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C'E' POSTA DAL MESSICO
Mi ha stupito ricevere questa mattina una lettera da parte dell’ambasciatore del Messico. Ruíz-Cabañas, infatti, mi ha voluto segnalare che il paragone tra Pancho Villa ed Emiliano Zapata da una parte e Di Pietro e Grillo dall’altra non era forse il più idoneo a descrivere l’”effervescente periodo che vive l’Italia attualmente”. La lettera è stata scritta il 5 novembre, ma anche se ne prendo visione solo oggi ci tengo a chiarire le motivazioni alla base di quel paragone e, naturalmente, scusarmi se con ciò abbia creato un fraintendimento.
Villa e Zapata sono stati due grandi eroi messicani, hanno dedicato la loro vita a condurre battaglie per il benessere del popolo. Due figure di grande spirito e coraggio, a cui va il mio rispetto e la mia ammirazione. Ma tornando al paragone che ho usato, riguardo all’ipotesi di trovarci, dopo le elezioni, Di Pietro al Quirinale e Grillo presidente del consiglio, in quel momento mi riferivo a un ben preciso episodio, ovvero quando nel 1914, dopo che i due eroi messicani entrarono trionfanti a Città del Messico, Zapata si rifiutò di sedersi sulla poltrona presidenziale.
La sua motivazione fu: “Non combatto per questo. Combatto per le terre, perché le restituiscano”. Niente da obiettare, Zapata fece molto per il suo popolo. Ma oggi l’Italia ha bisogno di sicurezza, di programmi chiari e condivisi. I principi e la passione, in questo momento, servono a ben poco, se poi al governo non c’è nessuno che li sappia tradurre in una serie di azioni concrete, capaci di cambiare fattivamente la vita delle persone. Chi mi conosce sa che ho sempre condiviso molti dei principi che accomunano Movimento 5 Stelle e Italia dei valori. In primis anticorruzione, giustizia ed etica pubblica. Ma lasciarsi trasportare unicamente sulla spinta delle emozioni oggi come oggi è troppo rischioso. Serve lucidità e raziocinio, a maggior ragione vista l’attuale situazione di instabilità.
Ad essere in dubbio non è il rispetto delle persone che a vario titolo ho tirato in ballo in quel paragone, ma la scelta di mettere al governo e nelle nostre istituzioni persone scelte sull’onda delle emozioni, che oggi nel nostro paese sono spesso mal di pancia e delusione. Ai vertici dello Stato devono andare persone con passione, coraggio e sani principi, sì, ma io sono convinto che l’Italia meriti di più: persone che, una volta al governo, si siedano su quella poltrona, con tutto il rispetto e la responsabilità dell’incarico che gli hanno dato i cittadini, e diano una forma tangibile a quei principi e a quegli ideali per i quali si sono battuti.



LE SFIDE DI RENZI NON SONO UN TABU’
Di Matteo Renzi si può dire quello che si vuole. Troppo poco di sinistra, secondo un certa ortodossia. Troppo berlusconiano, secondo altri. Però, di alcune gli va dato atto e merito. Innanzitutto, di aver portato una ventata di novità, di aver rimescolato le carte. In secondo luogo, di aver avuto il coraggio di porre temi scomodi con i quali la sinistra deve e dovrà fare obbligatoriamente i conti nei prossimi anni. Per quanto mi riguarda, condivido in larga misure le cose che ha detto, in particolare sulle politiche economiche e sociali e sulla necessità, improcrastinabile, di rimettere in discussione nel centrosinistra tanti tabù ideologici. Credo, anzi, sono convinto che un partito come Italia dei Valori, che giustamente si definisce post-ideologico, più degli altri debba sapere cogliere l’occasione per ridefinire un’idea e un sistema di valori di stampo progressista che parta da una rielaborazione delle ideologie dell’Ottocento e del Novecento. Certe culture politiche sono armi spuntate di fronte al mondo di oggi così profondamente mutato e le forze politiche attuali devono saper accettare e coglierne la sfida. Non so se Matteo Renzi è o sarà l’uomo della provvidenza. Confesso che ad un certo leaderismo mediatico non sono particolarmente affezionato. Credo, infatti, che il leaderismo mediatico, abbia mostrato tutti i suoi limiti, tanto a destra quanto a sinistra e credo, ancor di più che l’Italia non abbia bisogno di ulteriori iniezioni di leaderismo ma di ben altro. Ma ben vengano uno, dieci, cento Renzi per il centrosinistra se serve a rompere schemi e strutture, se servono ad aiutare il centrosinistra a farsi interprete di quel mondo e di quella società così profondamente cambiati. Se proprio devo muovere un appunto a Renzi, è quella sensazione di voler continuare ad agire ispirato ad una sorta di autopromozione di se stesso. Le sue idee non sono un tabù ma per realizzarle non bastano le gambe e le spalle di una persona sola. Per andare nella direzione giusta, per realizzare quella rivoluzione culturale di cui abbiamo bisogno per stare al passo coi tempi e non rincorrerli affannosamente servono molte gambe e molte spalle, intelligenze vive e capaci, tempi lunghi, confronti e ragionamenti. Altrimenti, anche la Leopolda sarà stato un fuoco di paglia e non coglieremo la sfida che ci attende.



PARLAMENTO, IL LAVORO PREMIA IDV




IL ‘NOVIZIATO’ CONTRO I FURBI
Italia dei ValoriVenerdì e sabato sono state per l’Idv due grandi giornate. Due giorni a Tivoli, due giorni di confronto politico vero e leale. E’ stata approvata una risoluzione politica ed organizzativa che traccia regole nuove per condurre l’Italia dei Valori a raggiungere grandi obiettivi. Quelli che da sempre ci siamo prefissi. Un grande passo avanti per il partito e per tutti gli iscritti che credono in una politica nuova e pulita e ogni giorno lavorano con dedizione e serietà per fare crescere l’Idv. Sarà l’ufficio di presidenza a stabilire e fissare le regole, ma l’orientamento è che dovranno passare un anno o due anni per accedere agli incarichi elettivi o incarichi dirigenziali. Una sorta di ‘noviziato’. Un modo per evitare che i nuovi iscritti entrino nel partito solo per interessi personali. Non avremo più personale politico che sfrutta l’Italia dei Valori, usandola come autobus per poi scendere alla fermata successiva. Un forte deterrente nei confronti di chi pensa di poter approfittare della nostra buona fede. Come possiamo evitare altri casi Scilipoti e Razzi? Anche in questo modo.Finalmente questa proposta, da sempre un mio cavallo di battaglia, è stata accettata. Non è importante che sia stata una mia battaglia quanto che sia diventata una battaglia di tutti. Fino ad oggi il partito era, nonostante le grandi affermazioni elettorali, ancora troppo gracile e precario. Oggi siamo pronti e maturi anche ad accogliere regole severe e stringenti. Sono davvero molto contento e soddisfatto. Siamo cresciuti, siamo diventati grandi. Niente più avventurieri e profittatori. Per avere accesso alle cariche elettive e ad incarichi di partito ci vorrà almeno un anno. Due per poter ottenere incarichi a livello nazionale. Sarà poi l’ufficio di presidenza a disciplinare le regole. Un altro passo avanti sulla via della trasparenza e del rispetto verso i nostri iscritti e i cittadini. Una regola di democrazia politica nuova per l’Italia, che pone ancora una volta Italia dei Valori all’avanguardia. Tracciata la linea questo è un passo importante per essere un partito all’altezza delle grandi aspettative dei nostri elettori e dei nostri grandi obiettivi. Abbiamo anche stabilito altri punti fermi: le correnti non esistono e non esisteranno mai, perché non seguiamo vecchi riti di potere; non ci si potrà svegliare la mattina e sputtanare il partito sui giornali perché queste cose vanno risolte insieme lavorando nei competenti organi del partito; abbiamo votato tutti un punto della mozione (anche i sottoscrittori della famosa lettera) dove si riconosce che Idv è un partito pulito in cui non c’è una questione morale. Mi fa piacere sottolineare che è stato approvato all’unanimità, anche dai firmatari della famosa lettera sulla questione morale Luigi De Magistris e Giulio Cavalli. Non Sonia Alfano, ma solo perché aveva lasciato l’esecutivo già alcune ore prima dell’approvazione del documento.
In allegato troverete per intero la risoluzione votata all’unanimità.



RISPETTO E DIGNITA' NON SI COMPRANO
Lettera di Scilipoti per le dimissioni dall'Idv
Il governo è finito e il voto del 14 dicembre è assolutamente irrilevante. Anche se lo squallido mercato delle vacche parlamentare che Berlusconi sta conducendo con spregiudicatezza desse come esito qualche voto di vantaggio alla Camera, non cambierebbe nulla. E' ormai chiaro che la crisi è formalmente aperta e che la parola deve tornare agli italiani. Con il voto. Ma quest’agonia del governo si sta svolgendo in un clima da fine impero che sta trascinando nel fango le istituzioni. Per raccattare qualche voto in più si sta trasformando Montecitorio in un mercato. La compravendita di parlamentari è una delle più squallide manifestazioni di declino politico della nostra storia. E' chiaro che si scelgono le persone più fragili e facilmente lusingabili. Magari con problemi economici e difficoltà personali. Anche l'onorevole Calearo ha parlato di una vera e propria compravendita, con cifre fra i 350 e i 500 mila euro. Tra i nomi coinvolti ci sono anche quelli dei nostri deputati Antonio Razzi e Domenico Scilipoti, che oggi, in una lettera hanno comunicato le proprie dimissioni dal partito dell’Italia dei Valori. Non so come Razzi e Scilipoti possano votare la fiducia del 14 dicembre, in questi giorni ai giornali hanno detto tutto ed il contrario di tutto. So di certo che a seconda della scelta che faranno si capirà se sono ancora o meno degni di definirsi “uomini”. Fino all’ultimo voglio sperare che in loro prevalga l’onore ed il rispetto di quei migliaia di attivisti che, con il loro duro lavoro, hanno contribuito a farli eleggere, di quei milioni di elettori che hanno riposto anche in loro le speranze di una politica diversa e di un’Italia migliore. Quel che è certo è che se dovessero votare la fiducia a Berlusconi si bolleranno a vita con il marchio del’infamia che si deve ai peggiori traditori. Non credo nel perbenismo ipocrita per cui il rispetto si deve a tutti. Il disprezzo, in questo caso, non è volgarità, ma etica pubblica. E' giusto che i politici comincino a capire che quando si vendono e tradiscono i valori di chi li ha votati il disprezzo lo meritano tutto. E' il prezzo minimo da pagare per la loro corruzione morale. Un parlamentare può cambiare partito, cambiare idea, rompere con il suo partito d’origine. Tutto questo va accettato e anche rispettato se si fonda su scelte ideali e politiche. Ma chi, eletto per rappresentare l’opposizione più intransigente a Berlusconi, finisce per sostenerlo con il proprio voto, solo perché comprato politicamente per trenta vili denari, (che possono essere tante cose: la promessa di rielezione, di incarichi o di denaro) dovrà sapere che, in cambio, riceverà, come Giuda, soltanto il disprezzo delle persone oneste e perbene.



DIFENDERE LA COSTITUZIONE E COSTRUIRE IL NUOVO CENTROSINISTRA




LE API DI RUTELLI? RONZANO MA NON PUNGONO




UNA GRANDE SFIDA DAVANTI A NOI



FELICE ANNO NUOVO. AUGURI DI CUORE



PROVE TECNICHE DI REGIME




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