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POLIZIOTTI IN MUTANDE, RAZZI E SCILIPOTI SCORTATI

Sicurezza. Sicurezza. Sicurezza. Lo slogan di più campagne elettorali berlusconiane. Più sicurezza per tutti, città più sicure. Parola buona, ottima, in tutte le sue declinazioni, per riempirsi la bocca davanti agli elettori. Una volta eletti, però, dimenticano rapidamente le promesse. E così accade che persino i poliziotti scendano in piazza a manifestare contro i pesanti tagli al comparto sicurezza. E in questo strano e berlusconiano paese capita anche che due parlamentari ‘responsabili’ (è straordinario come l’italiano permetta di plasmare il significato delle parole anche impropriamente), i ben noti Razzi e Scilipoti, ottengano la scorta. Nonostante la carenza drammatica di fondi. Per estrema semplificazione accade questo: promettono soldi alle forze dell’ordine e sicurezza per i cittadini; vanno al governo e tagliano i fondi alle forze dell’ordine e diminuisce la sicurezza dei cittadini; i poliziotti scendono in piazza per protestare contro i tagli e perché è impossibile lavorare in queste condizioni, sotto organico e senza mezzi; due bellimbusti parlamentari ottengono la scorta. Per loro non è una necessità, - non si ricordano epiche battaglie contro la malavita, la mafia, la ‘Ndrangheta, la camorra -  ma uno status symbol da esibire. ‘Guardate, guardate qua – sembra voler significare questa scorta - quanto sono diventato importante’. Nel mare magnum degli sprechi italiani, questa è solo una goccia, ma è talmente rappresentativa di come vanno le cose in questo paese che è utile parlarne. Il ministro Maroni, soprattutto, dovrebbe avere la dignità di spiegare agli italiani i motivi di questa scelta. Presenteremo un’interrogazione e gli chiederemo conto della decisione. Quali sono i criteri con cui si assegna una scorta ministro? La scorta è per caso un benefit da aggiungere a qualcos’altro con cui premiare chi dall’opposizione passa in maggioranza? Lancio anche una proposta: facciamo l’election day, accorpiamo amministrative e referendum e diamo i soldi risparmiati (300 milioni di euro) alle forze dell’ordine. Questa è una proposta seria, non come la sceneggiata di Berlusconi che ha promesso ai poliziotti che protestavano sotto la sua villa ad Arcore che avrebbe risolto la situazione. Paternalismo patetico, il solito ‘ghe pens mì’ che ha portato allo sfascio l’Italia. Anche un’altra proposta: togliamo la scorta a Razzi e Scilipoti, che non ne hanno bisogno, e diamola ai servitori dello Stato che lavorano in territori ‘di frontiera’.

IL ‘NOVIZIATO’ CONTRO I FURBI

Italia dei ValoriItalia dei ValoriVenerdì e sabato sono state per l’Idv due grandi giornate. Due giorni a Tivoli, due giorni di confronto politico vero e leale. E’ stata approvata una risoluzione politica ed organizzativa che traccia regole nuove per condurre l’Italia dei Valori a raggiungere grandi obiettivi. Quelli che da sempre ci siamo prefissi. Un grande passo avanti per il partito e per tutti gli iscritti che credono in una politica nuova e pulita e ogni giorno lavorano con dedizione e serietà per fare crescere l’Idv. Sarà l’ufficio di presidenza a stabilire e fissare le regole, ma l’orientamento è che dovranno passare un anno o due anni per accedere agli incarichi elettivi o incarichi dirigenziali. Una sorta di ‘noviziato’. Un modo per evitare che i nuovi iscritti entrino nel partito solo per interessi personali. Non avremo più personale politico che sfrutta l’Italia dei Valori, usandola come autobus per poi scendere alla fermata successiva. Un forte deterrente nei confronti di chi pensa di poter approfittare della nostra  buona fede. Come possiamo evitare altri casi Scilipoti e Razzi? Anche in questo modo.Finalmente questa proposta, da sempre un mio cavallo di battaglia, è stata accettata. Non è importante che sia stata una mia battaglia quanto che sia diventata una battaglia di tutti. Fino ad oggi il partito era, nonostante le grandi affermazioni elettorali, ancora troppo gracile e precario. Oggi siamo pronti e maturi anche ad accogliere regole severe e stringenti. Sono davvero molto contento e soddisfatto. Siamo cresciuti, siamo diventati grandi. Niente più avventurieri e profittatori. Per avere accesso alle cariche elettive e ad incarichi di partito ci vorrà almeno un anno. Due per poter ottenere incarichi a livello nazionale. Sarà poi l’ufficio di presidenza a disciplinare le regole. Un altro passo avanti sulla via della trasparenza e del rispetto verso i nostri iscritti e i cittadini. Una regola di democrazia politica nuova per l’Italia, che pone ancora una volta Italia dei Valori all’avanguardia. Tracciata la linea questo è un passo importante  per essere un partito all’altezza delle grandi aspettative dei nostri elettori e dei nostri grandi obiettivi. Abbiamo anche stabilito altri punti fermi: le correnti non esistono e non esisteranno mai, perché non seguiamo vecchi riti di potere; non ci si potrà svegliare la mattina e sputtanare il partito sui giornali perché queste cose vanno risolte insieme lavorando nei competenti organi del partito; abbiamo votato tutti un punto della mozione (anche i sottoscrittori della famosa lettera) dove si riconosce che Idv è un partito pulito in cui non c’è una questione morale. Mi fa piacere sottolineare che è stato approvato all’unanimità, anche dai firmatari della famosa lettera sulla questione morale Luigi De Magistris e Giulio Cavalli. Non Sonia Alfano, ma solo perché aveva lasciato l’esecutivo già alcune ore prima dell’approvazione del documento.

In allegato troverete per intero la risoluzione votata all’unanimità.

MOFFA PEGGIO DI DE PRETIS

Manifestazione Idv davanti a Montecitorio contro la compravendita dei parlamentariManifestazione Idv davanti a Montecitorio contro la compravendita dei parlamentariC’è del marcio in Parlamento. Il degrado raggiunto dalla politica italiana ormai non ha più limiti di decenza. Si è arrivati alla compravendita di deputati ed in questo clima mefitico è nato un nuovo ruolo di prestigio: il piazzista di parlamentari. L’ultimo è Silvano Moffa, ex finiano di ferro, ex coordinatore del gruppo Fli, poi passato con Berlusconi, per il quale ora sta cercando di acquisire altri deputati. Questi piazzisti sono poco appariscenti, figure anonime, grigi travet che si aggirano nei luoghi del potere con fare circospetto, ma con fare amichevole… Trattano, offrono posti, e, credo, anche altro. Abbiamo già spiegato come avviene in un altro post. A nostro avviso ci sono gli estremi per la corruzione e per questo abbiamo presentato un esposto alla magistratura. C’è un’indagine in corso, vedremo. Insomma, questi figuri sono gli animatori ed i protagonisti di un vergognoso mercimonio, l’unico mezzo che ha Berlusconi per mantenere una raffazzonata e posticcia maggioranza in Parlamento. Di fronte a tutto questo, il trasformismo di Agostino De Pretis, presidente del consiglio nel periodo post-unitario che governava indifferentemente con la destra e la sinistra storica, è un esempio di rettitudine politica. E’ tale lo squallore di quel che sta accadendo che non ci sono parole per esprimere lo sdegno ed il disgusto. Una cosa, però, voglio dirla. Tempo fa, dopo il tradimento di Razzi e Scilipoti, dissi che avrei messo la mano sul fuoco sulla fedeltà e sull’onestà dei deputati del gruppo Italia dei Valori. E lo ribadisco anche oggi, nonostante molti giornali stiano facendo dell’ironia su questa frase. Lo dico anche a Moffa che cita Italia dei Valori tra i gruppi che perderebbero parlamentari. Di certe affermazioni si dovrebbe vergognare, così come del ruolo di piazzista che sta ricoprendo. Se cita Idv evidentemente è un piazzista scadente. Chiudo per ribadire quel che ha già detto Di Pietro: i casi di Razzi e Scilipoti, è inutile negarlo, ci hanno addolorato, ma c’è anche una piccola e magra consolazione: con loro si son portati via anche il ‘marciume politico’ che c’era nel partito.

QUESTIONE MORALE? LE MIE RIFLESSIONI AI VOSTRI COMMENTI

Voglio tornare sull'argomento che ha suscitato tanto interesse e tante polemiche, anche per provare a rispodere ai moltissimi commenti: c'è una questione morale nell'Idv? Se fosse vero, e se le parole hanno un senso, affermarlo vuol dire che nel partito sguazzano indisturbati corrotti, disonesti e persone che usano la politica per interesse personale. Questo è falso e insultante e ribadisco con fermezza e indignazione che il partito che conosco e che incontro in giro per l'Italia da dieci anni, non solo è il partito dove non c'è nessuna questione morale ma, al contrario, è un partito bello e pulito. E se affermare questa certezza, con forza e anche con una certa incazzatura verso chi sostiene il contrario, mi vale il titolo di "togliattiano", me lo prendo senza farci troppo caso. Detto questo facciamo una serie di precisazioni, alle quali non ho alcuna volontà di sfuggire. Negare la questione morale equivale a dire che viviamo nel partito perfetto? Di certo no. Persone che si sono rivelate non per bene ce ne sono state, senz'altro, ma quando ce ne siamo accorti le abbiamo sempre allontanate dal partito. Altri probabilmente ce ne sono o ne arriveranno, e l'unica difesa che abbiamo è sempre e soltanto quella di continuare ad essere intransigenti sotto il profilo della correttezza morale, con i nostri iscritti ed eletti. Negare la questione morale significa negare che una parte  della classe dirigente che abbiamo portato nelle istituzioni si sia rivelata non all'altezza del compito o che ci abbia usati come un autobus? Di certo no. E' accaduto ed ovviamente chi ha avuto maggiori responsabilità di scelta ha sbagliato di più. Ma vi garantisco che costruire un partito dal nulla, partendo senza struttura, senza un brandello di classe dirigente ereditata da precedenti formazioni politiche è stata un'esperienza midiciale. Solo la lega, che è nata 25 anni fa, dalla società civile, così come noi, ha sperimentato difficoltà analoghe, anzi molto maggiori. Abbiamo mobilitato decine di migliaia di persone dalla società civile. Abbiamo accolto anche molte persone che venivano da precedenti esperienze politiche. Nel 95% dei casi abbiamo scelto bene, nel 5% abbiamo sbagliato. Sentiamo la responsabilità degli errori e proveremo a fare ancora meglio, ma ce l'abbiamo messa tutta. Ma soprattutto, oggi stiamo formando nei comuni, nelle province e nelle regioni una classe dirigente tutta nostra, fatta di molti giovani uomini e donne. Per questo abbiamo la coscienza pulita. Negare la questione morale significa negare che talora vi siano stati abusi nel tesseramento, o logiche familistiche o di potere? Di certo no. Ed anche questo fenomeno ci amareggia e cerchiamo di contrastarlo. Ma nessuno ha ancora trovato un sistema più democratico delle iscrizioni e dei congressi per attuare la democrazia all'interno di un partito. E poi diciamocelo con chiarezza: talora chi si lamenta ha buone ragioni per farlo, ma spesso non è in nulla diverso, o migliore o più competente di colui che critica. La verità è che costruire un partito davvero diverso è una fatica improba e un lavoro che non conosce fine. E allora ben venga il confronto, le critiche, anche quelle sui giornali, ma nessuno, ribadisco, nessuno si può permettere, mentre tutti noi lavoriamo ogni giorno con tutte le nostre forze per rendere questo partito sempre migliore, di non fare nulla se non salire in cattedra e tentare di dividere il partito in buoni e cattivi, in idealisti e opportunisti, rappresentando se stesso come il bene e il resto come il male.

UNA PUGNALATA ALLE SPALLE

Vasto 2010Vasto 2010Sono esterrefatto e chiedo scusa se i miei toni di oggi potranno apparirvi eccessivi ma l’attacco a freddo che De Magistris, Alfano e Cavalli, hanno sferrato oggi al mio partito mi indigna profondamente. Non era bastato il colpo arrivato il giorno dopo la vicenda Razzi e Scilipoti con le critiche alla selezione dei candidati e con il presagio di altre possibili fuoriuscite. A distanza di una settimana, arriva il secondo colpo, la bufala della questione morale in Italia dei Valori. Non siamo perfetti, per carità, lo sappiamo, ma proprio per quel senso di responsabilità che sentiamo a maggior ragione dopo quanto è accaduto, due giorni fa abbiamo analizzato la questione candidature all’ufficio di presidenza, per rivedere i criteri di scelta a cariche elettive della nostra classe dirigente. In quella sede, tra l’altro, ho avanzato nuovamente come soluzione la mia proposta presentata al congresso, di candidare dirigenti che abbiano un percorso nel partito di almeno due anni. Abbiamo anche convocato per il prossimo 14 gennaio l'esecutivo nazionale che dovrà, tra le altre cose, discutere proprio di una eventuale stretta sulle candidature. Il dibattito, dunque, c’è ed è vivo perché è forte la voglia di migliorarsi ma è un percorso difficile, complicato e per questo necessariamente lento e graduale. Negli ultimi due anni, abbiamo portato quasi 60 persone nei parlamenti nazionali ed europei, più di 1.500 persone nelle istituzioni territoriali, siamo cresciuti in modo esponenziale con una classe dirigente ancora in costruzione. Per questo, di tutto abbiamo bisogno tranne che di pugnalate alle spalle perché quella di oggi non ha nessuna velleità di critica costruttiva. Chi vuole costruire un partito sul serio, chi vuole migliorarlo davvero viene alle riunioni, partecipa attivamente alla vita di partito, pone le questioni negli spazi deputati al confronto e se lì non trova le risposte giuste, se li trova porte chiuse e sbarrate, allora lo denuncia ai mezzi di informazione. Non viene alle riunioni, tace e poi lancia bombe sui media. Come si può parlare di questione morale in Italia dei Valori? Come possono arrivare a parlare di questione morale nel mio partito lasciando intendere che vi sarebbero ipotesi di corruzione, malaffare ed un uso personale della politica? Come possono parlare di signori delle tessere in un partito dove tutti i congressi sono stati aperti e molti dall’esito incerto? Quale autorità hanno per salire sul pulpito e vestire i panni di novelli Savonarola nei confronti di quel partito che per loro ha costruito ponti d’oro? Come ho dichiarato insieme a Leoluca Orlando e Felice Belisario in una nota apparsa oggi su il Fatto Quotidiano,  una simile uscita, tanto violenta quanto falsa, offende ed umilia decine di migliaia di attivisti e militanti e migliaia di dirigenti territoriali e nazionali. Per questo credo, che simili astrusità possono avere solo due motivazioni: o nascono da un’inscusabile ignoranza della realtà del partito, e questo mi pare poco probabile, o sono il primo passo di chi pensa di proseguire una percorso politico fuori da IDV e inizia un’opera di sistematica delegittimazione del partito nel quale militano. Ma sappiamo che, se così fosse, tradirebbero il mandato degli elettori  né più né meno di quanto abbiano fatto Razzi e Scilipoti.

RAZZI E SCILIPOTI? UNA LEZIONE PER IL FUTURO

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Non mancherò di rispondere alla domanda che brucia in queste ore: perché Scilipoti e Razzi, due deputati di Italia dei Valori, hanno votato la fiducia a Berlusconi, tradendo il partito e gli elettori di Idv ma per farlo devo prima fare qualche doverosa premessa. A scanso di equivoci, non vi nascondo che sono profondamente amareggiato per quello che è accaduto e ne sento in qualche modo la responsabilità, perché questo fa una classe dirigente seria di un partito. Non si mette in cattedra a dispensare consigli o a dare colpe ad altri ma se le assume in prima persona ed opera concretamente perché questo non si ripeta mai più. Io credo che ci siano due cause, una recente e una remota che spiegano quanto accaduto. La causa recente è riconducibile a Silvio Berlusconi e a quanto ha messo in atto nell’ultimo mese e mezzo. Mentre Italia dei Valori e tutta l’opposizione, così come era stato chiesto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con senso di responsabilità contribuiva a congelare la crisi per approvare una legge finanziaria di fronte ad una crisi economica che non conosce tregua, il presidente del Consiglio tesseva la sua tela di corruzione, metteva in scena il più abile, furbo e scaltro mercato delle vacche parlamentari. In gioco, ricchi premi e cotillon: mutui, poltrone, seggi sicuri e rielezione servita su piatti d’argento. C’è riuscito. Un bella vittoria di Pirro che non servirà a nulla ma che ha rinsaldato il suo ego ipertrofico. Detto questo, pur assumendoci le responsabilità e lavorando perché non vi siano più casi come quelli di Razzi e Scilipoti c’è un limite oggettivo che una classe dirigente di un partito ha, ovvero, quello di non riuscire a possedere arti divinatorie che gli permettano di capire se nel Dna di un dirigente e militante di IDV, c’è il gene del tradimento, se ha un prezzo in cambio del quale è pronto a vendersi. Può lavorare, come IDV sta facendo da dopo il congresso nazionale, per costruire e formare una vera classe dirigente, sempre più radicata, consapevole e fidelizzata. Negli ultimi cinquant’anni, solo alla Lega Nord è accaduto quello che è successo a Italia dei Valori, ovvero una crescita esponenziale in poco tempo, pur non avendo una classe dirigente radicata sul territorio. Non è un caso che dal 1992 al 2001, la Lega Nord abbia conosciuto ben più celebri traditori e storici tradimenti rispetto a noi. Basti pensare al caso di Irene Pivetti che, da presidente della Camera della Lega Nord, è passata a Dini con Rinnovamento italiano ed è poi finita ad occuparsi di un reality sul lifting. O a quello del presidente del gruppo parlamentare della Lega che, dopo aver presieduto il gruppo del Senatur alla Camera, è passato alla Margherita. Dunque, la soluzione non sono cabine di regia che puzzano di logiche spartitorie a due o a tre. E’ la costruzione di un partito vero, come stiamo già facendo, che formi la sua classe dirigente sul territorio, che faccia crescere i suoi giovani nei comuni, nelle province e nelle regioni, fino a portarli in Parlamento. E’ questa la nostra sfida: continuare sulla strada che abbiamo già tracciato.

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Siccome buona parte degli interventi sono sulla stessa linea e ci rimproverano di aver candidato due transfughi da altri partiti saliti a bordo di IDV in corsa, ci tengo a ribadire per fare chiarezza che questo è profondamente sbagliato. State prendendo una cantonata. Razzi e Scilipoti erano con noi da dieci anni. Sono quindi, a tutti gli effetti, militanti della prima ora, come voi. Non politici provenienti da altri partiti e saliti a bordo strada facendo. E allora? Cosa dobbiamo fare? Il test della verità? Se non bastano nemmeno dieci anni di lavoro spalla a spalla a garantire la sincerità dell'impegno di una persona, come si fa a fidarsi ed a scegliere? Capisco la vostra amarezza che è anche la nostra, ma dobbiamo affrontare la realtà rappresentata dal fatto che il tradimento più vile lo abbiamo ricevuto proprio da due militanti storici. Due traditori che sono stati in mezzo a noi per dieci lunghi anni. Non credo che dobbiamo per questo perderci d'animo, ma impegnarci sempre più a migliorare e a radicare un partito sempre più forte sul territorio.

 

B-DAY, UN PALLOTTOLIERE NON LO SALVERA’

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Dall’esito del voto di oggi dipendono molte cose, ma sicuramente non la vita del governo, ormai definitivamente segnata da mesi. Se anche Berlusconi ottenesse la fiducia per uno o due voti, o anche per quattro, cinque, non gli sarebbe possibile continuare a governare. Basti pensare che il centro sinistra non riuscì a governare nel 2006, avendo in Senato tre voti di vantaggio ed avendo tra i senatori un solo esponente di governo, il ministro della Giustizia, Clemente Mastella. Il governo Berlusconi ha circa 40, 50 tra ministri, viceministri e sottosegretari che sono anche parlamentari e quindi non assicurerebbero la loro presenza in Aula per le votazioni. Già nei mesi scorsi il governo pendeva non di 4 o 5 voti, ma di 40, 50. Quindi, indipendentemente da ciò che succederà oggi, il governo cadrà. Cosa cambia, allora, se Berlusconi ottiene la fiducia? Sarà una clamorosa sconfitta politica per Fini, di cui Berlusconi riuscirà a dimostrare la non rilevanza per togliergli la maggioranza. Sarà una sconfitta per chi lavorava all’ipotesi, giusta o sbagliata che fosse, di dar vita ad un governo di larghe intese senza Berlusconi. Se otterrà la fiducia, infatti, da domani sarà ancora Berlusconi a decidere se e quando salire al Quirinale, a decidere se chiedere il rimpasto. In questo caso il Presidente della Repubblica non avrebbe altra scelta che concederglielo, visto che non esistono maggioranze in Parlamento. Cosa farà Berlusconi domani? Si aprono sostanzialmente tre ipotesi. Una prima, nella quale, da presidente del Consiglio ancora in carica, cercherà di tessere la tela di un allargamento della maggioranza all’Udc e forse anche a Fli o ad una parte di Fli. Sicuramente giocherà il tutto per tutto per riuscire a chiudere questa trattativa. Una seconda fase, che si aprirà se la prima gli lascia qualche spiraglio positivo, lo vedrà recarsi dal Capo dello Stato e, dopo aver rassegnato le dimissioni, chiedere che gli venga affidato il reincarico. A questo punto Berlusconi cercherà di stringere un’intesa con tutta una parte del terzo polo, mettendo sul piatto un bel numero di ministri, viceministri e sottosegretari. Seguirà la fase più difficile di questo passaggio, ossia far digerire a Bossi e alla Lega la presenza di un nuovo alleato come l’Udc, così ostile al federalismo. Sicuramente Bossi non accetterà senza garanzie ben precise. E’ altresì evidente che, se finisse così, le velleità da futuri leader politici di Casini e Fini ne uscirebbero pesantemente ridimensionate. La terza ipotesi, che si apre nel caso la prima e la seconda fallissero, vede le elezioni a Marzo, con un Berlusconi che confiderà nel fatto che le opposizioni all’asse Pdl-Lega si presenteranno divise. Sicuramente si tratta di scenari, tutti, poco lusinghieri, ma, a voler vedere il bicchiere mezzo pieno, quest’ultima ipotesi vedrebbe una svolta decisiva: per lo meno, sarebbe la volta in cui si farebbe definitivamente chiarezza sulla collocazione dell’Udc ed in cui finalmente il Pd sarebbe costretto a smetterla di inseguire alchimie di palazzo e sterili tatticismi parlamentari, rompendo gli indugi e dando finalmente vita, assieme a Idv e Sel, non tanto a nuove coalizioni, quanto ad un progetto radicalmente innovativo di modernizzazione del Paese. E’ di questo che l’Italia ha bisogno, in questo momento, di un governo stabile e con un progetto vero e di ampio respiro. Non certo di un governo, appeso ad un pallottoliere che, comunque vada oggi, è un morto che cammina.

BERLUSCONI, TRAGICOMICO RE LEAR AL TRAMONTO

Berlusconi al Senato durante la discussione generale sulla fiducia si appisolaBerlusconi al Senato durante la discussione generale sulla fiducia si appisolaSono arrivati a 600 mila i lavoratori in cassa integrazione nel 2010. Ognuno di loro ha perso in media 8.000 euro nell’ultimo anno, circa 680 euro al mese che, per molti di questi lavoratori, equivale a metà della busta paga. La cassa integrazione non riguarda solo loro, ha effetti devastanti anche sulla nostra economia che, per quest’anno, ha perso 4 miliardi di euro e il prossimo si preannuncia anche peggiore. In questo scenario drammatico, oggi Silvio Berlusconi si è presentato al Senato ed ha messo in scena il primo atto della sua tragedia personale e politica. E’ un Re Lear stanco e vecchio che, come il re di Britannia, ossessionato dalla sua infinita vanagloria,  si aggira in Parlamento farneticando e parlando con i topi. Con un armamentario linguistico altisonante che invoca la Costituzione, da lui sistematicamente umiliata e vilipesa, il rispetto della volontà degli italiani, dell’interesse del Paese, quel bene supremo che come presidente del Consiglio ha sistematicamente e scientificamente ignorato in nome dei suoi interessi personali, ha messo su la sua maschera migliore ma ormai decrepita di finto dialogatore alla ricerca di unità, rivelando ancora una volta la maschera tragica di ipocrita e vanaglorioso piazzista, che ha trasformato il Parlamento e la democrazia in un assurdo e grottesco mercato delle vacche, che tiene bloccato e sospeso il paese per mettersi al riparo dei suoi guai. Un piccolo uomo, il peggior presidente del Consiglio della storia repubblicana, ossessionato dai suoi guai giudiziari e personali, un corruttore che, nonostante abbia messo in atto la pratica che conosce meglio, finirà sepolto, in senso figurato s’intende, dalla sua miseria umana e politica. L’esperienza di questo governo è finita ormai da un pezzo e, a meno di cedimenti da parte di Casini e Fini, domani calerà per l’ultima volta la tela dopo la messa in scena dell’ultimo tragico secondo atto. Le sue sono ormai parole stanche e senza senso, incomprensibili come quelle farneticanti pronunciate dallo shakesperiano Re Lear a Dover. Ha perso ogni residuo di credibilità ed ogni tentativo di rimuovere dalla coscienza degli italiani 15 anni di leggi ad personam, le sue miserabili ultime vicende sessuali con minorenni, i dispacci internazionali che lo dipingono per quello che realmente è, crolleranno miseramente. Domani Silvio Berlusconi apparirà per quello che è: un pazzo lucido, disposto a tutto pur di salvarsi, anche ad affogare quel paese che avrebbe dovuto guidare e che invece ha portato allo sfascio.

ECCO COME FUNZIONA IL MERCATO DELLE VACCHE

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Vi spiego come funziona il mercato dei parlamentari. Un deputato che è stato contattato, mi ha raccontato il metodo utilizzato dagli emissari del pdl. Il primo passaggio è un contatto informale, che sfrutta i rapporti amicali, di conoscenza, personali. Il parlamentare viene ‘agganciato’ da una persona che gli mette la pulce nell’orecchio. Gli fa sapere che ha presunte informazioni sulla possibilità che non venga ricandidato, sulla scarsa considerazione che hanno di lui nel partito e altre cose simpatiche di questo genere. Il secondo passaggio è più allettante e riguarda le possibilità future: la ricandidatura e tutti gli strumenti per accrescere la propria carriera politica…Se dopo questo secondo step il parlamentare ‘abbocca’ allora si passa ad una fase più concreta. Viene, presumibilmente, organizzato un incontro in cui si tratta sul serio con gli emissari autorizzati a condurre concretamente la trattativa. L’ultimo passaggio è la firma dell’accordo davanti a Berlusconi in persona. Mi sembra evidente che in tutto questo non ci sia neanche l'ombra di una libera dialettica parlamentare. Si tratta di un reato, né più né meno di un illecito su cui è doveroso l'intervento della procura. Questo è il motivo dell'esposto che abbiamo presentato. La gravità degli episodi di cui siamo a conoscenza, mi ha, inoltre, fatto sentire in dovere di avvisare il Presidente della Repubblica e l'ho fatto in una lettera aperta che potete leggere qui, in allegato. Era giusto che il Capo dello Stato fosse reso partecipe di quanto sta accadendo, del fatto che gli interessi di alcuni parlamentari siano ormai circoscritti al proprio personale futuro, agli sviluppo della propria carriera, al maturare della propria pensione. Consideriamo tutto questo aberrante e riteniamo necessario fare di tutto per evitare che il declino di una stagione politica si traduca nella fine inesorabile del decoro che essa deve avere. E', insomma, per questo, in base alle informazioni che abbiamo avuto, per le dichiarazioni di Calearo sul prezzo dei parlamentari (dai 350.000 ai 500.000 euro), per il video di Razzi (quoque tu Antonio…) che due mesi fa su questo blog aveva denunciato il tentativo di corruzione subito, che abbiamo presentato l’esposto alla procura della Repubblica. Corruzione, almeno morale, c’è stata. E’ anche per questi motivi che ho inviato la lettera aperta al Presidente della Repubblica, ch pubblico di seguito:

Ill.mo Presidente della Repubblica,

Le scrivo in qualità di presidente di gruppo parlamentare perché preoccupato dalla gravità di quanto sta avvenendo, sicuro della Sua sensibilità istituzionale e del Suo rigore morale. Circa un mese fa, fummo tra le forze politiche che accolsero il suo appello affinché prima del voto sulla mozione di
sfiducia ci fosse una moratoria per permettere l’approvazione della legge di Stabilità. Nella difficile situazione economica che l’Italia sta attraversando, la richiesta di questa ‘moratoria’ è stato un gesto di straordinario interesse per il Paese, accolto da tutti i capigruppo. Un tempo che alcune forze politiche della maggioranza, però, hanno utilizzato per dar vita ad una squallida campagna acquisti di parlamentari dell’opposizione. Tanto squallida da spingere un deputato, anch’egli coinvolto in un passaggio, ad affermare che il prezzo di un parlamentare varia dai 350.000 ai 500.000 euro. Questo mercanteggiare indegno mina la credibilità delle istituzioni e trascina il Paese verso il degrado politico, sancendo una generalizzata e diffusa perdita di fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni. Rischia anche di provocare una frattura tra il corpo sociale ed i rappresentanti politici, molto pericolosa perché coincidente con una pesante crisi economica dagli effetti particolarmente duri per i lavoratori, le imprese e le famiglie. Senza volerLa coinvolgere nell’aspro dibattito politico, mi rivolgo a Lei come garante e custode della vita democratica italiana, affinché faccia sentire la Sua voce alta ed autorevole in difesa della dignità del Parlamento, ma anche del governo e delle istituzioni tutte, per evitare che la fine di una stagione politica porti con sé il crollo delle regole democratiche. Certo dell’attenzione con cui sempre segue le vicende del Paese, Le porgo i più cordiali saluti.

RISPETTO E DIGNITA' NON SI COMPRANO

Lettera di Scilipoti per le dimissioni dall'IdvLettera di Scilipoti per le dimissioni dall'Idv

Il governo è finito e il voto del 14 dicembre è assolutamente irrilevante. Anche se lo squallido mercato delle vacche parlamentare che Berlusconi sta  conducendo con spregiudicatezza desse come esito qualche voto di vantaggio alla  Camera, non cambierebbe nulla. E' ormai chiaro che la crisi è formalmente aperta e che la parola deve tornare agli italiani. Con il voto. Ma quest’agonia del governo si sta svolgendo in un clima da fine impero che sta trascinando nel fango le istituzioni. Per raccattare qualche voto in più si sta trasformando Montecitorio in un mercato. La compravendita di parlamentari è una delle più squallide manifestazioni di declino politico della nostra storia. E' chiaro che si scelgono le persone più fragili e facilmente lusingabili. Magari con problemi economici e difficoltà personali. Anche l'onorevole Calearo ha parlato di una vera e propria compravendita, con cifre fra i 350 e i 500  mila euro. Tra i  nomi coinvolti ci sono anche quelli dei nostri deputati Antonio Razzi e Domenico Scilipoti, che oggi, in una lettera hanno comunicato le proprie dimissioni dal partito dell’Italia dei Valori. Non so come Razzi e Scilipoti possano votare la fiducia del 14 dicembre, in questi giorni ai giornali hanno detto tutto ed il contrario di tutto. So di certo che a seconda della scelta che faranno si capirà se sono ancora o meno degni di definirsi “uomini”. Fino all’ultimo voglio sperare che in loro prevalga l’onore ed il rispetto di quei migliaia di attivisti che, con il loro duro lavoro, hanno contribuito a farli eleggere, di quei milioni di elettori che hanno riposto anche in loro le speranze di una politica diversa e di un’Italia migliore. Quel che è certo è che se dovessero votare la fiducia a Berlusconi si bolleranno a vita con il marchio del’infamia che si deve ai peggiori traditori. Non credo nel perbenismo ipocrita per cui il rispetto si deve a tutti. Il disprezzo, in questo caso, non è volgarità, ma etica pubblica. E' giusto che i politici comincino a capire che quando si vendono e tradiscono i valori di chi li ha votati il disprezzo lo meritano tutto. E' il prezzo minimo da pagare per la loro corruzione morale. Un parlamentare può cambiare partito, cambiare idea, rompere con il suo partito d’origine. Tutto questo va accettato e anche rispettato se si fonda su scelte ideali e politiche. Ma chi, eletto per rappresentare l’opposizione più intransigente a Berlusconi, finisce per sostenerlo con il proprio voto, solo perché comprato politicamente per trenta vili denari, (che possono essere tante cose: la promessa di rielezione, di incarichi o di denaro) dovrà sapere che, in cambio, riceverà, come Giuda, soltanto il disprezzo delle persone oneste e perbene.