimi anni, fino a quando sono stati riconosciuti dalle controparti (Sindacati e Governi)  per rappresentare le proprie istanze e vederle considerate.Oggi è un nostro dovere stare dalla parte della FIOM e  di quanti non cedono ai ricatti della Fiat e dei Sindacati che hanno firmato. Il ricatto che impone: "o lavori senza diritti o non lavori" è totalmente inaccettabile, perchè riporta il Paese negli anni bui in cui si scioperava, e si andava in galera, per il diritto a non più otto ore di lavoro al giorno, al riconoscimento della malattia o il diritto a consumare il pasto. Aldo Murella    
Caro Massimo, credo che il problema sia a monte di questi accordi sui quali sono i lavoratori a doversi pronunciare, come tu hai detto corettamente. Sono infatti i lavoratori a rischiare di perdere il lavoro e a dover dire se è possibile stare 8 ore in catena di montaggio senza avere problemi di salute.Ma il problema più grosso come ho accennato è a monte. A mio parere la FIAT che sia con la Cryseler o meno è finita. Un'azienda che ha perso parecchi treni dell'innovazione e della sfida alla qualità sarà tra non molto fuori dal mercato. A mio parere, se avessimo avuto politici con gli attributi negli ani 90 anni, la FIAT sarebbe stata nazionalizzata. Un Paese come il nostro non poteva privarsi di una risorsa tecnologica come la FIAT ed il suo indotto.  Parliamoci chiaro, qualcuno di voi pensa di comprarsi una FIAT? Io no. Le FIAT sono barattoli di latta a basso contenuto tecnologico e pure costose, poco affidabili (si stà sempre dal meccanico a riparare qualcosa). Gli ingegneri, quelli che avrebbero potuto fare la differenza sono stati licenziati dagli Agnelli negli anni '80. La FIAT ha perso la competizione con le industrie tedesche, coreane e giapponesi. La distanza nell'innovazione è abissale e la FIAT non riuscirà a risollevarsi. Comunque a mio parere Marchionne non è adatto a raccogliere la sfida. Non si può puntare tutto sul lato commerciale se non innovi e se non hai i mezzi per farlo. Per me fuori Marchionne e fuori la famiglia Agnelli dalla partita. Dentro, dei manager tecnici di provata capacità e sopratutto che la FIAT sia finalmente nazionalizzata. L'investimento ne vale la pena.
caro onorevole, finalmete qualcuno dell'IDV ha il corraggio di dare pane al pane e vino al vino......ottima analisi onorevole.sono il primo firmatario della lettera uscita sull'Il Giornale dove abbiamo richiamato ad un maggior rispetto per quei lavoratori che nn la pensano come la FIOM e hanno votato SI al referendum del 22 giugno scorso. a fine mese faremo un iniziativa che si intitolera:" FIAT PER UNA NOTTE" sarei lieto della sua presenza. per contatti diretti le lascio il mio cell. 338 73 68 998....buon anno. ps.noi nn diciamo che la FIOm e cattiva o sbaglia, ma, questa battaglia che oggi ha messo in campo non aiuta OGGI la classe operaia...... giannone gerardo
  • Tutta la bagarre attorno all'affare FIAT mi sconcerta e mi disgusta anche.  Non mi sarei mai aspettata che la sinistra italiana di fronte a tali problemi si limitasse a chiacchiere da salotto.  Così come non avrei mai voluto vedere sindacati che invece di difendere i lavoratori, difendono il padrone.   Mi auguro che la politica italiana abbia uno scossone. Un vero terremoto, che la attraversi, la  scompagini, la scuota.  FINALMENTE.   Oggi c'è malcontento, ma c'è anche (vivaddio!!!) fermento.   Ho letto un articolo che vi propongo, e che mi è piaciuto. Mi è piaciuto nella misura in cui lo considero un augurio più che  una constatazione.   Ed è  questo il mio augurio di fine anno.
  • Se nasce il Partito del lavoro
 
cara maria ho letto con entusiasmo l'articolo  del fatto quotidiano e condivido appieno le tue speranze e le tue idee,ma come te mi chiedo : ma chi?
 Cara maria b.,  
  • come tu dici, i sindacati che difendono il padrone sono un vero scandalo.
  • interessante la proposta di Salvatore Cannavò su di un Partito del Lavoro, che, come tutte le idee che cercano di trovare un punto intermedio tra due interessi opposti, finisce (cioè nella parte finale) per mettere delle condizioni.
  • Dice infatti :
  «Una forza politica di questo tipo sarebbe quindi utile, a condizione, ovviamente, di non riproporre stancamente la sinistra radicale che fu, magari con lo stesso personale politico riciclato, gli stessi automatismi e gli stessi errori. E a tal proposito il problema delle alleanze con il Pd si riproporrebbe tutto intero anche se, forse, sarà proprio il Pd con la sua “vocazione maggioritaria” o con la sua propensione neocentrista a risolverlo in anticipo.»    
  • A partire invece dalla storia di Antonio Di Pietro, dalle sue dichiarazioni sulla riorganizzazione del Partito nel prossimo Congresso e le sue puntuali dichiarazioni sulle varie fabbriche FIAT installate in Italia,  a me sembra che precisamente il Partito Italia dei Valori sia quello che potrà, dal prossimo governo di centrosinistra (e riformista), obbligare un’azienda, che ha sfruttato senza mai restituirli i fondi della banca italiana, a rispettare i diritti civili e sociali dei lavoratori e delle loro famiglie che non devono essere trasformate in perenni e pauperizzati MIGRANTI.
  • Al contrario, il punto medio ricercato dall’On. Donadi lo vedo meno vicino alla giustizia : -malgrado le sue buone intenzioni, i lavoratori continuerebbero ad essere carne di cannone.
  • Forse possiamo fare un gioco di parole di buon auspicio scrivendo « Italia dei Valori = Italia dei Lavori »
  • Conclusione, i punti intermedi non risolvono nulla, ci vuole l’azione perspicace e il vigore permanente di Antonio Di Pietro.
  • Che il prossimo anno 2011 ci porti l’anelata giustizia.
  Un abbraccio a tutti. 
la vicenda fiat accende il dibattito non solo sui suoi contenuti,ma anche e ancor di piu,sul ruolo della rappresentativita del sindacato nel nostro paese.chi vi scrive è stato segretario generale provinciale uil fino al 2008 ed ho dovuto abbandonare l attivita per problemi di salute ora fortunamente risolti.mi sono qualificato per la mia storia perche dico che sono fortemente contrario all esclusione della fiom dai tavoli di discussione in quanto non firmatari,sarebbe come dire che i D.S. fossero fuori dal parlamento perche hanno perso le elezioni!la democrazia è un altra cosa.disse un illuminista francese ad un suo interlocutore:io non sono d accordo in nulla di quello che lei dice,ma darei la vita perche possa continuare a farlo.è anche vero che la fiom deve modernizzare il suo concetto di rappresentanza è finita l epoca in cui si rappresentava gli ideali,oggi si rappresentano le persone la societa la famiglia il paese solo con un senso piu allargato della rappresentanza sociale il sindacato confederale puo ricostruire il proprio consenso altrimenti(e qui mi rivolgo anche a cisl e uil) si resta un sindacato di servizio,delegando la rappresentativita a chi la pensa come la fiom.altro passo in avanti e qui mi rivolgo al sig. Capece non è pensare al fatto che il lavoratore auto tedesco guadagna il doppio di quello italiano(a verita va detto che il costo della vita è molto piu alto in germania),ma come avviene questo processo.in germania i lavoratori partecipano agli utili,quindi fortemente motivati nella produzione quantitativa e qualitativa e partecipano con loro rappresentanze nei consigli di amministrazioni condividendo le strategie di mercato,questo è e deve essere il futuro prossimo.per ora mi fermo,ribadisco la mia disponibilita sul territorio di la spezia a dare una mano GRATUITA(parola magica)al partito,che il 2011 ci tolga dalle balle il cavaliere.
Sono d'accordo con lei onorevole donadi. Sarebbe davvero grave se l'idv seguisse la fiom nelle sue posizioni di oltranzismo ideologico. La tutela dei lavoratori è un principio sacrosanto per chiunque si dica di centrosinistra, ma la Fiom sembra farne più una questione politica se è vero che anche la Camusso, segretaria della Cgil ha detto che se al referendum passano i si bisogna che la Fiom firmi.
Se posso permettermi non sono per nulla d'accordo con questo cerchiobottismo. E' vero che correzioni e aggiustamenti agli orari e ai turni sono in linea con le altre aziende europee, ma non lo è affatto il sottrarsi ai contratti nazionali, alle regole di rappresentanza del lavoro e alla legislazione nazionale. Questo non c'entra assolutamente nulla con globalizzazione, visto che alla fine i recuperi effettivi sono marginali. Le richieste di Marchionne, giustificate con la magica parola globalizzaziione sono invece un programma politico di fuoriuscita dal welfare europeo. Mi piacerebbe controllare se l'adeguamento al resto del sistema produttivo europeo comprende anche l'adeguamento, ad esempio, delle tolleranze di fabbrica che in Fiat sono doppie rispetto alla Wolkswagen, consentendo enormi risparmi. Ma naturalmente la qualità è un'altra cosa. Infatti la Casa di Wolfsburg paga salari doppi ai propri operai (tenendo conto che in Germania il costo del lavoro è più alto) è diventata il maggior costruttore mondiale, mentre Fiat è in fondo alla classifica.   Se la politica non arriva a comprendere che i piani di Marchionne sono quelli della deindustrializzazione ulteriore del Paese, se consideriamo anche la capacità progettuale ormai migrata in Usa, stiamo freschi.