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RISPETTO E DIGNITA' NON SI COMPRANO

Lettera di Scilipoti per le dimissioni dall'IdvLettera di Scilipoti per le dimissioni dall'Idv

Il governo è finito e il voto del 14 dicembre è assolutamente irrilevante. Anche se lo squallido mercato delle vacche parlamentare che Berlusconi sta  conducendo con spregiudicatezza desse come esito qualche voto di vantaggio alla  Camera, non cambierebbe nulla. E' ormai chiaro che la crisi è formalmente aperta e che la parola deve tornare agli italiani. Con il voto. Ma quest’agonia del governo si sta svolgendo in un clima da fine impero che sta trascinando nel fango le istituzioni. Per raccattare qualche voto in più si sta trasformando Montecitorio in un mercato. La compravendita di parlamentari è una delle più squallide manifestazioni di declino politico della nostra storia. E' chiaro che si scelgono le persone più fragili e facilmente lusingabili. Magari con problemi economici e difficoltà personali. Anche l'onorevole Calearo ha parlato di una vera e propria compravendita, con cifre fra i 350 e i 500  mila euro. Tra i  nomi coinvolti ci sono anche quelli dei nostri deputati Antonio Razzi e Domenico Scilipoti, che oggi, in una lettera hanno comunicato le proprie dimissioni dal partito dell’Italia dei Valori. Non so come Razzi e Scilipoti possano votare la fiducia del 14 dicembre, in questi giorni ai giornali hanno detto tutto ed il contrario di tutto. So di certo che a seconda della scelta che faranno si capirà se sono ancora o meno degni di definirsi “uomini”. Fino all’ultimo voglio sperare che in loro prevalga l’onore ed il rispetto di quei migliaia di attivisti che, con il loro duro lavoro, hanno contribuito a farli eleggere, di quei milioni di elettori che hanno riposto anche in loro le speranze di una politica diversa e di un’Italia migliore. Quel che è certo è che se dovessero votare la fiducia a Berlusconi si bolleranno a vita con il marchio del’infamia che si deve ai peggiori traditori. Non credo nel perbenismo ipocrita per cui il rispetto si deve a tutti. Il disprezzo, in questo caso, non è volgarità, ma etica pubblica. E' giusto che i politici comincino a capire che quando si vendono e tradiscono i valori di chi li ha votati il disprezzo lo meritano tutto. E' il prezzo minimo da pagare per la loro corruzione morale. Un parlamentare può cambiare partito, cambiare idea, rompere con il suo partito d’origine. Tutto questo va accettato e anche rispettato se si fonda su scelte ideali e politiche. Ma chi, eletto per rappresentare l’opposizione più intransigente a Berlusconi, finisce per sostenerlo con il proprio voto, solo perché comprato politicamente per trenta vili denari, (che possono essere tante cose: la promessa di rielezione, di incarichi o di denaro) dovrà sapere che, in cambio, riceverà, come Giuda, soltanto il disprezzo delle persone oneste e perbene.