Finanziamento ai partiti. Referendum per uscire dall'illegalità

Un referendum per abolire il finanziamento pubblico ai partiti. Lo abbiamo annunciato ieri durante la conferenza stampa, di cui potete rivedere il video, alla luce degli ultimi scandali e in virtù del fatto che su questo tema siamo in presenza di un vuoto normativo. Non credo si arriverà in tempi rapidi a una riforma in tal senso ed è per questo che abbiamo deciso di proporre il quesito referendario, che depositeremo entro la prossima settimana.

Lo sapete bene, lo abbiamo dimostrato più volte, quando ci mettiamo in testa di fare un referendum facciamo sul serio. Raccoglieremo le firme perché non possiamo più tollerare che i partiti gestiscano, così come hanno fatto nel corso degli ultimi 10 anni, due miliardi di euro nell'assoluta illegalità e in assoluta libertà. Trovo assurdo il fatto che non esista forma di controllo alcuna, nessun organo deputato a verificare e controllare l'operato dei partiti, soprattutto per quanto riguarda un aspetto delicato come quello dei finanziamenti. Per questo proponiamo di cancellare la legge n.659 del 18 novembre 1981 che di fatto aveva sostituito la n.195 del 2 maggio 1974. Anche quella abrogata con un referendum.

Ora, non ci rimane che sciogliere un dubbio normativo visto che, secondo la legge, non è possibile depositare richiesta di referendum "nell'anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l'elezione di una delle Camere medesime". Ma questo non è un problema. Raccoglieremo le firme subito oppure a gennaio del 2013, a seconda delle indicazioni che riceveremo dalla Cassazione. Ma potete star tranquilli, nel 2014 ognuno potrà dire la sua su questa legge. La politica ha due anni di tempo per dar vita a un finanziamento decente e dentro la legalità, altrimenti incorrerà nella "ghigliottina" del voto popolare.

Commenti

Noi Cittadini Italiani siamo ancora oggi trattati dalla "onorevole cialtrona Casta politica" come dei "sudditi" che vengono trattati, a seconda delle circostanze, con il bastone o la carota. Mentre gli "onorevoli" sperperano le sempre più le scarse risorse del Paese, e  rimpinguano le loro capaci  tasche coi nostri denari,  i cialtroni dell'onorevole Casta ci ammansiscono, lisciano il pelo e blandiscono solamente in vicinanze delle tornate elettorali, per continuare poi il loro gioco preferito di sempre: Noi onorevoli "fedeli servitori dello stato" ci arricchiamo, Voi, invece, "nostri sudditi" pagate e tacete. Comandano loro e l'hanno ben dimostrato. E' ora di dire basta!. Plaudo, pertanto, alla nuova inziativa referendaria di Italia dei Valori che dovrebbe proporre, senza ulteriori indugi, il referendum quale organica consultazione del Cittadini, la più alta forma di democrazia diretta, esistente nei Paesi europei più avanzati (Svizzera, Svezia, Francia, Olanda...). Non vogliamo essere soltanto dei pupazzi manovrati, a seconda delle convenienze, da "quattro squallidi amici al bar"!

Il problema non è il finanziamento pubblico, ma  come questo venga usato per scopi che non siano quelli strettamente legati all'attività politica sul territorio. Sono le storture che bisogna eliminare, non il finanziamento. Se lo aboliamo, solo i straricchi potranno permettersi di fare politica, di aprire sedi sul territorio. Sedi necessarie come punto di riferimento sia per gli iscritti che i cittadini, possibilità di attività di propaganda, non solo nel periodo di elezioni, ma in tutti i periodi: bisogna avere capacità economica per acquistare banchetti, fare dei volantini. Non credo che si possa fare tutto attraverso il social network (e costa pure quello, ci sono decine e decine di persone che ci lavorano dietro e una buona parte della popolazione non accede ad internet) sia la soluzione. Bisogna stare in mezzo alla gente, con le bandiere e materiale. I volontari che si danno da fare ci sono, ma i mezzi deve darli il partito. Se abroghiamo tout court la legge, e probabilmente ci sarà una percentuale bulgara sia nella raccolta firme che  nelle urne, poi come verrà sostenuta l'attività politica nei territori per un partito trasparente come il nostro?

La cosa importante sarebbe di richiedere ai partiti e ai loro organi di stampa -- come in genere a tutta l'amministrazione pubblica, e a chiunque altro campi del denaro dei cittadini (o ne riceva a qualunque titolo) -- di rendere completamente trasparenti e disponibili in rete tutte le entrate, tutto il processo di determinazione e gestione della spesa, e le singole spese effettuate con le relative controparti.  Meglio sapere che vincolare senza poi sapere cosa in realtà accade...