I DIRITTI NON SI TOCCANO MA I DOVERI NEANCHE

Pomigliano - FiatPomigliano - Fiat

La partita che si sta giocando a Pomigliano d’Arco è di straordinaria importanza e lo è innanzitutto per la Campania ed i lavoratori del comparto. L’impianto Fiat di Pomigliano d’Arco è uno stabilimento strategico sotto il profilo occupazionale.  Ai 5.000 dipendenti Fiat che lavorano a Pomigliano si sommano infatti circa 8.000 lavoratori dell’indotto, parliamo quindi di circa 13.000 posti di lavoro che, direttamente o indirettamente, sono garantiti  dall’esistenza di  quello stabilimento. Ma è strategico anche, e forse soprattutto, perché è localizzato in una regione nella quale immense sono le difficoltà del mercato del lavoro e nella quale estesa è la presenza delle organizzazioni criminali. Qualcuno in passato ha osservato, proprio per segnarne in positivo la differenza, che Pomigliano non è una cattedrale in un deserto, ma una “cattedrale in un cimitero”. In questi giorni la polemica divampa sul contenuto dell’accordo siglato tra Fiat e molte sigle sindacali, ma con la ferma opposizione della Fiom che contesta il fatto che l’intesa in questione mette i lavoratori di fronte alla scelta tra un accordo capestro e la perdita del posto di lavoro . Insomma, una finta scelta che cancella e calpesta diritti fondamentali dei lavoratori. Crediamo che dipingere in questo modo l’accordo di Pomigliano non sia però raccontare per intero la verità sulla vicenda. La verità, infatti, è che Fiat ha scelto la strada sbagliata di imporre un’intesa che cancella o limita fortemente diritti dei lavoratori non per avere una fabbrica “cinese” ma nella speranza di riuscire, almeno così, ad avere una fabbrica “normale”. Cioè una fabbrica che rispetti standard minimi di efficienza e produttività europei, non cinesi. Non si può tacere l’altra metà della verità su Pomigliano. Sulla fabbrica che ha una delle più bassa produttività del Paese, perché ha uno dei più alti tassi di assenteismo del paese. Dove in occasione di ogni sciopero indetto, il giorno successivo, per eludere la trattenuta sullo stipendio, gran parte dei lavoratori porta il certificato di malattia. Dove nei sabati lavorativi, previsti da anni per contrato, un lavoratore su tre non si presenta ai cancelli e porta poi il certificato di malattia. Dove in periodo di raccolta dei pomodori si verificano strane ed inspiegabili epidemie che costringono molti lavoratori in malattia. Dove si parla di secondi lavori e via dicendo. Dove, in occasione del giorno delle elezioni del 2008 su 4.600 dipendenti quasi 1.600 si sono messi in permesso perché dovevano stare presso i seggi elettorali come rappresentanti di lista o altro. Allora dobbiamo dire con forza che l’errore di metodo della Fiat si specchia in un errore almeno altrettanto grave di quelle forze sindacali che, in questi anni, hanno tollerato il menefreghismo, l’assenteismo, la mancanza di lealtà del lavoro, e che oggi salgono sulle barricate per difendere diritti sacrosanti, in astratto, ma dei quali si è in questi anni abusato al di là del lecito e anche di più. In questa partita si sommano due errori contrapposti, per questo speriamo che le parti trovino, entrambe, il coraggio di rimettere in discussione ciò che è indifendibile: da una parte la volontà di comprimere il diritto di sciopero o di colpire indiscriminatamente nel mucchio i lavoratori con sanzioni senza accertare le responsabilità individuali, dall’altra quella di pensare che si possa andare avanti senza isolare chi crede che un posto di lavoro comporti solo diritti e nessun obbligo. Perché anche questo è affermare un principio di legalità. Voi cosa ne pensate?

Massimo Donadi

Antonio Borghesi

Sandro Trento

Commenti

Cari onorevoli dell'idv da qualche anno vi state inserendo in un contesto che non proprio vi appartiene, e cioè il lavoro, però io non voglio fare insinuazioni e apprezzo il vostro sforzo.    Potrei spiegare perchè avviene questo ma non è l'argomento del giorno.Parliamo invece di merito la improduttività di quello stabilimento del mio stabilimento è un falso storico, perchè nel periodo in cui si producevano auto come la 156 e la 147 siamo riusciti a produrre 1100 vetture circa al giornouno standard molto alto tant'è che per fare 280.000 vetture l'anno che chiede il signor marchionne se ne dovrebbero produrre 1050, quindi questo stabilimento senza attuare le turnazioni che ci chiede con l'assenteismo che viene enfatizzato e che ci mette in inbarazzo e ci mortifica questo stabilimento lavorando su 2 turni e con qualche straordinario può produrre quelle vetture che ci sono richieste.Il problema nasce dal fatto che i modelli fin qui prodotti sono modelli di gamma superiore e quindi la produzione è più lenta (sà costano abbastanza le vetture fin qui prodotte) e se prendiamo le vetture prodotte l'anno scorso è chiaro che non raggiungiamo livelli altissimi visto che sia la 147 il GT e la 159 che sono vetture che non rispettano i parametri euro 5 sono state escluse dagli incentivi perchè troppo inquinanti, questo logicamente ha causato un calo di produzione visto che il mercato si è concentrato sulla vendita di auto a più bassi livelli di co2.In maniera strumentale quindi vengono usati dati tra l'altro molto vecchi per minare dei privilegi dei lavoratori che si sono guadagnati nel tempo e che servivano a tutelarli.Dal settembre 2008 volevo ricordare che ci siamo trovati in un periodo di crisi del mercato e che quindi l'assenteismo si è praticamente azzerato ma prima di quella data i dati FIAt da marzo a settembre parlano di un 3,6% di assenteismo un dato molto importante visto che rientrava nella media del gruppo e anzi era tra i più bassi.Ultima domanda rivolta all'idv scusate ma nel parlamento europeo voi rientrate nel gruppo liberale ed avete votato l'aumento del limite di ore lavorative che da max 48 arriva a 68 adesso come posso io operaio fidarmi di chi firma una legge che può portare ad incidenti ed aumentare le morti bianche (e poi dopo tutti a scandalizzarci), detto questo l'idv deve decidere cosa fare se stare con i lavoratori o con gli imprenditori pre la libera impresa o per lavoratori liberi e tutelati ?decidete in fretta
La Crisi Economica è entrata nella coscienza collettiva, tutto il vivere umano né è condizionato, i sacrifici, le restrizioni, i tagli indiscriminati dello stato sociale sono, almeno nei paesi occidentali, l’inesorabile conseguenza della Crisi, divenuta ormai il Demiurgo che gestisce gli affanni umani. Tutti la danno per scontata e né accettano passivamente le conseguenze. Credo invece che sia necessaria una analisi critica, non da economista, ma da uomo della strada che cerca di non perdereil buon senso. La crisi è stata innescata dalla estrema facilità con cui veniva erogato il credito negli USA per l’acquisto della casa  e non solo, e dalla consapevole scelta delle stesse banche esposte a trasformare i loro crediti, difficilmente esigibili in derivati od altri prodotti finanziari che vendevano il debito, cioè il  niente o quasi niente, a prezzi elevati, ingenerando negli acquirenti l’aspettativa di forti guadagni. Truffare il prossimo significa vendere il niente facendo intravedere valori fantastici, giocando sulla buona fede e sull’inganno, sulla tendenza dell’uomo a farsi affascinare dai sogni.Le banche ed altri istituti di credito hanno messo in piedi consapevolmente la più grande truffa di massa del mondo moderno. Come per ogni truffa viene il momento della verità. La carta di questi titoli e derivati è ritornata a valere il costo della carta, distruggendo enormi ricchezze fittizie e mettendo in crisi gli equilibri finanziari mondiali. Ma è davvero pensabile che i grandi della finanza e gli Stati che governano il mondo non fossero in grado di prevedere tutto questo e siano stati presi alla sprovvista? Non sarà forse che tutto ciò sia avvenuto in modo programmato come strumento della globalizzazione  o meglio come strumento per scaricare i costi e le responsabilità di politiche dissennate, compiute da alcuni Stati per garantirsi potere e ricchezze afferenti in realtà alle multinazionali, che sono le vere padrone del mondo. Gli Stati per evitare il tracollo  finanziario hanno investito grandi risorse finanziarie pubbliche, cioè i soldi dei cittadini,  nelle banche e negli istituti di credito che erano i principali artefici consapevoli della Crisi per evitarne il fallimento. Naturalmente la scarsità di risorse finanziarie dei cittadini che erano stati costretti attraverso i finanziamenti pubblici a ripianare i debiti delle banche, hanno determinato una grave contrazione  dei consumi. A questo punto inevitabile è stato il trasferimento  della crisi sul sistema produttivo con le note conseguenze occupazionali. La crescita della disoccupazione ha messo in grave difficoltà la classe lavoratrice, ne ha pesantemente ridotto il potere contrattuale, tanto dal rendere mercificabile la rinuncia alla dignità ed ai propri diritti elementari, conquistati con un secolo di movimenti e scontri sociali , che sono stati il lievito per la costruzione degli stati moderni fondati sulla democrazia, sull’eguaglianza dei diritti e dei doveri di tutti i cittadini. La crisi finisce quindi per essere pagata non solo in termini di arretramento del benessere, ma anche come perdita di diritti acquisiti e di servizi sociali, di cui hanno maggiore necessità le classi più deboli. Nessuno dei responsabili ha pagato in prima persona, se non marginalmente. La ricchezza ed il potere sono sempre più concentrate nelle mani di pochi , e la collettività , l’unica non responsabile, che è stata truffata, ha ottenuto in premio un arretramento della qualità della vita. Questa nuova Divinità, la Crisi da cui tutto deriva, deve essere contrastata con ogni mezzo dalla società civile, che deve però acquistare piena consapevolezza dell’inganno.A livello italiano il governo Berlusconi e la gran parte della classe politica ed imprenditoriale propongono senza mezzi termini un arretramento dello stato sociale ed un riduzione dei diritti acquisiti dei lavoratori con il pretesto della mancanza di risorse pubbliche e di incompatibilità finanziarie. In realtà il governo italiano spreca ogni anno enormi risorse per garantire i privilegi di una casta corrotta, che vive nel lusso e nel disprezzo dei bisogni altrui. La Corte dei Conti nell’ultima relazione annuale ha calcolato che il costo dell’intreccio politica-affari-corruzione è di circa 60 miliardi di euro l’anno, il gettito evaso, non certo dai lavoratori dipendenti, raggiunge la cifra di 120 miliardi di euro l’anno, come risulta da analisi della Banca D’Italia, e la mancata abolizione delle Province altri 10 miliardi l’anno. Senza considerare altre voci quali lo sperpero di danaro pubblico per salvare l’Alitalia, 4 miliardi, l’indecoroso gettito di 6 miliardi dello scudo fiscale che ha consentito con un obolo del solo 5% il rientro dei capitali frutto, nel migliore dei casi, di evasione fiscale e certamente del ricavato della malavita organizzata ( negli altri paesi europei l’operazione è stata condotta con aliquote molto più alte e senza la garanzia dell’impunità ), e che avrebbe dovuto garantire un gettito di almeno altri 25 miliardi. La somma che strutturalmente potrebbe entrare a fare parte del bilancio dello stato sarebbero dunque 190 miliardi di euro l’anno, mentre i mancati introiti  non strutturali sommati all’affare Alitalia  ammonterebbero a circa 30 miliardi. Il governo italiano e quasi tutto il mondo politico ed imprenditoriale gridano che sono necessari tagli alla spesa pubblica e soprattutto allo stato sociale, le cui prestazioni non sarebbero più compatibili con le risorse di bilancio. L’informazione o meglio la disinformazione di regime suona quotidianamente la grancassa e tutti i cittadini sembrano convinti dell’ ineludibilità dei sacrifici che tutti ,cioè solo i soliti noti, dovranno inesorabilmente accettare. Si fanno convegni, grandi dibattiti per discutere su come è meglio distribuire i sacrifici  senza  togliere l’assistenza domiciliare al grave andicappato o a come non chiudere alcuni asili nido, necessario alle famiglie per procacciarsi con il lavoro un reddito da sopravivenza. Naturalmente la Chiesa ed i politici di ispirazione cristiana si riempiono la bocca con la necessità di attuare politiche efficaci a favore delle Famiglie, sì per le loro! Per quanto tempo ancora i cittadini italiani, e non solo, continueranno a farsi prendere per il culo da questa classe dirigente, fatta di privilegiati, di corrotti, ma soprattutto di spudorati!!! Basterebbe  che si riducessero gli sprechi legati alla politica , consulenze enti inutili fatti solo per dare prebende ai propri fedelissimi, e quelli connessi con la corruzione, diciamo del 50%, e già questo libererebbe risorse per 30 miliardi. Riducendo con strumenti e leggi adeguate l’evasione fiscale del 30%  si renderebbero disponibili nel bilancio dello stato altri 40 miliardi, l’abolizione delle province ne porterebbe altri 10. La somma totale di questi interventi, che dovrebbero essere richiesti a gran voce  e pretesi dai sindacati, dai rappresentati politici in tutte le istituzioni, dalla Banca d’Italia  e da tutti le organizzazioni sopranazionali, ammonterebbe ad 80 miliardi di euro. Non ci sarebbe pertanto necessità di alcun taglio allo stato sociale  ne di una manovra correttiva di 25 miliardi da lacrime e sangue... per il popolo naturalmente! Al contrario si avrebbero tutte le risorse necessarie per investimenti seri nella ricerca scientifica, nello sviluppo di tecnologie avanzate, le uniche in grado di rilanciare investimenti ed occupazione. Al contrario chi ci governa, ma anche gli imprenditori, vedi Marchionne , fanno la politica di ridurre il costo del lavoro e quindi i salari per equipararli a quelli dei paesi in via di sviluppo, cercando la competitività nel manifatturiero e risolvendo la sfida della globalizzazione nel modo più ottuso e dannoso per la nostra gente. I grandi paesi nei momenti di crisi investono in formazione, ricerca ed innovazione, noi invece entriamo in competizione con i lavoratori della Cina  o del sud est asiatico : grande politica lungimirante, per realizzare la quale utilizziamo consapevolmente gli extracomunitari, li mettiamo in competizione con i nostri concittadini, costruiamo leggi razziste paventando rischi e pericoli, senza dire che sono necessari al sistema Italia, voluto da questa destra imprenditoriale incolta ed ottusa, che non riesce a capire neppure quali siano i propri interessi di lungo respiro,  ricattiamo i nostri concittadini, chiedendo loro di rinunciare a diritti elementari in nome della Crisi e della Globalizzazione!!!. E’ necessario che tutti i cittadini acquistino coscienza di tutto ciò, che i mezzi di informazione ritornino a fare il loro mestiere senza condizionamenti diretti ( editori ) ed indiretti ( pochezza culturale)  e che una nuova classe dirigente si batta per scardinare questo sistema economico e di potere ingiusto, ignorante, stupido, prevaricatore ed antidemocratico. La consapevolezza non può che portare alla ribellione e sarebbe ora che le coscienze si risvegliassero dal letargo in cui sembrano cadute, e ricuperassero iniziativa politica riconsegnando alla vita sociale valori, entusiasmo e prospettive per il futuro, facendo uscire il popolo dalla depressione di massa in cui è sprofondato negli ultimi 20 anni.
va tutta la mia solidarietà. Per quel poco che può valere.
E' ridicolo tenere in piedi fabbriche improduttive con i sussidi dei contribuenti. I dipendenti si devono rendere conto che o si mettono a lavorare secondo standard da primo mondo, o avranno un tenore di vita da terzo mondo, mentre la produzione industriale si spostera' nei paesi del secondo (Polonia, Brasile, Cina eccetera). In Germania i lavoratori sembrano averlo compreso, ma in Italia (in particolare nel meridione) pare di no. Temo che quando finalmente capiranno la lezione sara' troppo tardi.
perchè quando un'impresa ha un enorme fatturato i meriti vanno agli amministratori e quando la stessa non sa "stare" sul mercato (per sua incapacita') è colpa della improduttivita' dei lavoratori?... e poi se la produzione si sposta in altri posti è perchè in quei posti il costo del lavoro è inferiore, ci sono meno diritti. e ricordiamoci che se la fiat investe 700 milioni non lo fa per "opera" di misericordia!! lo fa per conseguire PROFITTI, i piu' elevati possibili.  e vista la poca competitivita' fiat (per vendere ha sempre bisogno di incentivi) quale migliore strumento se non azzerare i diritti dei lavoratori? 
perchè la logica è: Io ho l'impresa, sono il padrone, e vi "concedo" di lavorare..... a patto che non mi rompiate i maroni, e produciate il più possibile, con i minori costi per me....... il lavoro non è un diritto, ma una gentile concessione......
E quali sarebbero gli "standard da primo mondo"??? Quali gli standard di grande civiltà???? Quelli del ricatto per fame??? Ma la smettete di parlare per slogan privi di senso umano, civile???? BASTA!!!! Provate a mettere insieme due neuroni, prima di parlare!!!! Ma l'avete letta la proposta "capestro" che sta sulla testa degli operai di Pomigliano???? Informatevi, prima di sparare cazzate!
qui un articolo interessante:http://www.comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=358
avevo già letto ieri quest'articolo. Temo che questo non sia il posto giusto per proporlo. Qui, nonostante ciò che si dice, ci si informa dalla tv, raiset. E L'essere diversi e alternativi rispetto alla sottocultura berlusconiana, è solo un atteggiamento esteriore. Non dico che ciò che sta scritto in quell'articolo sia da prendere per "oro colato", ma magari aiuterebbe ad "aprire la mente" e andare "oltre" la propaganda populista, di destra e della sedicente sinistra.............
Mi pare che alcuni su questo blog fingano di non capire. L'on. Donadi dice con chiarezza che i diritti non si toccano e che alcune scelte della FIAT sono indifendibili. Ma mi trova d'accordo al 100% anche quando dice che un sindacato che da sempre copre una minoranza di persone che sistematicamente viola i propri obblighi lavorativi non è meno colpevole, perchè l'accordo proposto da Fiat oggi, è figlio del lassismo garantito e coperto dal sindacato negli anni passati. Mi spiace ma vedo troppa ideologia in diversi interventi. E l'ideologia non consente l'obiettività
Ma le persone meno fortunate cosa devono fare? Devono andare sempre da qualcuno per farsi raccomandare? Dobbiamo sempre assistere a delle violazioni sui diritti delle persone che hanno meno mezzi?Chi sbaglia paga! Perchè non mandano le visite fiscali agli assenteisti?Un partito come l'IDV deve stare dalla parte dei lavoratori. Adesso basta, dobbiamo smetterla di pensare solo a Berlusconi e iniziamo seriamente a dare una mano a le persone più indifese, come gli operai in questo momento storico. Questo è un attacco del governo e del capitalismo nei confronti di tutta la classe operaia. Oggi tolgono la malattia, lo scipero, domani tolgono il diritto di candidarsi, la maternità, ecc... Gli anormali sono i cinesi o i paesi dell'Est, non siamo noi. Ma quì ci stiamo dimenticando la storia dell'Europa e dell'Italia. Basta leggere un qualsiasi testo che parli della rivoluzione industriale per capire le lotte ed i sacrifici fatti dai nostri avi per arrivare a riconoscere la dignità dell'esistenza all'interno del mondo del lavoro. Quì stiamo rischiando di tornare indietro di 150 anni.On. Donadi io la stimo troppo per pensare che lei non debba rimanere dalla parte dei lavoratori. 
Vergogna, vergogna, vergogna.Ma che razza di ragionamento è? Come si fa ad "abusare" di un diritto?? Se si abusa vuol dire che si commette un illecito, che come tale va punito. Invece cosa si propone? Di abolire i diritti! Una parte dei lavoratori trasgredisce alle regole e invece di farle rispettare...si aboliscono le regole per tutti! E' allucinante ed esilarante al tempo stesso. Fantastico. Una parte degli operai presenta certificati medici falsi, che scandalo, aboliamo la malattia per tutti! Una parte degli operai usa certificati falsi per farsi pagare lo sciopero, aboliamo lo sciopero per tutti! Ma sì! Se la sono cercata: uno ha rubato, tagliamo le mani a tutti!Ma la chicca è nel finale: un posto di lavoro in fabbrica comporterebbe solo diritti e nessun obbligo. Io penso, onorevole Donadi, che  lei dovrebbe avere il fegato di andare a dire una cosa del genere ad operai che passano 8 ore al giorno in catena di montaggio da anni. Nessun obbligo...Questo svela la natura falsa della vostra idea di legalità, un'idea questa sì del tutto astratta. L'operaio non è sullo stesso piano del padrone, dell'azienda. Un'azienda che peraltro ha succhiato soldi pubblici (cioè anche degli stessi operai!!!) per continuare ad esistere e a lucrare incentivi sempre dallo Stato. Non c'è parità possibile di analisi fra due soggetti così distanti, così enormemente squilibrati e condizionati dalla materialità della loro condizione.Apra gli occhi e si renda conto di quanto questo piano e le sue parole legittimano e difendono uno stato di cose di profonda ingiustizia, in cui è naturale che ci siano dei lavoratori un po' tonti e inclini a fancazzeggiare e che vanno messi in riga da un padrone severo ma giusto perché deve garantire il benessere di tutta la famiglia. In realtà il piano e le sue parole difendono gli interessi consolidati di chi in questi anni ha rubato e si è arricchito e ha impoverito un intero paese. 
spero lei legga ciò che è stato scritto qui oggi. Come avrà potuto notare, gli interventi sono stati tanti, e diversi. Il lavoro è un argomento serio. I diritti dei lavoratori sono argomenti troppo seri per poter essere liquidati con due battute. Lasciate da parte la "propaganda di regime" e pensateci bene: cedere oggi, significherà creare un pericoloso precedente. Cos'altro, DOPO? Cos'altro verrà chiesto ai lavoratori? Si rischia davvero la guerra civile. Quando si esaspera un popolo, quando lo si priva di tutto, la rabbia monta...... Pensateci bene. Leggete e rileggete la lettera che arriva dalla Polonia. Gli operai polacchi sono stufi ed esasperati. Dopo essere stati spremuti come limoni. Questa è la becera legge del capitalismo. Non è una questione di "colore" politico: è una questione di civiltà.
La lettera di un gruppo di lavoratori della fabbrica di Tychy, in Polonia, ai colleghi di Pomigliano*********************************************La FIAT gioca molto sporco coi lavoratori. Quando trasferirono la produzione qui in Polonia ci dissero che se avessimo lavorato durissimo e superato tutti i limiti di produzione avremmo mantenuto il nostro posto di lavoro e ne avrebbero creati degli alti. E a Tychy lo abbiamo fatto. La fabbrica oggi è la più grande e produttiva d'Europa e non sono ammesse rimostranze all'amministrazione (fatta eccezione per quando i sindacati chiedono qualche bonus per i lavoratori più produttivi, o contrattano i turni del weekend) A un certo punto verso la fine dell'anno scorso è iniziata a girare la voce che la FIAT aveva intenzione di spostare la produzione di nuovo in Italia. Da quel momento su Tychy è calato il terrore. Fiat Polonia pensa di poter fare di noi quello che vuole. L'anno scorso per esempio ha pagato solo il 40% dei bonus, benché noi avessimo superato ogni record di produzione. Loro pensano che la gente non lotterà per la paura di perdere il lavoro. Ma noi siamo davvero arrabbiati. Il terzo "Giorno di Protesta" dei lavoratori di Tychy in programma per il 17 giugno non sarà educato come l'anno scorso. Che cosa abbiamo ormai da perdere? Adesso stanno chiedendo ai lavoratori italiani di accettare condizioni peggiori, come fanno ogni volta. A chi lavora per loro fanno capire che se non accettano di lavorare come schiavi qualcun altro è disposto a farlo al posto loro. Danno per scontate le schiene spezzate dei nostri colleghi italiani, proprio come facevano con le nostre. In qusesti giorni noi abbiamo sperato che i sindacati in Italia lottassero. Non per mantenere noi il nostro lavoro a Tychy, ma per mostrare alla FIAT che ci sono lavoratori disposti a resistere alle loro condizioni. I nostri sindacati, i nostri lavoratori, sono stati deboli. Avevamo la sensazione di non essere in condizione di lottare, di essere troppo poveri. Abbiamo implorato per ogni posto di lavoro. Abbiamo lasciato soli i lavoratori italiani prendendoci i loro posti di lavoro, e adesso ci troviamo nella loro stessa situazione. E' chiaro però che tutto questo non può durare a lungo. Non possiamo continuare a contenderci tra di noi i posti di lavoro. Dobbiamo unirci e lottare per i nostri interessi internazionalmente. Per noi non c'è altro da fare a Tychy che smettere di inginocchiarci e iniziare a combattere. Noi chiediamo ai nostri colleghi di resistere e sabotare l'azienda che ci ha dissanguati per anni e ora ci sputa addosso. Lavoratori, è ora di cambiare.***********************************************************Mi sermbrava opportuno che si sapesse cosa ne pensano gli operai polacchi in merito a questa vicenda. Questa lettera rievoca molto bene delle cose ormai sconosciute ai sedicenti "di sinistra" italiani ed europei, che sembrano aver dimenticato il sangue versato ieri per raggiungere alcuni diritti, e quello che si versa ancora oggi perchè altri devono ancora raggiungersi.Aggiungo una piccola nota sulla funzione dei sindacati: il sindacato è una organizzazione dei lavoratori, a tutela dei diritti dei lavoratori; per fare gli interessi del padronato bastano già governi e confindustria (che fra l'altro è come dire la stessa cosa). Per cui mi cadono le braccia quando leggo o sento che un sindacato sbaglierebbe a non firmare un accordo peggiorativo per le condizioni dei lavoratori, proprio perchè questo è quello che un sindacato NON DEVE fare; al contrario oggi i sindacati, a partire dai firmatari in questa circostanza, ma finendo anche con la Cigl, sono diventate delle forze non rappresentative dei lavoratori, chiamate ad esprimere una posizione di raccordo fra interessi del padronato e interessi degli operai... ed è ovvio quali siano quelli che sanno farsi sentire meglio e in modo più forte.Per quanto riguarda la questione del referendum: sfido chiunque a dire che sia democratico il voto ad un quesito del tipo "ci stai o potresti essere fra i licenziati?"; se poi si vuole dire che questa è proprio l'essenza della democrazia occidentale, sono d'accordo, ma bisogna convenire sul fatto che evidentemente non è un sistema che garantisce un minimo di giustizia sociale.Si sta parlando di un peggioramento delle condizioni lavorative e di vita degli operai, che è il solito sacrificio che viene "chiesto" (e sempre ai pezzenti, mai ai padroni: mai nella storia) quando il capitalismo è in difficoltà, perchè tutto quello che ha mangiato sul sudore e sul sangue degli operai rischia di ridursi (impedendo agli azionisti di fare il bagno nei soldi come Zio Paperone), o semplicemente perchè non gli basta più (in una situazione in cui, com'è per il capitalismo attuale, per continare a stare in concorrenza con gli altri poli industrali è necessaria l'accumulazione di capitale e l'accorpamento delle aziende in multinazionali: altrimenti niente bagno nella vasca di Zio Paperone). Ridurre l'analisi politica al legalismo becero (tanto in voga in questo periodo) è un errore madornale: "i lavoratori di pomigliano sono assenteisti! allora fanno bene a punirli, perchè la legge dice che non si devono assentare!". Divinizzazione della legge e legalismo becero: non si sentono più discorsi politici, non nelle sedi istituzionali. E ciò per un semplice motivo: la destra e la sedicente sinistra fanno gli interessi degli stessi soggetti, altrimenti non sarebbero dove si trovano, ma sarebbero illegali.Il 25 giugno ci sarà un corteo a Pomigliano.
Spettle Sig Donadi.A Pomogliano è la solita storia, se vengono via dalla polonia è perchè gli conviene è per due motivi1)il governo gli da i soldi e in polonia ci sono altri motivi che non gli conviene restare.2) è un piano dei padroni per distruggere i diritti dei lavoratori.Siamo nel 3° millenio e l'unica riforma è il ritorno della schiavitu.Ai lavoratori di Pomigliano VOTATE NO!!!!!!! RESISTERE!!!!!!!La fiat non non se va è solo un gioco di forza.
on.donadi, raccontare l'altra faccia della medaglia lo trovo piu' che doveroso perchè aiuta a valutare la vicenda da un altro punto di vista. L'assenteismo, il menefreghismo, la mancanza di onesta' da parte dei lavoratori ( non solo di pomigliano ma di tutte le aziende, pubbliche e private) sono problemi gravi. se è vero che dal contratto di lavoro scaturiscono dei diritti, è altresì vero che da esso scaturiscono degli obblighi che vanno rispettati........detto cio', dico, pero', che arrivare al ricatto(chiudere l'azienda) per risolvere i suddetti problemi, inibendo ad es.il diritto di sciopero o altri diritti fondamentali, è inaccettabile. a mio avviso, bisognerebbe trovare una soluzione intermedia. L'irresponsabilita' di certi lavoratori non puo' ricadere su tutti gli altri e cmq non puo' portare a restrizioni di questo genere!!! "pomigliano" puo' diventare un caso che puo' essere preso come esempio da altre imprese che possono iniziare a invocare simili problemi per applicare anch'esse simili misure restrittive. quindi bisogna stare molto attenti al messaggio che si sta lanciando con "pomigliano" perchè un conto è l'affermazione di un principio di legalità, un conto è la messa in discussione di diritti fondamentali.
.. personalmente, fossi un lavoratore fiat, voterei no all' accordo .. qui non si tratta di essere " veterocomunisti " .. e' un discorso molto, ma molto piu' ampio .. i ministri di questo governo ci tengono moltissimo ad isolare la fiom, e non certo perche' abbiano a cuore le sorti degli operai di pomigliano, ma perche' questo rischia fortemente di essere un " precedente laboratorio " per poter dare altri piccoli colpetti ai diritti dei lavoratori acquisiti negli ultimi 40 anni ... e poi i metodi da " o mangi questa minestra o ti butti dalla finestra " non mi sono mai piaciuti ...
Cari Onorevoli, sommando due torti non si ottiene una ragione ma un torto sopra l'altro!Se Fiat avesse posto come condizione la migliore produttività dello stabilimento ed un numero preciso di vetture al giorno da produrre ( mi domando poi a che pro, dato che il mercato dell'auto è in calo; forse per ottimizzare i profitti ed usuruire della cig, perciò a carico della collettività, quando hanno i piazzali pieni?) responsabilizzando, coinvolgendolo, il sindacato sull'eventuale successo della riorganizzazione della tempistica di produzione, allora capirei che si vuole colpire solo l'assenteismo selvaggio ( che indiscutibilmente esiste nelle grandi fabbriche più tutelate ). Ma vincolare gli investimenti alla perdita dell'unica arma contrattuale che hanno gli operai, cioè il diritto di sciopero, creerà sicuramente un grave precedente del quale vorranno usufruire sicuramente tutte le aziende in futuro facendo venire meno diritti costituzionali dei cittadini italiani. A meno che non si pensi, a torto o a ragione, che una persona in Italia debba vedere riconosciuti i propri diritti di cittadinanza fino a che non varca la soglia del proprio posto di lavoro, dentro il quale potrà vigere una legislazione autonoma e globale, non italiana.Si sta decidendo di questo in questa vertenza, inutile che ci giriate intorno!
Bellissima la lettera di Apa! Condivido e stimo
 perplessa@ Nella FIOM, in modo particolare nella zona di BRESCIA e BERGAMO,molti lavoratori hanno votato lega,condividendo e sperando che la banda dei fazzoletti verdi, fermasse le delocalizzazioni produttive e cacciassero gli extra comunitari ladri del n/s lavoro.Ora...gli effetti si vedono, ritorna la produzione in Italia,ma con ricatti di esistenza sociale e morale e non solo, perchè inizieranno le guerre tra miserabili Europei, con altri extra comunitari, potremmo avere i cittadini d'Europa dei paesi dell'Est, con i morti viventi extra comunitari a concorenziare il lavoro più di prima con NOI e, si giocherà al ribasso. A guadagnare saranno le imprese, anche quando non vendono, perchè la FIAT è la madre di tutti gli aiuti di Stato.Ci vorrebbe un sindacato di sx unito transnazionale e proclamare uno sciopero Europeo per chiedere regole,Leggi,ccnl, paghe,in rapporto all'EURO uguali per tutti i lavoratori dell'UE. Hanno fatto la UE inizialmente per la finanza e le aziende, è ora che si faccia l'Europa dei cittadini. 
Il S'Ignor Maglioncino,produttore di morte,non solo non ha molta voglia di analizzare problemi in modo scientifico,ma solo usando un comportamento arrogante ed ingiusto verso i suoi veri datori di lavoro:Operai e clienti Sinceramente non so se le barzellette in giro x la Rete siano giustificate o se le FIAT siano ormai auto affidabili,ma di certo lui non fa nulla x diffondere reports sugli incrementi di affidabilità,affidandosi alla solita,volgfare pubblicità,in puro stile Berlusconiano I risultati,indiscutibili,sono certo dovuti ad un migliorametno aziendale,ma volto alla finanza ed il Nostro è assurto alla cronaca come un genio capace di salvare dal fallimento la FIAT Ma il problema di un gigante dell'Industria non è nella comunicazione personale del mamagement,ma nella produzione Un lavoratore poco motivato no renderà MAI come un collega dell'Olivetti della vicina Pozzuoli 55 anni fa,e non solo x la differenza ETICA ancor 1^ di filosofica tra Adriano e Maglioncino,il veromotivo è quello di dare una motivazione al lavoro Adriano ci riusciva,ed a costi industriali irrisori otteneva risultati meravigliosi lasciando i lavoratori felici di andare in fdabbrica,molti problemi di carattere pratico dei lavoratori e dwlle loro famiglie erano addirittura espletati dalla ditta stessa:Questo solo considerando il lavoratore come una persona(forse in un modo un pò paternalistico,ma efficace)di una famiglia Risultato? Una quantità irrisoria di ritorni,una nomea migliore persino di Sperry Univac ed IBM e qualità della vita del lavoratore invidiabile Il S'Ignor Maglioncino invece pensa al dividendo,esattamente come fa la BP in questi giorni di Gulf Spill senza pensare di vivere in un ambiente in cui il Clente(con la maiuscola)ha modo di decidere quale auto comprare da quale ditta e non in un ambiente monopolistico Se vediamo le fette di mercato automobilistico noteremo un sempre più ampio angolo dei prodotti provenienti da Francia,Germania ed Asia Come mai ho detto produttore di morte? Se vedete nella Wiki in Inglese,nella pagina dell'Altria Group,reggente della Philip Morris di cui il Nostro è consigliere d'amministrazione,vedrete un silenzio nella diffusione di notizie sulle quantità troppo alte di Polonio nel tabacco,con tanto di link alla pagina dell'Independent,cosa di cui Maglioncino ci farebbe cosa gradita a darci spiegazione...
La lettera di un gruppo di lavoratori della fabbrica di Tychy, in Polonia, ai colleghi di Pomigliano che stanno per votare se accettare o meno le condizioni della FIAT per riportare la produzione della Panda in Italia(Questa lettera è stata scritta il 13 giugno, alla vigilia del referendum a Pomigliano d'Arco in cui i lavoratori sono chiamati a esprimersi sulle loro condizioni di lavoro. La FIAT ha accettato di investire su questa fabbrica per la produzione della Panda che al momento viene prodotta a Tychy in Polonia. I padroni chiedono ai lavoratori di lavorare di sabato, di fare tre turni al giorno invece di due e di tagliare le ferie. Tre sindacati su quattro hanno accettato queste condizioni, la FIOM resiste)<<La FIAT gioca molto sporco coi lavoratori. Quando trasferirono la produzione qui in Polonia ci dissero che se avessimo lavorato durissimo e superato tutti i limiti di produzione avremmo mantenuto il nostro posto di lavoro e ne avrebbero creati degli alti. E a Tychy lo abbiamo fatto. La fabbrica oggi è la più grande e produttiva d'Europa e non sono ammesse rimostranze all'amministrazione (fatta eccezione per quando i sindacati chiedono qualche bonus per i lavoratori più produttivi, o contrattano i turni del weekend) A un certo punto verso la fine dell'anno scorso è iniziata a girare la voce che la FIAT aveva intenzione di spostare la produzione di nuovo in Italia. Da quel momento su Tychy è calato il terrore. Fiat Polonia pensa di poter fare di noi quello che vuole. L'anno scorso per esempio ha pagato solo il 40% dei bonus, benché noi avessimo superato ogni record di produzione.Loro pensano che la gente non lotterà per la paura di perdere il lavoro. Ma noi siamo davvero arrabbiati. Il terzo "Giorno di Protesta" dei lavoratori di Tychy in programma per il 17 giugno non sarà educato come l'anno scorso. Che cosa abbiamo ormai da perdere?Adesso stanno chiedendo ai lavoratori italiani di accettare condizioni peggiori, come fanno ogni volta. A chi lavora per loro fanno capire che se non accettano di lavorare come schiavi qualcun altro è disposto a farlo al posto loro. Danno per scontate le schiene spezzate dei nostri colleghi italiani, proprio come facevano con le nostre.In qusesti giorni noi abbiamo sperato che i sindacati in Italia lottassero. Non per mantenere noi il nostro lavoro a Tychy, ma per mostrare alla FIAT che ci sono lavoratori disposti a resistere alle loro condizioni. I nostri sindacati, i nostri lavoratori, sono stati deboli. Avevamo la sensazione di non essere in condizione di lottare, di essere troppo poveri. Abbiamo implorato per ogni posto di lavoro. Abbiamo lasciato soli i lavoratori italiani prendendoci i loro posti di lavoro, e adesso ci troviamo nella loro stessa situazione.E' chiaro però che tutto questo non può durare a lungo. Non possiamo continuare a contenderci tra di noi i posti di lavoro. Dobbiamo unirci e lottare per i nostri interessi internazionalmente.Per noi non c'è altro da fare a Tychy che smettere di inginocchiarci e iniziare a combattere. Noi chiediamo ai nostri colleghi di resistere e sabotare l'azienda che ci ha dissanguati per anni e ora ci sputa addosso.Lavoratori, è ora di cambiare.>>
Condivisibile il pensiero di Donadi. Ma aggiungo una riflessione circa la situazione attuale economica. Meglio un uovo oggi che nulla domani. Sono certo che i lavoratori della Fiat sanno bene decidere come votare al referendum. Sempre che si voti in segreto!  Forza ragazzi liberatevi dal caporali!
Devono accettare vagonate di straordinari, niente pause,ecc. Ovunque un contingente massiccio di precari pronti a prendere il posto di quelli che non ci stanno.VI DICE NIENTE?L'obbiettivo è allargare il "parco schiavi" (che tanto è così facile innescare la guerra tra poveri).Lidia Ravera stamane 
Non sono daccordo: assenteismo alto e altri lavori dei dipendenti, mi sembra che singolarmente si possa oggi anche licenziare senza giusta causa( soppressione dell'aricolo 18), mentre fare un referendum sotto il ricatto della chiusura mi fa pensare ad altri piani dell'azienda che nulla hanno a che vedere con la produttività degli operai.Competitività come l'Europa competitività come all'Esselunga che le cassiere si sono fatte la pipì addosso per i turni perfetti.La sinistra difende acriticamente i diritti dei lavoratori, persi tutti quanti mi sembra:-contratto a tempo indeterminato soppresso( flessibili come l'Europa) va bene.-contratti a progetto, di collaborazione, a provvigione, apprendistato-i fantastici stage/tirocini anche semestrali/annuali a gratis che ti portano a lavori inventati e falsi-indennità/sussidio di disoccupazione mai avuto-Laurea/ studio per il futuro, falso falso falso disoccupataE ho fame 
E' la solita storia,siccome un alunno a scuola si comporta male,si chiude la scuola.Le regole sono fatte per essere rispettate sempre e da tutti. Non si devono usare questi argomenti per riccattare gli operai,almeno che non si voglia dire che quelli della FIOMM sono i cattivi e tutti gli altri quelli buoni.Per conquistare alcuni diritti si è versato anche del sangue e non possono essere cancellati cosi. Carissimo Donadi io credo molto nel suo partito,ma in questo caso penso che abbia torto,Applicando lo stesso metro dell'assenteismo,cosa si dovrebbe fare in parlamento?
Probabilmente, caro Giuseppe, se anche in Italia si applicassero le regole civili e morali che vigono altrove, tre quarti di parlamento italiano sarebbe in galera!!!! Non solo, ma......i ricchi industriali, che fanno soldi a palate sulla pelle dei lavoratori, e posseggono rendite che sono tassate al minimo, e evadono le tasse che è un piacere...che chiedono (e ottengono) gli aiuti statali, anche se non strettamente necessari.....chissà....forse in un altro paese......ma, come sappiamo, questo è il paese delle barzellette....e allora, continuiamo pure a farci del male!!! Ormai, la strada in discesa l'abbiamo intrapresa....continuiamo e andiamo fino in fondo....prima o poi sbatteremo il muso TUTTI!
Caro Apa mi pare che tu generalizzi un po' troppo e a forza di generalizzazioni sto paese sta andando a picco. nessuno parla di cancellare diritti ai lavoratori ma si chiedono sacrifici nella norma. e se la fiat poi non rispetta gli accordi allora la pagheranno cara. sai quale è l'alternativa?lasciare lo stabilimento in polonia. dove lavorano 24 ore al giorno come i cinesi. tra l'italia e la cina c'è una bella diffrenza ancora ringraziando iddio.ma voi l'avete letto su internet quello che berusconi ha detto a propositio della cina? che sono il futuro perchè lavorano tanto e meno male che c'hanno avuto il comunismo senno ci avevano superato. e chi ragiona così? un presidente del consiglio o un imprenditore che pensa solo a fare affari? sveglia, qui ci sono 13mila operai che rischiano il posto. dobbiamo guardare avanti al futuro senno ci affossiamo per sempre
Carissimo Saverio@ Io non ho generalizzato,è la FIAT e chi crede alla Fiat che generalizza l'assenteismo. Ho spiegato come si artifizi le assenze. Se leggi il post di seguito "ho dimenticato di aggiungere" capirai che solo la Cina può fare concorrenza all'EUROPA e non solo all'Italia,ma non è togliendo i Diritti, incolpando la mancanza dei presunti doveri da parte dei lavoratori, che si concorre contro la CINA, l'INDIA, POLONIA e così via, così come si intestardisca nella produzione di autovetture e, con formule vecchie, o nuove nelle forme e nei meccanismi e non, nell'alimentazione e, nell'organizzazione del lavoro.Pensavo che le nuove relazioni sindacali con la Confindustria in generale, fosse nella consapevolezza della partecipazione diretta delle OO.SS all'organizzazione del lavoro. Saverio....Chi dovrà pagarla cara, non è la FIAT, ma i lavoratori che dovranno rispettare un accordo firmato per ricatto, per esigenza di sopravvivenza lavorando sotto un sistema che peggiorerà l'esistenza fisica e morale. Noi non siamo i cinesi e un pò alla volta non lo saranno neppure i Polacchi, Sloveni ed il resto dell' Est Europa, ovviamente se si svegliano.Io ricordo e, non tengo conto di quello che dice il piduista, ma ciò che disse un amato e grande Presidente della Repubblica Italiana SANDRO PERTINI, disse: non svegliate il gigante che dorme.
On. Donadi, Antonio Borghesi e Sandro Trento.Condivido il V/s pensiero nell'affermare che ai DIRITTI debbano esserci anche i DOVERI,ma quale è il limite della produttività se si insegue continuamente il profitto? se l'investimento primo non è il rispetto per chi opera nel lavoro? L'Italia in materia di Leggi e regole contro i lavoratori, non è certamente indietro a nessun paese, tenendo presente che in fatto di assenteismo, anche i n/s parlamentari ne sono un ON. esempio. Vi sono altre verità che non si vogliono scrivere e dire.Alla FIAT di Pomigliano, si presume che non si verifichino molti infortuni sul lavoro, ma questo non per una elevata attenzione alla sicurezza,bensì perchè è voluto e consigliato ai lavoratori di non denunciare l'infortunio e di utilizzare la certificazione medica, per esempio, il che aumenta la percentuale sullo scotto all'assenteismo.L’obbiettivo della Fiat è di produrre al più basso costo, aumentando i ritmi di lavoro, intimidendo i lavoratori, eliminando la manutenzione degli impianti, addirittura ritenendo la sicurezza un costo eccessivo, come dimostrano i continui infortuni sul lavoro degli ultimi tempi, CIGO/CIGS a parte, si  conoscono benissimo le inefficienze gravi dell’azienda e sanno bene che l’unico modo per far rispettare la legge è la denuncia, così come si conoscono molto bene le regole e Leggi contro l'assenteismo, proprio nei periodi contingenti  alle presunte malattie.La verità è, che la Fiat di Pomigliano deve rappresentare un inizio di eliminazione di alcuni Diritti sanciti anche dalle leggi dello Stato, che infastidiscono la nuova generazione di manager e IMPRENDITORI (figli dei vecchi furbetti)e, ciò che più dispiace dell'opposizione è il fatto di non accorgersi o far finta che la FIAT abbia torto. 
Ho dimenticato di aggiungere la produzione nei vari stabilimenti della FIAT nel 2007, prima della crisi attuale.• Mirafiori: multipla 100 al giorno, grande punto 250 al giorno, punto vecchia 400 giorno, idea e musa 350 giorno ( la vecchia punto, l'idea e la musa la fanno sulla stessa linea), Thesis 5 giorno, 166, 11 giorno (la produzione chiude a fine giugno) • Cassino: bravo 900 giorno, croma 60 giorno. • Melfi: grande Punto 1200 giorno • Termini Imerese: Ypsilon 500 giorno • Tychi(Polonia): panda 1000 giorno, cinquecento circa 600 giorno, più nuova Ka della Ford per un totale complessivo di 2200 vetture giorno • Turchia: doblò • Pomigliano: 147,( circa 350 vetture) 159 (circa 200 Vetture) e Gt. A COSA SERVE PRODURRE AUTO PER POI CHIEDERE LA CIGO PER AUTO INVENDUTE??LA CRISI NON E' FINITA e l'auto non deve essere la sola fonmte di lavoro.....
Parole giuste! Ieri sera a "otto e 1/2 il dirigente della Fiom addossava la responsabilità dei 1.600permessi elettorali ai partiti che li hanno emessi. Autentico trombonismo massimalista!
Se i sindacati non mediano che ci stanno a fare? a garantire i privilegi di quelli che il posto di lavoro ce l'hanno? non è possibile ragionare in questi termini anche perchè in questi tempi di crisi c'è poco da fare gli schizzinosi. e poi ma li avete letti i termini dell'accordo e soprattutto avete visto che questi invece di andare a lavorare vanno a racccogliere i pomodori nei campi? che quando ci sono el elezioni vanno a fare campagna elettorale? e allora ? dai di che stiamo parlando?lo scrive donadi borghesi e questo trento che non so se è deputato di idv non l'ho mai sentito. possibile che proprio a pomigliano c'è il più alto tasso di assenteismo? non ci sono diritti senza doveri. bravo presidente donadi. e poi ma chi l'ha detto che non si possono pensare due cose diverse in un partito? ma perchè nel pd sono sempre tutti d'accordo? queste sono cose importanti, meno male che ci sono opinioni diverse.è dal confronto che nascono le idee giuste, non da chi se le cante e se le suona!
ha ragione donadi quando scrive che ci sono diritti ma ci sono anche doveri. credo che qualunque lavoratore lo sappia. io lavoro in una piccola azienda del nord (sono del sud, di cosenza e mi sono trasferito 20 anni fa). quando il mio capo, un piccolo imprenditore, lavoratore come me, mi ha chiesto di fare sacrifici, senno andavamo tutti a casa, lui e io, io li ho fatti. ho detto va bene rinuncio a qualcosa per mantenere lo stipendio. l'ho fatto per me non per lui ma se padrone e operaio non si parlano e non si vengono incontro non si va da nessuna parte. le cose non vanno bene nè per me nè per l'azienda ma sopravviviamo in attesa di tempi migliori. se l'ho fatto io perchè non lo possono fare gli operai di pomigliano che sono molto più tutelati dai sindacati di me?
Concordo pienamente con un'analisi equilibrata che tiene conto di entrambe le facce della medaglia. A mio avviso uno dei più gravi errori della "sinistra" è stato quello di difendere acriticamente diritti ineccepibili in astratto, senza verificare minimamente l'uso e l'abuso che di tali diritti si faceva nella realtà dei fatti!
Pomigliano non è Dusseldorf o Vienna, ma nemmeno Torino. Per equilibrare i danni da camorra, malgoverno, mancanza di strutture, di servizi, ecc. ecc. se si vuol portare avanti un'impresa  a parità di condizioni con il resto d'Europa, ci vogliono dei correttivi. Mancando quelli di parte pubblica, è necessario attivare quelli di parte privata, a danno di chi vive e lavora a Pomigliano.
Gent.mi Onorevoli,I doveri dovevano essere fatti rispettare in tempi non sospetti con azioni secondo termini di legge arrivando anche al licenziamento individuale se necessario...porre ora sul piatto LA GENEROSITA' Fiat per il lassismo sopportato  non è FAIR!(peraltro ingiustificata e contraria alla buona gestione d'impresa, tale pazienza non è stata a costo zero né per gli azionisti né per la collettività), è un ricatto inaccettabile già fatto in Polonia... se  FIAT VUOLE CHIUDERE prima TERMINI E POI POMIGLIANO ALLORA LO STATO ITALIANO SI FACCIA RESTITUIRE TUTTI I FONDI DESTINATI  ALLA CASSA INTEGRAZIONE  E AGLI INCENTIVI dati alla FIAT! Poi vediamo chi ricatta chi...facile prendersela con la FIOM  e metterla con le spalle al muro. Se non c'era lo Stato Italiano che gli ha ripianato per anni i debiti la Fiat sarebbe già fallita enne volte come l' Alitalia...Marchionne è un bluff con la sua sceneggiata nell'acquisto di  General Motors! Qui siamo in mano di nessuno, il sindacato è venduto e morto...il governo è in altri problemi affacendato non ha neanche il Ministro preposto e la Confindustria fa  il suo interesse di brevissimo periodo...perchè tra i suoi associati ha solo affaristi e non imprenditori. Leggete l'articolo di Loretta Napoleoni sull'Unità di ieri:http://www.unita.it/news/loretta_napoleoni/100075/sorpresa_tornato_carlo...Scusate la concitazione ma noi siamo dell' Idv e non del Pd e la differenza si deve vedere...e sentire!Cordiali saluti Emanuela FerrariCoordinatrice Lunigiana IDV
condivido la tua rabbia. Avevo già letto l'articolo da te proposto. Ma, a quanto pare, ormai la "moda" di fare i moralisti sulla pelle degli altri è contagiosa. Purtroppo, credo però che il problema non sia solo Pomigliano: è il sistema capitalista che sta tirando le cuoia.......prima o poi dovremo rendercene conto tutti..... 
Aggiungo solo un particolare a cos'hai detto qui,Maria: Con il ricatto occupazionale non si ottengono risultati industriali,ma solo finanziari
L'onorevole Zipponi è sempre in IDV o no??? Può anche darsi che ci sia qualche personaggio che "abusa" di permessi per assentarsi dal lavoro, ma (come in ogni campo) credo che "i torti" vadano perseguiti individualmente, e non cancellando i diritti del lavoratore "a prescindere". Perchè, come notava l'on. Zipponi (che mi trova più concorde rispetto all'intervento odierno di Donadi-Trento-Borghesi) ciò che viene proposto è inaccettabile, e cancella anche le più elementari conquiste di dignità del lavoratore. Spero che da un giorno all'altro non si cambino le carte in tavola anche nell'IDV. Il pensiero di Zipponi è qui: http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/articoli/economia/la_verita_su_pomigliano.php?notifica Ad ogni modo, mi rendo conto che è difficile "portare a casa" un buon risultato in condizioni di grande difficoltà come le attuali di Pomigliano. Ma non si può pensare di considerare BUONO un accordo che in sostanza si riduce ad una sorta di schiavitù. Le condizioni di grande difficoltà sono quelle in cui si misura la grandezza di un bun politico. Altrimenti, saremmo bravi tutti.....
Caro Donadi, Le voglio fare un complimento dal cuore. Lei è l'unico politico italiano che dice sempre le cose come stanno. Lei parla con una lealtà ed onestà che traspare, e non ha mai paura di mettere in luce i dfetti o le manchevolezze anche della propria coalizione o delle forze tradizionalmente di sinistra, come i  sindacati. Vada avanti così che l'Italia ha bisogno di persone come Lei
Bravo Onorevole per averci raccontato questo ulteriore pezzo di verità. E' ora che si cominci a discutere del  mondo del lavoro non come contrapposizione di classi, ma come ambiente in cui imprenditori e operai trovano un equilibrio alto, fatto di rispetto e lealtà. Per far ciò devono cessare le difese d'ufficio sia dei sindacati che di Confindustria, altrimenti non ne usciamo vivi. 
E magari un minimo di rispetto x i lavoratori onesti separati dai parassiti.... Volendo aggiungere un minimo di morsi alla lingua da parte della segretaria di Confindnustria e del Garante
Condivido totalmente.