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LA SOCIETA’ DEI “MAGNACCIONI”

Lombardia. Le delibere della sanità lombarda sarebbero state scritte negli istituti privati e poi approvati nella giunta regionale lombarda. Questo il contenuto delle rivelazioni di una funzionario della fondazione Maugeri, oggi arrestato. Sarebbe anche capitato, in alcuni casi, che veniva calcolato il risultato che la Fondazione avrebbe raggiunto qualora fossero stati recepiti determinati parametri dalle delibere regionali.

Lazio. Ricevute per cene gourmand, viaggi con amanti, acquisti di cravatte e di articoli pregiati di pelletteria e, persino, il noleggio del set di Roma antica a Cinecittà per una festa. Così se ne sono andati in fumo i 100 milioni di spese annuali del consiglio regionale del Lazio. Il consigliere Franco Fiorito del Pdl avrebbe maneggiato, senza nessuna forma di controllo, più di otto milioni di euro di denaro pubblico in due anni e andrebbe anche fiero di come lo ha fatto: “M’emporta poco dei regolamenti e della costituzione, a me piace la politica, qui famo ammistrazione”. Sono parole sue, rilasciate a Radio Radicale. Una strada idea di cosa sia la politica, di cosa significhi amministrare la cosa pubblica, se a carico dei contribuenti risulta, come sembra, il pagamento dei weekend a Porto Cervo pagati del consigliere regionale, i conti esteri intestati a se stesso e le cravatte di Marinella, le ostriche, capesante, festini e via discorrendo.

Questo è accaduto ieri e, se non vi si porrà rimedio, accadrà anche domani. Mentre politici, governo, giornali parlano di riduzione dei costi della politica, di un’opera di moralizzazione, di una stretta agli sprechi e ai privilegi, c’era chi compra ostriche e champagne, alla faccia della crisi.

La classe politica e' sorda alle richieste degli italiani di maggiore chiarezza nella gestione dei soldi pubblici. Quanti scandali ancora dobbiamo sopportare perché si prenda coscienza della necessità di una nuova normativa, seria e trasparente?

Il 12 ottobre parte la raccolta firme per il referendum firmato Italia dei Valori per  abrogare il finanziamento ai  partiti. Saranno i cittadini, ancora una volta, a decidere la partita.

LA FIERA DELL’INGORDIGIA E DELL’IPOCRISIA

Stanno cadendo le maschere dell’ipocrisia. L’ingordigia dei partiti è senza limiti. E’ quanto sta accadendo nell’Aula di Montecitorio, dove si sta discutendo la legge sul finanziamento pubblico ai partiti, una leggina frutto di un accordicchio al ribasso, raggiunto dalla strampalata maggioranza Abc.

Ieri hanno dimezzato i rimborsi. Hanno, perché noi abbiamo votato contro. Italia dei Valori aveva chiesto l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, nel rispetto di quanto avevano deciso i cittadini con il referendum tradito. Invece, Pd, Pdl e Udc, hanno approvato la riduzione del finanziamento, che porta i fondi destinati dallo stato alle forze politiche dagli attuali 182 a 91 milioni di euro. Cittadini traditi due volte.

Non solo. Il Parlamento, ieri, con un atto di arroganza insopportabile, ha bocciato anche il nostro emendamento che chiedeva la soppressione della rata di luglio, destinando quei soldi alla spesa sociale. Noi destineremo, comunque, quei fondi agli esodati, con un bel assegno circolare al ministro Fornero, perché la riduzione al 50% della tranche di luglio è una presa in giro, un atto di arroganza insopportabile, in un momento di grave crisi come questa.

Non molliamo. Continueremo anche oggi la nostra battaglia a colpi di emendamenti in Aula e andremo avanti, con la proposta di legge di iniziativa popolare.

I partiti sono stati sommersi da un fiume di denaro, in dieci anni tre miliardi di euro ricevuti dallo Stato in un vero 'Far West', senza regole senza controlli. In questo clima ognuno ha fatto quello che ha voluto e ci sono stati tantissimi casi di appropriazione indebita di denaro pubblico.

Giu' le mani dal sacco”, è il nostro obiettivo: cancellare il finanziamento pubblico, trasfomandolo in un vero rimborso spese, solo delle spese di campagna elettorale, e con il 5 per mille volontario nelle dichiarazioni dei redditi dei cittadini. Questa è trasparenza.

Dimezzare il finanziamento è qualcosa e qualcosa è meglio che niente, ma la politica resta un passo indietro rispetto al sentire dei cittadini. Il Paese ha bisogno di più, di una politica che sappia cambiare pagina.

ABC, STRANO CASO DI FANTASIA AL POTERE

Dunque, ricapitoliamo le rocambolesche proposte di ABC - Alfano, Bersani, Casini - sul finanziamento pubblico ai partiti nella giornata di ieri. E’ davvero uno strano caso di fantasia al potere.

Ore 12.38: la via scelta è quella dell’emendamento, da inserirsi nel decreto fiscale. Ore 17.48: la presidenza della Camera lo dichiara inammissibile “per estraneità di materia”. Ovvio, quasi scontato. Altro giro, altra corsa. Si procederà con decreto. Anzi no, non ci sono i presupposti di necessità e urgenza. Ore 18.02: ABC presenta una proposta di legge sulla trasparenza e il controllo dei bilanci dei partiti.

 Cosa dice la proposta targata maggioranza? Ricalca l’emendamento, quello dichiarato inammissibile, ovvero: bilanci certificati da società di revisione e pubblicabili su internet. Una commissione di controllo composta dal presidente della Corte dei Conti, del Consiglio di Stato e del primo presidente della Cassazione; sanzioni nelle mani dei presidenti delle Camere e investimenti solo in titoli dello Stato italiano. Le nuove regole si applicano dall'esercizio finanziario 2013.

E il dimezzamento dei finanziamenti? Non c’è traccia. E il congelamento della rata di luglio, quella da destinarsi a iniziative sociali, come contributo agli esodati, richiesta da Idv? Dispersa nel nulla.

Carta canta. La proposta presentata dai partiti di maggioranza è drammaticamente inadeguata rispetto alle legittime esigenze  di trasparenza e di legalità che gli italiani rivolgono alla politica. Ma quel che è più grave è che non risolve nessuno dei problemi che hanno portato alla nascita delle vicende Lusi e Belsito. Siamo alla truffa al raggiro.

Serve una proposta seria, organica che incida fattivamente sul controllo dei bilanci dei partiti. La riassumiamo qui, perché sia chiaro che su questo daremo battaglia.

1.  Serve congelare immediatamente l`ultima rata del finanziamento pubblico di 100 milioni prevista per luglio. I partiti devono avere il coraggio di rinunciare a quei soldi e destinarli a iniziative sociali, per esempio come contributo per gli esodati.

2. Servono controlli veri, seri e stringenti da affidare alla Corte dei Conti e al suo personale, in grado di scandagliare ogni voce di spesa, ogni fattura e pezze di appoggio. Pensare di risolvere tutto pubblicando i bilanci dei partiti su Internet o affidarne la verifica ai tre magistrati più impegnati d`Italia, è una truffa, un raggiro bello e buono.

3. Occorre ridurre drasticamente il finanziamento pubblico, oggi ad un livello immorale, inconcepibile e inaccettabile. Va lasciato il minimo per garantire la sopravvivenza dei partiti, affidando la raccolta di eventuali fondi al 5 per mille, imponendo altresì un tetto alle spese per le campagne elettorali.

4. Serve la revisione dell`articolo 49 della Costituzione, per trasformare i partiti in soggetti trasparenti, case di vetro per i cittadini, subordinando l`erogazione di finanziamenti al rispetto dei principi di trasparenza e legalità.

Nessuno provi a giocare sporco o al ribasso. Italia dei Valori ha già depositato una proposta di legge d'iniziativa popolare e i quesiti referendari per abrogare i rimborsi ai partiti. Saranno i cittadini a fare quello che il Parlamento non è in grado o non ha voglia di fare.

RIDURRE I RIMBORSI O IDV NON CI STA

Pubblico la mia intervista su l’Unità di oggi.

Dopo Pd, Udc e Pdl, anche l’Idv apre sulla revisione delle regole dei rimborsi elettorali. Ma non per questo rinuncia a portare avanti il referendum per abolire il finanziamento pubblico ai partiti.Scrive su twitter il leader Antonio Di Pietro: “serve buona legge. Intanto Idv pronta a raccogliere firme”.

“Siamo pronti a partecipare ai lavori, ma alla fine il provvedimento lo voteremo solo se contiene alcune misure di peso”.

Quali sono le vostre priorità?

Anzitutto che si preveda un sistema di controlli che sia affidato a un’autorità terza e indipendente, come la Corte dei Conti che svolge già egregiamente questo compito per le campagne elettorali.

E su questo non pare che ci siano grandi dissidi. Poi?

E’ necessario affrontare la riduzione dei rimborsi. La proposta di legge dell’Idv parla di un taglio del 50 per cento, ma a questo punto mi sembra anche poco. Per questo, vediamo con interesse la proposta di introdurre il 5 o il 4 per mille come eventuale contributo volontario nelle dichiarazioni dei redditi; una misura che sarebbe accompagnata con la fissazione dei limiti di spesa in campagna elettorale – così da superare l’obiezione che, senza soldi dello Stato, la politica la farebbero solo i ricchi.

Si trova d’accordo con Alfano?

Non vedo lo scandalo, e la proposta è tutt’altro che nuova – la feci anch’io nel 2005. Serve un chiaro segno di rigore, e noi crediamo sia necessario arrivare al superamento del finanziamento pubblico, prevedendo al più una quota minima di contributo per garantire la vita dei partiti.

Ecco, su questo non pare che Pd, Udc e Pdl la vedano nello stesso modo.

E’ vero. L’accordo non c’è anche su un altro punto per noi dirimente: prevedere uno statuto dei partiti, per attuare l’art.49 e legare i finanziamenti alla trasparenza e democrazia delle associazioni politiche.

Ma quanto sono dirimenti queste condizioni per l’Idv?

Queste sono le nostre proposte. Dopodiché non è che facciamo come i bambini: siamo disponibili a valutare tutto. Altro conto è però se, alla fine, nella legge dovessero rimanere il controllo della Corte dei conti e poco altro: in questo caso voteremmo no.

E vi buttereste sul referendum. Ma non c’è contraddizione tra il voler riformare la legge in Parlamento e il volerla abolire per volontà popolare?

No, perché la prima finestra utile per celebrare il referendum si aprirà nel 2014, e abbiamo calcolato che l’unico momento buono per raccogliere le firme è tra ottobre e dicembre. E se la volontà c’è, a settembre la legge sarà già arrivata in fondo al percorso. Noi diamo tempo alla politica – quindi anche a noi stessi – di far vedere di cosa è capace. Poi se il Parlamento avrà provveduto in maniera insufficiente, faremo partire la raccolta firme.

NEL CONTINENTE NERO…

Notizia di oggi. Il tesoriere della Lega Belsito è indagato per riciclaggio, appropriazione indebita e truffa allo Stato. Al centro dell’indagine della Guardia di Finanza, i fondi esteri del partito. Salvini ha detto: “La Lega non ha niente da nascondere, in Lega chi sbaglia paga". Maroni ha dichiarato: “Si poteva fare qualcosa prima, ma purtroppo questa richiesta non e' stata ascoltata  da chi doveva decidere. Noi abbiamo anche chiesto in Consiglio federale che ci portassero i conti e che si facesse  chiarezza, che Belsito facesse un passo indietro e venisse nominato un nuovo amministratore. Purtroppo questa richiesta non e' stata ascoltata e si e' arrivati alla situazione di oggi''. Ha poi aggiunto: “L'inchiesta mi sembra particolarmente importante per cui chiedo che la risposta da dare sia un passo indietro volontariamente da parte dell'amministratore e la nomina di un nuovo tesoriere in cui abbiamo fiducia, che possa fare chiarezza sui conti e dirci davvero, finalmente, che cosa e' successo prendendo in mano la situazione". Sono parole dure, per certi aspetti inequivocabili, quelle pronunciate dall’ex ministro dell’Interno. Vedremo gli sviluppi dell’inchiesta sugli eventuali addebiti, confidando nel lavoro della magistratura. Per ora, sospendiamo ogni giudizio, come è d’obbligo in questi casi. Chi è chiamato in causa si discolpi e vada a chiarire la sua posizione.

Ma non possiamo non dire che gli scandali delle ultime settimane, dalla vicenda Lusi a quella odierna di Belsito, impongono alla politica di intervenire. I nostri appelli ai presidenti di Camera e Senato per calendarizzare in Aula la proposta Idv per rendere trasparente il meccanismo del finanziamento pubblico ai partiti ed evitare illeciti sono rimasti inascoltati.

Per questo, abbiamo deciso di presentare il referendum per l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. Oggi, più che mai, è inaccettabile che i partiti gestiscano, così come hanno fatto in questi ultimi 10 anni, due miliardi di euro, senza un effettivo controllo da parte di alcuno. E' assurdo che non esista un organo in grado di verificare e controllare davvero l'operato dei partiti soprattutto per quanto riguarda i finanziamenti. Se la politica tace, allora parlino i cittadini.

Finanziamento ai partiti. Referendum per uscire dall'illegalità

Un referendum per abolire il finanziamento pubblico ai partiti. Lo abbiamo annunciato ieri durante la conferenza stampa, di cui potete rivedere il video, alla luce degli ultimi scandali e in virtù del fatto che su questo tema siamo in presenza di un vuoto normativo. Non credo si arriverà in tempi rapidi a una riforma in tal senso ed è per questo che abbiamo deciso di proporre il quesito referendario, che depositeremo entro la prossima settimana.

Lo sapete bene, lo abbiamo dimostrato più volte, quando ci mettiamo in testa di fare un referendum facciamo sul serio. Raccoglieremo le firme perché non possiamo più tollerare che i partiti gestiscano, così come hanno fatto nel corso degli ultimi 10 anni, due miliardi di euro nell'assoluta illegalità e in assoluta libertà. Trovo assurdo il fatto che non esista forma di controllo alcuna, nessun organo deputato a verificare e controllare l'operato dei partiti, soprattutto per quanto riguarda un aspetto delicato come quello dei finanziamenti. Per questo proponiamo di cancellare la legge n.659 del 18 novembre 1981 che di fatto aveva sostituito la n.195 del 2 maggio 1974. Anche quella abrogata con un referendum.

Ora, non ci rimane che sciogliere un dubbio normativo visto che, secondo la legge, non è possibile depositare richiesta di referendum "nell'anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l'elezione di una delle Camere medesime". Ma questo non è un problema. Raccoglieremo le firme subito oppure a gennaio del 2013, a seconda delle indicazioni che riceveremo dalla Cassazione. Ma potete star tranquilli, nel 2014 ognuno potrà dire la sua su questa legge. La politica ha due anni di tempo per dar vita a un finanziamento decente e dentro la legalità, altrimenti incorrerà nella "ghigliottina" del voto popolare.

PARTITOCRAZIA? NO, ABBIAMO GIA’ DATO…

La legge elettorale è l’architrave di un sistema democratico. Molti la considerano una questione squisitamente politica, che riguarda solo i partiti, invece è lo strumento più prezioso nelle mani dei cittadini. Con la legge elettorale non solo si scelgono governo e parlamento, ma si determina il sistema politico, la durata dei governi, la trasparenza delle camere, la qualità della classe dirigente nazionale, il rapporto col territorio e la  rappresentanza sociale. Tutti fattori indispensabili per il buongoverno.

In questo periodo la riforma della legge elettorale è tornata, giustamente, una priorità per la politica. Consultazioni, incontri più o meno formali, contatti, missioni degli sherpa, ambasciatori e delegazioni al lavoro.

Sono gironi di trattative frenetiche, più o meno alla luce del sole. Circolano diverse ipotesi, la più accreditata è un sistema misto, proporzionale e con collegi uninominali, con due soglie di sbarramento, la prima al 2% per entrare in parlamento e la seconda all’8% per dividersi un consistente numero di seggi. E diritto di tribuna per i ‘piccoli’.

Non so se sarà il modello definitivo, ma su una cosa voglio essere chiaro: siamo contrari al ritorno ad un proporzionale che non consente all’elettore di conoscere prima il candidato premier, la coalizione ed il programma di governo. Un sistema di questo tipo rischia di far tornare le sconcezze della Prima Repubblica ed i suoi governi balneari.

Se così fosse, si tradirebbe la volontà del milione e mezzo di cittadini che hanno firmato il referendum e che non ha alcuna intenzione di abbandonare il bipolarismo, che significa far tornare il paese indietro di vent’anni.

Ci batteremo in Parlamento contro qualsiasi ipotesi di legge elettorale che aumenta il potere partitocratico e che diminuisce il potere ed il controllo dei cittadini. Lo dobbiamo alle migliaia e migliaia di volontari che si sono impegnati per raccogliere le firme e al milione e mezzo di cittadini che ha firmato i referendum.

 

TIRA ARIA DI RESTAURAZIONE

Mentre scrivo, la Corte Costituzionale è chiusa in camera di consiglio per decidere sull’ammissibilità dei due referendum elettorali. Noi ci auguriamo che la Corte dica sì ma rispetteremo qualunque decisione assuma. Abbiamo la coscienza a posto, di chi ha lavorato sodo per raccogliere le firme. Si tratta di un milione e mezzo di cittadini che hanno espresso la precisa volontà di voler cambiare questa pessima legge elettorale e tornare a scegliere i propri candidati. Un milione e mezzo di firme non può essere ignorato.Ma c’è chi, in queste ore, si sta agitando. C’è un sottobosco in movimento che si muove alla ricerca di un accordo sottobanco. Sotto, appunto, niente alla luce del sole. Tira una brutta aria, un’aria di restaurazione, un modo come un altro per esercitare indebite pressioni. Buona parte dei partiti, infatti, ritiene che il bipolarismo sia un male da superare e pensa di rifugiarsi in una sorta di ritorno alla prima Repubblica, in particolare ad una riedizione scadente e scaduta di compromesso storico. Nel caso specifico, con la scusa della crisi economica, si governa tutti insieme. E allora cosa si fa, come si aggira la volontà dei cittadini? Si pensa di riportare in scena la peggior commedia della partitocrazia mai vista: andare al voto senza sapere prima la coalizione, con chi, e il leader, chi e quali parlamentari.Fare ciò è come gettare alle fiamme la volontà dei cittadini. Tutti i partiti dovrebbero avere almeno la decenza di rispettarli. Altrimenti, non è democrazia, è un’altra storia. 

LOTTA ALL'EVASIONE ANCHE FUORI CORTINA

Prima di tutto, oggi, voglio rivolgere un pensiero alle vittime di un altro omicidio che ieri ha insanguinato le strade della Capitale. Un papà e una bimba di nove mesi, di nazionalità cinese, sono stati uccisi da due rapinatori nel quartiere di Tor Pignattara. E' il 35° omicidio in un anno, solo a Roma. Nessuna accusa, solo una riflessione...A loro e alla famiglia va il mio pensiero...

Vorrei ora passare ad occuparmi di sprechi ed evasione, due temi che, lo sapete, mi stanno molto a cuore. Comincio dal primo visto che ieri, con il collega Felice Belisario, capogruppo al Senato, abbiamo scritto una lettera ai presidenti Gianfranco Fini e Renato Schifani per chiedere di calendarizzare al più presto la proposta dell'Italia dei Valori di abolire le Province. Proposta sottoscritta da oltre 400mila cittadini. Si tratta di un provvedimento urgente per dare finalmente una sforbiciata ai costi della politica riavvicinando i cittadini alle istituzioni.

In Italia le Province sono 107 e costano all'incirca 16 miliardi di euro l'anno allo Stato. Come riportato oggi dal quotidiano "La Repubblica", il loro numero è ben più elevato di quello dei department francesi (100) e quasi doppio rispetto alle Provincias spagnole (59). Solo i corrispettivi tedeschi (i Kreise) sono più numerosi (429). L'ho già detto e lo ripeto: la provincia è un ente inutile che soddisfa l'esigenza di "poltronificio" dei partiti e che si occupa quasi solo esclusivamente di materie che sono già di competenza di comuni e regioni. Che senso ha mantenerle in piedi?

L'altra parola chiave di oggi è: l'evasione. Abbiamo letto del blitz di Capodanno dell'Agenzia delle Entrate a Cortina d'Ampezzo: 251 auto di lusso intestate a 133 persone, 42 delle quali dichiarano 30mila euro di reddito lordo. Anche gli incassi giornalieri dei ristoranti hanno registrato un aumento del 300% rispetto al 30 dicembre 2010, e quelli dei negozi di lusso addirittura il 400%. Non c'è che dire...Cortina è un simbolo certo, ma è solo la punta dell'iceberg visto che secondo il Dipartimento delle Finanze, come riportato dai principali organi di stampa, solo 71.989 contribuenti dichiarano più di 200.000 euro lordi l'anno, pari ad appena lo 0,17 per cento del totale. E secondo la Commissione Giovannini l'economia in nero ammonta al 17,5 per cento del Pil, ovvero 275 miliardi.

Siamo sempre stati convinti della necessità e dell'urgenza di affrontare questa piaga sociale. Lo abbiamo detto e ripetuto in aula e il governo, anche quello Monti, ha fatto orecchie da mercante. Mi riferisco all'accordo fiscale con la Svizzera per la tassazione dei capitali esportati illegalmente. Accordo, peraltro, già sottoscritto da Inghilterra e Germania, che ci permetterebbe di recuperare 20 miliardi di euro. Nel question time del 7 dicembre scorso il governo italiano ha dato parere negativo adducendo scuse circa probabili difficoltà che potrebbero essere sollevate dall’Unione Europea. Difficoltà risibili. Il governo estenda la battaglia contro l'evasione anche fuori dai confini di Cortina. Solo così potrà chiedere sacrifici agli italiani.

LEGGE ELETTORALE, UN MILIONE DI GRAZIE

Ieri la Cassazione ha ammesso il referendum sulla legge elettorale. Sono state, infatti, considerate valide le oltre 500mila firme raccolte per ciascuno dei due quesiti. Un passo in avanti importante che dà grande soddisfazione ai comitati promotori, al nostro partito e ai nostri militanti che, l’estate scorsa, all’ebbrezza delle onde marine, hanno preferito l’afa delle piazze cittadine ed il duro lavoro della raccolta delle firme, giunte copiose, più di un milione. A loro, innanzitutto, il primo plauso: se Idv potrà lasciare il segno in quella che è una importantissima battaglia di democrazia è solo grazie all’impegno dei nostri militanti e sostenitori.

Attendiamo ora fiduciosi il pronunciamento della Corte Costituzionale. Crediamo che, in questo momento, ci sia anche questo tipo di emergenza democratica. E’ importante cambiare passo, dando al paese una nuova legge elettorale che restituisca ai cittadini il potere di scelta. La democrazia, la legalità, il senso delle istituzioni, il rilancio di una Paese passa anche attraverso una legge elettorale trasparente e non truffaldina. Avanti tutta, la strada è quella giusta.